“Io, chef per la mia terra”: la Calabria di Filippo Cogliandro

di Cristina Vannuzzi
La storia di Filippo Cogliando raccontata a quattro mani con Oreste Paliotti edito da Città Nuova.

La storia di Filippo Cogliandro “ambasciatore della ristorazione antiracket”, un viaggio vissuto dalla tavola al suo primo libro scritto a quattro mani con Oreste Paliotti.
Il libro “Io, chef per la mia terra”, è il racconto di un lungo viaggio di Filippo Cogliandro, un viaggio non facile, dalle traversie del padre al rifiuto di pagare il pizzo, dalle pressioni della ‘ndrangheta alla solitudine ed infine la rinascita, sempre animato dalla passione per la sua terra attraverso la cucina, la sintesi di un vero e proprio processo creativo. Insomma, un viaggio nella sua Calabria come catarsi del lettore che, piano piano, penetra nel luogo fisico in cui lo chef è nato e lavora.
Una immagine di una Calabria diversa da quella che ci viene presentata da Filippo Cogliandro, persona positiva, buona, aperta al mondo, pronto a testimoniare i valori appresi in casa per parlare del bello e del buono che c’è nella sua Regione.
Infatti il libro è servito a Filippo proprio per raccontare il volto della Calabria fatto di gente per bene, la rete che dovrebbe unire le competenze culinarie e poi la grande attenzione che ha verso i giovani, italiani ed immigrati, l’importanza della formazione per farne nuovi chef, nuove figure professionali, ed infine l’aiuto che si dovrebbe dare ai meno fortunati.

In altre parti d’Italia sembrerebbero concetti banali ma qui, in Calabria, sono concetti ispirati dal dolore, dalla sofferenza, dalla solitudine sofferta, dai mille interrogativi che Filippo si è posto, usando strumenti come la denuncia e il coraggio e portando fuori dalla Calabria l’esempio attraverso “Le Cene della Legalità”,  progetto nato nel 2012 in un periodo buio della sua vita che gli ha  fatto capire che “il silenzio uccide” e che ha voluto far conoscere attraverso la cucina, la sua terra, il suo dolore, le paure, il sostegno e l’amicizia con Don Luigi Ciotti, la sua  brigata fatta di ragazzi arrivati da lontano, il suo lavoro e, infine, la solidarietà ricevuta, uno status che gli ha dato il coraggio di una scelta: la denuncia come “investimento” per il proprio futuro.
Attraverso la sua professione Filippo ha scelto di parlare di legalità, di raccontare la sua storia ai ragazzi a cui dedica del tempo in occasione delle sue Cene della Legalità. Infatti una sezione importante della sua attività di impegno sociale è dedicata alle scuole, in maniera particolare agli istituti alberghieri. Quando lo contattano, Filippo corre subito, gratuitamente. E la sua cucina diventa il pretesto per far parlare i suoi piatti, la sua creatività, attraverso le materie prime della sua terra, una terra generosa, che insegna l’armonia della cucina, il bello, il buono, i valori, le tradizioni, la storia di un popolo. 
E poi il libro parla del suo impegno sociale, una parte importante del suo carattere che è quella di considerare la cucina, il cibo, come una delle forme di aggregazione più utilizzata dal genere umano. La tavola è sempre stata e lo è ancora il luogo dove sono state prese grandi decisioni e trattati argomenti di ogni genere
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Reggio Calabria mette a disposizione la sua arte, la sua natura, l’integrazione e l’enogastronomia diventa la base per poterne parlare. E Filippo dunque prende lo spunto per parlare della sua brigata e di un suo gesto nobile,  la brigata si è allargata con la presenza di ragazzi extracomunitari, sbarcati da minori sulle nostre coste, affidati dal Tribunale alla sua famiglia e oggi diventati collaboratori di cucina, umili, talentuosi, desiderosi di imparare ed è così che la cucina di Filippo Cogliandro diventa il pretesto per insegnare.
Io, chef per la mia terra
Autori: Oreste Paliotti e Filippo Cogliandro
Edito da Città Nuova

La storia di illustri calabresi per raccontare la meravigliosa Calabria

Riceviamo e pubblichiamo
Nicola... ma anche Filippo, Don Edoardo, Don Gigi, Franco, Celeste, Phil, Enzo... i personaggi calabresi che vengono raccontati.

In realtà, è tutta colpa di don Gigi. Perché lui ha sempre un bisogno interiore fortissimo di aiutare il mondo. E dove trova uno spiraglietto per esserci anche lui, si infila. Così ha fatto con la Calabria. C’è rimasto malissimo, quando è stata “condannata”, oltre che a tutto il resto, anche alla “zona rossa”. E ha deciso di dovere dare il contributo suo e della sua Fondazione per questa nostra Regione un po’ figliastra, e nemmeno solo per colpa sua … Sì, perché don Gigi è il presidente di Fondazione Santina, un ente che si occupa, secondo le sue possibilità, di aiutare persone – in tutto il mondo e per qualsiasi necessità

don Edoardo Varano

E così incomincia ad esplorare il mondo calabrese. E incappa, prima di tutto, in un calabrese doc, don Edoardo Varano, che sulla scia di profonde riflessioni sulla sua vita di sacerdote, prende coscienza – oltre mezzo secolo fa – del fatto che la sua attività accademica è sì utile, ma lo tiene lontano dalla vita vissuta, la vita reale. Scende con i piedi sulla terra e si accorge della “terribile solitudine dei vecchi”, e contro ogni più pessimistica previsione riesce alla fine a fondare “Villa della Fraternità”, “una casa grande e comoda, e soprattutto calda d’affetto”. Questo risale al 1957; oggi – a cento anni dalla nascita di don Edoardo – l’intenzione conclamata di questo libretto è la raccolta di fondi per realizzare un “bagno assistito” in quella casa “grande e comoda”.

