Buon Anno da RPFashion & GlamourNews

A cura di Roberta Pelizer e Jacopo Scafaro 

Tutta la redazione di RPFashion & GlamourNews augura un buon Anno nuovo ai nostri lettori, con la speranza che il 2023 sia veramente un anno migliore.

Non so se anche voi provate la stessa sensazione, ma a me il Capodanno fa sempre un po’ impressione, perché è allo stesso tempo la fine e l’inizio di un ciclo. È difficile lasciarsi qualcosa alle spalle: è un’azione che prevede un salto nel buio, un tuffo a occhi chiusi verso nuove esperienze, che potranno rivelarsi positive o negative. È un’occasione per ricominciare da zero o per continuare quel che abbiamo iniziato e vale la pena portare avanti. È un modo – scrive il Caporedattore Jacopo Scafaro – per stabilire nuovi obiettivi o per rivalutare quelli vecchi, cercando di capire se ci stanno portando proprio dove vogliamo arrivare. È anche una sfida con noi stessi, il momento giusto per metterci in discussione e capire cosa ci piace di noi e cosa vogliamo cambiare. A tutti auguri per un anno spettacolare”.

Roberta Pelizer, Direttore Editoriale del nostro giornale ci dice: “Eccoci qui, alla fine di questo lungo e complicato 2022, come sempre accade il 31 dicembre tiriamo sempre le somme di quello che è successo nei 365 giorni appena trascorsi, alla famiglia, il lavoro, i soldi, gli amici, alle occasioni perse e a quelle colte. Per ognuno di noi c’è qualcosa che non vorremmo più ritrovare mentre per altri la speranza è che resti tutto così com’è, siamo tanti e tutti diversi ma l’augurio che ci accomuna tutti e’ quello che sia più bello per tutti sotto tutti i punti di vista. Abbiamo lottato contro una pandemia che ci ha colpiti tutti per vari motivi, ad alcuni ha causato danni ingenti ad altri un po’ meno ma questo non ci deve abbattere, ma rafforzare. Il mio augurio è quello di poterci affacciare al 2023 con la forza e la speranza, la grinta e la giusta cattiveria per realizzare i nostri desideri e sogni.”

La vita umana è bella e va vissuta in pienezza anche quando è debole ed avvolta dal mistero della sofferenza” diceva Papa Benedetto XVI. Buona vita e buon anno e tutti.

Roby Sing&Song: alla scoperta dei videoclip musicale più “originali”.

di Roberta Pelizer 
Torna con la nuova edizione 2021 - 2022 la rubrica “Roby Sing&Song” che ci racconta la puntata di oggi della trasmissione da lei condotta su Radio Vertigo One. 

Videoclip strani ne abbiamo??? A rieccoci!! Dal ChiosOne siamo tornati nello studio 1 del quartier generale di Radiovertigo1, per la nuova ed entusiasmante stagione del mio programma in diretta dalle 16,00 alle 17,00 Roby Sing&Song.

Durante le vacanze ho avuto modo di poter fare un po’ il punto della situazione e schiarirmi le idee su come poter sviluppare le puntate, e dopo un po’ di sali e scendi ho deciso di raccontarvi dei videoclip più strani che ho visto in questi anni. L’idea, appunto, mi è venuta mentre ero in macchina e ‘stranamente’ ascoltavo la radio ed ho sentito Black hole Sun dei Soundgarden e subito mi sono ricordata del video che era assurdo e quindi mi sono detta: “ma perché non fare una puntata tutta improntata sui video strani”?, Detto fatto!

L’apertura della playlist l’hanno fatta i mitici Queen con “I want to break free”, dove tutti quanti erano travestiti da donna e facevano un figurone, soprattutto Freddie Mercury che con parrucca e baffi aveva una marcia in più. Poi in successione abbiamo ascoltato i Blink 182, i Queen of the store age, gli Offspring e gli Aerosmith, con i commenti ed i suggerimenti anche degli ascoltatori della radio che mi scrivevano in box Line per farmi suggerimenti!

Che spettacolo la puntata di oggi … non poteva mancare Katy Perry che è la regina indiscussa dei video strani e, come ho detto anche in diretta, Lei riesce a far passare la sua bellezza disarmante in secondo piano perché è talmente divertente ed autoironica che non puoi fare a meno di vedere i suoi video tutto d’un fiato. In chiusura ho scelto Malibù di San Giovanni in quanto il video è carino e divertente, la canzone sa ancora tanto d’estate e poi nel video è presente la sua fidanzata Giulia (nonché vincitrice di Amici di quest’anno) con Andreas Müller E la figlia piccola di sei anni ( Olivia ) di Veronica per Peparini che è la Coreografa del video nonché insegnante del talent show di Maria De Filippi .

L’appuntamento con Roby Sing & Song è sempre per giovedì prossimo dalle 16,00 alle 17 puntuali e mi raccomando mettete like a tutte le nostre pagine aziendali ma soprattutto seguiteci sempre perché ci sono tante belle novità in arrivo, un abbraccio dalla vostra Roby.

MonFest: al via il progetto Vetrina nella vetrina dove protagoniste saranno le attività commerciali

Riceviamo e pubblichiamo.

