di Fabrizio Capra - foto di Erica Testa
Quello di Nando Rizzo e Gianni Alba, musica e pittura, è risultato un recital al di fuori dai classici spettacoli. Un vero (e sempre più raro) esempio di coinvolgimento del pubblico, cape di incollare alla sedia lo spettatore.
Se Elisa Garipoli, presidente del Real Music Institute di Asti, quando mi ha invitato alla performance di Nando Rizzo e Gianni Alba mi avesse avvertito dell’immensa genialità dell’evento organizzato domenica scorsa ad Asti (12 maggio) mi sarei approcciato con maggior rispetto riverenziale.
Credevo che ad attendermi, in una enorme e suggestiva cantina di un palazzo dell’Ottocento situata nel centro storico della città del Palio, ci fosse un classico recital che abbinava due arti, musica e pittura,ed allora mi sono lasciato andare a immediata confidenza con l’artista, qualche battuta ma…
… ma quello a cui ho assistito mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta.
Credo che solo poche altre situazioni mi hanno coinvolto come questo evento, un qualcosa che ben pochi altri artisti, ma molto pochi, sono ancora in grado di fare senza usare effetti speciali.
Nando Rizzo ha saputo trasmettermi le emozioni di ascoltare musica e parole che arrivano al cuore e possono arrivare solo se si canta con sentimento e trasporto, capace di coinvolgermi anche quando ha cantato alcuni mostri sacri internazionali che apprezzo ma che non rappresentano la mia passione musicale.
E cosa dire dei quadri di Gianni Alba che raffigurano gli artisti protagonisti delle canzoni cantate da Nando erano presenze reali, così vere, che dalla tela in cui sono stati raffigurati parevano osservarti mentre lo spettacolo andava avanti, personaggi ritratti con espressioni cosi reali che parevano essere loro stessi pubblico.
I quadri esposti dietro (e anche un po’ anche ai lati) si presentavano alla spettatore coperti e numerati al fine di coinvolgere il pubblico, spettatori che indicando il numero dell’opera da scoprire andava a determinare la scaletta.
Così si è passati da Fabrizio De Andrè a Paolo Conte, dai Beatles a Freddy Mercury, da Renato Zero a Gianmaria Testa e Giorgio Conte, da Jimi Hendrix (eseguito con la partecipazione straordinaria di Steve Lallo) a Luis Armstrong, dai Pink Floyd a David Bowie e Bruce Springsteen, e molti altri per arrivare all’ultimo brano dell’esibizione, quello di Bob Dylan passando per un brano di un bravo cantautore contemporaneo vivente, Nando Rizzo, brano che nulla ha da invidiare ai quelli dei nomi che ho enunciato prima.
Poi, a stupirmi, anche la passione e il coinvolgimento con cui Nando Rizzo è in grado di far “parlare” le chitarre, com’è un tutt’uno con loro, capace di trasmettere al pubblico forti vibrazioni e emozioni ma non sono mancati simpatici siparietti tra i due artisti nel momento in cui veniva si doveva scoprire un nuovo quadro e ci si accingeva a vivere un’altra canzone.
E così il tempo è volato e le vecchie mura della cantina astigiana sono tornate silenziose ma intrise d’arte.