Stefano Vichi: Urbino, in una foto il tributo alla cultura

di Fabrizio Capra
“La Foto della Settimana” di oggi è di Stefano Vichi e ritrae un’affascinante Urbino di notte. Una foto che ci spinge a ragionare sul ruolo della cultura oggi.
foto di Stefano Vichi

La Foto della Settimana” non poteva che essere questa di Stefano Vichi che ha immortalato in uno scatto notturno la città di Urbino.
Urbino è stata per tutto l’anomalo 2020 al cento dell’attenzione per i cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio.
Ma Urbino è stato anche un centro culturale tra i più importanti del quattrocento con il duca Federico da Montefeltro, capace di trasformare il ducato urbinate in un importantissimo centro artistico e culturale, seconda solo a Firenze.
Tutto ciò per sottolineare il decadimento culturale che ci sta attanagliando complice il Covid che ha portato alla chiusura prolungata dei luoghi dove è possibile respirare cultura ma anche la pochezza che si vede, ormai, aleggiare sui social.
Una “pochezza” capace di trascinarsi dietro anche coloro che parrebbero dimostrare una briciola di cultura e che invece si abbassano alla carenza culturale.
E quando vedo scatti come questo di Stefano Vichi comprendo il potenziale che la nostra nazione ci mette a disposizione, dobbiamo essere noi che ne dobbiamo approfittare… se siamo in grado di far funzionare il nostro cervello anche per un qualcosa di culturale.
Bravissimo Stefano Vichi per quello che sei riuscito a trasmettermi con questa foto.

Domenica Rai: Raffaello a “Paesi che vai” e le Marche cistercensi a “Linea Verde”

Riceviamo e pubblichiamo
Domani, domenica 20 dicembre, tra i programmi Rai evidenziamo “Paesi che vai” sulle tracce di Raffaello, da Urbino a Roma. “Linea Verde” invece ci porta alla scoperta delle Marche dei cistercensi.

Da Urbino a Roma: “Paesi che vai” sulle tracce di Raffaello 
Incastonata nelle morbide colline marchigiane, in epoca romana nacque una bellissima città: Urvinum Metaurense, città che, solo successivamente, prese il nome di Urbino. Uno scrigno prezioso che raggiunse il periodo di massimo splendore nel 1400, quando il duca Federico da Montefeltro, pensò di costruire la “città ideale del Rinascimento”. Domenica 20 dicembre alle 9.40, su Rai1,  “Paesi che vai” mostrerà lo splendore di questa città, seguendo le tracce di colui che, come scrisse il Vasari nelle sue celebri “Vite”, “grazie all’arte, visse più come un principe che come un artista”. Il suo nome è Raffaello Sanzio, il Divin pittore che vide la luce a Urbino, nella notte di venerdì santo del 1483. “Paesi che vai” ripercorrerà la vita di Raffaello, partendo dalla casa natale e proseguendo dentro le mura di Palazzo Ducale, il maestoso edificio che Raffaello frequentò fin da piccolo perché, secondo il padre Giovanni Santi, solo lì avrebbe potuto apprendere al meglio la “buona via “.  Ci si sposterà poi a Roma, che nel 1508 accolse il pittore e lo condusse alla sua consacrazione assoluta. Quell’anno infatti, Raffaello fu incaricato da Papa Giulio II di affrescare le Stanze Vaticane, dove realizzò capolavori assoluti come la “Stanza della Segnatura”, la “Stanza di Etiodoro” e la “Stanza dell’Incendio di Borgo”. Ma non solo: nella città eterna diede vita ai mirabili affreschi della “Loggia di Galatea” e della “Loggia di Amore e Psiche”, presso Villa Farnesina, e realizzò il celebre ritratto de “La fornarina” per il suo unico e grande amore Margherita Luti. Un dipinto che è tuttora conservato a Palazzo Barberini. Suo è anche il progetto della Cappella Chigi all’interno della Chiesa di Santa Maria del popolo, e della fastosa Villa Madama, commissionata a Raffaello da Papa Leone X. Il geniale “Principe delle arti” si spense il 6 aprile del 1520 e volle essere sepolto nel Pantheon di Roma. Sempre nella “città eterna” si andrà alla scoperta dei luoghi che hanno fatto da set ad alcuni dei film più celebri del panorama cinematografico italiano e internazionale. Infine, ci si immergerà nelle bellezze dell’arcipelago di isole, a poche decine di km dalla costa laziale. Sei perle preziose immerse nelle acque limpidissime del Mar Tirreno, costellate di spiagge e calette, spesso raggiungibili soltanto via mare.

“Linea Verde” nelle Marche dei cistercensi
È una grande oasi ambientale, ricca di testimonianze architettoniche e artistiche di grande pregio.
La Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, in provincia di Macerata, nelle Marche, è al centro del nuovo appuntamento con “Linea Verde”, in onda domenica 20 dicembre alle 12.20 su Rai1. Beppe Convertini e Ingrid Muccitelli si muoveranno all’interno della Riserva, mettendo in evidenza la biodiversità del territorio e la sua lunga tradizione legata alle produzioni agricole, all’allevamento di ovini e di animali di corte, alla cucina, all’artigianato. Per Peppone Calabrese, invece, escursione allo storico mulino di Cingoli per un focus sulle farine biologiche di frumento, farro e mais con l’appetitosa polenta preparata in campagna. In primo piano, tra le prelibatezze enogastronomiche, il Ciauscolo IGP, il salame spalmabile incontrastato “re” degli insaccati marchigiani, che offre anche occasioni imprenditoriali per i giovani. Le telecamere di “Linea Verde” racconteranno, inoltre, il centro storico di Camerino, ancora profondamente segnato dal sisma del 2016 e il suggestivo orto botanico dell’Università. A Macerata, golosa tappa in una bottega di maestri cioccolatieri. Spazio, infine, all’artigianato e alla musica, con la maestria degli artigiani del Sax. 

Marche: un itinerario tra le botteghe della Regione

Riceviamo e pubblichiamo
La lunga tradizione del “saper fare” marchigiano disseminata tra i piccoli borghi storici del territorio.

La Regione Marche è una terra ricchissima di antiche tradizioni artigiane e di mestieri, testimoniate dalla grande quantità di botteghe disseminate nei piccoli borghi storici del territorio. Tra torri e campanili, vicoli e piazzette, è ancora oggi possibile incontrare donne e uomini che hanno scelto di intraprendere un’attività artigianale contando soprattutto sulla propria abilità e creatività, spesso mescolando il sapere antico, l’esperienza e il “saper fare”, con il design e il gusto dei giorni nostri

