di Antonio Scafaro
Il racconto di una “camminata” in terra umbra seguendo un percorso inaugurato appena terminato il lockdown. Un percorso tra Terni e Orvieto, una zona poco conosciuta dal turismo però molto suggestiva.
Camminare presuppone la presenza di quattro fattori: scarpe collaudate, zaino ergonomico, allenamento e buona compagnia.

I primi tre erano già stati rodati, il quarto era un’incognita perché non avevo mai camminato per più giorni con questi amici viandanti. È stata una scelta azzeccata, Alessio, Roberto e Silvio sono stati perfetti compagni di viaggio.
Ai primi di settembre mi hanno accompagnato in questo nuovo cammino, inaugurato subito dopo la fine del “Lockdown”.

L’ideatore, Marco Fioroni, guida escursionistica e grande camminatore, ha già percorso quasi trentamila chilometri a piedi e non ha ancora compiuto quarant’anni. Ha ideato questo percorso, racchiuso fra Terni e Orvieto, per l’amore verso la sua Regione e per far conoscere una parte dell’ Umbria meno battuta dal turismo.
“Il cammino dei Borghi Silenti”, questo è l’appellativo che è stato dato a questo percorso, attraversa ben dodici borghi medioevali, alcuni quasi disabitati, altri seclusi, ma tutti in perfetto stato di conservazione. È un trekking ad anello di ottantasei chilometri in mezzo alla natura, si cammina alle pendici e sulle alture dei monti Amerini, si attraversano splendidi vigneti, boschi di castagno, di quercia, si incontrano infinite varietà di alberi, aceri, lecci, roverelle e altro ancora, si attraversano pascoli d’alta quota con mucche allo stato brado e,soprattutto il silenzio, è il protagonista assoluto.

Ti fa compagnia nelle lunghe e faticose salite, nei luoghi di storia, fra rovine di età romana e resti di civiltà etrusca, nelle assolate alture e nei freschi sentieri in boschi, dove il sole, timido, si intravede fra rari squarci di cielo che ricordano mestamente, al pellegrino, che non sta vivendo in una favola.
È un cammino di quattro o più giorni, che ti fa viaggiare nella storia, nella natura e nella ospitalità umbra. Quest’ultima è stata l’apice del gradimento di questo percorso, si fa un’escursione a ritroso nei puri sentimenti che tutti noi rimpiangiamo, come un ricordo dei passati decenni.
Nel popolo Umbro permane la gentilezza, l’amore per il prossimo, la generosità, il rispetto per l’ospite che, come nell’antichità era considerato sacro, ancora oggi qui è guardato con benevola fratellanza.
Non mi soffermo sulla descrizione delle tappe, né tantomeno sulla descrizione del cammino che, con bravura e competenza è già ben dettagliato nella guida e sul sito internet.

Permettetemi di indugiare un momento di tempo sui miei compagni di viaggio. Alessio, ventiquattro anni, la nostra mascotte. Come lui, anche Roberto e Silvio erano alla loro prima esperienza di cammino di più giorni. Ho letto nei loro occhi preoccupazione, ansia tipica dell’ignoto, del nuovo sconosciuto. A dire il vero una certa preoccupazione ce l’avevo anch’io, in particolare per Silvio, fermo da anni nella pratica dell’escursione a piedi, per motivi di lavoro.
Il tutto è stato però superato brillantemente dall’intesa che si è formata fin dal viaggio di avvicinamento alla meta. Sono stati bravi, ho trovato in loro amici, fratelli, camminatori instancabili, mai un lamento, né per il caldo, né per quelle che sembravano impossibili salite, con pendenze d’alta quota. Ci ha accompagnato per ottantasei chilometri la felicità, la gioia che nasceva ad ogni superamento di difficoltà, abbiamo camminato in quattro ma l’intesa era unica, una squadra perfetta come forgiata da anni di strada percorsa insieme.

Sono felice, ho trovato i miei compagni di viaggio ideali, con loro sento che potrò in futuro affrontare qualunque percorso e qualunque avversità,perché, come diceva Nietzsche, “Tutti i grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina”.
Esorto dunque, quanti leggeranno questo articolo, a riprendere il controllo della loro vita, che si realizza tornando ai primordiali rapporti con la natura, alla prima sfida che la vita ci pone, fare i primi passi, perché il camminare, il contatto dei piedi e del corpo con la terra madre è come un piacevole viaggio che ci riporta nel grembo materno, il momento più magico, appagante e affascinate nella vita di ogni essere vivente.