Franco Romeo

Don Gigi ci racconta la storia di un altro illustre calabrese, il prof. Franco Romeo, cardiologo, sicuramente tra i più conosciuti in Italia, ma ormai anche di fama internazionale. Franco Romeo è un medico che esercita la sua professione come dovrebbe essere: come una missione. In lui don Gigi riconosce uno dei “volti della speranza” della Calabria, perché raccoglie in sé – anche lui – le caratteristiche che si vogliono abitualmente attribuire a un calabrese: la caparbia e la razionalità. Le sue considerazioni sulla “zona rossa” attribuita alla Calabria sono una sorpresa – non sono quelle che sentiamo nei notiziari e dai politici, e quindi fanno veramente riflettere. Nella veste di medico, poi, veramente è portatore di speranza e Luigi, uno dei suoi pazienti, lo sa bene…

Nicola Gratteri

E poi, con l’aiuto di un altro calabrese, omonimo del primo, il vaticanista Enzo Romeo, abbiamo raccolto tre storie di calabresi “doc”.
Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica a Catanzaro: in questi giorni si presenta da solo. Ha istituito uno dei più grandi processi contro la ‘Ndrangheta degli ultimi anni, vive sotto scorta da 30. Originario di Gerace, tra i borghi medievali più belli d’Italia con origini antichissime, peraltro, non ha mai voluto lasciare la sua terra, fin dall’inizio della sua carriera: sua la richiesta di rimanere, da sostituto procuratore, a lavorare a Locri – la Calabria come “scelta” precisa. La scelta precisa di rimanere con la speranza che, alla fine, riescano a prevalere gli antichi sani veri valori di quella terra e delle persone “per bene” che ci vivono …
Poi c’è Celeste Logiacco, giovane sindacalista di Piana di Gioia Tauro, che è impegnata a trasfondere la sua “speranza” nella possibilità di aiutare i rifugiati che vivono in quella terra a raggiungere una vita dignitosa e tutelata, nella consapevolezza che per fare questo è necessario abbinare la tutela dei diritti allo sviluppo integrale della persona.

Filippo Cogliandro

E ancora, Filippo. Filippo gestisce un ristorante sul lungomare di Reggio Calabria. Nel 2008 si è opposto alla richiesta del “pizzo”, sostenuto e spalleggiato dai fratelli, memori tutti degli insegnamenti del padre, a sua volta vittima di una rappresaglia per essersi rifiutato di pagare “la protezione” della mafia: “Mai piegarsi a queste richieste. Prima si prendono i tuoi soldi, poi la tua azienda”. Filippo non tiene per sé il suo benessere, ma condivide: prima con i poveri, per i quali organizza una volta al mese il “pranzo solidale” nel suo ristorante – che diventa un appuntamento fisso e li aiuta ritrovare un po’ di dignità personale; poi decide di assumere, tra le dieci persone che lavorano per lui, anche sei immigrati da Gambia, Senegal, Iraq e Moldavia: di questi, due hanno ricevuto la casacca di chef … che soddisfazione! E Filippo è anche molto attento alle materie prime che utilizza per i suoi clienti: prodotti rigorosamente della sua terra, che portano nei cibi i profumi e i sapori della Calabria, rifornendosi in piccole aziende “sane”, anche a costo di pagare qualche euro in più ma nella certezza che i soldi andranno a produttori e commercianti onesti, e non al racket.

Celeste Logiacco

Ma – last but not least – apre questa piccola ma significativa pubblicazione un calabrese “di ritorno”, Phil Pulella. Oggi è senior correspondent dell’agenzia di informazioni Reuters, vaticanista giramondo, con il maggior numero di viaggi compiuti su un aereo papale, al seguito di ben tre papi. Da bimbo dovette seguire i genitori che, come tanti ancora oggi, si sentirono costretti, per garantire la sopravvivenza alla famiglia, ad emigrare. Ma da grande è voluto tornare in Italia e torna sempre con nostalgia nella sua terra: è infatti originario di Soriano Calabro, un paese di montagna a soli 80 km da Gerace – la città d’origine di Nicola Gratteri.
La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”, è inciso nel marmo del monumento che a Reggio Calabria ricorda Corrado Alvaro, il più importante scrittore calabrese degli ultimi secoli. Sembra che questi rappresentanti della sua terra vivano tutti secondo questo “motto”, tesi a restituire alla Calabria quella speranza che da troppo tempo le è negata.

Tacle®: un articolo del Journal of Functional Food dedicato all’agrume calabrese

Riceviamo e pubblichiamo
Pubblicato sul Journal of Functional Foods un articolo su Tacle®, l’agrume calabrese nato dall’incrocio tra tarocco e clementina

[A pilot study on the nutraceutical properties of the Citrus hybrid Tacle® as a dietary source of polyphenols for supplementation in metabolic disorders] è il sottotitolo con cui si apre l’articolo pubblicato dalla rivista scientifica Journal of Functional Foods.

