Federico Sangalli: Emozioni
Per la rubrica Racconti e Poesie ospitiamo Federico Sangalli, un giovane talentuoso che ci propone le sue emozioni attraverso alcuni versi.
Quanto dolore saperti nell’aria e non poterti sfiorare!
Perché quando ti toccai, si fermò l’universo.

E in te riversai tutta la luce del mio candido cerebrale,
mi accorsi solo dopo degli ombrosi rischi di rimanere al buio.

Scrivo per ricordare i miei pensieri, scrivo per suscitare qualcosa e per guardarmi dentro.
Scrivo per paura di dimenticare, scrivo col tentativo di lasciare un’impronta.
Volteggio su questo spazio bianco che velocemente lordo.
Scrivo silente contro una voce che inquina.
La mia penna spudorata non conosce timidezza.

Lui possedeva il buio della notte e io la lucentezza del sole.
Uniti si produceva, una luce posata e un’umida ombra: eravamo due signori precisi.
Le notte, Beh, la notte ci ammantava e ci univa come emisferi.

Ti sento scalciare dentro al mio petto:
non riesco a vederti, sentirti, percepirti…
Finalmente poi ti trovo: te sta fermo lì, in disparte;
muto e pigro senza la minima intenzione di mansuefare le mie arterie sanguinanti
che altro non chiedono se non che buttarsi a picco sul tuo tutto
indifferente corpo di corallo pallido che sprofonda e affoga
mentre mi butto tra le lenzuola.

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Volevo complimentarmi con Federico per la profondità dei contenuti, che rivelano un tormento sentimentale maturo che tocca le corde dell’anima.
Un uso appropriato del lessico e delle figure retoriche completano un potenziale molto interessante.
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