Intervista al talentuoso cantautore Rosaspina

di Giulia Quaranta Provenzano
È con profondo piacere che oggi vi presentiamo il cantautore Raffaele Vigliotti, focalizzandoci sul suo esordio musicale quale Rosaspina. A seguire, quindi, la nostra chiacchierata vertente sul suo primo singolo dal titolo “Sette Coltelli”.

Ciao Raffaele! Il tuo debutto quale Rosaspina è avvenuto il 14 ottobre 2020, con il singolo “SETTE COLTELLI” – https://youtu.be/bc3j7veZ6wo, che è stato descritto quale intimo e fragile ma anche quale brano misterioso e ironico… l’ironia di chi sa di essere macchiato dentro e tuttavia non nasconde la propria personalità e il proprio passato, bensì li espone per essere d’aiuto ad altri. Ebbene tu ti ritrovi in ciò e cioè, anche, da sempre senti terapeutica la musica introspettiva la cui caratteristica – come tu stesso hai sottolineato – è l’intimità in quanto l’introspezione è un processo della mente attraverso il quale un soggetto si guarda dentro esaminandosi in ogni minima sfaccettatura… e, in questo modo, cerca di metabolizzare le proprie esperienze e la propria interiorità? Io sono una persona che tende molto a guardarsi dentro e ad esaminare quel che vive in modo profondo …ovviamente le cose che mi danno emozione”.

Nella tua autobiografica canzone “SETTE COLTELLI”, ripercorrendo l’infanzia, canti «(…) Ella Ella Ella Ella eh/ Un eh/ sono sette coltelli yeah/ Ela Ela Ela Ela eh/ Un eh e sono sette coltelli/ E sono 7 un po’ come le notti/ passate davanti agli specchi/ ho conservato tutti i pezzi/ cresciuto tra streghe e tarocchi/ giuro ho visto il male con questi/ miei occhi». Puoi dirci, ma solo se ritieni catartico condividerlo con noi, che tipo di male hai visto con i tuoi occhi tanto da “inciderti”? Te la senti ossia di raccontare quali eventi violenti e parole pungenti, affilate e taglienti ti hanno macchiato e “segnato” come appunto fossero sette coltelli (e quali pezzi conservi ancora)? “Mi piacerebbe che le persone ascoltassero il mio brano “Sette Coltelli” e si sentissero libere di interpretare…”.

A proposito di tarocchi tu credi nella sorte, e credi che essi siano legati a un’immagine che il destino stesso fornisce dal momento che, interpretandoli nel modo corretto, a parere di taluni se ne possono trarre indicazioni, consigli ed avvertimenti preziosi? O, all’opposto, sostenere di sapere leggere il futuro è solamente superbia, che ammalia coloro che sono troppo deboli con addosso colpe o colpi che siano? Non vedo i tarocchi come verità assoluta; li vedo come una versione in più, alternativa, di come potrebbero andare le cose”.         

E a proposito di esoterico ed incomprensibile (o quasi) ai più, tu pensi che gli esseri umani siano gli unici abitanti dell’Universo oppure che vi siano pure forme di vita di provenienza esterna ed estranea al pianeta Terra? L’Universo è talmente vasto che, perché no, potrebbero esserci altre forme di vita”.

Per quanto concerne poi la rara e stupefacente capacità e propensione all’associazione tra sfere sensoriali diverse, vale a dire la sinestesia che ti è peculiare (tra la pronuncia dei nomi e l’abbinato sapore del cibo), posso domandarti Raffaele Vigliotti a cosa lo associ ed anche Rosaspina? Raffaele mi sa di acqua, insapore ma essenziale. E, a pensarci su, infatti il mio nome rispecchia proprio il significato di Rapha ed El cioè “medicina di Dio”. In Rosaspina, invece, sento dei sapori che tendono al delicato e al contempo all’aspro però non riesco ancora bene a decifrare l’alimento”.

La sinestesia la senti come un utile dono o, al contrario, è per te più spesso e più che altro un inaggirabile fastidio? “La sinestesia non mi ha mai dato fastidio, tranne che quando sono affamato. Sì, essa potrebbe essere un dono tuttavia – nella veste di eventuale supereroe – preferirei avere un potere molto più utile rispetto a codesta concomitanza dei sensi nella percezione”. 