Nel 2018, in un contesto futuristico, nasce il progetto Tacle®, un agrume ottenuto dall’incrocio fra Clementina Monreal e Tarocco tetraploide: questo nuovo frutto sta acquistando nel tempo un’importanza crescente grazie al suo interesse commerciale e, soprattutto, grazie alle sue proprietà nutraceutiche.
Il progetto nasce dal lavoro comune tra “Dipartimento di Farmacia, Salute e Scienze Nutrizionali dell’Università della Calabria”, CNR-NANOTEC, Licryl-UOS Cosenza e CEMIF.Cal Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra, Azienda Agricola Terzeria (Diocesi di Cassano), Prof. Giancarlo Statti, tecnologo alimentare Antonio Elia e agronomo Benito Scazziota, da sempre vicino ai temi dell’ambiente e della salute.
Tacle® ha un alto contenuto di polifenoli e conferisce ai suoi estratti un’attività protettiva contro gli agenti ossidanti coinvolti in diversi disturbi degenerativi.
I ricercatori dell’Università della Calabria hanno studiato il potenziale antiossidante di Tacle® e la sua attività inibitoria contro l’amilasi e la lipasi umana in vitro.
Alcune particolari caratteristiche potrebbero essere ascritte al contenuto rilevante in glicosidi, naringina ed esperidina, e in agliconi derivati che si sono dimostrati nei test in grado di essere utili nei diversi disturbi cardiovascolari, in particolare durante il trattamento dell’ipertensione.

Questi agrumi, che trovano il loro habitat ideale nella Sibaritide, sono coltivati presso l’azienda promotrice della ricerca Terzeria.
Nel frattempo, il gruppo di ricerca ha avviato l’elaborazione di una linea di prodotti Nutraceutici e Funzionali, anche derivati da questo agrume.
Per il momento, i prodotti implementati sono una Marmellata di Tacle a basso contenuto zuccherino e ad alta percentuale di frutta utilizzata e una linea di succhi 100% frutta, di cui un succo 100 % Tacle e altri a base Tacle mixati con succhi ottenuti da super frutti.
In tal modo dicono i tecnici coinvolti non hanno fatto altro che creare sinergia tra diversi alimenti in modo da ottenere un effetto positivo che risulta maggiore rispetto alla somma dei fattori individuali.
Le Organizzazioni delle Nazioni Unite FAO/WHO Codex Alimentarus, il Consiglio d’Europa e gli organi regolativi nazionali stanno definendo per i produttori dei codici di comportamento che consentiranno di apporre sulla confezione solamente affermazioni – relativamente ai benefici per la salute – ben fondate e sostenute da fondamenti scientifici validi.
La Calabria, grazie alla propria posizione geografica e al suo clima e microclima di taluni territori, si candida a essere in prima fila nell’alimentazione del futuro tesa ad allungare sia le aspettative di vita in termini di durata ma anche in termini di benessere e freschezza mentale.
La natura, specie in Calabria, ci fornisce molte sostanze nutraceutiche derivanti da piante, alimenti e fonti microbiche.
Esempi nutraceutici sono i probiotici, gli antiossidanti, gli antociani dalle bacche, gli omega-3 e gli omega-6, il licopene, le vitamine e i complessi enzimatici.

Questi vengono utilizzati per migliorare lo stato di salute, ritardare il processo di invecchiamento, prevenire le malattie croniche e aumentare l’aspettativa di vita.
La differenza fondamentale tra i termini nutraceutico e funzionale sta nel fatto che il primo si riferisce al singolo componente con proprietà terapeutiche presente nell’alimento, mentre il secondo identifica l’alimento vero e proprio che mostra specifici effetti fisiologici.
Nutraceutica e funzionalità degli alimenti sono termini che sentiremo sempre di più nel nostro futuro.
Nutraceutica è un termine derivato dall’unione di “nutrizione” e “farmaceutica”, per definire lo studio di alimenti che hanno un effetto benefico sulla salute umana.
I nutraceutici sono delle sostanze che associano alcune caratteristiche nutrizionali, come l’alta digeribilità e l’ipoallergenicità, alle comprovate proprietà terapeutiche di alcuni principi attivi naturali.

Il termine alimento funzionale (functional food, pharma food o farmalimento) è stato introdotto in Giappone negli anni ’80 e comprende tutti i prodotti alimentari specificamente sviluppati per favorire la salute o ridurre il rischio di malattie.
Attualmente nell’Unione Europea manca una legislazione specifica su questa categoria di alimenti e sulla loro etichettatura.
In generale, un alimento può essere considerato funzionale se dimostra di avere effetti positivi su una o più funzioni specifiche dell’organismo, che vadano oltre gli effetti nutrizionali normali, in modo tale che sia rilevante per il miglioramento dello stato di salute e di benessere e/o per la riduzione del rischio di malattia.

Un pasticciere calabrese fa impazzire i milanesi con il suo panettone

Riceviamo e pubblichiamo
Mastro Vincenzo conquista il nord Italia con i suoi panettoni prodotti nel piccolo laboratorio di Acri (CS) e distribuiti in punti vendita specializzati.

Mastro Vincenzo, al secolo Vincenzo Pellicorio, ha il volto stanco ma carico di soddisfazione, “sono quasi due mesi che dormo qualche ora al giorno e nemmeno tutte le notti“, ma tutta la famiglia e i numerosi collaboratori sono stati travolti in un “tour de force” straordinario.

