“Il mistero del libro senza titolo”, settima parte del nuovo racconto di Faber 1961

Oggi per la rubrica “Racconti e Poesie” ospitiamo la settima parte del racconto di Faber 1961: “Il mistero del libro senza titolo”
Il mistero del libro senza titolo
di Faber 1961

Ci alziamo contemporaneamente, il conte apre la porta e mi fa entrare per primo e mi segue richiudendo dietro di se la porta.
Mi accomodo sedendomi nella poltrona vicino al camino, Massimiliano, invece, sul divano venendo a ricreare le posizioni di due giorni fa quando ci fu il nostro primo incontro.
Il conte congiunge le mani tra la bocca e il naso: rimane un attimo in raccoglimento quindi incrociando le dita mi guarda: «Ti racconterò tutto, del resto penso che immagini già cosa ora andrò a dire».
Mi metto comodo, rilassandomi: «Sono tutto orecchie».
«La scorsa settimana  – attaccò il conte con la sua confessione – di notte, quando Luisa si ritirò nella sua stanza e Antonio era tornato a casa, ricevetti tre amici per un incontro segreto. Volevamo evocare degli spiriti per venire a sapere di alcune vicende. Però nessuno di noi era pratico di sedute spiritiche e la situazione, forse, ci è scappata di mano chiedendo di più di quanto potevamo. Quando abbiamo capito che stavamo sbagliando abbiamo chiuso la seduta però forse in modo errato…».
Il padrone di casa rimane in silenzio per alcuni secondi sufficienti perché sia io a prendere la parola.
«Vedi Massimiliano le sedute spiritiche non vanno prese alla leggera, se si sbaglia a gestirle poi è difficile rimediare e voi avete evocato spiriti molto pericolosi e sicuramente il libro è un ammonimento».
Il viso del conte, mentre parlavo, faceva trasparire tutta la sua preoccupazione.
«Vedi Massimiliano il libro potrebbe essere un Necronimicon, un testo di magia nera, ‘La descrizione della legge dei morti’, un libro satanico, detenerne una copia significa sfortuna, significa portare sfortuna nella casa. Bisogna fare in modo di neutralizzare questa presenza».

«E come facciamo Vittorio?»
«Ci penseremo dopo pranzo: ora dobbiamo capire dove avete  sbagliato nella seduta oltre che nel chiudere in modo errato che già di per se  è stato un disastro. Che tipo di seduta avete praticato?»
«Quella classica a bicchierino: credevamo fosse facile e invece…».
«… invece avete fatto, e scusami il termine, un’enorme cazzata: anche in questo tipo di seduta è necessaria la presenza di una guida che sappia gestirla evitando errori irrimediabili».
Il conte abbassa la testa, se la prende per le mani sentendosi improvvisamente impotente davanti a un destino che si stava palesando sempre più drammatico.
Rialzando il capo Massimiliano si rivolge a me quasi in tono supplicoso: «Cosa si fa ora?»
Per prima cosa mi ritirerò in biblioteca e cercherò di mettermi in contatto con le forze che stanno dietro e, soprattutto, dentro il libro; poi a pranzo ti dirò come dobbiamo procedere».
Il conte annui, mi alzo, apro la porta e mi incammino in direzione della biblioteca.
Apro la porta e mi accorgo immediatamente che il libro non è più sul tavolo.
Mi avvicino al ripiano dove si trovava il libro ma non era nemmeno lì.
Il mistero si infittiva.
Cerco in ogni angolo della stanza ma di quel libro non c’era più traccia.
Mi fermo, fisso la libreria.
Qualcosa mi passa per la mente, apro la porta, lascio la biblioteca e mi avvio in direzione della mia stanza.
Ho capito tutto…

(fine settima parte)
©Fabrizio Capra

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