Ph. Ignacio Maria Coccia
Per chiunque volesse conoscere l’antica arte delle paiarole, i cesti realizzati con paglia di frumento, vimini e vari tipi di canne palustri, Acquaviva Picena, in provincia di Ascoli Piceno, è il borgo giusto dove recarsi. Si tratta di un’arte tutta al femminile, detenuta dalle cosiddette Paraiolane, le poche lavoratrici ormai rimaste capaci di creare meravigliose ceste richieste in tutte le più grandi città italiane. Dagli anni Settanta, poi, la loro produzione si è anche arricchita di bamboline e personaggi del presepe realizzati con gli sfogli del mais. Nel 2000, all’interno della Rocca medievale, come tributo a un mestiere divenuto ormai distintivo, è nato il Museo-Laboratorio della Paiarola, che attraverso una ricca raccolta di cesti, utensili da cucina e bamboline, rappresenta una preziosa testimonianza del passato artigianale della zona. 
È sempre femminile la tradizione del merletto a tombolo, per la quale il borgo di Offida (AP) è conosciuto in tutto il mondo. Si tratta di un’arte tanto radicata nella cultura del luogo, che un monumento dedicato alle merlettaie di Offida sorge come riconoscimento all’inizio del paese. Si suppone che il merletto a tombolo sia stato importato nel 1300, ma è in realtà nel 1700 che la lavorazione si diffuse in tutto il borgo quando in ogni casa del paese veniva impiegata per tessere vestiti, tovaglie, tende e molte tipologie di tessuti che ancora oggi ritroviamo nelle abitazioni di Offida. 
Sempre nell’ascolano il borgo di  Force vanta una fiorente tradizione di ramai viva ancora oggi e documentata nel Museo Ramai a Palazzo Canestrari, dove si possono vedere, e anche realizzare attraverso laboratori, gli oggetti d’uso e lavoro quotidiano che si producevano con il rame.  Sull’origine della lavorazione del rame, avviata probabilmente in zona dai monaci farfensi, c’è una leggenda che narra di uno zingaro Boro, molto abile in quest’arte che, persa la voce a causa dell’invidia di un altro zingaro, inizia a insegnare ai giovani come lavorarlo esprimendosi attraverso suoni incomprensibili, che hanno preso il nome di “baccajamento”, l’originale dialetto forcese spesso identificato come la lingua dei ramai.
Ph. Maurizio Paradisi
E ancora Montappone, in provincia di Fermo, è meritatamente riconosciuta come la capitale europea del cappello di paglia. Già nel Settecento, i mezzadri si raccoglievano nelle stalle per filare, tessere, intrecciare cesti, cappelli e scope di saggina, utilizzando la paglia. Con il passare dei secoli, il paese ha saputo affinare le tecniche di fabbricazione fino a creare una vera e propria industria del settore. Anche a Montappone, per non dimenticare questa splendida tradizione, è sorto il Museo del Cappello, che, attraverso proiezioni, fotografie, pannelli e macchinari d’epoca perfettamente funzionanti, ripropone e illustra tutte le fasi di lavorazione della paglia fino alla creazione del cappello.
Castelfidardo, in provincia di Ancona, è invece la patria della  fisarmonica, grazie all’ingegno di Paolo Soprani che, nel 1863 intuì le potenzialità dell’organetto e lo adattò ai gusti e agli stili musicali della zona e del periodo. A questa antica tradizione è dedicato il Museo Internazionale della Fisarmonica (apertura da verificare sul sito) che, ubicato nel piano seminterrato del Palazzo Comunale, rappresenta un efficiente mezzo didattico per seguire le fasi evolutive dello strumento musicale e per conoscere tutti i personaggi che tramandano il mestiere artigiano. 
La lavorazione della carta, con l’invenzione di una particolare tecnica di filigrana, invece, è una tradizione consolidata a Fabriano (AN), ed è proprio grazie ad essa che la città è stata nominata una delle due città creative dell'UNESCO in Italia. L’invenzione fu introdotta dai mastri cartai fabrianesi nella seconda metà del XIII secolo e ancora oggi Fabriano resta uno dei pochi luoghi al mondo dove la carta viene prodotta a mano, testimonianza della volontà di non recidere i legami con la tradizione. Per saperne di più bisognerà visitare il museo dedicato ospitato all’interno del convento di San Domenico
Sono numerose le tecniche relative alla lavorazione della pietra diffuse nelle Marche, e le cave d'arenaria, già note in epoca romana, sono la fonte della pietra lavorata dai noti marmisti e scalpellini di S. Ippolito (PU). Tradizione attestata già nel 1300, è nel 1400 che nascono vere e proprie dinastie di scalpellini che continuano a lavorare in zona fino agli inizi del ventesimo secolo. Il paese stesso di S. Ippolito è ricco di decorazioni architettoniche e fregi, che ne impreziosiscono gli angoli più suggestivi. Quasi ogni casa è una piccola installazione, decorata con nicchie, immagini, portali, mensole e cornici. 
E ancora, per conoscere un’altra  affascinante usanza artigiana marchigiana, a Fratte Rosa, in provincia di Pesaro Urbino, bisognerà visitare le molte botteghe e laboratori specializzati nella produzione di terrecotte. Grazie alla ricchezza di argilla dei territori circostanti, il paese vanta una ricchissima tradizione di oggetti in terracotta, per lo più contenitori per la cottura e la conservazione del cibo dalle forme tradizionali, realizzati al tornio e caratterizzati da forme e finiture semplici, senza decori e orpelli, e da smaltature realizzate con ossidi naturali che conferiscono la tipica colorazione nero melanzana o marrone rossiccio. 
Infine, in tutto il territorio marchigiano si è diffusa nel corso del tempo, una lunga tradizione legata all'artigianato della ceramica che ha via via acquisito particolarità tecniche e culturali. Partendo dal sud delle Marche troviamo Ascoli Piceno, centro di un’antica tradizione ceramica a partire già dalla fine del XIV secolo con fabbriche di maiolicari specializzati nella decorazione su smalto, tradizione che si è sviluppata soprattutto negli ultimi tre secoli e che oggi è raccontata nel Museo di Arte Ceramica allestito nella duecentesca chiesa di San Tommaso. Un altro importante centro di produzione è Urbania, l’antica Casteldurante della maiolica, prodotta dagli abili maiolicari del luogo che, favoriti dalla corte Roveresca, poterono giovarsi della collaborazione di pittori famosi, dando vita così al genere dell’Istoriato. Poi Urbino, dove visitare la collezione conservata nel Palazzo Ducale con opere delle officine di Patalnazzi e Nicola da Urbino. Infine, Pesaro uno dei centri nazionali della grande tradizione della ceramica, grazie alle raffinate decorazioni a raffaellesche del XVI secolo e alle novità introdotte dalla fabbrica Casali e Callegari, operante dal 1763 al 1815. Il prestigioso passato della città è ampiamente documentato nella sezione Ceramiche dei Musei Civici

Urbino: Baldassare Castiglione e Raffaello. Volti e momenti della vita di corte

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Palazzo Ducale a Urbino ospiterà dal 19 luglio al 1° novembre 2020 la mostra “Baldassare Castiglione e Raffaello. Volti e momenti della vita di corte” a cura di Vittorio Sgarbi e Elisabetta Soletti.
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Urbino butta il cuore oltre gli ostacoli ed investe sul suo sistema culturale e turistico decidendo di aprire dal 18 luglio “Baldassarre Castiglione e Raffaello. Volti e momenti della civiltà di corte”, la mostra curata da Vittorio Sgarbi e Elisabetta Soletti. La mole e il rilievo dei prestiti necessari a portare in porto questa significativa esposizione sono notevolissimi e non semplici da gestire in un momento come il presente. I problemi allestitivi di una mostra complessa nel tema e innovativa anche per le soluzioni tecnologiche, com’è questa, saranno superati in qualsiasi modo.
L’indicazione del Sindaco Maurizio Gambini, dell’intera Città e della regione Marche è chiara: Urbino vuole affrontare l’estate offrendo il meglio di sé ai suoi ospiti, e questa grande mostra è un attrattore sicuramente imprescindibile con la Galleria Nazionale delle Marche, partecipe del progetto attraverso un sistema di comunicazione e promozione coordinato e il biglietto integrato.

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Il progetto è promosso dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei cinquecento anni dalla morte di Raffaello, dalla regione Marche e dal comune di Urbino.
Ad essere raccontata, in modo del tutto originale, negli spazi delle Sale del Castellare del Palazzo Ducale di Urbino è la vicenda di un uomo che fu figura centrale del  Rinascimento europeo.
Baldassarre Castiglione, mantovano di origine ma urbinate d’adozione, è a tutti noto per il suo Cortegiano, opera che, tradotta nelle principali lingue dell’epoca, fornì “il” modello di comportamento per l’alta società dell’intero continente.
Ma limitare la figura del Castiglione a questa pur celeberrima opera sarebbe scelta del tutto limitante.
Come questa grande mostra evidenzia, la sua fu una figura di intellettuale finissimo, vicino a grandi artisti, Raffaello  in primis, ma anche a scrittori, intellettuali, regnanti e papi, attento politico, incaricato di ambascerie tra e più delicate del suo tempo. Uomo che sfuggì ad intrighi, che seppe muoversi in modo accorto in un periodo storico complessissimo.