Hai inoltre affermato che «Quando ho iniziato a scrivere “SETTE COLTELLI”, dentro di me affrontavo la guerra più grande di sempre. La mia immagine si rifletteva allo specchio e un giorno quel che ero, in lotta con ciò che volevo essere, si è perso nel mio riflesso che andava in frantumi. Il coccio di vetro più tagliente era diventato un coltello, un’arma per affrontare e combattere i miei demoni. Alla fine di un tunnel fatto di silenziose riflessioni ho capito una verità importante: è proprio ciò che ho vissuto a rendermi la persona che sono oggi». Ordunque come ti sembra di essere stato in passato e come, invece, volevi essere e sei attualmente? In passato ero privo di libertà, mi volevano omologato a ciò che già vi era in circolo. Ora, all’opposto, ho un dono importante che è quello della libera espressione artistica …un domani, riguardandomi indietro, se non dovessi avercela fatta almeno saprò di averci provato veramente”. 

Sbaglio ad ipotizzare che il coccio di vetro più tagliente sia legato alla figura di tuo padre, mentre hai combattuto i tuoi demoni anche in nome e per l’amore che provi per tua mamma? Ella è difatti la forma femminile del pronome personale di terza persona egli, usata solo in forma di soggetto e Ela è nome che, in italiano, significa “Dio è il mio giuramento/la perfezione” ma dio potrebbe essere stato (magari addirittura inconsciamente) usato per indicare chi si considera onnipotente… quindi, se così fosse, ne conseguirebbe altresì una tua visione neppure positiva verso i fedeli/i tuoi parenti paterni o comunque gente che vi rimanda dacché ritengono dio Ela /tuo padre una specie di sinonimo di Ordine, Bellezza ed Armonia da rispettare e venerare… Potresti aver indovinato, non pensavo che qualcuno potesse riuscire a scavare così a fondo nelle e le mie canzoni”. 

Nel tuo brano “SETTE COLTELLI”, si può leggere «E sono sette un po’ come i peccati/ Peccato che io non li rivedo/ da quando ne avevo sette/ quando piangevo di notte/ ma tu non arrivavi se non alle 7/ Ho ancora i segni sulla pelle/ prima chiamavi ma ora niente/ E cosa c’entro con questa gente/ non vi sorrido ma vi mostro i denti/ Ho già sofferto quasi sempre/ sono la mela nel tuo Eden/ Ma tu sei solo una serpe/ È da una vita che aspetto il/ momento di dirvi/ che non vi devo un bel niente (…)». Sono le persone con cui sei cresciuto nel Giardino dell’Eden che adesso ti sei reso conto essere paragonabili e determinate da superbia, gola, avarizia, ira, lussuria, accidia ed invidia? “Come hai detto anche tu, mentre scrivevo “Sette Coltelli” dentro di me stavo affrontando una guerra… la situazione che allora stavo vivendo ha, insieme alla storia legata per l’appunto a “Sette Coltelli”, influito molto in tale testo che ho scritto. Vi sono tante mie riflessioni sorte in quel periodo. Il passato mi ha fornito insegnamenti per il futuro che, in quel momento, per me, erano tutti – come tutto! – in discussione”.    

Vi è qualcuno dei sette peccati capitali che ti rappresenta nel presente, e in passato? E, rimbalzandoti una tua medesima domanda, secondo te è meglio lasciarsi trasportare ed infrangere i 7 peccati oppure scegliere la luce e seguire i dieci comandamenti? Tu, a questo citato bivio, per cosa hai optato attualmente – hai ceduto alle tentazioni che alcuni sostengono siano del Maligno o non credi vi sia dannazione perpetua, a causa d’esse, dopo la morte poiché tutto termina con l’ultimo terreno battito di ciglia? Penso che tutti siano caduti almeno una volta in ciascun dei sette peccati. Nel mio caso in uno in particolare ossia, probabilmente, nell’accidia. Sono una persona molto energica e con tanta voglia di fare, tuttavia sono anche abbastanza pigro …ad esempio, la mattina sarei capace di “mandare a puttane” tutto per cinque minuti in più di sonno… soprattutto visto che sono sempre pieno di impegni e tantissime cose da fare”.

Non posso non ammettere che mi hanno colpito visceralmente i tuoi versi «LUSSURIA 1/3 – Con gli Dei,/ Un patto,/ Prescritto avevano già. Famiglia figlia della Carne…». Tu ti ritieni figlio del solo piacere sessuale? E, pertanto, hai idea che l’unico amore possibile sia l’amor proprio? Io sono il risultato del solo piacere carnale, di certo non sono il frutto del vero amore. Non ho mai visto dei veri e propri esempi d’amore”. 

