Riceviamo e pubblichiamo
Il percorso, presentato da Franco Cardini, è proposto da Artex sul sito Artour.

I necci, che sono considerati una “gloria locale”, i “tordelli” (rigorosamente con la d), la farinata, la minestra di farro o la “marmugia del Guinigi” e una carrellata di dolci: dalla “crème-caramel alla Puccini” al buccellato, la treccia dolce aromatizzata all’anice che arriva addirittura dall’Antica Roma.
È un percorso scandito dalle ricette della tradizione, quello proposto da La Cucina di Lucca, uno degli otto percorsi enogastronomici proposti da Artour Toscana (http://toscana.artour.it), progetto di Artex che offre ai viaggiatori spunti per conoscere la regione attraverso percorsi fuori dei circuiti di massa e promuovere un turismo culturale lento, consapevole, sostenibile. A fare da guida in questo tour tra paesaggi, patrimonio artistico e pietanze è lo storico Franco Cardini.

«Lucca è una città aristocratica, fiera della sua indipendenza repubblicana mantenuta fino all’Ottocento e ha comunicato al suo territorio questa fierezza – scrive il professore nelle sue note antropostoriche a corredo dell’itinerario – Nel triangolo di costa chiusa ad ampio golfo, tra Mar di Liguria e Tirreno, le città “minori” guardano ad essa come alla loro metropoli meridionale; poi ci sono Parma a nordest e Genova a nordovest. Questa toscanità signorilmente un po’ “tenuta a bada” si riflette sul cibo. I lucchesi amano i primi “asciutti” di sfoglia ripiena; ma li chiamano “tordelli”, con la d (non tortelli né tantomeno tortellini): e nel ripieno, con la carne di manzo e di maiale, le uova e la bietola lessata ci mettono il formaggio parmigiano ed – ebbene sì – la mortadella bolognese».
Sul sito Artour Toscana il percorso è illustrato attraverso una descrizione, l’elenco e le schede delle aziende e le attività con cui gustare i prodotti tipici, e una mappa geolocalizzata che indica il tracciato e i luoghi di interesse.

Il tragitto proposto copre 30 chilometri dalla Garfagnana alla costa: Gallicano, Collemandina, Lucca, Capannori e Viareggio, da fare in sei tappe golose, in agriturismi, laboratori, botteghe. Il percorso è segnato dal pane appena sfornato del Panificio Brogi-cooperativa Mirò, dalle coltivazioni tipiche dell’Appennino Tosco-Emiliano dell’Agriturismo “La Lupaia”, dalle farine macinate nel Mulino di Piezza, in attività dal 1736, dai dolci Taddeucci, dalla pasta artigianale del Pastificio Toscano, e dalle specialità del Fornaio Fratelli Gatti.
«Ma non si può dirvi tutto – conclude Cardini – Vi lasciamo al piacere del viaggio e della sorpresa».