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Attingendo alla fonte imprescindibile delle sue Lettere, la mostra ha il merito di ricostruire l’intera vicenda del Castiglione ponendola, correttamente, nel contesto del suo tempo, accanto a figure altrettanto complesse ed affascinanti come quelle di Guidobaldo da Montefeltro, Duca di Urbino, di Leone X, dei Medici, degli Sforza, dei Gonzaga e di Isabella d’Este “prima donna del mondo”, dell’Imperatore Carlo V e di artisti –  Raffaello innanzitutto, ma anche Leonardo, Tiziano, Giulio Romano…- , di fini intellettuali come Pietro Bembo e di studiosi come Luca Pacioli. Tra i tanti.
Sette sezioni fitte di opere importanti, utili a dare la dimensione dell’epoca raccontata. Integrate attraverso soluzioni multimediali che ampliano il racconto, offrendo ulteriori chiavi di lettura, agendo su  immagini  e stimoli visivi ed emotivi.
Una mostra ampia, complessa ma non complicata, imponente e stimolante. Scrigno d’arte ma anche di arti applicate: gli abiti per feste, tornei e parate,  le armi, le antiche edizioni e i manoscritti, poi la musica, per citare solo alcuni dei focus.

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Una grande mostra che trova Il suo naturale complemento nel Palazzo Ducale dei Montefeltro e nell’intera città di Urbino, contenitori e al contempo contenuto di un’esposizione che fa della corte urbinate uno dei suoi fondamentali punti di interesse.
Unire i nomi di Raffaello e di Baldassarre Castiglione – afferma Elisabetta Soletti, che, con Vittorio Sgarbi, cura la mostra – significa dare il giusto rilievo al fondamentale contributo del sommo artista e del grande scrittore nella creazione del mito di Urbino e della sua corte nei primi decenni del Cinquecento. A entrambi infatti si deve l’affermazione del primato culturale del Rinascimento italiano in tutta Europa. Il Cortegiano a lungo ha rappresentato il modello ideale dei valori della civiltà delle corti come è documentato dall’eccezionale successo editoriale dell’opera, che fu tradotta  in tutte le principali lingue nazionali, spagnolo, portoghese, francese, inglese, tedesco, polacco, un successo che conobbe una profonda e duratura fortuna fino al sc. XVIII”.

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Vittorio Sgarbi, ProSindaco di Urbino sostiene che “Urbino è il luogo che Raffaello non può dimenticare, è il luogo della sua infanzia, è il luogo di Piero della Francesca, è il luogo dei suoi amori, è il luogo della bellezza, dell’architettura, delle belle donne che lo porteranno alla dannazione. Bello e dannato. Io credo che ricordarlo voglia dire vedere in Raffaello il punto di arrivo di una vita compiuta. In soli 37 anni  egli ha fatto quello che un altro uomo non avrebbe fatto nemmeno in 100. Raffaello non è solo Rinascimento, è perfezione, è armonia, è l’arte che vince la natura”.
Info: www.vieniaurbino.it

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immagine 1 - Raffaello, Ritratto di Baldassarre Castiglione, 1516-19 riproduzione di FACTUM ARTE (Adam Lowe)
immagine 2 - Raffaello Sanzio, La Muta, 1507, olio su tavola, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino
immagine 3 - Tiziano, Ritratto del cardinale Pietro Bembo, 1545-1546, olio su tela, 114 x 97 cm, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte
immagine 4 - Jacometto Veneziano (?), Ritratto di fra Luca Pacioli con un allievo, 1495 circa, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte.
immagine 5 - Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze, Rotella di gala con presa di una città, olio su legno, secondo quarto del XVI secolo, Torino, Palazzo Madama.

Mostre e musei ai blocchi di ripartenza

Riceviamo e pubblichiamo
Forlì, Padova, Monza, Torino, Bassano del Grappa, Rovigo, Faenza, Urbino, Venezia... Sono diverse in Italia le mostre pronte ai blocchi di partenza, mentre altre stanno scaldandosi i muscoli.

Com’è noto, per mostre e musei, il via ufficiale è ipotizzato per lunedì 18 di maggio.
E la volontà di molte organizzazioni, pubbliche e private, è di rispettare questa data ma appare non improbabile che, per diversi motivi, tale attesa riapertura possa subire qualche ritardo.

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Giambattista Piranesi – Arco di Costantino

Mostre e Musei, per poter aprire i loro battenti, debbono infatti ottemperare alle prescrizione di sicurezza negli accessi, nella sanificazione, nelle distanze tra visitatori all’interno delle sale per tutelare il proprio personale e il pubblico. Interventi e strategie che sono ancora allo studio e che dovranno essere approvati dalle istituzioni competenti, azione che richiede del tempo. A questo si aggiunga la necessità di rinegoziare i prestiti delle opere per le mostre che si vorranno prorogare.
A lavorare per una riapertura“più veloce tecnicamente possibile, sono alcune delle grandi mostre della stagione, mostre avviate e poi chiuse, e mostre che dovevano inaugurare all’inizio del lockdown e che sono state ovviamente bloccate.
Una ampia campagna di affissioni con la scritta “prossima apertura” annuncia, a Palazzo Sturm a Bassano del Grappa, l’attesa monografica su Piranesi, mostra che celebra i 300 anni della nascita del famoso incisore. Salvo cambiamenti (avvertenza che vale per tutte le sedi e musei), l’apertura è ipotizzata per il 20 giugno sino al 19 ottobre. Dal 20 maggio invece riapriranno le collezioni permanenti dei Musei Civici di Bassano nelle loro varie sedi.

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Gustave Dor – Divina Commedia Inferno canto V

Rovigo, in Palazzo Roncale, si lavora per la riapertura de La quercia di Dante, mostra inaugurata a marzo e chiusa dopo sole 48 ore. Slitta invece a metà settembre, sempre a Rovigo, Chagall, che sarà proposta in Palazzo Roverella, originariamente prevista nella stagione primaverile.
Via libera anche per Picasso. La sfida della ceramica, la grande esposizione proposta dal MIC Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, con proroga prevista fino al 2 giugno. Con orario ridotto dalle 9 alle 14, tutti i giorni (eccetto il 25 maggio) ad ingressi gratuiti e contingentati, preferibilmente su prenotazione.
Ad Urbino Baldassare Castiglione e Raffaello. Volti e momenti della vita di corte”(Sale del Castellare, in Palazzo Ducale), non potrà prendere il via prima del 16 luglio. Lo slittamento di un mese è stato obbligato dalla oggettiva difficoltà di far viaggiare i capolavori concessi alla mostra da musei di altri paesi. La data di chiusura è stata, a sua volta, rimodulata al primo novembre.
I Musei Civici di Venezia, da parte loro, preventivano la riapertura graduale dal primo di giugno, cominciando da Palazzo Ducale e Museo Correr con giorni e orari di apertura ridotti. Date le regole sulla mobilità, si presuppone che i primi a varcare le porte saranno i cittadini veneziani, che hanno da sempre accesso gratuito, e i residenti in Veneto, per accogliere poi i cittadini del mondo in tutte le 11 sedi museali, man mano che si concretizzerà la libera circolazione.