Nelle scene finali del videoclip del tuo singolo “SETTE COLTELLI”, ti fai interprete delle opere di Francisco Goya dal titolo “Maja vestida” e “Il grande caprone”. Vuoi oggi esplicitare ulteriormente la donna vestita da maja e il sabba delle streghe quali puntuali aspetti rispecchiano dei tuoi racconti appunto di “SETTE COLTELLI”? Ho pensato che i personaggi protagonisti dei citati quadri fossero una perfetta rappresentazione delle persone del mio passato. Senza voler scavare troppo a fondo nel significato, c’è chi si è spogliato della propria purezza e delle proprie credenze e chi ha abbindolato la gente consapevole di saper usare le parole”. 

Infine, hai dei tatuaggi (chissà se a cartolina del passato, memo per il futuro)? E, in caso affermativo, quali e cosa rappresentano e significano per te? “Ho un solo tattoo che feci quando avevo diciotto anni. È una frase sotto l’avambraccio. C’è scritto «Sei la parte di me che nessuno potrà mai portar via» ed è dedicata a mia mamma. Non ho più voluto altri tatuaggi dacché desideravo semplicemente togliermi lo sfizio di provare la sensazione di farmi tatuare, dato che vorrei sperimentare di tutto nella vita, ma ad oggi li preferisco senz’altro sulla pelle degli altri. Potessi tornare indietro non rifarei neanche quello che ho, anche se resta un ricordo che custodirò per sempre e non mi pento di averlo”.

Appunti Musicali… in breve: Lolita, DJ Fastcut, Rosaspina e Gabriele Pirillo

rubrica a cura di Fabrizio Capra
Lolita: versione speciale di “Minuetto” per omaggiare Mia Martini. “Bad Poets”, i beat e gli scratch di DJ Fastcut incontrano le rime degli Onyx. In arrivo “Uragano” il nuovo singolo di Rosaspina. Gabriele Pirillo:“Mi chiedevo se”, nuovo singolo del giovane cantautore e chitarrista.

LOLITA
Lolita (Ilenia Filippo) è una giovane cantautrice calabrese che, con il suo timbro delicato, un linguaggio allusivo e allo stesso tempo infantile, affronta nei suoi brani tematiche “adulte” creando un contrasto di immagini ipnotico e accattivante. A 26 anni dalla scomparsa di una delle voci più belle della storia della musica italiana, l’artista omaggia MIA MARTINI con una versione speciale di “Minuetto”  (https://lnk.to/Minuetto), da oggi, mercoledì 12 maggio, disponibile in digitale. È online anche il video del brano. «12 Maggio 1995, Mia Martini muore sola, forse sopraffatta da ignoranti dicerie, forse a causa di qualcos’altro che non è mai stato rivelato. Nell’anniversario della scomparsa di questa grande artista, ho pensato di aprire una porta sulla violenza sulle donne, tema troppo spesso messo a tacere, e, attraverso le sue parole, gridare di alzare la testa, di non dimenticare» racconta Lolita. Con questo brano, prodotto dai Lords of Nothing, l’intenzione di Lolita è non solo di omaggiare una grande artista ma anche di lanciare un appello contro la violenza sulle donne, e un incoraggiamento a non permettere a nessuno di spegnere la nostra voce. «Nel video ho pensato di partire in medias res: le luci si accendono, la musica parte e appare uno scenario quasi paradisiaco, un piccolo universo che gira e rigira quasi come un carillon. È stato emozionante cantare le parole, il cuore e le memorie di una donna incredibile e fragile». Il videoclip, con la regia di Andrea Labate (“A mano a mano” di Rino Gaetano) e la direzione artistica di Stefano Protopapa, è stato girato a Milano negli interni del Palazzo Visconti di Modrone.

DJ FASTCUT
Bad Poets” è il titolo del nuovo singolo di DJ Fastcut assieme alla storica formazione statunitense Onyx, disponibile da oggi, mercoledì 12 maggio, in tutte le piattaforme digitali pubblicato da  Truepassion e in vinile pubblicato da Aldebran Records con la collaborazione di Glory  Hole  Records. Gli MC della band newyorkese Sticky Fingaz e Fredro Starr si alternano sulla produzione firmata dal DJ e produttore romano Fastcut, che arricchisce ulteriormente la traccia con il suo inconfondibile scratch. Tre minuti di puro rap direttamente dalla vecchia scuola, dove una delle band più rappresentative dell’Hip-Hop mondiale di tutti i tempi si confronta con uno dei più apprezzati beat maker di casa nostra. Per la versione fisica, Aldebaran ha confezionato un singolo 12’’ nero stampato in 300 copie tutte numerate a mano. Il disco prevede anche un remix sempre a cura di DJ Fastcut e le rispettive tracce strumentali. La release accompagnata dal videoclip  realizzato dal team creativo di TruePassion, dove i protagonisti Sticky Fingaz e Fredro Starr sono rappresentati attraverso due “action figure” che si muovono meditante uno stop motion animato. Il resto delle immagini girate in bianco e nero, raccontano di una rapina che si concluderà poi con un divertente siparietto che ha come protagonista proprio la versione umana di DJ Fastcut e gli Onyx in versione animata. Videoclip ufficiale.

