Rigoni di Asiago: presente a Festambiente con “La natura nel cuore”

Riceviamo e pubblichiamo
Rigoni di Asiago, dal 19 al 23 agosto, sarà a Rispescia, frazione del comune di Grosseto, alla XXII edizione del Festival Nazionale di Legambiente. L’azienda veneta da sempre impegnata nella salvaguardia ambientale porterà la sua filosofia a Festambiente,  il Festival Nazionale di ecologia e solidarietà. In vendita i prodotti a scopo benefico.

La natura nel cuore”, un’identità che Rigoni di Asiago non ha mai tradito e che rappresenta da sempre uno degli obiettivi principali dell’Azienda.
Una filosofia che, attraverso la produzione biologica, vuol contribuire nel suo piccolo a dare un aiuto alla salvaguardia ambientale, mettendo in atto scelte responsabili in grado di sviluppare stili di vita sostenibili, utilizzando le migliori tecnologie per creare il giusto equilibrio tra disponibilità e consumo delle risorse.

Il periodo della ripartenza dopo la quarantena dovuta al Covid 19, ci pone di fronte a un nuovo senso di responsabilità volto a ridimensionare stili di vita e scelte di consumo.
È in quest’ottica che Legambiente porterà a Grosseto, dal 19 al 23 agosto, l’ecofestival più atteso dell’estate, un’immersione totale nei temi che riguardano il mondo in cui viviamo.
Cinque giorni di musica, mostre, spettacoli, laboratori per bambini e tanto altro.
Rigoni di Asiago sarà ancora una volta presente a questo straordinario evento.

La sua postazione sarà in un padiglione dedicato, quello dell’Agroecologia, un luogo esclusivo dove verranno omaggiati tanti sampling dei suoi prodotti d’eccellenza quali Fiordifrutta, Mielbio, Nocciolata e Tantifrutti.
I prodotti Rigoni di Asiago si potranno acquistare anche presso l’Ecomercato e il ricavato verrà devoluto al progetto Rugiada a sostegno a distanza dei bambini di Chernobyl.
Inoltre, alla Città dei Bambini Rigoni di Asiago parteciperà a laboratori educativi sulla sana e buona alimentazione con miele e marmellata,condotti da educatori esperti in tematiche ambientali e agroalimentari.

Italian Taste Experience: a Grosseto Fiere dal 25 al 27 ottobre

Riceviamo e pubblichiamo
Evento promosso da Artex - Centro per l'artigianato artistico e tradizionale della Toscana, “Italian Taste Experience”, a Grosseto 120 aziende raccontano l'eccellenza italiana a tavola. Dal 25 al 27 ottobre a Grosseto Fiere, in arrivo buyer internazionali. In fondo all’articolo, in formato pdf scaricabile, tutte le info dettagliate.

