di Jacopo Scafaro
Il nostro caporedattore ci regala un rispettoso omaggio alla grande Monica Vitti.

Ho volutamente deciso di aspettare qualche giorno prima di dedicare un ricordo ad una delle più “Grandi” di sempre, Monica Vitti.
Il motivo era semplice, purtroppo non ho avuto l’onore di poterla apprezzare, nel pieno della sua vita, artista e non, perciò come per tanti altri grandi l’ho ammirata tramite i suoi film.
Già i film, che strumento meraviglioso. Quei pochi minuti o poche ore girate su una pellicola, resteranno indelebili per sempre. Quando giriamo un filmato, forse non ci rendiamo conto che stiamo lasciando una testimonianza di noi alle prossime generazione; in quel preciso momento rendiamo il nostro passaggio temporaneo in questo mondo, infinito.
Se ci pensiamo fa quasi paura, sapere che nell’attimo esatto che stiamo girando, un video, un tik tok o un film, quell’attimo sarà eterno. Lo gireremmo in modo diverso se ogni volta ci ponessimo questo pensiero?! Non lo so, forse si, ma forse perderemmo la spontaneità di quell’attimo.
Tutto questo intricato discorso cosa c’entra con Monica Vitti? C’entra perché mi sono domandato: nei suoi innumerevoli film, Lei sapeva il grande patrimonio che stava donando alle persone che in quegli anni hanno avuto il privilegio di vedere il suo lavoro e sopratutto il lascito alla future generazioni? Penso di no, o meglio se ne fregava di pensare al futuro – ovvero giro sto film perché così tra 50 anni sarà ancora visto – Lei girava i film con uno scopo ben preciso: far star bene la persona che in quel momento (passato, presente o futuro che sia) ammirava i suoi film.
Donna di una bellezza straordinaria si è imposta come unica nell’epoca d’oro del cinema italiano grazie al suo volto, alla voce un po’ roca, alla simpatia e un carisma che nessun’altra è riuscita a ripetere.
A volte ci sono personalità immense che non si rendono totalmente conto della loro grandezza e pazienza, Monica: ma che tu fossi gigantesca, fortunatamente, l’abbiamo capito tutti noi.
In un intervista dichiarava: “Faccio l’attrice per non morire, e quando a quattordici anni e mezzo avevo quasi deciso di smettere di vivere, ho capito che potevo farcela, a continuare, solo fingendo di essere un’altra, facendo ridere il più possibile.”
E ci hai fatto ridere e continueremo a ridere ancora per tanto tempo.
Grazie e Sit tibi terra levis.