di Jacopo Scafaro
Oggi il nostro redattore Jacopo Scafaro ci racconta la puntata di ieri di The Tatler, l’ultima prima della pausa estiva.
Eccoci arrivati all’ultima puntata prima della pausa estiva.
Le sognate vacanze… per altri !

Come ogni martedì, puntuali come il prolungamento dello stato di emergenza i The Tatler sono tornati in onda su RadioVertigo One (la prima Web radio certificata in Italia).
Oggi sarà un articolo molto diverso dal solito, non starò a dilungarmi molto sulla puntata ed i suoi argomenti (che potete trovare in replica e sul podcast grazie all’app della radio), ma sul perché io e Picci andiamo in diretta.
C’è la necessità ogni tanto di dover raccontare le cose, belle e brutte che siano: abbiamo cercato in questi mesi di farvi sorridere, ridere, riflettere ed anche discutere con noi.

Abbiamo raccontato le cose dal nostro punto di vista, in modo imparziale.
Vi abbiamo fatto conoscere artisti nuovi che meritano giustamente lo spazio per emergere; questo anche grazie a persone come Clarissa D’Avena che hanno creduto in noi e ci hanno affidato i loro ‘talenti’ musicali in diretta.
Abbiamo avuto là possibilità di confrontarci, musicalmente e non con Big della musica italiana, come Dodi Battaglia e Le Vibrazioni.
Per noi pischelli di provincia è stato un arricchimento musicale ed umano pazzesco.
Insieme ci siamo fatti compagnia durante il covid, uscendone tutti diversi, non dico migliori o peggiori, ma ognuno diverso interiormente.

Abbiamo proposta la nostra musica, quella che per noi è importante, quella che ci ha fatto crescere, quella che ci ha regalato emozioni, quella che nei momenti belli o brutti ascoltiamo.
Abbiamo fatto un viaggio musicale, nei decenni della musica italiana, la nostra, e ci siamo resi conto ancora una volta, che belli e bravi come noi italiani, non c’è né in giro.
Abbiamo, abbiamo, abbiamo, fatto.
Ma senza Simone Camussi (il direttore di RadioVertigo One) non avremmo fatto un emerito cazzo.

Ci ha insegnato questo mestiere, ci è stato vicino, supportato, sopportato e noi non possiamo che non ringraziarLo.
Ci sarebbero ancora mille cose da dire o raccontare, ma questo non è un addio è solo un arrivederci a settembre.
Torneremo più belli, più in forma, più maturi e con altre mille idee.
Perché fermare la musica porta sfiga e comunque il meglio deve sempre venire.
Tenete botta, a presto.