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Luca Giordano, Ulisse e Calipso, olio su tela. Rovigo, Pinacoteca dell’Accademia dei Concordi

Civici Musei di Verona con le loro 9 sedi – tutte molto diverse tra loro e ciascuna con caratteristiche specifiche stanno programmando il calendario delle varie aperture. Entro la prima metà di giugno, la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti riaprirà al pubblico, presentando la mostra La mano che crea. Ugo Zannoni 1836-1919 scultore, collezionista e mecenate.
Sin qui le decisioni già delineate.
Stanno ancora valutando normative e situazione, altre realtà italiane che accolgono mostre importanti nelle loro sedi, mostre inaugurate prima del lockdown.
Tra esse, al San Domenico di Forlì la grande mostra su Ulisse, considerata con Raffaello alle Scuderie, nel meglio del meglio della stagione. Si sta valutando la possibilità di prorogare la mostra per l’estate.
Medesima situazione per A nostra immagine. Scultura in terracotta nel Rinascimento: da Donatello a Riccio, allestita al Museo Diocesano di Padova.

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Mario De Biasi, Gli italiani si voltano, Moira Orfei, 1954 © eredi di Mario De Biasi

Così come Giappone. Terra di geisha e samurai alla Villa Reale di Monza.
Memoria e la passione. Capolavori della collezione Bertero, a Torino, a Camera Centro Italiano per la fotografia.
Non ultima, la mostra Tra Simbolismo e Futurismo. Gaetano Previati al Castello Estense di Ferrara.
Va chiarito che le date qui ipotizzate potrebbero essere ridefinite in relazione all’interpretazione delle diverse normative e dell’andamento della situazione post lockdown. Così come è probabile che talune sedi osservino orari particolari. È quindi consigliabile controllare i siti aggiornati delle singole mostre ed istituzioni.

Le Marche celebrano Raffaello Sanzio a cinquecento anni dalla morte

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La Regione Marche celebra il suo “figlio illustre” nel cinquecentenario dalla morte: Raffaello Sanzio. Tutti gli eventi che la Regione dedica al grande artista urbinate. E proprio Urbino è stata inserita dal New York Times tra le mete consigliate per il 2020

Il 2020 è l’anno delle celebrazioni del 500° anniversario della morte di Raffaello Sanzio, artista che ha mosso i suoi primi passi proprio nelle Marche, in particolare a Urbino, sua città natale.
Le Marche, nominate da Lonely Planet Best in Travel 2020, al secondo posto tre le dieci migliori destinazioni al mondo e unica  italiana in classifica, è pronta a celebrare il suo illustre concittadino con una serie di mostre e eventi non solo nella regione, ma anche all’estero.

URBINO
Urbino, città Unesco, è stata recentemente inserita dal New York Times tra le mete turistiche del 2020, quindi da dove, se non dalla città dei Montefeltro, può partire il unnamed (4)tour alla scoperta di Raffaello nelle Marche?
Raffaello Sanzio nacque a Urbino il venerdì santo 28 marzo 1483 e lì nella casa del padre Giovanni Santi, umanista, poeta e pittore alla corte di Federico da Montefeltro, visse i primi anni della sua formazione artistica. Ancora oggi è possibile visitare la casa natale di Raffaello – casaraffaello.com – dove, come scriveva Carlo Bo nel 1984, “ha imparato la divina proporzione degli ingegni, soprattutto ha imparato il valore della filosofia, della dignità da dare al suo lavoro di Pittore”.
Al primo piano si apre un’ampia sala con soffitto a cassettoni dove è conservata l’Annunciazione, tela di Giovanni Santi, assieme a copie ottocentesche di due opere realizzate da Raffaello: la Madonna della Seggiola e la Visione di Ezechiele. In una piccola stanza attigua, ritenuta la stanza natale del pittore, è collocato l’affresco della Madonna col Bambino attribuito dalla critica ora a Giovanni Santi, ora a Raffaello giovane. Di particolare interesse sono un disegno attribuito a Bramante (1444 – 1514) e la raccolta di ceramiche rinascimentali, deposito temporaneo della Collezione Volponi. Al piano superiore, sede dell’Accademia Raffaello, sono conservati alcuni oggetti strettamente connessi a Raffaello – copie di suoi dipinti, bozzetti per il suo monumento, omaggi di altri artisti al Pittore, ecc. – e una ricca documentazione della storia delle città in campo artistico, civile e religioso e del mito che in varie epoche ha accompagnato la figura dell’urbinate.
A pochi passi da lì, si arriva al Palazzo Ducale, voluto da Federico da Montefeltro e dimora principesca tra le più belle d’Europa. Oggi è sede della Galleria Nazionale delle Marche, che conserva nelle sue collezioni uno dei dipinti più enigmatici di Raffaello, il Ritratto di gentildonna detta la Muta, per le labbra perfettamente sigillate. Probabilmente Raffaello ha dipinto lo stesso soggetto in due fasi diverse: una prima unnamed (3)stesura risale al periodo giovanile, quando la donna viene rappresentata con forme più morbide, i capelli mossi e una scollatura più ampia, mentre la figura ora visibile mostra tratti di austerità nel volto, i capelli raccolti, una posizione leggermente diversa delle spalle e non ha la scollatura, segno della morte del marito che avvenne nel 1501.
Alla Galleria Nazionale delle Marche è in corso fino al 13 aprile la mostra Raphael Ware. I colori del Rinascimento a cura di Timothy Wilson e Claudio Paolinelli che presenta 147 raffinati esemplari di maiolica italiana rinascimentale, provenienti dalla più grande collezione privata al mondo, di questo genere, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione su quell’importante momento della tradizione artistica italiana, a cui viene associato il nome del grande pittore urbinate, in inglese Raphael ware appunto.
Inoltre a Urbino, a partire dalle prime settimane del 2020, a seguire fino alla fine dell’anno, saranno organizzati in successione una serie di eventi legati al nome di Raffaello: mostre, convegni, spettacoli, scambi culturali internazionali, manifestazioni sportive, attività ludiche, percorsi di visita.
Infine dalla primavera, nelle Sale del Castellare di Palazzo Ducale, prenderà avvio la mostra Raffaello e Baldassarre Castiglione che, attraverso la figura dell’autore del Cortegiano, intende raccontare la cultura di un’epoca straordinaria.