Tra i pionieri della fotografia moderna, Francesco Negri sarà al centro di numerose iniziative della prima edizione della biennale MonFest 2022 Fotografia. E proprio per celebrarlo degnamente la kermesse ha aggiunto il sottotitolo Da Francesco Negri al contemporaneo.

Tra i fotografi non professionisti è senz’altro una delle figure più interessanti della seconda metà dell’Ottocento e dei primi anni del secolo successivo, ricordato per alcune innovazioni che hanno modificato per sempre la fotografia, come la microfotografia, il teleobiettivo a fuochi variabili e la sperimentazione relativa al colore.

Ecco quindi perché MonFest dedicherà diversi progetti al Negri, tra cui l’interessante Vetrina nella vetrina, che vedrà coinvolti da un lato le allieve e gli allievi del Polo della creatività dell’Istituto Leardi in qualità di fotografi e dall’altro le attività commerciali e artigianali di Casale Monferrato in qualità di set fotografici.

«L’obiettivo – ha spiegato la direttrice artistica della biennale, Mariateresa Cerretelli – è quello di realizzare una serie di fotografia sullo stile di Francesco Negri, ma in chiave contemporanea. Come fece a cavallo tra il XIX e il XX secolo il grande fotografo, si cercherà di ritrarre la vita quotidiana, a partire dai protagonisti che giorno dopo giorno animano e rendono viva la città».

E così è nato il progetto che vedrà coinvolti coloro che, come ha voluto ricordare l’assessore Giovanni Battista Filiberti «sono il fulcro dell’economia cittadina». Attività commerciali, di somministrazione, artigianali e ambulanti sono quindi chiamati a dare la propria adesione e diventare protagonisti diretti del MonFest.

«Il loro contributo alla manifestazione – ha spiegato ancora l’assessore Filiberti – è ritenuto da questa Amministrazione imprescindibile per rendere cassa di risonanza non solo le vie del centro cittadino, ma anche quelle zone altrimenti escluse dal normale passeggio per shopping o altre attività di svago».

Ma vediamo nel dettaglio in cosa consiste il progetto Vetrina nella vetrina: l’obiettivo è quello di coinvolgere 40 attività casalesi, in modo che ogni vetrina abbia la possibilità di esporre la fotografia del proprio negozio scattata dagli studenti dell’Istituto Superiore Leardi.

Per dare la propria adesione, è sufficiente iscriversi entro il 25 settembre 2021 compilando il modulo di richiesta di adesione scaricabile alla pagina http://www.comune.casale-monferrato.al.it/VetrinaNellaVetrina, dichiarando la propria disponibilità a concedere il luogo come set fotografico per gli studenti fotografi. 

Le domande dovranno essere inviate via e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica: cultura@comune.casale-monferrato.al.it.

Il numero massimo dei partecipanti non potrà essere superiore a 40; tra le domande pervenute sarà effettuata una selezione tramite sorteggio. 

La suddivisione avverrà con le seguenti modalità: 20 fotografie per le attività commerciali, 10 fotografie per le attività di somministrazione, 7 fotografie per le attività artigianali, 3 per le attività ambulanti.

Tutte le foto verranno poi stampate e collocate nelle vetrine dei negozi di appartenenza: «In questo modo – ha concluso Giovanni Battista Filiberti – si incrementerà la conoscenza della realtà locale, la memoria dei luoghi storici, l’eccellenza delle attività commerciali, artigianali ed enogastronomiche della Città di Casale Monferrato».

La “Moda” che ritorna sempre : gli anni 90.

di Roberta Pelizer 
Roberta Pelizer, titolare del
brand Rp Event ci racconta il ritorno della moda degli anni 90.


Estate 2021 , tutte le tendenze.

Una regola assoluta della moda è che tutto torna, questa estate è una delle testimonial più significative per quanto riguarda questo argomento, in questo articolo riscopriremo assieme gli anni 90.

Il primo capo a ritornare è la giacca oversize, da abbinare con un look informale in modo da creare il contrasto e sdoganare finalmente il blazer, magari con un paio di short di jeans ed una canotta. Parlando di oversize non dimentichiamoci della camicia che a seconda delle occasioni è molto versatile: ad esempio con un bel costume intero in tinta unita, oppure con short e top minimal e per le occasioni un più “importanti“ , si può infilare dentro ad un paio di pantaloni lunghi, ma rigorosamente a vita alta.

Direttamente dalle serie cult come “ Beverly hills 90210”, torna il vestitino con le spalline leggero, rigorosamente a fiori che abbinato alle sneakers è un outfit perfetto, anche in queste giornate così afose.

Restando in tema floreale, non può mancare il top con le maniche a sbuffo, che scopre l’ombelico con la sua inconfondibile arricciatura in vita, anch’esso da abbinare a pantaloncini di jeans sfrangiati o gonne a campana, ma tutto rigorosamente, sempre a vita alta . Per un look un pochino più elegante ma allo stesso fresco la moda 2021 propone anche questo completo: gonna a vita alta con lunghezza midi e spacco laterale, completa l’outfit un top con spalline con lo scollo a cuore.

Le parole d’ordine quindi sono fiori e leggerezza, ed il gioco è fatto.

RP FASHION & GLAMOUR NEWS: ci siamo rifatti il look!

di Roberta Pelizer 
La proprietaria e direttore editoriale di Rp Fashion & Glamour News, ci illustra il nuovo percorso editoriale che intraprenderà il nostro giornale. 