ROSASPINA
Rosaspina
 torna sulla scena musicale con il nuovo singolo “Uragano”, disponibile in radio e in tutte le piattaforme digitali a partire da venerdì 14 maggio. Il giovane cantante milanese ci conduce, ancora una volta, in un viaggio introspettivo in cui il bene e il male combattono e si scontrano in un’eterna ricerca di equilibrio. Dopo l’uscita di “Gemelli”, Rosaspina scopre l’amore per la scrittura e proprio come un uragano arrivano le parole per il nuovo singolo. Uragano nasce infatti dal bisogno dell’artista di raccontarsi senza filtri e dalla necessità di riuscire a discernere il bene dal male, trovandosi anche a fare i conti con se stesso. Un turbinio di emozioni si muove, con abile leggerezza, sul ritmo scandito dalle note di un brano che non rinuncia ai giochi di pronuncia e all’uso originale degli accenti, tratti distintivi di Rosaspina. Rosaspina è il nome d’arte di Raffaele Vigliotti.

GABRIELE PIRILLO
È uscito in digitale e in radio “Mi chiedevo se“, il nuovo brano di Gabriele Pirillo, cantautore e chitarrista 22enne, new-entry dell’etichetta 800A Records. Questo singolo è il primo di quattro che faranno parte del suo album d’esordio, previsto per l’inizio del 2022. Gabriele Pirillo, artista che ha tra le sue influenze musicali Giorgio Poi, Canova e John Mayer, scatta una fotografia di “Mi chiedevo se”: “questa canzone parla di due persone che non riescono a realizzare la fine di una storia, che cadono negli stessi errori perché convinti di poter ritrovare un equilibrio. È il racconto di un amore confuso in cui non è più chiaro cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, in cui a tratti sembra tutto nitido e all’improvviso ci si rende conto di non aver capito niente.” Un sound semplice e diretto affidato al “power trio” Stratocaster/Basso/Drums. Il brano è stato prodotto da Fabio Rizzo (Eugenio in via di Gioia, Dimartino, Alessio Bondì) e mixato da Tommaso Colliva, produttore di Diodato, Calibro 35, Ghemon e molti altri, presso Laboratori Testone. Testo e musica sono di Gabriele Pirillo. Prodotto e registrato da Fabio Rizzo presso Indigo Studios e Cantieri 51. Masterizzato da Giovanni Versari. La copertina d’autore è firmata da Paolo Raeli.

Appunti Musicali: in breve: Margherita Vicario, Rosaspina, Davide Campisi e Andrea Pimpini

rubrica a cura di Fabrizio Capra
Margherita Vicario ritorna con il nuovo brano “Orango Tango”. “Gemelli” il nuovo singolo di Rosaspina. Si intitola Joca ed è il nuovo album del percussionista e cantautore  Davide Campisi. “E sorridi ancora” il nuovo brano del cantautore Andrea Pimpini.
foto Mattia Guolo

MARGHERITA VICARIO
È disponibile da oggi in pre-save Orango Tango (Island Records), il nuovo brano di Margherita Vicario, in uscita su tutte le piattaforme digitali giovedì18 febbraio. Dopo il successo di  GiubbottinoPincioPiña Colada feat. Izi e la recente collaborazione con Rancore in Equatore, dopo un 2020 con più di 30 date live sold out, Margherita è pronta a tornare, e lo fa con un brano  audace e coinvolgente, che conferma ancora una volta lo straordinario talento di una delle artiste italiane più attese per questo 2021. Sonorità urban e dal respiro internazionale per il nuovo brano  prodotto da Davide “Dade” Pavanello. Linguaggio tagliente, versi irriverenti e assonanze brillanti ci portano nella surreale giungla di Orango Tango, luogo di piena libertàpopolato da cowboy, oranghi, artisti e politici, provocatorio universo in cui realtà e onirico sembrano confondersi. «Il brano nasce da un beat che mi ha proposto il mio produttore, Dade, che fin dal primo ascolto mi ha colpito e a cui mi sono subito affezionata – commenta Margherita. “Orango Tango” è un pezzo dinamico e divertente, forse il brano più surrealista su cui ho mai lavorato, in cui si incontrano mille mondi e mille personaggi diversi – continua l’artista – È un sogno senza freni o inibizioni, un non luogo in cui ancora una volta, ma in questo caso in maniera più sfacciata, dico la mia”.