LE MOSTRE DEDICATE A RAFFAELLO
Il Museo Pontificio della Santa Casa di Loreto (AN) presenta dal 4 aprile al 5 luglio 2020 la mostra La “Madonna del velo o Madonna di Loreto” di Raffaello. Storia avventurosa e successo di un’opera, che darà conto della storia di un celebre soggetto unnamed (1)caro a Raffaello, la cosiddetta Madonna del Velo o Madonna di Loreto appunto, una cui pregevole replica della bottega dello stesso maestro urbinate – di cui ora di sono perse le tracce – fu donata all’inizio del XVIII secolo al santuario lauretano. Curata da Fabrizio Biferali e Vito Punzi, con la consulenza dei Musei Vaticani, l’esposizione da un lato ricostruirà le vicende relative ai passaggi di sede del dipinto raffaellesco, dall’altro sarà l’occasione per poter fruire – insieme con opere d’arte di confronto e materiali storico-documentari – di un’altra pregevole versione del soggetto che verrà restaurata per l’occasione. Si tratta di quella attribuita a Raffaello e bottega, oggi in collezione privata, che faceva parte sin dal 1822 di una ricca raccolta di dipinti antichi conservata nella residenza di campagna di Philip J. Miles a Leigh Court nei pressi di Bristol. Nei primi anni del Novecento Adolfo Venturi poté visionare il quadro a Sanremo presso la collezione del principe romano don Giovanni Del Drago e fu il primo ad attribuirlo a Raffaello. Il suo giudizio sarebbe stato poi avallato da altri illustri specialisti del Rinascimento italiano quali Bernard Berenson, Georg Gronau e Roberto Longhi, che ebbero modo di ammirare l’opera nella villa fiorentina del principe Del Drago, e alcuni anni dopo da Federico Zeri.
A Jesi (AN) invece presso i Musei Civici di Palazzo Pianetti, andrà in scena dal 6 giugno 2020 al 6 gennaio 2021 la mostra Raffaello e Angelo Colocci. Bellezza e scienza nella costruzione del mito della Roma antica, a cura di Giorgio Mangani, Francesco P. Di Teodoro, Ingrid Rowland, Vincenzo Farinella, Fabrizio Biferali, Paolo Clini. L’esposizione unnamed (2)vuole esplorare le connessioni tra Raffaello e l’umanista jesino Angelo Colocci, punto di riferimento a Roma per artisti, antiquari e poeti, attraverso documenti originali e l’uso di tecnologie digitali innovative che permetteranno ricostruzioni dei capolavori raffaelleschi. In particolare, grazie al libro La bellezza del numero. Angelo Colocci e la nascita dello stato nazione di Giorgio Mangani (Il Lavoro Editoriale, 2018), è possibile ipotizzare che Colocci possa aver avuto un ruolo importante nella progettazione dei contenuti della Stanza della Segnatura di Raffaello nelle Stanze Vaticane, non solo, che vi sia anche rappresentato, nella Scuola di Atene, nelle sembianze del personaggio barbuto (nelle vesti di Strabone o Zoroastro) che tiene in mano il cosmo, ritratto vicino a Raffaello. La mostra ripercorre così l’affascinante storia di questo personaggio, illustrandone i molteplici interessi e soprattutto rileggendo alcune delle pagine più straordinarie di Raffaello attraverso gli occhi dell’umanista che in qualche modo ha influenzato l’artista e fu un punto di riferimento fondamentale nella Roma di Leone X per tutti coloro che guardavano alla rinascita dell’Antico come a una uova forma di splendore della rinata caput mundi.

LA MOSTRA IMPOSSIBILE DI RAFFAELLO IN UN TOUR EUROPEO E NON SOLO
La Regione Marche – in collaborazione con ENIT – Agenzia Nazionale Turismo e Aerdorica Aeroporto delle Marche e con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – ha voluto iniziare in anticipo le celebrazioni raffaellesche con la mostra Raffaello Una mostra impossibile che inaugurata il 22 novembre 2019 chiuderà domani, 19 gennaio 2020 all’aeroporto delle Marche di Falconara Marittima proprio a lui intitolato. L’esposizione sarà oggetto di un tour che unnamedsupererà i confini nazionali, infatti sarà ad aprile a Parigi, a luglio e agosto in Russia prima a Ekaterinburg e dopo a Mosca e poi farà tappa anche in Germania e Belgio. La mostra, ideata e curata da Renato Parascandolo e con la direzione scientifica di Ferdinando Bologna recentemente scomparso, presenta 45 dipinti di Raffello – compreso l’affresco de La Scuola di Atene – riprodotti in scala 1:1 e riuniti insieme, permettendo così di ammirare in un unico allestimento opere disseminate in 17 paesi diversi, un’impresa che non riuscì nemmeno allo stesso artista. Una carriera folgorante quella di Raffaello, morto a soli 37 anni, che la mostra racconta affiancando riproduzioni di opere provenienti dai maggiori musei del mondo con l’obiettivo di rivolgersi prevalentemente ai giovani e a quanti non frequentano abitualmente i musei e le esposizioni d’arte, permettendo a un pubblico vasto e allargato di avvicinarsi ai più grandi autori della storia dell’arte – in questo caso a Raffaello – e portare i visitatori alla scoperta di un territorio ricco di fascino, storia e tradizioni culturali ed eno-gastronomiche, partendo proprio da Urbino, città natale di Raffaello Sanzio, nonché Patrimonio Unesco.

Raffaello e la sua arte: i luoghi iconici per scoprire la sua arte

Riceviamo e pubblichiamo
Volagratis.com ci presenta, a 500 anni dalla morte del grande artista Urbinate, i luoghi dove andare per scoprire i capolavori che hanno contraddistinto la breve esistenza terrena di Raffaello Sanzio.

Nel 2020 il mondo celebra Raffaello Sanzio, uno dei più grandi pittori del 1200px-Raffaello_SanzioRinascimento.
In occasione del 500° anniversario della morte dell’artista, avvenuta a Roma il 6 aprile 1520, Volagratis.com suggerisce un viaggio attraverso i luoghi della sua arte: da Urbino, dove il pittore è nato nel 1483, fino agli Stati Uniti, dove si possono ammirare molti dei suoi dipinti, passando per Città di Castello, Firenze e Roma, cuore pulsante della sua arte.

Urbino, il museo nella casa di Raffaello
Raffaello nacque nel 1483 a Urbino, città in cui si respirava l’atmosfera artistica del 1 - UrbinoRinascimento e dove si potevano già allora ammirare le opere dei grandi artisti dell’epoca. Oggi la sua casa natale è un museo a lui dedicato, un luogo dove l’artista è raccontato a 360° e dove si possono contemplare alcune delle sue primissime opere, come la Madonna col Bambino, affrescata quando Raffaello aveva appena 15 anni. La città, all’interno del Palazzo Ducale, ospita anche la Galleria Nazionale delle Marche, uno scrigno dove sono esposte non solo alcune opere del pittore urbinate, ma anche quelle di Tiziano, Paolo Uccello e Piero della Francesca. Il tour alla scoperta dell’artista rinascimentale potrebbe partire da qui.

Città di Castello, le opere di Raffaello nella Pinacoteca
A Città di Castello Raffaello trascorse cinque anni della sua vita, quasi tutti all’interno 2 - Città di Castello (pixabay)della bottega del padre, anch’egli pittore. È proprio nella città umbra in provincia di Perugia che ottenne la sua prima commissione indipendente: lo stendardo della Santissima Trinità, realizzato nel 1499 e oggi conservato all’interno della Pinacoteca comunale, una galleria allestita tra le sale quattrocentesco Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Fu proprio quest’opera, fresca e innovativa, che permise a Raffaello di farsi conoscere al di fuori delle mura paterne, dando il via a un periodo di viaggi e di commissioni che lo resero famoso in tutta Italia.

Perugia, Raffaello realizza le pale d’altare
Perugia fu una delle città italiane che per prima si rese conto delle abilità straordinarie 3 - Perugiadi Raffaello. Qui l’artista realizzò molte pale d’altare, come la Pala Colonna o la Pala degli Oddi, dipinti ad olio e quadri raffiguranti uno dei temi a lui più cari: quello della Vergine con il Bambino, declinato in decine di modi diversi nel corso della sua vita. Le opere oggi sono esposte in tutto il mondo, ma alcune si possono ammirare proprio nel capoluogo all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria: è il caso di uno dei cinque pezzi che compongono la Pala Baglioni, realizzata per la chiesa di San Francesco al Prato e oggi una delle opere di punta della Galleria.

Firenze, Raffaello alla Galleria degli Uffizi
Dopo una breve sosta a Siena, città dove Raffaello affiancò l’ormai anziano Pinturicchio Florence cityscape a blue sky daynella realizzazione dei cartoni per gli affreschi della Libreria Piccolomini, il pittore si trasferì a Firenze, culla del Rinascimento. Risalgono proprio al periodo toscano alcune delle opere più famose dell’artista, come la Madonna del Cardellino, il Ritratto di Agnolo Doni e quello di Maddalena Strozzi o il suo stesso Autoritratto. Oggi la Galleria degli Uffizi e la Galleria Palatina, rendono Firenze, insieme a Roma, una delle città italiane con la più alta concentrazione di opere di Raffaello.