È con grande piacere che vi presentiamo il nostro nuovo sito web. Riteniamo che per il giornale sia fondamentale essere presente online con contenuti chiari ed esaustivi sul proprio operato e sugli argomenti che offre, consentendo in tal modo agli utenti di leggere notizie specifiche e sempre interessanti. Abbiamo perciò cercato di arricchirlo di informazioni utili, pur mantenendo una navigazione semplice e intuitiva, oltre che esteticamente accattivante. La necessità di rinnovarci è scaturita perché il sito e la linea editoriale presa nell’ultimo anno, non rifletteva più con le nostre esigenze e i nostri obiettivi, perciò come proprietaria ho deciso di dare una ventata d’ossigeno fresca a tutta la struttura del giornale.

C’è un nuovo direttore responsabile, il Dott. Roberto Marzano, che ha sposato in pieno la linea mia e di tutta la Redazione di RPFashionGlamourNews. Roberto oltre ad avere un bagaglio culturale importante, ha un’esperienza ultra trentennale nel mondo del giornalismo e porterà oltre ad un rinnovato entusiasmo, alcune nuove rubriche. Avremo anche nuovi ingressi nella redazione, dove i redattori già presenti, avranno più libertà creativa; anzi colgo l’occasione per dire a chiunque voglia raccontare esperienze personali o emozioni, di contattarci. Jacopo è stato promosso a Vice Coordinatore di Redazione ed appena la situazione epidemiologica lo permetterà tornerà ad emozionarci con il racconto di concerti e spettacoli teatrali, oltre ai suoi consueti articoli.

Per quanto riguarda la sottoscritta, cercherò di raccontare la moda sia maschile, che femminile, ma anche le emozioni che giornalmente mi vengono raccontare o che vivo in prima persona . Vi preannuncio che intensificheremo la collaborazione con Clarissa D’Avena e la Red&blue music relations, ma di questo vi racconterò più avanti.

È stato un lavoro lungo, ma abbiamo voluto prenderci tutto il tempo necessario per riflettere, progettare, fare e rivedere ogni singolo dettaglio. Ora siamo contenti del risultato, ma l’ultima parola va a voi che ci leggete.

A presto.

Casale Monferrato: da giovedì 29 aprile il Museo Civico riapre le porte delle sale di via Cavour!

Riceviamo e pubblichiamo
L’assessore Fracchia: «Le nostre collezioni d’arte saranno di nuovo disponibili ai visitatori»

Il Piemonte da oggi, lunedì 26 aprile, torna in zona gialla, e il Museo Civico e Gipsoteca Leonardo Bistolfi di Casale Monferrato riaprirà al pubblico già a partire da giovedì prossimo, 29 aprile.
Il nuovo Decreto Riaperture, infatti, prevede per le zone gialle la possibilità di riaprire le proprie collezioni al pubblico durante la settimana e su prenotazione, telefonica o online almeno con un giorno d’anticipo, il sabato e la domenica.
«Finalmente potremo di nuovo aprire le nostre collezioni al pubblico – ha sottolineato l’assessore Gigliola Fracchia : nel pieno rispetto delle norme di distanziamento, si potranno ammirare le sale della Pinacoteca, la Gipsoteca dedicata al grande scultore Leonardo Bistolfi e una parte significativa della collezione Vidua. Un viaggio che saprà di nuovo sorprendere il pubblico, che ci auguriamo possa tornare numeroso».
Il Museo Civico, quindi, sarà aperto il giovedì dalle ore 8,30 alle ore 12,30 e dalle ore 14,30 alle ore 16,30 e il venerdì dalle ore 10,30 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 18,30. Il sabato e la domenica si osserveranno gli stessi orari previsti per il venerdì ma  sarà necessaria la prenotazione, almeno 24 ore prima, al numero 0142444.309, oppure attraverso l’apposito form sul sito: www.comune.casale-monferrato.al.it/museo-prenotazioni.

«Visto il successo riscontrato a febbraio – ha spiegato l’assessore Fracchia a partire dalla prossima settimana riproporremo anche l’iniziativa Scuole nel chiostro: tutta un’altra storia, che permetterà alle scolaresche di usufruire, attraverso percorsi di approfondimento, tre luoghi della cultura cittadini: il Museo Civico, la Biblioteca Civica e Palazzo San Giorgio, sede del Municipio. Il patrimonio culturale della nostra città, infatti, deve essere un aspetto importante non solo del turismo, ma anche della formazione dei nostri studenti».
Scuole nel chiostro prevede per il Museo Civico l’ingresso gratuito alle scolaresche che prenoteranno una visita guidata ai recapiti indicati precedentemente.

Per la Biblioteca Civica sono invece previste visite delle classi scolastiche sul tema: La storia del libro attraverso gli esemplari conservati in Biblioteca. Durata: 1 ora. Orario: il martedì e il giovedì dalle ore 9,30 alle ore 11,30, esclusivamente su prenotazione. Sarà consentito l’ingresso al massimo a una classe per volta. Per le prenotazioni: 0142-444246 o archiviostorico@comune.casale-monferrato.al.it.
Palazzo San Giorgio propone, infine, una visita alle sale Consiliare, Gialla, Verde e Rossa, con apertura infrasettimanale del martedì e del venerdì dalla ore 9,30 alle ore 11,30 su prenotazione. Durata della visita: 1 ora. Sarà consentito l’ingresso al massimo a una classe per volta. Per le prenotazioni: 0142 – 444 307 o cultura@comune.casale-monferrato.al.it.