ROSASPINA
Dopo il successo del singolo d’esordio “Sette coltelli”, Rosaspina torna con un nuovo brano autobiografico in cui amore e memoria si intrecciano con sonorità che riportano i ritmi e le melodie di Halsey e Rosalia. È in radio e nei digital store “Gemelli”, il nuovo singolo pubblicato dall’etichetta: Terzo Millennio (Edizioni: Sugar Music, Metatron Publishing, Divinazione Music). L’artista continua il suo viaggio introspettivo nel passato, analizzando la sua adolescenza e i suoi primi amori vissuti nella periferia milanese. Il titolo rimanda al segno zodiacale dei Gemelli, caratterizzati da un’indole sognatrice, il cui incontro con il Sagittario (segno di Rosaspina), causa la perdita di concretezza. Nonostante la forte alchimia sono irrimediabilmente destinati a perdersi. Allo stesso modo la storia d’amore ormai conclusa si riduce alle ceneri di una breve ma intensa passione estiva. In termini di sonorità il singolo prende le distanze in maniera significativa dal primo brano, lasciando più spazio ad una ritmica scandita su cui la voce di Rosaspina si muove in maniera leggera, grazie anche a giochi di pronuncia e a un uso originale degli accenti. Dall’olimpo siamo stati esiliati / Anche noi siamo astri sprecati / Da quando sei andata via / Non ho mai più avuto altri gemelli. Rosaspina è il nome d’arte di Raffaele Vigliotti.

DAVIDE CAMPISI
Si intitola Joca, ed è il nuovo album del percussionista e cantautore Davide Campisi. L’opera è il simbolo di un’appartenenza territoriale che si apre al mondo grazie ai suoi giochi ritmici e sonori.  Giochi che nascono da una sorta di umanità arcaica che appartiene a tutti i luoghi del mondo ma  che si mescola con la sicilianità dell’artista. Joca, che si avvale della produzione artistica di Marco Corrao, è un album dal sapore mediterraneo, ma che non rinuncia ad un sguardo Oltreoceano. Unisce l’antico e il moderno, il suono del tamburo a quello elettronico, senza che nessuno mai sovrasti l‘altro. C’è il ritmo della lingua siciliana, ma di una Sicilia che vuole andare oltre, uscire dai suoi confini, “globalizzarsi”. In questo senso il titolo Joca (cioè “gioca” in siciliano), assume – proprio per la presenza della J – un sapore quasi internazionale si presta ad essere declinato e pronunciato in molte lingue del mondo. Alcuni brani rievocano antichi giochi di bimbi, altri impongono anche riflessioni e lanciano provocazioni; ci sono canti di popoli e preghiere di chi accetta il proprio destino o di chi, invece, vuole cambiarlo. In fin dei conti, Joca racconta come il ritorno alle origini sia, in realtà, l’unica strada attraverso la quale l’evoluzione culturale sia ancora possibile. Tra gli ospiti dell’album, Riccardo Tesi all’organetto e Alex Valle alla pedal steel. L’album esce per la nuova etichetta siciliana Suoni Indelebili ed è distribuito dalla Ird. Ospiti musicali: Riccardo Tesi all’organetto e Alex Valle alla padal steel.

ANDREA PIMPINI
Da venerdì 19 Febbraio 2021 sarà in radio e disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download “E sorridi ancora”, il singolo di Andrea Pimpini che anticipa “Vai e non pensare”, il suo nuovo album di inediti, in uscita il 12 Marzo (OneRPM/Warner Music Group). “E sorridi ancora è un inno a chi, nonostante tutti i problemi della vita, sorride ancora. Mi fa grande tenerezza vedere gente che nasconde tutta la tristezza dietro un sorriso… Sono persone speciali, questa canzone la dedico a loro”spiega Andrea Pimpini. L’album, già disponibile per il pre-save, presenterà 12 brani: 6 inediti, le 5 canzoni già presenti nell’Ep. “Quando cammini per strada” e una sorpresa! Andrea Pimpini è un cantante emergente di Pescara (Abruzzo).