Roma, dove Raffaello è sepolto
Nei primi anni del ‘500, papa Giulio II diede il via a un’enorme opera di rinnovo, un 5 - Roma _ Pantheon (Pixabay)piano ideato per ridare splendore alla città sia dal punto di vista artistico che urbanistico. Raffaello fu uno degli artisti che prese parte a questo progetto e a soli 25 anni iniziò ad affrescare le sale degli attuali Musei Vaticani, ancora oggi note come Stanze di Raffaello, e a realizzare gli arazzi per la Cappella Sistina. Le sue opere abbelliscono anche importanti palazzi come Villa Farnesina, e chiese, tra cui Santa Maria del Popolo. Il suo genio ha inoltre contribuito alla realizzazione della Cattedrale di San Pietro, per la quale progettò il corpo centrale e longitudinale della chiesa. Raffaello morì a Roma all’età di appena 37 anni e oggi è sepolto all’interno del Pantheon, dove per tutto il 2020 una rosa rossa posta sulla tomba celebrerà i 500 anni dalla sua morte.

Milano, Raffaello a Palazzo della Permanente e alla Pinacoteca di Brera
Anche se il pittore urbinate non raggiunse mai Milano, un’ottima occasione per visitare il 6 - Milano _ pinacoteca di Brera (pixabay)capoluogo lombardo è la mostra allestita a Palazzo della Permanente, che, fino al 2 febbraio 2020, permetterà di vivere un’esperienza immersiva realizzata per approfondire la vita e le opere dell’artista a chilometri di distanza dalla sua casa natale e dai luoghi che l’hanno accolto in vita. Non solo, all’interno della Pinacoteca di Brera è ospitata in modo permanente una delle sue opere più celebri: lo Sposalizio della Vergine, realizzato a Città di Castello nel 1504; un altro buon motivo per visitare Milano.

Francia, nel Louvre 14 opere di Raffaello
La Francia, dopo l’Italia, è il secondo paese al mondo che custodisce il maggior numero 7 - Parigi _ Louvredi opere di Raffaello e questo la rende una delle destinazioni internazionali da raggiungere se si vuole scoprire l’arte del pittore urbinate. Il solo Museo del Louvre di Parigi conserva ben 14 opere, di cui 13 dipinti ad olio e un affresco, mentre altre si trovano nel Musée Condé di Chantilly e nel Museo des Beaux-Arts di Strasburgo. Tra le opere “francesi” ci sono la Madonna di Orleans, la Belle Jardinière e il Ritratto di Baldassarre Castiglione, dei veri e propri capolavori.

Londra, nel 2020 la mostra più grande mai dedicata all’artista
16 opere di Raffaello sono esposte inoltre nel Regno Unito e la maggior parte si trova 8 - Londra _ National Gallery (pixabay)all’interno della National Gallery di Londra. Tra queste spiccano la Madonna dei Garofani, un pezzo della Pala Colonna realizzata a Perugia, il ritratto di Santa Caterina d’Alessandria e il ritratto di Giulio II. Ma chi visiterà il museo tra il 3 ottobre 2020 e il 24 gennaio 2021 potrà ammirare anche molti altri dipinti, perché la National Gallery allestirà la più grande mostra mai realizzata sull’artista: oltre 90 opere, provenienti da collezioni pubbliche e private, esposte per celebrare i 500 anni dalla sua morte. Alcune di queste, come gli affreschi delle Stanze Vaticane, saranno presenti a Londra grazie a innovative soluzioni multimediali.

Stati Uniti, Raffaello in 8 musei diversi
Le opere di Raffaello sono arrivate anche oltreoceano. Per ammirare il talento del 9 - New York _ metropolitanpittore, si può volare anche negli Stati Uniti, dove i dipinti sono stati accolti in 8 musei diversi: dal Metropolitan Museum of Art di New York, sulla costa orientale, fino al Norton Simon Museum of Art di Pasadena, in California, sulla costa occidentale. Tra le città in cui si può godere dei ritratti e delle opere sacre realizzate dall’artista marchigiano ci sono anche Washington, Boston, Baltimora, Detroit, Worcester (Massachusetts) e Raleigh (North Carolina).

A proposito di Volagratis.com
Lanciato in Italia nel 2004, Volagratis.com è stato il pioniere dei motori di ricerca per voli. Oggi il sito propone un’ampia offerta integrata che comprende voli da compagnie aeree tradizionali e low cost, pacchetti vacanze, hotel, crociere, noleggio auto e molti altri prodotti e servizi legati ai viaggi. I clienti possono cercare, confrontare e prenotare rapidamente le migliori offerte, per utilizzare al meglio il proprio budget. Volagratis.com è parte del gruppo lastminute.com, una travel company con l'obiettivo di ispirare e arricchire la vita dei propri clienti, leader nel settore dei viaggi online e del tempo libero a livello mondiale. Il gruppo opera attraverso un portafoglio di brand noti come lastminute.com, Volagratis, Rumbo, weg.de, Bravofly, Jetcost e Hotelscan. Chi ha stravoglia di partire, volagratis. Maggiori informazioni: www.volagratis.com

Regione Marche: “Best in Travel 2020”, nominata da Lonely Planet

Riceviamo e pubblichiamo
La Regione Marche è stata nominata dalla guida turistica Lonely Planett “Best in Travel 2020”, seconda regione al Mondo da visitare, tra le dieci migliori e unica destinazione italiana in classifica.

Urbino

Urbino

Un 2020 per la Regione Marche che si preannuncia ricco di attività e iniziative, a conferma del ruolo di rilievo, a livello mondiale, che gli ha tributato Lonely Planet, la guida turistica per  eccellenza, punto di riferimento non solo per chi vuole partire zaino in spalla, ma per tutti coloro che amano scoprire da vicino, aneddoti, usi e costumi di ogni parte del globo.
Le Marche nel 2020 saranno sinonimo di arte, cultura, sport, natura ed enogastronomia.
Sono già iniziate le celebrazioni per il 500° anniversario dalla morte del grande artista Raffaello Sanzio, con la mostra Raffaello Una mostra impossibile in corso fino al 19 gennaio all’Aeroporto delle Marche di Falconara Marittima.

Laghi di Pilato - Sibillini

Laghi di Pilato – Sibillini

Non mancheranno eventi e proposte per gli amanti dello sport e della natura con il progetto Marche Outdoor che con Vincenzo Nibali, campione del ciclismo mondiale come testimonial, permetteranno di scoprire la regione Marche attraverso oltre 24 percorsi ciclabili, collegati ad innumerevoli experience disseminate su tutto il territorio.
Nella guida Best in Travel 2020 di Lonely Planet si legge a proposito della Regione Marche: “Una delle ragioni del suo grande fascino è proprio quella di poter esplorare con calma, e in relativa solitudine, maestose rovine romane, svettanti architetture gotiche, massicci castelli medievali e sublimi palazzi rinascimentali che custodiscono collezioni d’arte tra le più ricche d’Italia. Il tutto racchiuso tra alte montagne boscose e la placida costa dell’Adriatico e condito da golosi festival gastronomici”.

Arena Sferisterio - Macerata

Arena Sferisterio – Macerata

In queste righe si condensa la motivazione espressa da Lonely Planet che ha fatto guadagnare alle Marche il titolo di Best in Travel 2020. Al secondo posto tre le dieci migliori al mondo e unica destinazione italiana in classifica, la Regione Marche dimostra anche con i numeri il motivo di questo primato: secondo l’Osservatorio regionale del Turismo, da gennaio ad ottobre 2019, si è registrato un + 5,46 negli arrivi e + 5,95 nelle presenze rispetto al 2018, un dato più che lusinghiero considerati anche i recenti avvenimenti sismici del 2016. Dopo un primo calo fisiologico infatti, proprio l’area del cratere nel 2018 ha visto un +10,21% negli arrivi e + 16,46 % nelle presenze.