Monferrato Classic Festival: mercoledì 14 l’ultimo concerto in streaming della rassegna

Riceviamo e pubblichiamo
Disponibile dalle ore 17,00 sul sito del Comune con l’arpista Floraleda Sacchi.
Gigliola Fracchia

Il Monferrato Classic Festival 2021 si chiuderà mercoledì 14 aprile alle ore 17,00 con il concerto, trasmesso in streaming, dell’arpista di Floraleda Sacchi.
«Trasmettere l’intera rassegna online è stata una scommessa – ha spiegato l’assessore Gigliola Fracchia, ma ora possiamo dire di averla vinta! I primi tre concerti hanno infatti avuto un ottimo riscontro, nonostante la scelta obbligata dello streaming, e siamo quindi certi che anche l’ultimo avrà il favore del pubblico. Un grazie alla Monferrato Classic Orchestra che, ancora una volta, ha proposto concerti di alta qualità e che già nei prossimi giorni ci regalerà altre interessanti e coinvolgenti sorprese».
Anche l’ultimo concerto del Monferrato Classic Festival, che sarà disponibile sulla pagina www.comune.casale-monferrato.al.it/mcf21, avrà come ambientazione la suggestiva Manica Lunga del Castello del Monferrato, impreziosita per l’occasione da alcuni artisti del territorio: per il concerto trasmesso mercoledì prossimo saranno, per esempio, le opere di Maria Grazia Dapuzzo a creare la scenografia dell’evento.

E ora scopriamo chi è Floraleda Sacchi: nata a Como, la musicista ha deciso di suonare l’arpa ispirata dai dischi di Annie Challan. Ha studiato al Conservatorio di Como e si è perfezionata in Germania, Stati Uniti e Canada con Alice Giles, Alice Chalifoux e Judy Loman.
Come si è potuto leggere in questi anni, è riconosciuta dalla critica come una delle più interessanti arpiste sulla scena internazionale: «Floraleda s’inventa un capitolo affascinante della storia moderna dell’arpa» (La Repubblica), «La miglior arpa che abbiate mai sentito» (American Record Guide) «L’arpa di Floraleda si sposa particolarmente bene alla logica minimalista».
Un’attenzione che Floraleda si è guadagnata grazie a una biografia decisamente ricca: ha inciso, per esempio, per le principali major discografiche (Decca, Deutsche Grammophon, ecc.). Attualmente incide per Amadeus Arte, etichetta da lei fondata, distribuita internazionalmente.
Ha vinto 16 premi in competizioni musicali internazionali e ha suonato in importanti sale e festival, ha collaborato con importanti musicisti e compositori esibendosi in Asia, Australia, Nord e Sud America, Europa e Africa.

È stata solista con numerose orchestre in tutto il mondo e dal 2015, accanto al repertorio classico, ha intrapreso un nuovo percorso più personale nel fare musica, componendo propri brani e applicando elettronica, looper ed effetti all’arpa, per sviluppare un suono estremamente personale e una nuova identità artistica.
Il suo ultimo progetto Oltremare, edito il 14 agosto 2020, ha ottenuto su Spotify oltre 160.000 ascolti in 15 giorni, confermandola come una delle arpiste più note e ascoltate al mondo.
Floraleda ha composto musica per il teatro e il cinema, oltre ad aver vinto a 21 anni il premio Harpa Award (Praga, 1999) per il suo libro su Elias Parish Alvars (Odilia Publishing), autore romantico per cui è tutt’oggi considerata l’esperto di riferimento.
I suoi articoli sono apparsi in tutto il mondo su testate giornalistiche specializzate (American Harp Journal, Harpa, World Harp Congress Review) contribuendo alla riscoperta di vari autori.
Per maggiori informazioni su Floraleda Sacchi: https://floraledasacchi.com.

Casale Monferrato (AL): Maria Cristina Moreschi protagonista a “Un cappuccino tre le righe”

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Maria Cristina Moreschi è la protagonista del terzo incontro online di Un cappuccino tra le righe, evento organizzato dall’Assessorato alla Cultura e dalla Biblioteca Civica Giovanni Canna del Comune di Casale Monferrato. In diretta Facebook presenterà il libro dedicato all’America.

L’America sarà al centro del terzo appuntamento della nuova edizione di Un cappuccino tra le righe, il ciclo di incontri organizzati dall’Assessorato alla Cultura e dalla Biblioteca Civica Giovanni Canna del Comune di Casale Monferrato.
Dopo l’ottimo successo delle prime due dirette Facebook, sabato 20 marzo alle ore 11,00 sarà ospite della pagina www.facebook.com/uncappuccinotralerighe Maria Cristina Moreschi, autrice, con Giuseppe Moreschi, del libro America. Viaggi casuali nella terra dove tutto accade (EBS print).
Un’opera che ha come filo conduttore il “turismo casuale”, quello che permette al viaggiatore di adattarsi a nuove situazioni, luoghi, persone o informazioni, implementando, con novità e imprevisti, i precedenti programmi e itinerari con i quali si intraprende il viaggio.
Come spiegano gli autori: «È con questa convinzione che il nostro viaggio negli Stati Uniti ha preso corpo: un andare scoprendo luoghi e situazioni diverse dagli itinerari classici. È stato un perdersi tra gli immensi panorami e le lunghe strade per godere delle curiosità inaspettate di questo Paese ricco di piccole storie, il più delle volte sconosciute».