ite_2Circa 120 aziende da tutta Italia presenteranno all’Italian Taste Experience i loro prodotti di eccellenza enogastronomica e di nicchia, tra vini pregiati e olio extravergine di oliva, formaggi e birre artigianali, salumi e prodotti dolciari, pasta e pane da farine di grani antichi, conserve e funghi, distillati e liquori.
La provincia grossetana è maggiormente rappresentata con 65 delle aziende presenti all’evento, una ventina di altre aziende provengono da altre zone della Toscana, e sono rappresentate alla manifestazione anche zone del Lazio, del Veneto, della Liguria, dell’Emilia Romagna, della Sicilia, del Piemonte.
La manifestazione che si svolgerà dal 25 al 27 ottobre a Grosseto Fiere (Strada Comunale del Madonnino, Braccagni – Grosseto) accenderà i riflettori su quelle specificità produttive locali che, con il loro legame con il territorio, reinventano una tradizione produttiva secolare e sono un forte elemento di attrattiva per operatori nazionali e internazionali, provenienti principalmente in particolare da Germania e Russia. Da venerdì 25 ottobre alla mattina di sabato 26 l’Italian Taste Experience apre le porte agli operatori che sono rappresentanti di catene di negozi specializzati, ristoranti, catene alberghiere, gastronomie, supermercati e piattaforme e-commerce e stampa specializzata nell’enogastronomia.
Foto_conferenzastampaSabato 26 ottobre (ore 10.00-19.00) e domenica 27 ottobre (ore 10.00-18.00) la manifestazione è aperta al pubblico con ingresso e parcheggio gratuiti. In programma showcooking, degustazioni guidate, workshop, incontri e anche visite aziendali.
Tra gli eventi venerdì 25 ottobre c’è la Masterclass dedicata ai vini del territorio Maremmano, con particolare attenzione e approfondimento al terroir della DOCG del Morellino di Scansano animata da Valentino Tesi, miglior Sommelier Ais della Toscana 2019.
Durante il fine-settimana si va alla scoperta delle squisite pietanze e specialità della Maremma guidati dagli chef: Giovanni Peggi del Ristorante Marula di Follonica, Riccardo Cappelli, Executive Chef in alcuni dei più importanti resort e strutture ricettive della Maremma, Mirko Martinelli del Ristorante Oasi di Follonica, Sandro Signori del ristorante Il Boccaccio a Caldana, Antonio Catani dell’Osteria della Miniera a Gavorrano. Da non perdere neanche i test sensoriali sul tartufo a cura dell’Accademia Nazionale del Tartufo, le degustazioni di vino a cura dell’Ais Wine School, dell’olio extravergine di oliva a cura del Consorzio Tutela E.V.O. Toscano IGP, della birra a cura dell’Ais Beer School, delle grappe con l’Associazione Assaggiatori Grappa e Acquaviti.
ite_1L’evento è pensato e promosso da Artex-Centro per l’artigianato artistico e tradizionale della Toscana, con il patrocinio e il supporto della Regione Toscana e del Comune di Grosseto, in collaborazione Agenzia ICE e con CNA Toscana, Confartigianato Imprese Toscana e Grosseto Fiere. Sarà presente anche Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe che utilizzano prodotti tipici, con un incontro sui temi della comunicazione enogastronomica e dell’identità del territorio e sono coinvolti nella manifestazione istituti scolastici per progetti di alternanza scuola-lavoro.
brochure Italian Taste Experience
aziende_espositrici_
programma Cooking Show
programma Academy

RP Consiglia: miele a Marentino (28-29 settembre), eccellenze gastronomiche a Grosseto (25-27 ottobre)