Non potevamo perdere questa occasione e non ci andava di scontentare i tanti estimatori“.
Certo, queste festività sono state diverse dal solito: il Covid ha segnato molte attività economiche e Mastro Vincenzo, che da anni realizza panettoni artigianali ha puntato per l’occasione tutto su questo prodotto che era già conosciuto in Calabria e anche fuori regione.
Le attrezzature da piccolo laboratorio di provincia, la sede è ad Acri (CS), alle porte dello splendido altipiano silano, sono state messe a dura prova: forni che cuocevano giorno e notte, planetarie che impastavano 24h su 24h.
È stato un crescendo. I primi panettoni sono partiti per il Nord Italia e distribuiti nei punti vendita specializzati. Molti esercenti, dopo aver testato il prodotto, in modo entusiastico hanno messo a disposizione della propria clientela dei vassoi per l’assaggio, e ogni assaggio era una vendita e, spesso, un ritorno per il riacquisto“.
Ritengo – dice ancora Vincenzo Pellicorioche il fatto che la gente sia stata costretta in casa ha fatto sì che quello che era il dolce del giorno di Natale sia diventato il dolce di tutti i giorni. Ecco perché gli ordini crescevano di giorno in giorno e, di conseguenza, le nostre notti diventavano sempre più corte“.
La versione con il pistacchio, poi, è andata letteralmente a ruba, oltre ogni più rosea previsione.
È Mastro Vincenzo a spiegarci il motivo di questo successo: “tutto l’anno produciamo pasticceria di ottima qualità ma soprattutto taralli, che ad Acri sono una tradizione. Ormai, grazie alla diffusione sui social, i taralli raggiungono numerose località italiane, e in occasione delle festività il laboratorio si converte alla produzione dei dolci tipici con qualche novità. Alla base di tutto c’è la passione, lo studio, l’attenzione per le materie prime e la squadra“.

Non siamo sorpresi come questo artigiano non si preoccupi della presenza di tanti altri panettoni artigianali in giro, visto il suo ghigno, tipico di chi conosce i segreti del commercio.
E a tal proposito, dice, “Non basta la forma del panettone basso a trasformare un panettone industriale in artigianale e neanche le curate e impreziosite scatole nelle quali sono confezionati. Più si diffondono questi e più noi abbiamo successo, avendo puntato tutto sulla trasparenza e la qualità“.
Nella sua pasticceria ci colpisce l’esposizione di torte, dal design molto accattivante, e i dolci di tutte le forme e colori.
Ma è all’assaggio che si capisce perché i suoi prodotti hanno successo.
Sono privi di qualsiasi conservante, ci rassicura Mastro Vincenzo, aggiungendo: “la cosa che mi dà più soddisfazione è vendere centinaia di panettoni a Milano, patria indiscussa di questo dolce“.

Lunedì Rai: Roghudi paese abbandonato in Calabria e Quando la radio… con Renzo Arbore

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Domani, lunedì 21 dicembre, tra i programmi Rai per “Ghost Town” si va a Roghudi in Calabria. Renzo Arbore protagonista a “Quando la radio…”.

Una “Ghost Town” della Calabria: a Roghudi
Il vecchio borgo calabrese di Roghudi, abitato sin dall’anno mille e caratterizzato da una lingua tutta sua, fu dichiarato totalmente inagibile a seguito di due fortissime alluvioni nel 1971 e nel 1973. Attaccato ad uno sperone dell’Aspromonte, Roghudi non è mai stato dimenticato del tutto dai suoi vecchi abitanti. L’attore e fotografo Sandro Giordano, attraverso i panorami e le leggende dell’Aspromonte, va alla scoperta di Roghudi e della sua antica lingua, il Grecanico, in “Ghost Town“, in onda lunedì 21 dicembre alle 20.20 su Rai5

“Quando la radio…”: mezzo secolo di “on air” con Renzo Arbore
Gli ultimi cinquant’anni della radio: li racconta “Quando la radio…” – in onda lunedì 21 dicembre alle 22.10 su Rai Storia – un programma di Fabrizio Corallo realizzato da 3d produzioni con Renzo Arbore padrone di casa d’eccezione che rievoca la storia della radio con Marco Presta e con l’ex funzionario Rai Maurizio Riganti, da sempre “complice” delle invenzioni e delle innovazioni via etere dello showman pugliese. Si spazierà dalle canzoni degli anni ’30 ai bollettini di guerra e a quelli dell’Italia liberata alle prime trasmissioni di varietà degli anni ’50 alla rivoluzione di cui Arbore fu protagonista a partire da metà degli anni ’60 alla radio con Gianni Boncompagni prima con “Bandiera Gialla” che sdoganò la musica internazionale, il jazz e il blues e valorizzò la nuova musica nazionale e in seguito con “Alto gradimento” e la sua satira irriverente rigorosamente dal vivo con i surreali Giorgio Bracardi e Mario Marenco. Tra aneddoti, rievocazioni e ricordi inediti, le conversazioni affronteranno con l’aiuto di filmati d’epoca anche la storia recente del varietà, della musica e della cultura popolare attraverso programmi che hanno fatto epoca negli ultimi decenni garantendo lunga vita alla radio nonostante l’avvento prima dell’era della televisione prima e poi di quella dei social network.

Panettone Artigianale Calabrese alla Cipolla Rossa di Tropea della lady chef Denisia Congi

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Sarà un Natale speciale con il primo Panettone Artigianale Calabrese alla Cipolla Rossa di Tropea ideato dalla lady chef Denisia Congi.