Maria Cristina Moreschi nasce a Milano e già dai primi mesi di vita viaggia intensamente con i genitori. Si trasferisce in Toscana e poi in Veneto, dove frequenta l’Istituto d’Arte di Venezia e si laurea in Architettura. Appena può, prende il suo zaino, a cui vengono cucite piccole bandiere di tutto il mondo, per scoprire nuove culture e civiltà, soprattutto in Asia. Nei numerosi viaggi in Canada e negli Usa inizia la scoperta del Nord America, uno dei suoi luoghi del cuore. La passione per la fotografia la vede impegnata nell’organizzazione di diverse mostre fotografiche dove vengono esposti i suoi scatti.
La prossima presentazione libraria, sempre in diretta streaming, si terrà alle ore 11,00 di sabato 10 aprile con Mario Costanzo che presenterà La camera segreta di Ranisar. La straordinaria scoperta di Mario Warvich (Gallo editore).

Alla Gipsoteca di Casale Monferrato l’eredità artistica del grande scultore Leonardo Bistolfi

Riceviamo e pubblichiamo

Finalizzato l’accordo tra la famiglia di Leonardo Bistolfi e Comune di Casale Monferrato. Il sindaco Federico Riboldi: «Grazie alla fiducia della famiglia, l’importante patrimonio artistico sarà a disposizione del grande pubblico» .

Leonardo Bistolfi

A 88 anni dalla morte, il percorso artistico del grande scultore Leonardo Bistolfi si riunisce e si ricompone nella sua città natale: Casale Monferrato. Dopo la scomparsa dell’ultimo erede, Andrea, nel giugno del 2019, la vedova Vanda Martelli Bistolfi aveva intrapreso un dialogo con il Comune per una nuova collocazione della collezione, individuata al Museo Civico, e in particolare alla Gipsoteca Bistolfi, che, con la firma dei giorni scorsi, diventa proprietario e custode dell’importante patrimonio artistico e documentale appartenuto al celebre scultore.
La firma ufficiale sull’atto di donazione è stata posta martedì 19 gennaio a Torino da parte del sindaco Federico Riboldi e della signora Vanda Martelli, sotto la supervisione del notaio Marina Aceto.
Al Comune di Casale Monferrato giungerà così il patrimonio artistico della famiglia Bistolfi, costituito da sculture, dipinti, disegni, opere grafiche, taccuini, materiali d’archivio e libri, tutti provenienti direttamente dallo studio dello scultore che morì nel 1933 e le cui spoglie sono tumulate nel famedio del cimitero monumentale della città.

Numerosi sono stati i contatti intercorsi nei mesi scorsi tra l’Amministrazione Comunale, il Museo e la signora Martelli al fine di giungere a questo importante obiettivo. Fondamentale è stata anche l’inventariazione analitica dei beni affidata a Sandra Berresford, professoressa, studiosa ed esperta del settore, nonché apprezzata e indiscussa conoscitrice del percorso artistico di Leonardo Bistolfi.
Quella di martedì è comunque solo la formalizzazione di un percorso che ha sempre legato la città di Casale Monferrato, in particolare il Museo, e la famiglia Bistolfi: risale infatti al 1984 la primissima mostra dedicata allo scultore, iniziativa che aveva dato l’avvio allo studio delle opere, alla pubblicazione di un catalogo e a una campagna di restauri. A seguire, nel 1995 la prima donazione di opere d’arte per volontà di Andrea, in occasione dell’apertura del Museo Civico, per poi consolidarsi nel 2001 con l’aggiunta di nuove opere destinate alla quinta sala della Gipsoteca. I coniugi Bistolfi, inoltre, non mancavano di essere presenti a Casale Monferrato nelle varie occasioni ufficiali: inaugurazioni di mostre, convegni, presentazioni.

La collezione
La collezione che giungerà a Casale Monferrato consiste in opere di diretta produzione di Leonardo Bistolfi: 20 terrecotte e terrecrude, 9 opere in metallo, 20 in plastilina, 170 sculture in gesso, una in marmo, una cinquantina di medaglie in gesso e una quarantina di monete in metallo, una vastissima collezione di disegni di vario formato racchiusi in album e cartelle, 50 dipinti di formato medio e piccolo, 35 taccuini, miscellanea e memorabilia, corrispondenza da e a Bistolfi e l’archivio famigliare. A questo notevole corpus di opere si aggiungono altri materiali di artisti a lui contemporanei: sculture, dipinti, opere grafiche, una vasta biblioteca e una raccolta di riviste d’epoca.

La Gipsoteca oggi
La Gipsoteca di Leonardo Bistolfi, ospita, al pian terreno del Museo Civico, oltre centosettanta opere tra terrecotte, disegni, plastiline, bozzetti e modelli in gesso, alcuni marmi e bronzi provenienti dalla donazione del banchiere casalese Camillo Venesio del 1958 e integrati, in seguito, con donazioni e opere in deposito dalla famiglia Bistolfi. Tali materiali permettono di comprendere le diverse fasi del procedimento artistico di Bistolfi, uno dei maggiori interpreti, a livello internazionale, del Simbolismo: dal bozzetto in terracotta in cui lo scultore fissava con immediatezza la prima intuizione, al successivo bozzetto in gesso, al modello definitivo che concretizzava l’idea finale e costituiva l’effettiva realizzazione dell’opera, prima della sua trasposizione in marmo e bronzo.