rubrica a cura della Redazione
Oggi RP vi consiglia la Fiera del Miele di Marentino (To) e Italian Taste Experience a Grosseto.
MARENTINO (TO): LA FIERA REGIONALE DEL MIELE
quando: sabato 28 e domenica 29 settembre
dove: Marentino (To)
orario: sabato dalle 14,30 – domenica dalle 9 alle 19
ingresso: gratuito
prenotazioni: non richieste
sito: www.comune.marentino.to.it
informazioni: 0119435412 - 3208154902 - info@comune.marentino.to.it
miele_001sintesi: è in programma la nona edizione della Fiera Regionale del Miele. Il paese sulle colline del Chierese nel 2007 ha ricevuto il titolo di Città del Miele, grazie alla dedizione dei suoi abitanti verso un alimento  prezioso per l’uomo. La Fiera Regionale del Miele propone il  mercato dei produttori e una serie di iniziative volte a diffondere la conoscenza del miele e del suo utilizzo in cucina come ingrediente capace di conferire ai piatti caratteristiche uniche in fatto di equilibrio di sapori e profumi.Il programma della manifestazione si apre sabato 28 settembre alle 14,30 con la Passeggiata tra le verdi colline marentinesi. Il ritrovo dei partecipanti è fissato in piazza Umberto I davanti al Municipio, per una camminata di circa due ore, che si conclude con uno spuntino a base di miele. Alle 21 nella chiesa di Santa Maria  Maddalena di Avuglione concerto del  Coro  polifonico di Buttigliera d’Asti, diretto da Paolo Davò, a cura della Cantoria parrocchiale di Marentino diretta da Francesco Gorgerino. Domenica 29 settembre dalle 9 alle 19 nel centro storico mercatino dei prodotti agroalimentari e artigianali locali, con degustazioni gratuite. Sono aperti al pubblico il parco avventura con baby parking, le chiese di Santa Maria dei Morti e dell’Assunzione di Maria Vergine, una mostra delle fisarmoniche  Cooperfisa di Vercelli nella sala consiliare del Comune, un’esposizione di trattori d’epoca (con prove di aratura nel pomeriggio), una mostra di bonsai (con una dimostrazione della Bonsai Time School alle 15), le mostre dei pittori Paolo Cerati e Giuseppe Migliore. Spettacoli  canori sono in programma a cura del maestro Piero Ambrosini e di Giampiero Ausano. Il programma prevede inoltre per le 10 una sfilata di gruppi storici e folkloristici, mentre dalle 10 alle 19 in piazza San Sebastiano i bambini possono partecipare all’animazione didattica “Guarda, prova, impara”, proposta dall’associazione “Val di Treu”. L’associazione “Il mondo delle ali” allestisce invece un campo di falconeria, con laboratori didattici sul mondo degli uccelli rapaci e sulla storia della disciplina e, alle 17, una dimostrazione in piazza San Sebastiano. Dalle 11 alle 19 nel giardino adiacente alla Chiesa Santa Maria dei Morti si può visitare la mostra  “Back to origins”, dedicata alla vita dei cacciatori del Paleolitico. Dalle 10 alle 19 i bambini possono giocare con i pony della scuderia “L’isola che non c’è”. Dalle 14 alle 19 c’è il Taxi Rally su di una Ford Fiesta con un campione automobilistico, mentre alle 14,30 in via Roma si possono ascoltare le note della Fanfara dei Bersaglieri “Alessandro  La Marmora”di Torino, diretta da Ezio Petrini. L’associazione  Aspromiele propone alle 15 nel salone polivalente la smielatura, seguita dal cooking show “Le ricette con il miele” di Paola Uberti di www.libriricette.eu. I balli country di Old Wild West sono in programma alle 16,30 nel piazzale dell’autorimessa. In collaborazione con la Scuola  alberghiera Norberto Bobbio di Carignano, sul banco alimentare di fronte al Municipio si può gustare e acquistare la torta Tast-mì di Marentino, realizzata con il miele e le nocciole del territorio. Dalle 12 in avanti l’Associazione Turistica di Marentino  propone “Le corti del ristoro”, per il pranzo, per uno spuntino e per le degustazioni del Freisa, mentre il gruppo ANA di Saluggia cucina la Panissa. Un servizio di  navetta  gratuito è a disposizione dei visitatori e percorre la Strada  Provinciale dalla chiesetta della Madonnina all’ingresso del centro storico e viceversa e dal cimitero di Marentino a Tetti Villanis e ritorno.
(fonte:Michele Fassinotti – Ufficio Stampa Città Metropolitana di Torino)
GROSSETO: “ITALIAN TASTE EXPERIENCE”, L’ECCELLENZA ITALIANA A TAVOLA
quando: dal 25 al 27 ottobre 2019
dove: Grosseto Fiere – strada comunale del Madonnino 11/13 - Grosseto
orario: Venerdì 25 Ottobre 2019 - 10.00 -19.00 ingresso riservato agli operatori di settore; Sabato 26 Ottobre 2019 - 10.00-19.00 (10.00 -15.00 ingresso riservato agli operatori di settore – 15.00 -19.00 apertura al pubblico): Domenica 27 Ottobre 2019 - 10.00 -18.00 apertura al pubblico
ingresso: non specificato
sito: https://www.italiantasteexperience.it/
fiera_foodsintesi: eccellenze enogastronomiche locali e nazionali di nicchia nella mostra promossa da Artex-Centro per l'artigianato artistico e tradizionale della Toscana. Decine di aziende provenienti da tutta Italia, eccellenze di nicchia  locali e nazionali e buyer e operatori provenienti dall’Europa, dalla Russia, Usa  e dalla Cina. Un evento unico che porta la Maremma al centro della promozione turistica e enogastronomica di eccellenza  della Toscana. "Italian Taste Experience" è l'evento pensato e promosso da Artex-Centro per l'artigianato artistico e tradizionale della Toscana, con il patrocinio della Regione Toscana, in collaborazione Agenzia ICE e con CNA Toscana, Confartigianato Imprese Toscana. Tre giorni per promuovere le eccellenze enogastronomiche maremmane, toscane e italiane e per far conoscere e apprezzare la cultura, l'arte e le tradizioni di un territorio amato e affermato nel mondo. Italian Taste Experience sarà un evento dedicato alle produzioni di nicchia e di altissima qualità del settore agroalimentare, toscano e nazionale, per proiettare le eccellenze enogastronomiche  verso i mercati internazionali e nazionali. Verrà dato spazio a quelle attività piccole che tramandano di generazione in generazione produzioni di altissimo livello e che hanno bisogno di una vetrina prestigiosa. Il valore aggiunto è la ruralità, valorizzando quel legame inscindibile tra impresa e territorio, fondamentale per strategie di sviluppo moderne e sostenibili. Grazie al supporto di ICE Agenzia, verranno selezionati operatori esteri provenienti da Europa, USA, Cina, Giappone.  
(fonte ufficio stampa Galli Torrini Srl)

