La Capra Enoica (Fabrizio Capra)
Oggi per la rubrica curata da La Capra Enoica si parla di Greco di Tufo, un vino veramente sublime, quasi rivoluzionario.
Ma com’è bello il vino
Bianco bianco bianco…
Così inizia il secondo ritornello de “Il vino”, canzone di Piero Ciampi, cantautore prematuramente scomparso trent’anni fa (quaranta a gennaio), che mi conduce a ricordare un vino bianco veramente superlativo: il Greco di Tufo.
PILLOLE DI STORIA
Il Greco di Tufo è sicuramente il più antico vitigno della provincia di Avellino, portato da Pelasgi della Tessaglia (Grecia) quando, nel I secolo a.C., sbarcarono sulle coste campane e dalle suo origini greche prende il nome il vino.
Quindi è coltivato da più di 2000 anni in quella che fu la Magna Grecia.
Durante l’età Romana conobbe ancora più successo e divenne uno dei vini più apprezzati e bevuti dell’Impero.
La leggenda narra che fosse bevuto già a Pompei. In una poesia appartenente ad un affresco ritrovato nello spettacolare sito archeologico, un innamorato parlava così della propria amata: “Sei veramente gelida, Bice, e di ghiaccio, se ieri sera nemmeno il vino Greco è riuscito a scaldarti”.
Ma non è la sola testimonianza… volevate che non citassi Plinio il Vecchio? Così scriveva: “In verità il vino Greco era così pregiato, che nei banchetti veniva versato solo una volta”. Chiaro il riferimento al valore già elevato di questo vino.
Del Greco di Tufo scrissero, anche, Virgilio, Catone, Columella e Marrone, elogiandolo come eccelsa espressione vinicola italiana.
Vino Doc dal 1970, nel 2003 assume la denominazione DOCG.
I RICORDI
I ricordi legati al Greco di Tufo risalgono a qualche anno fa, quando, una volta alla settimana, andavo in una piccola radio di Castellazzo Bormida, in provincia di Alessandria, Radio San Paolo, e in una trasmissione, dove si parlava di sogni, fungevo da opinionista ovvero sparavo ogni tanto le mie minchiate.
Al termine con la conduttrice e gli ospiti si andava in un locale non molto distante dalla radio, Il Libando, dove accompagnavamo qualche stuzzicheria con dell’ottimo Greco di Tufo (se non ricordo male era dei “Feudi di San Gregorio – http://www.feudi.it”) alternandolo, a volte, con un altrettanto ottimo vino bianco campano.
E la serata si concludeva in modo decisamente piacevole… sparando ulteriori minchiate e fantasticando su progetti futuri.
ORIGINE DEL NOME
Come già detto il nome Greco deriva dalla sua origine ellenica, mentre Tufo è il nome di uno dei paesi che oggi è ricompreso nell’area di produzione di questo vino e dove probabilmente si diede origini ai primi significativi impianti di questo vitigno.
PENSIERO… MEDITATIVO
Non poteva mancare la ricerca delle descrizioni più originali.
C’è chi vede nel Greco di Tufo una grande personalità capace di contrastare la natura selvaggia dell’Irpinia.
Qualcuno ci trova sentore di mandorle amarognole e frutta secca tostata, alcuni ne azzardano un sapore quasi fumè. Il sapore è asciutto e armonioso. Ma c’è chi arriva a dire che il suo successo deriva dal fatto che è un vino caldo (io l’ho sempre bevuto ben freddo ed era ugualmente molto buono), sontuoso, strutturato, a tratti ribelle, ma dotato di personalità e grande profondità. È questo essere ribelle che mi ispira: un vino rivoluzionario?
Altri ci trovano profumo di pesca, mela cotogna, mandorle, miele e fiori gialli, mi raccomando gialli altrimenti avrebbero un altro profumo, qualcuno ci trova anche le pere e l’albicocca.
Ma vorrei capire chi ci trova “suggestioni minerali”… suggestioni minerali?
Sono andato a cercare la definizione di suggestione…
Fenomeno psicologico per cui un convincimento, un’idea, un’aspirazione si impongono alla coscienza per azione diretta o indiretta di un’altra personalità o comunque in virtù di una forza esterna cui non si riesce a opporre una resistenza valida.
Vuol dire che ci lasciamo suggestionare da un vino? Inizio a preoccuparmi.
E poi c’è chi lo definisce un vino che picchia duro, difficile da domare, un po’ ingombrante… mah!
Rincarando la dose altra definizione lo vede come un vino che non è timido… e ci credo viste le caratteristiche descritte sopra quasi da affermare che il Greco di Tufo sia un vino attaccabrighe.
Dulcis in fundo c’è chi lo vede come un vino solare dalla miriade di sapori che si intrecciano come una sinfonia irresistibile.
AFORISMA DELLA SETTIMANA
Il vino, specialmente in Italia,è la poesia della terra. Mario Soldati