di Fabrizio Capra
Il borgo di Monesteroli, nel Parco delle Cinque Terre, in provincia di La Spezia, è candidato per i “Luoghi del Cuore” 2020 promossi dal FAI. Invitando a votare per questo fantastico e unico borgo siamo andati a rispolverare la leggenda del “Masso del Diavolo”.
Monesteroli è una piccola borgata delle Cinque Terre, raggiungibile percorrendo una ripida e impegnativa scalinata composta da oltre duemila gradini.
La leggenda farebbe risalire le origini del nome da Menesteo, un personaggio della mitologia greca che, tornando dalla guerra di Troia, approdò nella zona.
Più probabile, invece, che questo toponimo derivi dalla presenza di molti monaci eremiti che popolavano queste zone isolate.
Ora Monesteroli, considerato il più suggestivo borgo dell’intera Liguria, aggrappato alla roccia sul filo del mare, è candidato a “Luogo del cuore” del FAI – Fondo Ambiente Italiano per l’anno 2020, candidatura proposta per rispondere ad alcuni bisogni di cui il borgo necessità per sopravvivere.
C’è una frana da mettere in sicurezza; c’è da fare la manutenzione del sentiero che dal crinale arriva al borgo per poi scendere fino al mare; c’è la necessità di ricominciare a coltivare i terreni che tempo indietro vedevano i rigogliosi vigneti da cui si otteneva il vino rinforzato di Tramonti.
Monesteroli deve vivere perché si tratta di un borgo unico al mondo, un luogo da cui si domina il mare al punto di sentirsi ai confini tra realtà e fantasia, dove solo la natura rompe il silenzio.
Il comitato che sostiene la candidatura ha coinvolto anche tre testimonial: Clayton Norcross (l’attore che ha vestito i panni di Thorne in Beautiful), Dario Vergassola (comico, attore e cantautore) e Emilio Casalini (giornalista, conduttore radiofonico e scrittore).
Per votare “Monesteroli Luogo del Cuore FAI” ecco il link https://fondoambiente.it/luoghi/monesteroli?ldc (attualmente è al quinto posto).
Però da impenitente amante del mistero sono, invece, andato alla ricerca di un qualcosa (e in questo mi è stato di fondamentale aiuto l’amico Luca Natale) che collegasse Monesteroli a qualche mistero o leggenda.
E così vengo a scoprire che in zona ci ha messo lo zampino, pardon lo zoccolo, nient’altro che il diavolo.
Sul sentiero Telegrafo – Campiglia, nel tratto per Monesteroli e Schiara, non lontano da Biassa, nel centro della Palestra del Verde, si può vedere un grande masso chiamato “Menhir di Schiara” o “Masso del Diavolo” a cui è legato una sinistra leggenda.
“Una notte limpida, un gruppo di viandanti in viaggio iniziarono a provare stanchezza dal faticoso cammino.
Giunti vicino a un grande masso si accamparono accendendo un fuoco per ripararsi dal freddo, tirava una pungente brezza.
E accadde l’imprevedibile.
Il vento si alzò improvvisamente diventando man mano sempre più forte e un soffio ancora più deciso andò a spegnere il fuoco facendo cadere nell’oscurità e nello sconforto il gruppo dei viandanti che iniziarono a provare paura.
Si sentì una sorta di pigolio come quello emesso da un uccellino impaurito, provarono a riaccendere il fuoco ma si trovarono davanti il diavolo, terrificante e mostruoso.
La leggenda, a questo punto, ci racconta che i viandanti fossero stati scacciati da Lucifero in persona perché si erano permessi di invadere la sua dimora”.
Questa è la leggenda ma il “masso” esiste davvero: a scoprire e studiare il menhir (alto 2,48 metri) fu Ubaldo Mazzini (storico, giornalista e intellettuale originario di La Spezia) nei primi anni venti del secolo scorso; furono rinvenuti anche altri di questi “massi”, alcuni dei quali sono conservati al Museo Civico di La Spezia.
L’ipotesi più attendibile fa risalire questi menhir all’età del bronzo e, parrebbe, rivestissero funzioni astronomiche e religiose.
Se ci si trovasse al cospetto di questo menhir il giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, si noterebbe che l’ombra del “masso” va a proiettarsi a metà della Posa Grande, un muro a secco prospiciente il menhir; di fianco, invece, si possono osservare due pietre: una presenta un foro rettangolare mentre l’altre circolare, fatto che andrebbe a consolidare l’ipotesi di una funzione rituale.
Dopo la scoperta, sul menhir più grande fu apposta una croce probabilmente con l’intenzione di voler cristianizzare questo che fu, sicuramente, un luogo destinato al culto pagano dai Liguri che, appunto nell’età del bronzo, abitavano la zona.
Esistono altri misteri collegati a questo luogo – una giovane donna che al cospetto del masso non riesce a trattenere la voglia di danzare e lampi misteriosi che volano diretti all’Isola dei Defunti (probabilmente la Corsica) – ma avremo modo di approfondirli.
Il video promozionale della candidatura a Luogo del Cuore