Ascoli Piceno - Piazza del Popolo

Ascoli Piceno – Piazza del Popolo

MARCHE BELLEZZA INFINITA è il claim che accompagna la promozione turistica della regione, ecco perché! Proprio a cominciare dalle zone del sisma come Ascoli Piceno, città medievale tra le più belle d’Italia, con le sue torri e i palazzi in travertino, Loreto sede di uno dei santuari mariani più celebri d’Europa e nel contempo è ricca di opere d’arte e ovviamente Urbino, città UNESCO, una delle capitali del Rinascimento dove il duca Federico da Montefeltro volle realizzare il Palazzo ducale, dimora principesca tra le più belle d’Europa.
Le Marche, da sempre “porta d’Oriente” del nostro Paese, sono l’unica regione italiana “al plurale”, forse perché caratterizzata dalla presenza dei monti Appennini da un lato, che dolcemente degradano lungo vallate parallele fino al mare dall’altro. Terra di grandi personalità, da Giacomo Leopardi a Raffaello da Urbino, da Giovan Battista Pergolesi a Gioachino Rossini, da Gaspare Spontini a Padre Matteo Ricci a Federico II.

Grotte di Frasassi

Grotte di Frasassi

Le Marche sono un vero e proprio museo diffuso, un parco naturale e marino da un lato dove spicca il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi con l’eccezionale spettacolo delle Grotte di Frasassi e dall’altro una rete di città d’arte e borghi storici incastonati in un mare di colline coltivate, che si affacciano su vallate che vanno dal mare all’ Appennino, dove sono conservati capolavori di Raffaello, Piero della Francesca e Lorenzo Lotto, P.P. Rubens e Tiziano, teatri storici del XVIII secolo, strade e anfiteatri romani, librerie storiche, botteghe di ceramica. Una regione che offre un cartellone culturale ricco di  anifestazioni note a livello internazionale come il Rossini Opera Festival a Pesaro, lo Sferisterio Opera Festival a Macerata e a Jesi e nella Vallesina il Festival Pergolesi Spontini, fino al Summer Jumboree a Senigallia e a festival e rievocazioni storiche che si susseguono per tutta la stagione estiva.
Santa Maria della Rocca - OffidaN
on solo acconto a musei, biblioteche, archivi e teatri, il patrimonio culturale è ricco di beni monumentali: abbazie, monasteri, chiese sono distribuite in tutto il territorio e anche castelli, centri murati, fortezze che raccontano un passato glorioso, vivace, i cui tratti salienti si sono mantenuti intatti in tutti i comuni.
Le Marche sono anche rinomate per le loro eccellenze enogastronomiche, come il Prosciutto di Carpegna, i moscioli della baia del Conero, il tartufo di Acqualagna, nonché la presenza di chef stellati come il tre stelle Michelin Mauro Uliassi e il due stelle Moreno Cedroni, entrambi attivi a Senigallia (AN), nominata tra l’altro città italiana del 2019 da Gambero Rosso.
Il 2020 sarà l’anno delle celebrazioni di Raffaello Sanzio, artista che ha mosso i suoi primi passi proprio a Urbino, sua città natale e che la Regione Marche – in collaborazione con ENIT – Agenzia Nazionale Turismo e Aerdorica Aeroporto delle Marche e con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – ha voluto celebrare in anteprima con la mostra Raffaello Una mostra impossibile in corso fino al 19 gennai 2020 all’aeroporto delle Marche di Falconara Marittima proprio a lui intitolato.

Raffaello Una mostra impossibile - Aeroporto delle Marche, Falconara Marittima (AN)

Falconara Marittima – mostra Raffaello

La mostra, ideata e curata da Renato Parascandolo e con la direzione scientifica di Ferdinando Bologna recentemente scomparso, presenta 45 dipinti di Raffello – compreso l’affresco de La Scuola di Atene – riprodotti in scala 1:1 e riuniti insieme, permettendo così di ammirare in un unico allestimento opere disseminate in 17 paesi diversi, un’impresa che non riuscì nemmeno allo stesso artista. Una carriera folgorante quella di Raffaello, morto a soli 37 anni, che la mostra racconta affiancando riproduzioni di opere provenienti dai maggiori musei del mondo con l’obiettivo di rivolgersi prevalentemente ai giovani e a quanti non frequentano abitualmente i musei e le esposizioni d’arte,
permettendo a un pubblico vasto e allargato di avvicinarsi ai più grandi autori della storia dell’arte – in questo caso a Raffaello – e portare i visitatori alla scoperta di un territorio ricco di fascino, storia e tradizioni culturali ed eno-gastronomiche, partendo proprio da Urbino, città natale di Raffaello Sanzio, nonché Patrimonio Unesco.

Il campione del ciclismo mondiale Vincenzo Nibali, testimonial di Marche Outdoor

Vincenzo Nibali

Punta di diamante della proposta turistica marchigiana per il 2020 è il progetto Marche Outdoor, inaugurato nel 2019 e che avrà come testimonial d’eccezione il campione del ciclismo mondiale Vincenzo Nibali. La filosofia del progetto è quella di promuovere un’economia del territorio sostenibile, proponendo la bicicletta come mezzo e non come “fine” e facendo vivere al cicloturista tutte le emozioni che la regione può offrire, attraverso 24 percorsi ciclabili che interessano tutte le Marche.
Non solo, la filosofia del progetto è stata sposata anche dall’artista Michelangelo Pistoletto che ha visto nella regione il luogo della “Rinascita” per l’Italia ed il mondo, coniando il concetto di “Marche Rebirth”. L’obiettivo è rilanciare il territorio duramente colpito dal sisma del 2016 attraverso le risorse materiali, paesaggistiche e artistiche, e immateriali costituite da persone, tradizioni, mestieri e saperi, che si trasformano in un’opera artistica collettiva che può essere percorsa dal viaggiatore, in particolare seguendo i percorsi cicloturistici proposti. Una modalità di scoperta e di viaggio a impatto zero ed ecosostenibile che permette al ciclo-turista di vivere e assaporare le emozioni e i prodotti che il territorio marchigiano può offrire con le sue biodiversità, colori e sapori diversificati ed un paesaggio naturale “intatto”.

Loreto

Loreto

Un vero e proprio “museo a cielo aperto” da scoprire attraverso gli itinerari disponibili sul sito http://www.marcheoutdoor.it e sull’app dedicata, e dove l’uomo è al centro e può vivere con i ritmi della natura e tornare in simbiosi con l’ambiente.
Il 2020 inoltre sarà l’anno del Giubileo Lauretano in occasione del centenario della proclamazione della Vergine Lauretana quale Patrona universale degli aeronauti, avvenuta il 24 marzo 1920. Il Giubileo ha avuto inizio l’8 dicembre 2019, con l’apertura della Porta Santa nel Santuario di Loreto presieduta da S. Em.za il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato e si concluderà il 10 dicembre 2020.