Le opere esposte documentano l’articolato percorso artistico di Bistolfi: dagli esordi che lo legano alle esperienze lombarde coeve della Scapigliatura – Gli amanti (1883) – intervallate da piccoli gruppi di gusto verista – Il boaro (1885) – fino all’elaborazione di un linguaggio proprio, in cui figura e simbolo daranno vita a una personalissima poetica che troverà riscontro in numerose committenze private e pubbliche, molte di queste legate alla scultura funeraria e celebrativa.

Sarà La sfinge (1890) per il Monumento funerario Pansa di Cuneo a consacrarlo scultore simbolista, a cui seguiranno opere memorabili come Il dolore confortato dalle memorie (1898) o Il funerale di una vergine (1899) o ancora Resurrezione (1902) e La Croce (1899). Ma di Bistolfi sono altrettanto noti i monumenti celebrativi, realizzati per Giovanni Segantini (1899), Giuseppe Zanardelli (1908), Cesare Lombroso (1921), Giosuè Carducci (1908-1928) e quelli per Giuseppe Garibaldi (1908 e 1928), a cui si aggiungono numerosi ritratti e targhe commemorative.

La Gipsoteca domani
La ricezione dei materiali a Casale Monferrato, che avverrà a lotti con ditte specializzate nel settore del trasporto di opere d’arte e sotto la supervisione del personale museale, prevede la collocazione iniziale in locali di deposito. Si verificherà lo stato conservativo e le modalità idonee per la corretta conservazione, oltre agli interventi di manutenzione, attraverso la collaborazione della competente Soprintendenza. Si procederà quindi all’esecuzione di una campagna fotografica ad alta risoluzione e alla digitalizzazione dei materiali cartacei che verrà utilizzata non solo a uso interno del Museo, ma resa disponibile anche attraverso la consultazione online, con modalità di accesso controllate.

Il futuro della Gipsoteca, quindi, sarà quello non solo di sala espositiva, ma di luogo di riferimento per gli studi su Leonardo Bistolfi, a cui ci si potrà rivolgere per la consultazione degli archivi dello scultore. È inoltre in cantiere un progetto digitale di geolocalizzazione delle opere dell’artista collocate sul territorio italiano: tale operazione interessa musei, cimiteri, palazzi storici, enti pubblici e privati a cui il Museo ha chiesto la collaborazione al fine di creare una mappatura elettronica, che verrà resa disponibile sul sito web. Uno strumento turistico, ma anche di approfondimento, che permetterà di mettere in dialogo il monumento realizzato e il modello in gesso o il bozzetto preparatorio o il disegno conservato in Museo.

In attesa di dare attuazione ai progetti di effettiva valorizzazione della Gipsoteca, che oltre a prevedere un intervento di parziale ristrutturazione dei locali attuali non escludono la creazione di un vero e proprio museo dedicato, si stanno valutando le modalità per rendere immediatamente fruibili al pubblico le opere donate: si potranno predisporre esposizioni parziali o a rotazione, la creazione di eventi di valorizzazione, l’inserimento di alcune opere nel percorso espositivo della Gipsoteca o l’istituzione di un “deposito aperto”, oltre alla completa messa a disposizione della collezione ai visitatori tramite strumenti multimediali.