Duna Feniglia: quinta tappa del progetto degli Elettronoir “Panorama Sonoro”

rubrica a cura di Fabrizio Capra
Esce oggi  “Duna Feniglia”,  quinta tappa del “Panorama Sonoro / This Land is my land”, il progetto di performance musicali estemporanee, un tour “perpetuo” che gli Elettronoir propongono in luoghi d’Italia poco conosciuti, dimenticati o alterati.

PanoramaSonoro_This-land-is-my-land_data 5 - DUNA FENIGLIAEsce oggi il videoclip di “Duna Feniglia”, quinta tappa di “Panorama Sonoro / This Land is my land”, il tour perpetuo di perfomance musicali estemporanee degli Elettronoir in luoghi d’Italia poco conosciuti, dimenticati o alterati. Il video è stato girato alla Riserva Naturale Duna Feniglia (Grosseto – coordinate 42°25′22.44″N 11°14′49.2″E): “una spiaggia dentro una riserva naturale, un luogo di villeggiatura d’élite. Uno spazio che racconta di un pittore, che nel tentativo disperato di recuperare alcune tele trafugate, rincorse dalla spiaggia la nave diretta in Spagna che le trasportava. La leggenda narra che non riuscendo nell’impresa, si accasciò ‘lasciandosi finire’. Così morì Michelangelo Merisi detto Il Caravaggio’”. Il set completo è durato 50 minuti circa. Il video proposto è un estratto di musica originale, eccolo:  https://youtu.be/zqtebeh9m3c
Panorama Sonoro / This Land is my land” è un progetto di video documenti musicali live, improvvisati al momento, senza post-produzione, ripresi e montati col linguaggio del videoclip con l’obiettivo di trasmettere solo impatto sonoro, ambientale ed emotivo, rigorosamente senza pubblico con l’obiettivo di riportare l’attenzione del pubblico in luoghi d’Italia poco conosciuti, dimenticati o alterati. Il pubblico, come i precedenti tre video, verrà raggiunto solo dopo con l’uscita dei videoclip sui profili social di Facebook, YouTube e Instagram della band.
I primi quattro video (tutti con la regia di Guido D) sono: “Vasca” (https://youtu.be/5pHwTA526JY), una perfomance situazionista che si è svolta a Località Bagno Vignoni (Siena) in una vasca termale del 1500, incastonata dentro un borgo di rara bellezza all’interno della Val d’Orcia (Siena), oggi ridotta a location per aperitivi e ristoranti turistici: un live che racconta la poesia ed i set cinematografici delle opere di Bertolucci, Tarkovskij, i fratelli Taviani, fra tutti. La corsa della persona (è il regista) in collina, nudo e scalzo, con una temperatura di -4 gradi, è stata un’improvvisazione del momento, durante il live.
IMG-20190701-WA0009Il secondo è “Pozza” (https://youtu.be/dKg6Y1xNs2g), sempre a Località Le Pozze, Bagno Vignoni (SI), ma questa volta sotto il borgo, in particolare sotto la vasca del primo video: lì si trovano altre vasche termali, fino a pochi anni fa, libere piscine per il pubblico. Con le concessioni date agli alberghi del paese sovrastante, sono state ridotte a pozzanghere di acqua fredda. Raccontano nel calcare sedimentato in centinaia e centinaia di anni, forme di vita, insetti, semi e tracce di piante custodite e prigioniere di una lenta sedimentazione.  Il concerto è avvenuto a stretto contatto con le presenze e le memorie conservate fra le rocce formate in epoche lontane, grazie alla caduta costante di acqua solfurea, calda. I prossimi videoclip saranno tra giugno e luglio per riprendere a settembre.
Il terzo video è “Fabbrica”, girato a Pienza (SI), all’interno di una fabbrica abbandonata, per raccontare il concetto di industria moderna calata come un meteorite in una realtà rupestre: l’alienazione e l’abbandono, la scommessa persa fra linguaggi contrastanti. Il set completo è durato 50 minuti circa, il video proposto è un estratto di 3 minuti e 40 di musica originale, eccolo: https://youtu.be/Bz4sF8asNJ4
Cripta” è stata la quarta tappa: in questa clip, girata in Località Abbadia San Salvatore (SI), la band racconta della cripta longobarda dalla quale si erge un’intera abbazia, luogo di passeggio distratto per pochi casuali turisti. Un volume a forma di crocifisso, perimetrato da trentadue colonne ognuna diversa, ognuna con il proprio stile. L’austerità dell’eleganza, il raccoglimento laico e contemplativo, come un caleidoscopio, come la psichedelia. Una leggera sovrapposizione di luci e echi. Il set completo è durato 45 minuti circa, il video proposto è un estratto di musica originale, eccolo: https://youtu.be/zuSYgPYkX8Q
Come Woody Guthrie (This Land Is My Land), – raccontano gli Elettronoir – durante gli anni della depressione economica USA, girava per strada con la chitarra arrivando ovunque per suonare le sue poesie di protesta ed amore, così noi abbiamo intrapreso questo viaggio per contribuire con la nostra produzione a mettere sotto i riflettori ambienti da rivitalizzare attraverso sonorizzazioni ambientali, uniche ed irripetibili”.
I videoclip saranno visibili su