Il prodotto lievitato che celebra uno dei simboli della tradizione pasticciera italiana si trasforma e diventa unico: dall’intuizione dell’istrionico direttore artistico del Tropea Cipolla Party, Paolo Pecoraro, nasce ed è già un grande successo il Panettone Artigianale Calabrese alla Cipolla Rossa di Tropea, rigorosamente IGP.
Il sogno del ballerino tropeano, che vive nella capitale del Regno Unito da oltre 20 anni, si è trasformato presto in realtà grazie all’arte pasticcera di Denisia Congi, giovane lady chef calabrese della Federazione Italiana Cuochi, che è riuscita a creare uno squisito connubio tra l’elemento più tradizionale della festa natalizia e una delle eccellenze agroalimentari per antonomasia della terra calabra.

Un perfetto equilibrio di gusto e aromi, realizzato con l’impiego di materie prime di alta qualità, che garantiscono al dessert natalizio un gusto speciale e intrigante, grazie soprattutto al valore assoluto di una crema delicata e inconfondibile al sapore della dolce cipolla calabrese.
Gli ingredienti utilizzati per la produzione del panettone sono: farina di grano tenero tipo 0, lievito madre di farina di grano tenero, farina w350, zucchero, sale, lievito di birra, acqua, latte, tuorlo d’uovo pastorizzato, burro morbido, miele, bacca di vaniglia, frutta a guscio.
Per la crema, invece, la chef ha utilizzato come ingredienti: cipolla rossa di Tropea (IGP), zucchero di canna, zucchero semolato, miele di acacia, mix di liquori, vino bianco.

Denisia Congi

Rigorosamente segreti sia la quantità degli ingredienti utilizzati da Denisia Congi sia la successione avvenuta nelle aggiunte dei vari ingredienti, oltre al numero di impasti effettuati e alle condizioni di lievitazione (temperatura, tempo e umidità) adottati per ottenere l’impasto finale, che costituiscono la singolarità e la ricchezza della produzione artigianale.
Come detto, per celebrare e promuovere il dolce artigianale italiano per eccellenza si è voluto osare, per poi vincere la sfida: è risaputo da tutti che la Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP sia la più Dolce del Mondo e, quindi, è facilmente intuibile quanto questa tipicità calabrese riesca a sposarsi bene anche con i dolci.
Da sempre, Pecoraro ha una voglia viscerale di promuovere la sua amata Calabria, da troppo tempo bistrattata, maltrattata e deturpata ma che conserva in sé tutti i valori e i suoi tesori inestimabili.

Caricato a molla da una forte passione per l’amore della vita e del bello, nonostante la distanza che lo tiene lontano dalla sua Calabria, ha deciso di scendere in campo per ridare onore, splendore e gloria alla terra che lo ha partorito.
Infatti, nel 2019 incaricato dal Sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, fonda il Tropea Cipolla Party ed è subito un successo strepitoso, convinto del fatto che non è poi così difficile, per la verità, promuovere la Calabria e le sue eccellenze.
Televisione, stampa locale, nazionale e internazionale si accorgono subito del fenomeno e si catapultano nella città perla del Tirreno per coglierne l’essenza e la bellezza.

Adesso, nell’attesa della prossima edizione, che nel 2021 si terrà dal 4 al 6 giugno e che sarà finanziata in parte con i proventi ricavati dalla vendita dei panettoni, aspettiamo che lo stesso accada per il Panettone Artigianale alla Cipolla Rossa di Tropea.
Per allietare un po’ le festività natalizie, una donazione verrà fatta dall’ideatore dell’iniziativa anche alla Casa di Riposo “Don Mottola” di Tropea (VV).

Cucina calabrese e dieta mediterranea per l’evento virtuale di PuntoCalabro

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Evento virtuale di PuntoCalabro con ospiti eccellenti sulla cucina calabrese e la dieta mediterranea nell’ambito del Piccolo Festival delle Spartenze.

Il Piccolo Festival delle Spartenze, diretto da Giuseppe Sommario, è un tributo e un contributo al Bel Paese e ai tanti italiani sparsi nel mondo, facendosi riconoscere nel panorama dei festival proprio per il suo nome: si chiama così ma premia chi unisce.

Il termine spartenze viene indicato di proposito nell’ottica del tema della condivisione, con la volontà di creare una rete capace di unire Italia ed estero, risanando le ferite e ricostruendo la memoria collettiva, attraverso la storia di chi è partito e di chi è rimasto.
All’interno della programmazione di questo singolare Festival itinerante, pensato e avviato cinque anni fa dall’Associazione AsSud di Paludi (CS), si svolge PuntoCalabro: un interessante progetto culturale e sociale di “comunità ibrida di luogo”.
Ogni appuntamento di PuntoCalabro viene dedicato ad un tema specifico, legato rigorosamente alla Calabria.

Francesco Mazzei

Sabato 21 novembre, a partire dalle ore 16.00, con diretta Facebook Fanpage PICCOLO FESTIVAL DELLE SPARTENZE, si terrà un incontro virtuale sulle tradizioni e il valore della cucina calabrese, coordinato dal direttore Giuseppe Sommario, con la partecipazione speciale degli chef Francesco Mazzei e Carmelo Fabbricatore e del giornalista Valerio Caparelli.
Un importante messaggio che verrà trasmesso nel corso dell’incontro virtuale sarà quello incentrato sul valore della dieta post Covid, rivolgendo uno sguardo attento alla Dieta Mediterranea, vista anche come strumento di difesa contro la possibilità di ammalarsi.
Inoltre, si coglierà come occasione la ricorrenza del bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi, padre della cucina domestica italiana, con il fine di proporre un focus sul rapporto essenziale che lega patrimonio gastronomico italiano e suoi territori d’origine.

