rubrica a cura di Fabrizio Capra
Il nuovo brano dell’artista biellese esplora ancora una volta il suo territorio, esaltandone le abilità artigiane in un videoclip onirico sulle ali della fantasia.

Ninaì e Light Studios Art si ritrovano in questo nuovo progetto, che segue la realizzazione del videoclip dell’artista “Feel it you have to” Madaski rmx a dicembre 2020.
L’obiettivo rimane ambizioso e nobile: costruire sinergie con il territorio di origine di Ninaì, il Biellese, obiettivo che si conferma fin dalla scelta di girare il videoclip nel comune di Valdilana, dove a partire dal primo ‘800, per mano dei Sella e poi grazie a tanti altri imprenditori illuminati, hanno trovato sviluppo imprese eccellenti, in gran parte legate al settore tessile e al suo indotto.
Casa Regis Center for Culture & Contemporary Art diventa allora il luogo prescelto, dimora storica del ‘700 gestita dalla fotografa americana Mikelle Standbridge e oggi centro di incontri culturali e polo artistico. Il palazzo, così nobile, dalle stanze a volta finemente affrescate e ornato da un piccolo e raccolto giardino all’italiana, ben si abbina ai brand indossati da Ninaì, sempre appartenenti al territorio: Maria Barbieri Tailoring & Romina Garofalo sartoria, Valdoram gioielli, artigiani che hanno creato due collane handmade in esclusiva per il video, le lavorazioni in cera dell’artigiano Davide Furno, con i suoi frutti così reali: tutto concorre all’atmosfera cercata, unita dalla volontà di creare arte trovandola ed esaltandola nella ricerca e nel collegare insieme le sue molteplici espressioni.

Il brano composto da Ninaì risente del suo background classico e pianistico andando a tessere un sound senza tempo che come un soffio di vento accompagna chi ascolta da una stanza e all’altra della Villa alla scoperta di nuovi incontri e trame di vita che porteranno alla rinascita e alla libertà.
“La musica per me è volo – dice Ninaì – L’idea di planare con un paio di ali è un’immagine qualcosa che mi appartiene fin dall’infanzia. Da bambina, affacciandomi alla finestra, immaginavo come potessero sentirsi gli uccelli, le farfalle, le libellule… creature che collego a un’intimità familiare. Nel mio spazio creativo è forte il simbolismo che mi lega alla leggerezza del volo. Nella farfalla mi affascina il divenire dal bruco, la mutazione; nella libellula avverto forti i valori della libertà e del coraggio, qualcosa che mi riconduce all’infanzia, che mi riguarda nel profondo. Questi simboli mi distaccano dal suolo e mi uniscono all’altra parte di me, quella più fragile ma da quale traggo una forza immensa”.
Scrivere questo brano, il primo strumentale edito, è stato molto emozionante per Ninaì, che ha composto la musica dopo le riprese, così che le scene, gli sguardi e i colori sullo schermo fossero i motori per a guidare le sue dita al pianoforte. Gli arrangiamenti degli archi sono risultati molto intensi, fondamentali nella costruzione architettonica del brano.
La storia di FALLEN La storia di Fallen nasce osservando le grandi piume cucite sul corpetto in velluto dell’abito principe di Maria Barbieri. Dalle piume alle ali e dalle ali al pensiero di un ritmo costante ed eterno nel cielo e la voglia dell’essere umano di emulare il volo, qualcosa proibito al fisico, ma possibile nella fantasia e nella leggerezza dei sogni. C’era una volta una principessa (o forse una dama, una strega, una ninfa, un personaggio onirico, simbolico, mutaforma), che dopo una battaglia notturna giace svenuta nel bosco, ferita, con le ali recise. È un cavallo, spirito libero per eccellenza, a trovarla e ad accompagnarla verso una casa, all’apparenza abbandonata, che è invece abitata da personaggi che vivono in un’epoca non precisata, anime perse, imprigionate nel ripetersi di azioni che non si risolvono mai. Il delicato aiuto della principessa sbloccherà ogni destino e ad ogni azione risolta ecco per lei una piuma bianca, che ella raccoglie. Ognuna di queste servirà a ricostruire le sue nuove ali e il cielo sarà per lei, di nuovo, percezione di libertà. Le metafore si susseguono, come sempre nell’arte di Ninaì. Come le ali esprimono la naturale attrazione e predisposizione dell’essere umano alla leggerezza, alla fantasia e ai sogni, la piuma bianca è simbolo di purezza, innocenza e un segno di protezione che viene dagli Angeli: come a dire che ogni azione, se fatta col cuore per aiutare chi ne ha bisogno, dona in cambio opportunità di arricchirsi nell’anima e di costruire nuovi se stessi. Il carattere passionale e focoso del cavallo, fiero simbolo di vita ed energia, lo guida a soccorrere la Principessa. Spirito libero e indomabile, è spesso associato alla liberazione dalle afflizioni e dalle difficoltà. Messaggi di arte e creatività, e le loro commistioni, caratterizzano il saper fare musica di Ninaì, abile “regista” di scene pensate e cercate, dove nulla è lasciato al caso ma tutto è connesso, carico di significato, tuttavia libero di interpretazione. Simboli forti e universali incontrano concretezze artigiane del territorio, altrettanto forti di bellezza e valori, di tradizione o innovazione. Sposare concetti e renderli ibridi, fondere mani, esperienze e poesia. Ninaì Ninaì, cantante, pianista e compositrice, ha all’attivo un primo Ep “Musica in testa” uscito nel 2020 per Maninalto Records, dal quale sono stati estratti tre singoli e i relativi video: Musica in testa, Feel it e Senza di te. Nella sua musica molteplici influenze, che l’hanno portata ad esibirsi con le crew di DJ e rappers hip hop, fino alla musica popolare brasiliana. Ninaì abbraccia diverse sfaccettature musicali anche per via delle sue origini, che intrecciano sangue peruviano, pur essendo nata in Italia. Nel 2021 Ninaì torna con il remix di Feel it, brano del precedente Ep, firmato Madaski. Madaski in Italia era il sound che cercava. La sua storia, che parte dalla classica per arrivare all’elettronica anche più estrema, la sua inclinazione all’unione delle arti e la sua sensibilità verso le parole di un testo ed essere fuori dagli schemi è un mix molto potente, che fa di lui un pioniere della musica contemporanea e che molto si avvicina alla filosofia di Ninaì: non partendo per forza come prima cosa dalla musica, crede nell’unione delle Arti; ognuna da’ forza all’altra creando un Collettivo, un Movimento, un Pensiero. Ed essere un corpo e una voce parte di un’installazione, di un luogo, di un personaggio ogni volta differente, è per Ninaì l’essenza del suo creare.