FACEBOOK: https://www.facebook.com/groups/298563201019992/?ref=share
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/marco_elettronoir
YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UCj3KchU-gHynXh9IHEr9uzA
SITO: www.elettronoir.com

Gli Elettronoir nascono nel 2005 dopo la fine di una storia d’amore. Da allora hanno prodotto 5 album in studio (l’Ep: -ELETTRONOIR -Italia, 2007; Dal Fronte Dei Colpevoli - Italia, 2005; Non Un Passo Indietro - Italia, 2008; E Che Non Se Ne Parli Più - Italia, 2014; Suzu - Italia, 2017) e suonato un centinaio di volte in tutta Italia: tra i più importanti il live davanti a 30 mila persone in occasione dell’Imola Heineken Festival in apertura ai Depeche Mode e Morrisey. Hanno scritto e prodotto colonne sonore per spot internazionali, spettacoli teatrali, mostre, cortometraggi e lungometraggi, contribuendo alla vittoria del 30esimo Torino Film Festival del film “Fatti Corsari” (Italia, 2012), come del Berlino Film Festival con “L’Ultimo Tango” (Italia, 2015). Sonorizzato le colline del Chianti ricevendo una menzione speciale da Art Tribune che li ha catapultò alla Biennale di Venezia. Sono stati più volte ospiti in televisione e in radio, da Red Ronnie, su MTV e web TV. Hanno suonato con Rachele dei Baustelle, Agostino Maria Ticino, Birgan Valentin, e collaborato con il maestro Roberto Catani (il più grande animatore fumettista italiano), con Fausto Paravidino (regista, attore, drammaturgo), con Stefano Petti ed Alberto Testone (registi), Giona Nazzaro (produttore e critico cinematografico), Paolo Mannarino (regista), Francesco Paolucci (regista), Corso Codecasa (regista, produttore), il soprano Michela La Torre, Emergency, la casa di moda Blu Marine, Air BnB, Sky, Radio DJ, Nissan, Ubi Banca, Comune Di Roma, con gli scrittori Carlo Lucarelli, Mauro Smochovich, con il poeta Stefano Zuccalà, con il fotografo Stefano Corso, il VisualArtist Robeat ed il Videomaker Fotografo Guido D.