Carmelo Fabbricatore

Il prossimo 16 gennaio 2021, invece, sempre con ospiti esperti del tema trattato, sarà il turno della musica calabrese, mentre nei mesi successivi si affronteranno il teatro, le tradizioni e la religiosità popolare, la letteratura, il dialetto, il cinema, ecc…
Dopo l’appuntamento di domani, la sera del 19 dicembre e il pomeriggio del 20 dicembre, con ospiti provenienti dal mondo della politica, da quello  accademico e della musica, andrà in scena una sessione natalizia del Festival, fatta di due dirette online, di respiro più ampio, che vedrà il coinvolgimento di tutte le regioni e di tutti gli italiani all’estero.
Da sottolineare, tra gli obiettivi generali che PuntoCalabro promuove con le sue iniziative, il consolidamento di un ponte fra giovani calabresi rimasti e quelli partiti o nati all’estero, oltre alla crescita di una rete di calabresi e calabrodiscendenti che vivono fuori regione.

Valerio Caparelli

Tra gli obiettivi specifici, invece, da evidenziare la volontà di creare una redazione mondiale dei giovani calabresi nel mondo che raccontino una Calabria diversa e poco conosciuta, che sia capace di raccontare le collettività estere, i contesti e le storie che vedono protagonisti calabresi e calabrodiscendenti.
Tra gli strumenti divulgativi pensati per raggiungere tali obiettivi si realizzerà un telegiornale in dialetto che vedrà protagonisti giovani calabresi e calabrodiscendenti.

Lo chef Filippo Cogliandro: un cuoco moderno

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foto Franco Raineri
A L’Accademia Gourmet dello chef Filippo Cogliandro si va per gustare nuovi orizzonti dell’antica tradizione della Calabria.

Filippo Cogliandro è un cuoco.  Un cuoco moderno, lucido, che racconta le più grandi scomode verità della vita non amando la sovraesposizione dei cuochi alle televisioni trasformati in merce da audience come giullari del gusto. I suoi temi sono accoglienza, materia prima, ordine, creatività, fantasia e il risultato è un menù pulito, equilibrato che invita a destare tutti i sensi.

Un cuoco che è rimasto puro nel cuore, un sognatore, sempre alla ricerca delle sue radici, che  si emoziona al mercato, guardando e scoprendo ingredienti che lo fanno e faranno sognare, che cerca  erbe e verdure camminando per le campagne, trova l’ispirazione guardando il mare dalle finestre del suo locale dove la natura crea un panorama unico e coinvolgente per la sua cucina basata nell’estro che scava nella memoria collettiva e ne tira fuori rivisitazioni ragionate, mai estreme, dove il richiamo alla tradizione casalinga si fa meno presente per lasciare spazio alla sua creatività esplosiva, il saper modulare l’arte sul filo sottile del passato e futuro, tra tradizione e innovazione, tra la voglia di andare a ritrovare antichi sapori e il modo di prepararli con la cura di non snaturarli nel riproporli, una rivisitazione da grande chef, gentile, ragionata, creativa ma mai troppo estrema.

Filippo è diventato cuoco giorno dopo giorno, consapevole che l’esperienza si fa sul campo, una idea molto chiara su come interpretare il concetto che la sua cucina non è ostentazione ma valorizzazione, mettendosi in discussione ai fornelli, per lui ogni piatto è costituito da tanti fattori che devono “intrigare”, la semplicità di una cucina con ingredienti che nascono dalla ricerca di materie prime che Filippo reperisce da piccoli “artigiani” produttori di formaggio, carne, pesce, ortaggi, la necessità dell’utilizzo dei prodotti a Km zero che non nasce dalla moda ma dalla ferma convinzione che la sua regione deve offrire un cibo e dei prodotti legati al territorio, è importante la peculiarità e il valore del luogo unico e inimitabile nel quale ci troviamo.

Prima che al palato i suoi piatti arrivano al cuore perché  in ogni pietanza si concretizzano tanti concetti positivi, rispetto per l’ambiente, la stagionalità, l’attenzione agli sprechi, la condivisione, la convivialità., per Filippo ogni creazione  è un’opera d’arte e un modo per trasmettere una filosofia di vita.
E dunque Filippo, orgogliosamente, scopre legami territoriali affettivi,  come il Bergamotto di Reggio Calabria, che dalle fragranze dalla Reggia di Versailles del Re Sole oggi è prestato anche alla pasticceria, la liquerizia, nata nel 1500 e che oggi lo chef abbina anche al pesce, il peperoncino, il cedro, il pesce stocco, il pesce spada, la cipolla rossa di Tropea, le patate della Sila, l’olio ottobratico delle colline di Gioia Tauro,  la pasta artigianale delle Sorelle Salerno, i vini autoctoni come il Cirò, il primo DOC…….

Piatti che si destreggiano tra le tipiche ricette di pesce che immaginiamo di assaporare con i piedi immersi nella sabbia, interpretazioni creative di ricette “antiche”, piatti, ormai signature, che contraddistinguono la cucina di Cogliandro, e mentre le stagioni pensano al susseguirsi degli ingredienti, lo chef studia come proporli nei piatti senza stravolgerne la vera essenza.
L’Accedemia Gourmet
Via Largo Cristoforo Colombo, 6
89125 Reggio Calabria

Sabato Rai: Lucania, Sicilia e Calabria protagoniste

Riceviamo e pubblichiamo
Domani, sabato 22 agosto, tre consigli che ci portano al sud Italia. Linea Verde in Lucania, Linea Blu alla Eolie e L’Italia non finisce mai in Calabria.