Rosaspina: è online il video di “Sette Coltelli” il singolo di debutto

rubrica a cura di Fabrizio Capra
È visibile su YouTube e in questo articolo il videoclip del singolo con cui ha debuttato Rosaspina, “Sette Coltelli”. Il brano è pubblicato dall’etichetta Terzo Millennio, edizioni: Sugar Music, MetatronPublishing, Divinazione Music.

È disponibile su YouTube il videoclip “SETTE COLTELLI, il singolo di debutto di ROSASPINA, giovane artista pop con sonorità R&B.

Il videoclip, diretto da Mirko Salciarini e girato a Como, rappresenta la lotta interiore del protagonista in uno scenario decadente e romantico, dove alla tranquillità del Giardino dell’Eden, il paradiso in cui ROSASPINA è cresciuto, si sovrappongono l’inquietudine, i rumori e gli ostacoli della Selva oscura di Dantesca memoria.
La notte prende il sopravvento e si popola di mostri. Nella battaglia con la setta, ROSASPINA si ferisce ma riesce a domare i demoni grazie alla croce che gli permette di esorcizzare le sue paure e che simboleggia la religione, àncora di salvezza per i nonni materni.

ROSASPINA stravolge la genesi e la mela non è più qui il simbolo del peccato ma rappresenta l’unico elemento che gli ricorda la purezza dell’infanzia e gli permette di mantenere vive le connessioni di un tempo.
“Sono la mela nel tuo Eden/ ma tu sei solo una serpe/ ed è una vita che aspetto il momento di dirvi/ che non vi devo un bel niente”.
Il videoclip mescola sacro e profano, reale e fantastico, l’arte di Francisco Goya con le atmosfere tipiche dei film horror americani.

Ispirato al pop di Halsey, Miley Cyrus e The Weeknd, il singolo, oltre ad essere autobiografico, figura come un’opera dicotomica: il primo elemento, sette, come l’età del ragazzo all’epoca o le sette, rappresenta il ramo familiare materno mentre il secondo protagonista, il coltello, sviscera e ricostruisce il lato peccaminoso e violento della famiglia paterna.
Brano introspettivo e delicato, “Sette coltelli” mira dritto al petto dell’ascoltatore, per trafiggerlo con le proprie emozioni affilate e per mandare in frantumi le certezze da lui costruite.

Tuttavia “Sette coltelli” non è solo un singolo intimo e fragile ma anche un brano misterioso e ironico, di quell’ironia di chi sa di essere macchiato dentro ma non nasconde la propria personalità e il proprio passato e li espone per essere d’aiuto ad altri “Cresciuto tra streghe e tarocchi, giuro ho visto il male, con questi miei occhi”.
“Ho ancora i segni sulla pelle, prima chiamavi, chiamavi ma ora niente, cosa c’entro con questa gente?”.

ROSASPINA è il nome d’arte di Raffaele Vigliotti. nasce a Rho nel 1994 ma d’estate cresce nel “Giardino Dell’Eden” in provincia di Caserta. In questo posto incontaminato, scintillante e accogliente, il giovane muove i primi passi nel mondo dell’arte, cominciando a scrivere già all’età di 6 anni.

ROSASPINA inizia a comporre musica perché sente subito la necessità di riempire il silenzio che lo circonda nelle sue giornate di solitudine, dove il ragazzo gode solo della compagnia di un nutrito gruppo di animali.Non solo gli animali ma anche le piante e in particolar modo il frutteto è fondamentale per la costruzione del suo Io: ROSASPINA, per scrivere, prende spunto da quello che mangia, poiché alcuni sapori gli ricordano dei suoni, delle parole, delle frasi. “Ogni parola ha un sapore ben specifico”. Nel periodo dell’adolescenza, il bisogno di scrivere si fa sempre più sentire in ROSASPINA perché sente il bisogno di esternare le sue emozioni, le sue delusioni e le sue ferite interiori ed esteriori, provocategli da altri. Il giardino dell’Eden chiude per sempre sepolto da tonnellate di cemento e ROSASPINA si chiude in sé stesso, cominciando a scrivere i suoi testi in inglese per non essere compreso. Poi la svolta: con il passare del tempo ROSASPINA decide di raccontare una parte della sua vita e le emozioni che l’hanno caratterizzata e, per sentirsi vicino a persone che ormai non fanno più parte della sua vita, abbandona l’inglese e si mette a nudo.