FAI – Luoghi del Cuore: Toscana, a Cortona (Ar) e Roccastrada (Gr)

a cura della Redazione

I Luoghi del Cuore 2018 FAI ci portano oggi in Toscana, nelle provincie di Arezzo e Grosseto.

Santuario Santa Maria delle Grazie al Calcinaio, Cortona (Arezzo)  – 656° posto con 30 voti
35422_santuario-santa-maria-delle-grazie-al-calcinaioIn questo luogo, nella domenica di Pasqua del 1484, un’immagine della Madonna col Bambino, dipinta sulla parete di una vasca adibita alla concia del cuoio e detta calcinaio per la calce viva usata a questo scopo, iniziò ad operare miracoli. Quell’immagine sacra è oggi visibile sull’altare maggiore, posizionato molto probabilmente sul luogo dell’antico tabernacolo. In seguito alla crescita di devozione, l’arte dei Calzolari, proprietaria della concia, decise di erigere un “sacro tempio”. Venne scelto come architetto Francesco di Giorgio Martini. Il Martini redasse il progetto già nello stesso 1484, poco dopo aver disegnato la chiesa di San Bernardino ad Urbino. I lavori ebbero inizio nel 1485 e già allo scadere del primo quarto del Cinquecento la chiesa aveva raggiunto, almeno all’esterno, la sua veste definitiva. Così ci appare infatti in un affresco del Papacello nel Palazzone Passerini di Cortona databile al 1525 circa, dove si vede innalzata anche la cupola disegnata dall’architetto fiorentino Pietro di Domenico di Norbo e realizzata a partire dal tamburo fra il 1509 e il 1514. La chiesa venne inizialmente affidata alle cure degli Scopetini, ai quali fu tolta nel 1653 per aggregarla al Seminario vescovile, riaperto proprio nei locali del soppresso convento adiacente alla chiesa. Richiuso il Seminario (1674), dopo un periodo di abbandono fu restaurata e risistemata dagli Scolopi che la riaprirono al culto nel 1730. Trasferitisi gli Scolopi in città (1777), il complesso fu restituito al Seminario, ma era un fardello troppo grande per le finanze dell’istituto. Così nel 1786 alla chiesa fu trasferito il titolo di parrocchia di San Biagio a Salcotto. La struttura della chiesa consiste in una navata affiancata da due cappelle laterali con un transetto e una cupola all’intersezione dei bracci del presbiterio. Martini la progettò applicando rigorosamente i principi architettonici della proporzione e della prospettiva cari all’architettura rinascimentale. Negli spazi risuonano echi albertiani, in un progetto che non è immune da assonanze con Brunelleschi, ma i disegni di Francesco di Giorgio sono assolutamente originali, al punto da rappresentare uno dei livelli più alti della sintesi degli spazi nel Rinascimento. Le ampie superfici esterne sono divise in linee orizzontali e verticali da modanature e pilastri e sono movimentate da finestre con timpani. Gli ultimi interventi procedettero più lentamente, tanto che il portale principale fu terminato nel 1543 e al 1549 risale l’esecuzione del pavimento (l’attuale è frutto di un recente rifacimento). Tutti i dipinti che si trovano nelle cappelle sono ispirate dall’iconografia mariana, dall’Assunzione all’Annunciazione, dall’Immacolata concezione ai vari ritratti della Madonna fra i santi. La preziosità di questo luogo, dichiarato monumento nazionale, implica un grosso impegno per preservarlo al meglio e conservarlo in buono stato. Per aumentarne la visibilità presso l’opinione pubblica, i cittadini della zona si sono mobilitati nel 2014, raccogliendo numerosi voti in occasione del Censimento Luoghi del Cuore. Grazie a tutte le segnalazioni oggi il Santuario può beneficiare di un intervento del FAI.