“Linea Verde Tour” racconta la Lucania: tra borghi, parchi e storia del territorio
Federico Quaranta
, Giulia Capocchi e Peppone tornano in Lucania, una terra che è un vero e proprio patrimonio di biodiversità, storia, cultura e sapori. Il viaggio di “Linea Verde Tour”, in onda sabato 22 agosto alle 11.55 su Rai1, inizia dalla Murgia, nel Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, situato nella parte orientale della Basilicata, al confine con la Puglia, una superficie di circa 8000 ettari nel territorio di Matera e Montescaglioso, in cui le antiche architetture religiose e l’azione millenaria degli agenti atmosferici si fondono in un paesaggio indimenticabile. A Metaponto visiteranno il suggestivo sito archeologico delle “Tavole Palatine”: quel che resta dell’imponente tempio dedicato alla Dea Hera nella colonia greca di Metapontum. La città non fu solo un importante scalo commerciale, ma anche un centro culturale dell’antichità in cui operò e fondò la sua scuola il filosofo Pitagora. Attraverseranno, infine, borghi e cittadine raccontando storie, colori e sapori: dall’abbazia benedettina di San Michele fino a Montescaglioso, dal Rione Terravecchia di Pisticci fino a Irsina, dov’è custodita una pregevole statua di Sant’Eufemia, da alcuni attribuita al Mantegna.

“Linea blu”: con Donatella Bianchi alle Isole Eolie
Sabato 22 agosto
, alle 14.00 su Rai1, nuovo appuntamento con “Linea Blu”. Questa settimana Donatella Bianchi, insieme alla sua squadra, prosegue il viaggio nell’affascinante atmosfera delle Isole Eolie. Dopo le splendide atmosfere di Lipari, si arriverà a Salma per ripercorrere i luoghi dove è stato girato buona parte del film “Il Postino”, con Massimo Troisi. Un ricordo scandito anche dalle parole di Maria Grazia Cucinotta, madrina del MareFestival che si svolge ogni anno a Salma. Ma naturalmente si andrà alla scoperta dello splendido mare eoliano e dei suoi fondali. Come ogni sabato, Fabio Gallo accompagnerà nel suo viaggio Donatella Bianchi. Questa settimana farà conoscere il mondo del “glamping”, un modo innovativo ed elegante di fare campeggio, dove soggiornare in tenda non significa abbandonare le comodità di un alloggio più attrezzato.

Da Palmi a Capo Spartivento “L’Italia non finisce mai”
Sarà un puntata che accompagnerà lo spettatore in una Calabria inaspettata quella di sabato 22 agosto alle 17.15 su Rai1: “L’Italia non finisce mai” racconta una regione lontana dagli stereotipi e animata dalla bellezza, a cavallo fra il Mar Tirreno e lo Ionio, nel cuore dell’Aspromonte più selvaggio e misterioso. Da incantevoli scorci come quelli regalati da Palmi e Scilla, il viaggio si nutrirà di luoghi misteriosi e leggendari, come Rocca tu dracu e Gallicianò, dove il grecanico è una lingua vivissima fra i giovani, ma altre incursioni toccheranno anche paesi resistenti al tempo, come Pentedattilo e Roghudi Vecchio. Fra scenari mozzafiato e paesaggi lunari, protagonisti di puntata saranno anche lupi e tartarughe, e non mancheranno i richiami letterari, da Corrado Alvaro a Pier Paolo Pasolini, né quelli cinematografici. A sublimarli sarà Gioacchino Criaco, uno degli ospiti della ricca puntata, che guiderà Michele Dalai nell’antico Sentiero dell’Inglese raccontandogli la gente e l’anima dell’Aspromonte. Un aperitivo sulla spiaggia di Capo Spartivento, con alle spalle il faro costruito a inizio Novecento e negli occhi uno stupendo tramonto, saluterà lo spettatore dopo averlo ammaliato e sorpreso.

Fuga dalla folla: otto mete italiane tutte da scoprire quest’estate secondo Volagratis.com

Riceviamo e pubblichiamo
Gli italiani per questa estate scelgono di rimanere nel Bel Paese: secondo Volagratis.com le prenotazioni domestiche hanno superato il 68%, contro il 27% del 2019. Per una vera e propria fuga dalla folla, Volagratis.com ha selezionato 8 destinazioni italiane, tra mare, montagna e città. Per chi invece vuole varcare i confini, Volagratis.com ha creato uno speciale algoritmo (Travel Safe Algorithm) che individua le destinazioni europee più belle e più sicure da scoprire nei prossimi mesi.

Per i viaggiatori questa del 2020 sarà un’estate insolita e in molti sceglieranno di rimanere all’interno dei confini italiani per andare alla scoperta delle tante meraviglie del Bel Paese.
A rivelarlo sono i dati raccolti da Volagratis.com, dai quali emerge che le prenotazioni domestiche quest’anno hanno superato il 68%; un dato ancora più significativo se paragonato a quello del 2019, quando avevano raggiunto appena il 27%.

