Riceviamo e pubblichiamo
Domani, domenica 27 dicembre, tra i programmi Rai per il ciclo “Italiani” si parlerà di Fausto Coppi mentre a “Passato e Presente” sarà protagonista Federico II. L’Alpe di Siusi è al centro della trasmissione "Di là dal fiume e tra gli alberi".

Italiani: Fausto Coppi, l’uomo solo al comando
Molto si conosce della vita, sportiva e non solo, di Fausto Coppi. Ma alcune delle pagine meno conosciute e aneddoti – tra i quali il suo avventuroso ritorno a casa nel ’45 – meritano di essere ripercorsi in un racconto biografico legato anche alle vicende storiche del suo tempo. Lo fa il documentario a lui dedicato, in onda domenica 27 dicembre alle 16.00 su Rai Storia per il ciclo “Italiani”. Coppi nasce a Castellania, Alessandria, il 15 settembre 1919: giovane garzone, a quindici anni compra la sua prima bicicletta. Diventa campione giovanissimo. A soli vent’anni, infatti, vince il suo primo Giro d’Italia: è il 9 giugno 1940, il giorno prima dell’entrata in guerra dell’Italia. Coppi viene arruolato e trasferito in Africa: fatto prigioniero dagli Inglesi, trascorre quasi due anni in campi di prigionia. Riesce a rientrare in Italia, a Napoli, solo alla fine del 1944. Appena finita la guerra, parte in bicicletta da Caserta, verso casa: percorre oltre 800 km fino a raggiungere la sua Castellania. Nel 1946, in un Paese distrutto, riparte il Giro d’Italia: comincia allora la mitica rivalità con Gino Bartali. Nel 1949 la consacrazione: Coppi è il primo ciclista ad aggiudicarsi Giro e Tour de France nello stesso anno ed è ormai per tutti il “Campionissimo”. Collezionerà tante vittorie nelle classiche, nelle corse a tappe e il titolo di Campione del mondo su strada a Lugano. Importanti i primi anni ’50 anche nella sua vita privata: a 28 anni muore l’amato fratello Serse, anche lui ciclista, durante una gara. Si separa dalla moglie, con cui aveva avuto una figlia, e inizia una relazione con Giulia Occhini, la “dama bianca”. Il fatto suscita grande scandalo e problemi giudiziari. Dalla loro unione, nel 1955, nasce il figlio Faustino. A fine 1959 Coppi viene invitato a partecipare a una gara in Africa. Qui contrae la malaria. Torna in Italia, ma la malattia, non diagnosticata, lo porta rapidamente alla morte il 2 gennaio 1960, a soli 40 anni.

“Passato e Presente”: Federico II, “Stupor Mundi” o Anticristo?
Federico di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero, da sempre è considerato uno dei personaggi più affascinanti della storia europea, per interessi, cultura e capacità di vedere un mondo nuovo. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Alessandro Barbero a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 27 dicembre alle 20.30 su Rai Storia. Lo “stupor mundi”, come Federico venne definito, stupisce i suoi contemporanei, è amato e adorato, Ma alle tante opinioni positive fanno da contraltare altrettante negative e per i detrattori Federico II è addirittura l’Anticristo. Una contraddizione che sembra la cifra della sua esistenza, quella di uomo capace di tutto e del contrario di tutto: di organizzare una crociata e di essere scomunicato; di cacciare i musulmani dalla Sicilia e di fondare una città islamica in Puglia. Il giudizio su di lui continua a dividere anche gli storici contemporanei, che oscillano tra visioni superomistiche e interpretazioni che cercano di ricondurre la sua immagine a un’improbabile normalità. La verità è un dibattito ancora aperto.

“Di là dal fiume e tra gli alberi”: Alpe di Siusi, tra uomini e leggende
C’è un altipiano in Alto Adige sospeso nel tempo. Stretto tra la Val Gardena, il gruppo del Sassolungo e il massiccio dello Sciliar, si estende per 52 chilometri quadrati: è l’Alpe di Siusi. Una terra fatta di donne e uomini fortemente legati alle proprie tradizioni e alle leggende che hanno reso magiche queste alture e i loro piccoli centri abitati. Patria di pittori e di contadini, terra di masi, campanili gotici e morbidi pendii illuminati dal sole. Un piccolo paradiso raccontato da Francesco Zippel nel documentario “Alpe di Siusi, tra uomini e leggende” in onda domenica 27 dicembre alle 22.15 su Rai5 per la seconda stagione della serie “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Distante appena 36 chilometri da Bolzano, l’Alpe – nella sua quiete – è lontana anni luce dai ritmi vorticosi della città. Chi vive sull’Alpe per nessun motivo si sposterebbe nel capoluogo vicino. C’è chi infatti, come il giovane Joachim, ha deciso di lasciare il proprio lavoro d’ufficio per dedicarsi alle mucche e alla produzione di formaggio senza trascurare la passione per la fisarmonica, che ama suonare in solitudine tra le sue montagne. O chi, come il simpatico Josef, ha voluto farsi regalare per i propri cinquant’anni tre splendidi cammelli, diventati in breve tempo dei simboli di questa terra. L’Alpe è anche terra di tradizioni da difendere e conservare, come l’antica pratica dei recinti ‘romani’ portata avanti da un altro giovane, Michael, o quella dei masi centenari dove oggi si alternano pregiate produzioni di speck o creative distillerie di gin. Riparate dal ‘dente’ del massiccio dello Sciliar, le piste dell’Alpe accolgono esibizioni di anziani sciatori nostalgici, come il signor Otto, e sotto le proprie nevi conservano i resti degli alberghi più antichi d’Europa. Ma sono le leggende a farla da padrone da queste parti. Il rogo delle streghe e degli stregoni della cittadina di Fié ancora oggi è impresso nella memoria dei locali e raccontato dagli storici del Castello di Presule. Sono però i Krampus, mostruosi diavoli delle montagne, ad animare gli incubi dei più piccoli e ad elettrizzare la fantasia degli adulti, che ogni due anni si assiepano lungo le stradine di Castelrotto per gustarsi la sfilata in salsa horror dei demoni dalla maschera di legno e dai pesanti abiti di pelle di capra. Storie, leggende e tradizioni rivivono anche nei magnifici affreschi ottocenteschi del pittore Eduard Burgauner, primo artista capace di cristallizzare l’alternarsi delle stagioni e il profilo degli uomini e delle donne di questa piccola e magica Alpe sospesa nel tempo.