Cripta dell’Abbazia di Giugnano, Roccastrada (Grosseto) – 211° posto con 1982 voti
Cripta Abbazia di GiugnanoNascosta dalle ombrose fronde di un boschetto di lecci, la Cripta di Giugnano costituisce l’unica struttura superstite di un vasto complesso monastico dedicato al Salvatore le cui origini risalgono al secolo XI, precocemente decaduto e reso particolarmente affascinante dalla sua singolare collocazione e conservazione. Siamo in Maremma, a poca distanza dal Castello di Montemassi immortalato da Simone Martini nel celebre affresco conservato nel Palazzo Pubblico di Siena, e si può accedere alla Cripta attraverso un varco praticato nella volta, scendendo gli instabili gradini di una scala a pioli. Le bozze di pietra e i muretti sparsi in superficie per un raggio di circa 200 metri quadrati testimoniano come tutta l’area fosse in origine edificata e questo fa ricostruire approssimativamente l’impianto del primitivo edificio di culto, una chiesa ad aula o a croce latina, conclusa da un abside, orientata e larga quanto la cripta sottostante, cui probabilmente si affiancavano anche alcune strutture destinate alla vita comune del clero. Con la crisi del monastero, trasformato in grancia del monastero di S. Galgano a Montesiepi, queste andarono velocemente in rovina, tanto da non esser nemmeno menzionate nelle visite degli auditori granducali e dei vescovi, che del resto sembrano non conservarne neanche la memoria. Al totale degrado dei suoi edifici concorse la successiva frequentazione di queste zone, prima per una fiorente attività mineraria e metallurgica, poi agricola, probabilmente accompagnate da sistematiche demolizioni finalizzate al recupero del materiale da costruzione. La posizione appartata e le buone condizioni statiche hanno preservato nei secoli la cripta, che era in gran parte interrata fino all’intervento di restauro condotto alla metà degli anni Settanta. La cripta è costituita da un unico vano rettangolare, concluso a oriente da una grande abside e diviso in tre navatelle da quattro sostegni, sui quali s’innesta la copertura voltata, che alcune mensole raccordano ai muri perimetrali dell’edificio. Le volte, a crociera o di forma approssimativamente triangolare, delimitate e rinforzate da sottarchi, sono costituite da pietrame di varia natura, avvolto in un abbandonate letto di malta e nascosto in origine da un intonaco, di cui restano sporadiche tracce. La decorazione dei quattro sostegni contribuisce all’animazione plastica del vano, con colonne e pilastri di sezione ottagonale sormontati da capitelli variamente lavorati, dove gli scalpellini, con rude semplicità, hanno rielaborato antiche tipologie e adottato soluzioni innovative: un capitello presenta forme vagamente ioniche, due recuperano il repertorio vegetale dei prototipi corinzi, che combinano a nuove e misteriose raffigurazioni, l’ultimo infine, di forma cubica, sembra volutamente ignorare le tipologie canoniche per compiere un’autonoma ricerca estetica. La Cripta di Giugnano si inserisce, così, a pieno titolo nella cultura formale del primo romanico, che guarda e rielabora i modelli antichi sperimentando forme sempre nuove. Allo stesso ambito cronologico conduce la planimetria della cripta, concepita non più solo come ambiente di passaggio destinato ad accogliere le reliquie venerate, ma come spazio architettonicamente rilevante dove la comunità poteva sostare e pregare. In una fase successiva fu edificata l’aula che si trova a poca distanza dalla cripta, che ha caratteri architettonici gotici. Da tempo si parla di un nuovo restauro e di un percorso che colleghi Giugnano alle altre testimonianze che il Medioevo ha lasciato nel territorio di Roccastrada, ma l’intervento non è semplice. Qualcuno sostiene che l’unica soluzione sarebbe riempire nuovamente la cripta di terra per impedirne il collasso e consegnarla integra ai posteri, rimandando al futuro la scoperta delle fasi costruttive del monastero, della sua planimetria e delle molteplici attività che vi si svolgevano. Ma sarebbe davvero un peccato.