di Donatella Pinna
La nostra redattrice ci racconta Alessandria e gli alessandrini, dal punto di vista di uno “straniero”.
Il vocabolario Devoto-Oli definisce così la cerniera lampo: una chiusura per abiti o borse, costituita da due serie di denti che si incastrano alternativamente mediante un cursore.
Chi per la prima volta vede la città di Alessandria, una metropoli chiusa fra due fiumi, elabora nella sua mente l’immagine di una cerniera lampo, dove il Tanaro e la Bormida rappresentano i due binari dentati.

Il cursore è l’Alessandrino, che secondo l’ospite che occupa la sua città, decide se chiudere o aprire la suafortezza, perché l’ospite per l’alessandrino, sia esso di colore, del sud o semplicemente di un’altra città, anche se della vicina provincia, è considerato uno straniero occupante.
Sarà l’influenza del clima: la nebbia che avvolge la città come a proteggerla dai pericoli che arrivano dall’esterno, il freddo che, quando intenso, limita i rapporti con il prossimo per la forzata permanenza in casa, fanno sì che l’Alessandrino chiude il suo animo allo straniero, guardandolo con cortese diffidenza.
Difficilmente si apre, neppure un consolidato rapporto di amicizia riesce a smuovere il suo muro di difesa: le confidenze, gli affetti profondi, la fiducia rimangono nell’ambito delle mura domestiche. Accetta però di buon grado le attenzioni del prossimo e le apprezza, ma onde evitare sconfinamenti affettivi, prontamente ricambia con doni materiali, difficilmente con sentimenti.

In termini di generosità, se sollecitato risponde, l’importante è che la richiesta non invada la sua sfera familiare e personale, altrimenti la cerniera è pronta a richiudersi.
E’ rispettoso delle regole, difficilmente chiede, ma pretende ciò che gli spetta.
Il cursore della cerniera, fermo al blocco sino a qualche anno fa, negli anni è sceso di qualche gradino, forse influenzato dalle abitudini, dalle attitudini e dai comportamenti degli ospiti che negli anni hanno occupato la sua città, spesso integrandosi radicalmente eciò ha contribuito a sminuire la sua tipica diffidenza.
La speranza è che gli ospiti che occuperanno la città negli anni a venire, non abbiano più la ridotta immagine di una cerniera lampo, ma vedano gli àlvei del Tanaro e della Bormida come due braccia che stringono affettuosamente la città, per proteggere e amare tutti i suoi abitanti.