Leonardo Bistolfi
Leonardo Bistolfi nasce a Casale Monferrato il 15 marzo del 1859 da Giovanni, di professione intagliatore e scultore ligneo, e da Angela Amisano. Ottiene nel 1874 una borsa di studio dal Comune di Casale Monferrato per frequentare l'Accademia di Brera a Milano. Condivide con i compagni di studi Segantini, Previati, Sottocornola il clima scapigliato della città lombarda. Desiderando studiare con lo scultore Odoardo Tabacchi si trasferisce a Torino, e da subito partecipa alle annuali Esposizioni della Società Promotrice di Belle Arti presentando piccoli gruppi di ispirazione verista (Boaro, Piove, Terzetto). La sua originale interpretazione della poetica del simbolismo (di cui Bistolfi è considerato il maggior scultore europeo) trova espressione nei grandi monumenti funerari. Sono dell'ultimo decennio degli anni Novanta La sfinge a Cuneo, La bellezza della morte a Borgo San Dalmazzo, Il dolore confortato dalle memorie a Torino e il grande monumento commemorativo per Giovanni Segantini, La bellezza liberata dalla materia, che verrà eretto a Saint-Moritz nel 1906. In questo periodo entra a far parte di numerosi circoli culturali torinesi condividendo le idee socialiste di Giovanni Cena e l'approccio alla scienza positivista di Cesare Lombroso. È promotore, e in seguito vicepresidente, dell'importantissima Esposizione d'Arte Decorativa Moderna tenutasi a Torino nel 1902, per la quale fornirà anche il disegno del manifesto. Alla VI Esposizione Internazionale della Città di Venezia del 1905 gli viene dedicata una sala personale in cui espone oltre venti opere, tra cui il gesso del grandioso portale per la cappella Hierschel De Minerbi, Il funerale di una vergine. In quell'occasione ottiene la medaglia d'oro per la scultura. Giunge nel 1908 l'incarico, affidatogli "per chiara fama", dal Comune di Bologna per commemorare, con un imponente gruppo marmoreo, il poeta Carducci. L'opera terrà lo scultore impegnato per circa vent'anni. Segue il gruppo de Il sacrificio per il Monumento a Vittorio Emanuele II di Roma. Precedentemente Bistolfi era stato nominato nella commissione per il progetto del monumento ma si era subito dimesso per contrasti sull'impostazione complessiva dell'opera. Sono degli anni Venti lo straordinario Monumento a Garibaldi a Savona, il Monumento ai Caduti di Casale Monferrato e quello per i Caduti di Torino. Di quest'ultima opera esegue i bozzetti e parte dei modelli ma il sopraggiungere della morte, nel settembre del 1933, gli impedirà di portarla a termine.
Le dichiarazioni
Il sindaco Federico Riboldi: «L'amministrazione è grata e riconoscente alla signora Bistolfi della fiducia riposta nei confronti della città di Casale Monferrato, e in particolare al Museo Civico, e per aver aperto le porte della sua abitazione che hanno conservato finora con tanta cura e devozione ogni minima testimonianza proveniente dallo studio dello scultore».
Il vicesindaco Emanuele Capra: «Riteniamo questa donazione, che implementa e completa la collezione del Museo, di enorme importanza per la nostra Amministrazione, che ha tra i suoi obbiettivi quello di dare a Bistolfi la giusta valorizzazione affinché diventi uno dei principali motivi di richiamo del turismo culturale».
L’Assessore alla Cultura, Gigliola Fracchia: «Con questa donazione la nostra Gipsoteca e la nostra città potranno diventare il polo per gli studi e gli approfondimenti sulla vita artistica di uno dei più importanti scultori simbolisti d’Italia, capace con le sue opere di abbellire e arricchire piazze, teatri, palazzi e cimiteri in tutto il Mondo».
La conservatrice del Museo Civico – Gipsoteca Leonardo Bistolfi, Alessandra Montanera: «È questa un’occasione straordinaria. I materiali che verranno conferiti al Museo di Casale Monferrato rappresentano un’eredità culturale unica, che permetterà di riunire in un solo luogo oggetti preziosi che consentiranno di approfondire il percorso artistico e umano di questo grande artista, concorrendo alla valorizzazione della sua figura. L’acquisizione, il trasferimento e le prime operazioni volte alla tutela e alla conservazione di questo prezioso giacimento culturale, saranno programmate per renderlo il prima possibile accessibile e fruibile a tutti».

Contatti e riferimenti
Museo Civico e Gipsoteca Leonardo Bistolfi - Via Cavour, 5 – Casale Monferrato
www.comune.casale-monferrato.al.it/museo
www.comune.casale-monferrato.al.it/gipsoteca-bistolfi
museo@comune.casale-monferrato.al.it

Pronto a rullare il progetto di restauro del velivolo Ansaldo A.1 Balilla

Riceviamo e pubblichiamo
L’aereo dell’asso dell’Aviazione Italiana, Natale Palli, è uno dei due esemplari rimasti e l’unico ancora originale in tutte le sue parti. Attualmente dopo varie vicende è in esposizione nel Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni… ma!

Appartenuto al casalese Natale Palli, asso dell’Aviazione Italiana, il Balilla Ansaldo A.1 compie quest’anno i 102 anni di età ed è uno dei due soli esemplari ad oggi sopravvissuti dei 274 costruiti tra il 1918 e il 1925 e l’unico ancora in stato completamente originale.
Donato dalla famiglia Palli al Comune di Casale Monferrato, venne collocato nel 1922 nell’allora Museo Civico, ora sede della Biblioteca Civica, all’interno del Palazzo Langosco. Dovendo effettuare nel 1970 urgenti lavori di restauro nelle sale del Palazzo viene dapprima concesso in deposito all’Aero Club di Casale Monferrato e da questi affidato temporaneamente al Museo Aeronautico Caproni di Taliedo, affinché ne curasse il restauro. Ma quando, negli anni Ottanta, le aziende Caproni cessarono definitivamente l’attività, tutto il materiale storico ivi depositato fu affidato in comodato alla Provincia autonoma di Trento dove il Balilla, a partire dal 2011, è esposto nel Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni.

Ed è proprio in quel periodo che il Comune di Casale Monferrato e la Provincia autonoma di Trento intensificano i loro contatti e, dopo il reperimento negli archivi storici del Comune casalese dei documenti originali comprovanti la proprietà del velivolo, cominciano a lavorare all’ipotesi di riconsegna del bene.
Tuttavia, le precarie condizioni di conservazione in cui versa il velivolo, riconosciuto bene culturale di proprietà pubblica, non ne permettono al momento lo spostamento ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.L.gs 42/2004).
Lo sblocco di questa situazione di stallo avviene lo scorso 10 maggio 2019 quando le parti sottoscrivono un Protocollo d’intesa tra la Provincia autonoma di Trento e il Comune di Casale Monferrato per la conservazione, valorizzazione e restituzione del velivolo. Il Comune affida alla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento il coordinamento del progetto di restauro dello storico velivolo, riconoscendo a quest’ultimo Ente una competenza specifica nella gestione dei beni storico-aeronautici.