Siti web
www.turismo.marche.it
http://eventi.turismo.marche.it
www.destinazionemarche.it
www.marcheoutdoor.it

Cantiano (Pu): 4 e 5 maggio per il Grand Tour delle Marche “Tipicità” c’è La Piazza del Gusto

Riceviamo e pubblichiamo

DSCF6541 CANTIANO foto archivio

foto archivio

Tappa assai golosa per il Grand Tour delle Marche nel primo week end di maggio, con un’intera cittadina che si trasforma proponendo un’esperienza dai sapori autentici.
A Cantiano (PU), il 4 ed il 5 maggio è il momento de “La Piazza del Gusto”, un tributo alle assolute unicità gastronomiche di questo territorio, con il pane di Chiaserna e l’Amarena di Cantiano, insieme a tante altre eccellenze che qui sono di casa.
Avvolto dal rassicurante abbraccio del monte Catria, nel territorio a cavallo tra Marche e Umbria che fu dominio dei Montefeltro Duchi d’Urbino e già attraversato in epoca romana dalla consolare “Flaminia”, Cantiano è un luogo di saggezza antica, dove molti “forestieri” approdano attratti dall’alta qualità della vita del borgo e dalle secolari faggete che lo circondano.

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foto archivio

L’Amministrazione comunale ha deciso di credere fermamente nel potere attrattivo del paese, lanciando la vendita delle case non utilizzate alla simbolica cifra di un euro, per stimolare il ripopolamento e dare nuova linfa all’economia locale. Subito tantissime, più di trecento, le richieste arrivate da tutto il mondo.
Tra menù di territorio, passeggiate e mercatini, La Piazza del Gusto è una sintesi perfetta delle ricchezze che questa terra baciata dagli elementi è in grado di offrire agli ospiti.

CANTIANO Pane di Chiaserna foto L.Soriani

foto L. Soriani

Il pane di Chiaserna, prodotto con acqua di sorgente e “lievito madre”, utilizza anche grani antichi estremamente gustosi e funzionali ad un’equilibrata alimentazione. Il rispetto della semplicità e della tradizione nella panificazione, con una fermentazione in tutta calma, lo rendono leggero e fragrante, anche nel tempo. Non a caso, domenica 5 maggio, è in programma l’inaugurazione di uno spazio espositivo dedicato al “Mulino a pietra”, a completamento del progetto “Filiera corta del Pane di Chiaserna“.
L’Amarena di Cantiano, a sua volta, è un frutto prezioso e rinomato a livello internazionale. In questo territorio, il visciolo o amarena cresce spontaneamente. Agli albori del ‘900, due imprenditori iniziarono a commercializzare lo sciroppo di visciole, denominato appunto “Amarena di Cantiano”, che ebbe un tale successo da essere conosciuto in tutta Italia come simbolo di raffinatezza gastronomica, apprezzato anche dalla Real Casa Savoia.

CANTIANO 107 foto archivio jpeg

foto archivio

Con la Piazza del Gusto ci sarà la possibilità di assaggiare anche il tartufo estivo, la birra agricola del Catria, così come la tradizionale polenta alla carbonara, insieme ai salumi ed alle prelibate carni bovine ed equine da allevamenti allo stato brado.
La Piazza del Gusto è la seconda tappa del Grand Tour delle Marche 2019, promosso da ANCI e Tipicità, con la project partnership di Banca Mediolanum e Mediolanum Private Banking. Tutte le informazioni per conoscere le attrattive dei dintorni e le attività inserite nel programma della manifestazione, sulla piattaforma www.tipicitaexperience.it.

Destinazione Bit… Marche bellezza infinita tra Lotto, Leopardi, Raffaello e tante opportunità

a cura della Redazione

Marche Urbino casa natale Raffaello

Urbino – casa natale di Raffaello

Ci siamo quasi: mancano pochissimi giorni alla Bit 2019, dal 10 al 12 febbraio in fieramilanocity.
Oggi per il nostro appuntamento con la Borsa internazionale del Turismo incontriamo nuovamente le Marche che Le Marche si presentano in Bit con diverse iniziative. Ne abbiamo parlato con l’Assessore al Turismo e Cultura Regione Marche Moreno Pieroni.
Cosa vi aspettate dalla presenza a Bit 2019?
La Regione Marche sarà presente all’edizione 2019 della Bit con circa 38 operatori turistici pronti a offrire proposte legate al turismo del mare forte di sedici Bandiere Blu, tour nelle città d’arte e nei borghi, esperienze di natura attiva (bike, trekking, motorbike). Ci aspettiamo quindi, come gli altri anni, un grande afflusso di operatori e pubblico, che abbiamo cercato di stimolare anche durante le feste natalizie grazie alle campagne di comunicazione Marche bellezza infinita andata in onda nei cinema su RAI 1 e Lorenzo Lotto. Il richiamo delle Marche, relativa alla grande mostra in corso a Macerata fino al 10 febbraio 2019.

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Lorenzo Lotto – Madonna del Rosario

Quale sarà il focus per la Regione Marche?
Forti del recente riconoscimento del Sunday Times di Londra come destinazione autentica da scoprire (Forget Tuscany: Discover the hills and beaches of Le Marche, Italy’s secret region, 13 Gennaio 2019), ospiteremo nell’area Eventi molti appuntamenti, tra cui una tavola rotonda dedicata al mare e la presentazione di eventi e tendenze 2019 come il Bicentenario dell’Infinito di Giacomo Leopardi che già sta riscuotendo una grande successo di pubblico a Recanati.  Nel 2019 ricorre infatti l’anniversario della composizione dell’Infinito, una delle liriche più celebri dei Canti di Giacomo Leopardi, da lui redatta  durante la prima giovinezza a Recanati, fra il  1818 e il 1819. Si tratta di un evento che si prospetta di risonanza mondiale, soprattutto dopo la crescente attenzione del mondo anglosassone nei confronti del poeta. Sarà pertanto un’imperdibile occasione per far conoscere a tutti i celebri luoghi leopardiani. Nel 2020, cadrà il 500° anniversario dalla morte di Raffaello Sanzio, uno dei  più celebri pittori del Rinascimento italiano, nato ad Urbino nel 1483 e morto a Roma nel 1520.  Stiamo inoltre lavorando per la valorizzazione di Senigallia come città della fotografia, Loreto città della fede e Castelfidardo città della fisarmonica, Fabriano città creativa UNESCO che nel 2019 dal 10 al 15 giugno ospiterà il Forum delle città creative UNESCO di tutto il mondo.

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Recanati – statua a Leopardi

Quali sono gli obiettivi in merito al target consumer?
Cercheremo di intercettare i futuri turisti attraverso proposte mirate per il periodo estivo. Il prodotto mare sarà quindi centrale integrato con l’offerta culturale che coinvolge i grandi centri come Pesaro, Ascoli Piceno, Fano, Macerata, Senigallia, Ancona e tutti i borghi. Il ricco calendario di mostre ed eventi ha consentito nel 2018 di registrare un buon flusso di presenze e continueremo su questa strada per intercettare il target consumer e per favorire la destagionalizzazione: la mostra in corso dedicata a Lorenzo Lotto, ad esempio, ha fatto infatti registrare un boom di presenze nel periodo autunnale e invernale.

Informazioni sulla BIT 2010
date: 10 – 12 Febbraio 2019
location: Fieramilanocity – MiCo, Milano
ingressi: Reception Colleoni e Teodorico (Attenzione ingresso solo per Pre-registrati)
orari espositori: tutti i giorni da domenica 10 febbraio a martedì 12 febbraio dalle 8.30 alle 18.30
orari operatori professionali e press: tutti i giorni da domenica 10 febbraio a martedì 12 febbraio
dalle 9.30 alle 18.00. Ingresso gratuito per chi si preregistra online (cliccare qui)
orari pubblico: il pubblico dei viaggiatori può accedere domenica 10 febbraio dalle 9.30 alle 18.00
costo del biglietto: online è di 5 euro. In manifestazione il costo del biglietto è di 7 euro
(prevendita qui)
call center visitatori: telefono +390249976144 - dal lunedì al venerdì (orario 9.00 – 18.00)
E-mail: bit.visitatori@fieramilano.it