di Jacopo Scafaro
Il nostro redattore Jacopo Scafaro ha intervistato Fader, cantante alessandrino.

La musica è spesso un potente mezzo attraverso il quale i giovani riescono a riconoscersi, condividere ed elaborare la propria vita e le emozioni.
Sappiamo che la musica rappresenta la colonna sonora di un’epoca, il linguaggio attraverso cui le nuove generazioni definiscono la propria appartenenza collettiva e la propria identità personale.
“Una musica può fare… salvarti sull’orlo del precipizio… “ così canta Max Gazzè.
Ma cos’è che la musica può realmente fare?
La musica ha sempre avuto la capacità di alleggerire lo spirito favorendo la comunicazione tra mente, corpo e anima, aiutando la persona a esprimere correttamente i sentimenti e a relazionarsi con gli altri, l’ambiente, il proprio Io interiore.
Federico Robutti in arte FADER è un ragazzo di 21 anni di Alessandria, ha la musica nel sangue fin da quando era piccolo: ha iniziato a dodici anni suonando la chitarra da autodidatta, spostandosi poi sulla console da Dj.
Da tre anni a questa parte, ha deciso di sperimentare qualcosa di nuovo, cambiando genere, virando sul rap, trap e pop.

Nasce come produttore di musica elettronica, genere che abbandonato – come già detto prima – qualche anno fa, ma ancora oggi, quando ha tempo – essendo che oltre alla musica, lavora – produce basi strumentali hip hop per lui o per i suoi amici.
Ciao Fede, partiamo da una domanda banale: perché ti piace la musica e cos’é per te.
“È un sentimento che sento mio da sempre. La musica per me è pura espressione artistica, mi permette d’esprime il meglio di me stresso, delle mie emozioni, di tutto quello che mi circonda. C’è chi dipinge, chi scrive e chi appunto fa musica: la connessione è la stessa”.
Perché Fader, come nome artistico?
“La parola Fader viene dalla parola presente sui mixer. Fader crea anche una sorta di assonanza con il mio vero nome Federico quindi decisi di utilizzare questa parola per definire il mio nuovo percorso artistico”.
Che musica fai?
“Faccio musica, di qualunque genere e tipologia. Ultimamente però sto facendo molta musica indie/pop, l’importante è riuscire a trasmettere quello che sento alle persone che mi ascoltano”.

Parlaci di “Letto di Spine” il tuo ultimo singolo.
“’Letto di Spine’ nacque dopo la mia prima serata a Milano passata a bere con degli sconosciuti che incontrai dopo il mio primo giorno lavoro sui Navigli a Milano. Quando tornai a casa, triste per il fatto di non conoscere nessuno al di fuori di quegli sconosciuti, che non avrei mai più visto, e per una relazione finita male che tra le altre cose mi tolse forze fisiche e mentali per mesi, cominciai a scrivere nel letto su un type beat di Lil Peep”.
Cosa vuoi trasmettere con la tua musica?
“Voglio far sì che le persone riescano a rivedersi in qualcosa di vissuto, in un ideale comune di ricerca della libertà senza filtri”.
Libertà senza filtri hai detto prima, cosa intendi?Viviamo in un periodo in cui la lotta al discriminazione è all’ordine del giorno, cosa ne pensi?
“Libertà senza filtri intendo l’essere sé stessi senza doversi preoccupare del giudizio delle persone che potrebbero influenzare la nostra vita negativamente, facendoci compiere scelte sbagliate. Penso che la lotta alla discriminazione sia un concetto che non dovrebbe nemmeno essere discusso. Riusciamo a spedire le persone sulla Luna e non riusciamo a vedere gli altri come nostri ‘fratelli’”.

Che funzione ha secondo te la rap, nel far esprimere la rabbia ai giovani?
“La funzione del rap è quella di sensibilizzare il prossimo per mezzo di un linguaggio giovane e distante da quello politico. Un giovane può essere influenzato dalla musica rap e talvolta può appassionarsi ad essa fino ad arrivare a scrivere testi dove possa sfogare i suoi pensieri o frustrazioni”.
Progetti per il futuro?
“C’è già un album in cantiere, in studio sto lavorando tantissimo e non vedo l’ora di uscire allo scoperto”.
Sei un ragazzo sempre molto alla moda, quanto è importante per te e quanto conta apparire nel modo giusto?
“Grazie. A Milano ho avuto modo di vivere in una casa abitata da ragazzi e ragazze che sfilavano per brand molto importanti. La mia permanenza con loro mi ha permesso di capire come funziona l’ambiente della moda che, come la musica è una semplice e pura espressione artistica. Come la musica, la moda ci permette di essere ciò che vogliamo essere senza doverci preoccupare degli altri. Non c’è un modo o una regola sul come apparire nel modo giusto, perché tutti possiamo dare sfogo alla nostra creatività indossando qualcosa che può sembrare strano agli occhi degli altri”.

Il tuo motto?
“’Soldi e paura, mai avuti’, che è una canzone di un artista romano, che ho fatto mia”.
Da sempre la musica è veicolo di messaggi ed emozioni che colpiscono chi ascolta, gli artisti – come Federico – molto spesso raccontano di sé, della loro vita, dei loro problemi, di amore e talvolta di disprezzo verso qualcosa o qualcuno. È una visione molto soggettiva e spesso molto critica della realtà che usa un linguaggio molto semplice, diretto e senza censure, ed è proprio per questo che le canzoni hanno successo: rappresentano una sorta di “specchio” che riflette la società nei suoi lati positivi e negativi.
La musica di Fader rappresenta ed esalta al meglio, quella vitalità che caratterizza e muove il mondo.