Nonostante il periodo di lockdown e le difficoltà legate all’emergenza epidemiologica, la Soprintendenza inizia ed è tuttora impegnata in un’accurata valutazione dello stato di conservazione del Balilla, per ricavare tutti i dati necessari per condurre gli interventi di restauro.
Ed è di poche settimane fa la notizia che il sindaco Federico Riboldi, a nome dell’Amministrazione casalese, proprietaria del velivolo, ha formalmente inviato al Soprintendente Franco Marzatico il consenso a procedere con le prime azioni ritenute di somma urgenza per fermare il degrado del velivolo. Inoltre il Comune di Casale Monferrato sta definendo un percorso che porti all’avvio di una campagna di reperimento dei fondi necessari a finanziare il progetto di restauro.

DICHIARAZIONI
Federico Riboldi - Sindaco di Casale Monferrato
«Dopo molti anni si sta finalmente concretizzando un sogno per la città: il ritorno a casa di un pezzo della nostra storia. L’aereo appartenuto a Natale Palli è, infatti, un cimelio storico e culturale: un oggetto che permetterà di conoscere le gesta di uno dei personaggi che hanno scritto importanti pagine della storia dell’aeronautica italiana e che renderà possibile vedere dal vivo uno dei due esemplari rimasti al mondo di questo incredibile velivolo. Un grazie di cuore, quindi, a tutti coloro che stanno rendendo possibile tutto questo, sia qui a Casale Monferrato sia a Trento».
Mirko Bisesti - Assessore all’istruzione, università e cultura della Provincia autonoma di Trento
«Oggi si aggiunge un tassello fondamentale alle tante sinergie che, nel settore dell’aeronautica, la Provincia ha in corso. Mi riferisco ad esempio alla collaborazione in atto con l’Aeronautica Militare, ma anche a quelle con altre realtà museali trentine o con altri soggetti del territorio. Il Museo dell’Aeronautica dedicato a Gianni Caproni, che ha sede a Trento dal 1992, accoglie una delle collezioni di velivoli più importante ed antica al mondo, con alcuni pezzi unici di inestimabile valore. Siamo davvero felici di condividere con voi una parte della sua storia».
Franco Marzatico - Soprintendente per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento
«La Soprintendenza ha acquisito una competenza specifica nel settore del recupero e del restauro di velivoli storici e nella ricerca in campo aeronautico, anche alla luce della recente acquisizione dell’Archivio Caproni che rappresenta un fondamentale patrimonio informativo sulla storia del volo e sui suoi protagonisti, sull'ingegneria civile e militare, sugli sviluppi tecnologici e sulle vicende economiche, sociali e politiche non solo del nostro Paese. Siamo davvero lieti di intraprendere questo progetto di restauro, che sarà coordinato dalla nostra referente per le tematiche della storia aeronautica, Neva Capra. Fra gli aspetti più interessanti voglio ricordare l'approccio metodologico del restauro del velivolo, analogo alle procedure che si seguono nel caso degli interventi su beni storico-artistici, come i dipinti. Si è in effetti in presenza, oltre che di elementi metallici, anche di legno e tessuto con pellicola pittorica, che richiedono un'attenzione particolare di fronte a un'eccezionale testimonianza della storia dell'aeronautica e dell'ingegno umano».
Gerardo Cervone - Capo dell’Ufficio Storico V Reparto Stato Maggiore Aeronautica Militare
«Primo caccia di ideazione e costruzione interamente italiana prodotto in serie, l’Ansaldo A.1 “Balilla” riveste un ruolo di particolare interesse per la storia dell’aviazione nazionale proprio perché rappresenta il livello di sviluppo raggiunto dall’industria aeronautica italiana sul finire della Grande Guerra. È il più antico dei due rimasti dei 274 costruiti e l’unico ancora allo stato originale, e ciò lo rende uno dei pochissimi velivoli universalmente conosciuti nel periodo della Grande Guerra mai sottoposti ad alcun intervento di restauro. In virtù della convenzione quadro sottoscritta nel 2014 e rinnovata nel 2018 tra la Forza Armata e la Provincia autonoma di Trento, allo scopo di regolamentare la collaborazione in ambito storico-aeronautico, la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento ha proposto all’Aeronautica Militare una collaborazione scientifica per l’elaborazione del progetto di restauro del velivolo in argomento, attualmente esposto al Museo Gianni Caproni di Trento, ma di proprietà del Comune di Casale Monferrato ove è previsto il rientro al termine dei lavori. Il progetto è tale da aver attirato l’attenzione dei massimi esperti mondiali nella conservazione di beni storico-aeronautici e fa presupporre che il restauro in parola possa essere visto come una sorta di caso scientifico e pietra miliare dello specifico settore. Quanto realizzato potrebbe, infatti, determinare le future linee guida da adottare a livello nazionale e non solo, nella gestione del patrimonio aeronautico musealizzato. Pertanto, l’Aeronautica Militare, da sempre sensibile alle iniziative tese a promuovere e a diffondere la cultura aeronautica, condividendo la pregevole iniziativa, ha accettato di fornire il proprio contributo scientifico».