Per venire incontro ai viaggiatori che ancora non hanno prenotato e vogliono trascorrere le loro vacanze lontani dalla folla, Volagratis.com ha selezionato otto destinazioni italiane spesso solo sfiorate dai classici itinerari turistici o immerse nella natura e tutte da vivere, che sia solo per un weekend o per un’intera settimana: dalle montagne del Trentino fino a quelle della Sila, passando per Alghero e Caserta.

Per un weekend in montagna: Trento, Trentino-Alto Adige
Immersa tra le Alpi, la provincia di Trento è ricca di percorsi naturalistici, tutti diversi per difficoltà, panorami e tematiche. Il sentiero che collega il Rifugio Maranza a Cima La Marzola, per esempio, regala una vista splendida sulla città e sulla Valle dell’Adige, mentre il Sentiero dei cento scalini sul Monte Celva, adatto anche ai bambini, è un vero e proprio percorso storico tra forti, osservatori e fuciliere delle Prima Guerra Mondiale.
Soggiorno di 3 notti in hotel a Trento a partire da 250 euro (camera doppia) ad agosto.

Per un weekend al lago: Lago Maggiore, tra Lombardia e Piemonte
Il Lago Maggiore riunisce in sé storia, arte e natura. Le sue sponde sono ricche di dimore storiche come Palazzo Borromeo, castelli come la Rocca di Angera, affascinanti luoghi di culto come l’Eremo di Santa Caterina, ma anche preziose aree preistoriche diventate patrimonio UNESCO. Chi vuole dedicarsi alla natura, invece, può raggiungere i parchi e le aree protette oppure esplorare la zona a bordo di un kayak, per un fine settimana più dinamico.
Soggiorno di 2 notti in hotel sul Lago Maggiore a partire da 180 euro (camera doppia) a settembre.

Per un weekend in città: Caserta, Campania
Nota per ospitare la Reggia Borbonica da molti definita la “Versailles d’Italia”, Caserta è una gemma del sud, ricca di arte e di storia nel quale perdersi e meravigliarsi passo dopo passo:  dal borgo medievale di Casertavecchia fino all’Abbazia di San Pietro ad Montes.
Soggiorno di 2 notti in hotel a Caserta a partire da 147 euro (camera doppia) ad agosto.

Per un weekend tra mare e cultura: Alghero, Sardegna
Capoluogo della Riviera del Corallo, Alghero è una città che rivela una cultura ricchissima, di cui sono testimonianza la necropoli di Anghelu Ruju e la villa romana di Santa Imbenia. Senza dimenticare il mare limpido della Sardegna: da non perdere la falesia di Capo Caccio e le Grotte di Nettuno, famose per le loro piscine e formazioni calcaree.
Soggiorno di 3 notti in hotel ad Alghero a partire da 220 euro (camera doppia) ad agosto

Per cinque giorni tra lago e arte: Lago Trasimeno, Umbria
Il territorio del Lago Trasimeno, con i suoi parchi e i suoi piccoli borghi, mette d’accordo gli amanti della natura e quelli dell’arte che vogliono trascorrere qualche giorno lontano dalla folla. Il Parco Regionale ospita sentieri da percorrere in bicicletta o a piedi e aree perfette per il birdwatching come l’Oasi La Valle, mentre la zona circostante è costellata di chiese, palazzi e castelli, tra cui la suggestiva Rocca del Leone.
Soggiorno di 4 notti in hotel a Perugia a partire da 200 euro (camera doppia) a settembre.

Per cinque giorni in montagna: La Sila, Calabria
Il Parco Nazionale della Sila è tra le aree naturali più importanti del Paese: qui ci si può dedicare al birdwatching, per ammirare dal vivo falchi migratori e barbagianni, si può andare alla scoperta dei canyon scavati dall’acqua dei torrenti o seguire i numerosi sentieri in mountain bike o a cavallo. Per un viaggio nel tempo, invece, si può salire a bordo del trenino storico del Parco.
Soggiorno di 4 notti in hotel a Crotone a partire da 360 euro (camera doppia) a settembre.

Per una settimana tra sport e natura: Isola d’Elba, Toscana
Protagonista del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, l’Isolad’Elba è la destinazione ideale per chi vuole trascorrere una settimana in mezzo alla natura. Gli amanti dello sport possono fare trekking lungo le pendici del Monte Capanne e poi ammirare l’isola dall’alto in parapendio, scoprire le sue coste con il kayak o immergersi nelle profondità marine. Chi è alla ricerca del relax, invece, può stendersi al sole sulla spiaggia di La Biodola o di Cavoli, la più lunga dell’isola. Per assicurarsi una gita in un luogo incontaminato e lontano dalla folla c’è inoltre l’Isoladi Pianosa, raggiungibile dall’Isolad’Elba ma solo con visite guidate a numero chiuso.
Volo e soggiorno di 7 notti all’Isola d’Elba a partire da 540 euro/persona a settembre.

Per una settimana o dieci giorni tra mare e tradizione: Pantelleria, Sicilia
Nota anche come la “perla nera del Mediterraneo” per la sua origine vulcanica e i suoi paesaggi lunari, Pantelleria è ricca di tradizioni antichissime e di angoli di natura incontaminata. Tra terme naturali, grotte e calette nelle quali rilassarsi lontano dalla folla, l’isola ospita anche un castello medievale realizzato in pietra lavica e vitigni unici nel loro genere che donano vini dolcissimi come lo Zibibbo, vera eccellenza del territorio.
Volo e soggiorno di 7 notti a Pantelleria a partire da 512 euro/persona a settembre.