I edizione di Funcon, sabato 27 e domenica 28 maggio a Piacenza Expo.

A cura della redazione 
Il 27 e 28 maggio a Piacenza la prima edizione di FunCon, evento dedicato a fumetto, games e cosplay. In arrivo A Piacenza Expo appassionati da tutto il nord Italia  per due giorni di divertimento da veri nerd.

Il 27 e 28 maggio si svolge a Piacenza la prima edizione di Funcon, l’evento dedicato a tutti gli appassionati di fumetti, cosplay, games e videogames, organizzato da Just for fun in joint venture con GL events Italia e in collaborazione con Piacenza Expo

Una grande novità per Piacenza, che con Funcon si prepara a celebrare – nei diecimila mq del Padiglione 1 e negli spazi esterni di Piacenza Expo– la cultura nerd, diventata ormai un fenomeno di massa che coinvolge giovani – e non solo – di tutto il pianeta. 

Area commerciale e comics

Al Funcon il pubblico può trovare un’ampia area espositiva con fumetti, gadget, oggetti da collezione e costumi, e diverse aree tematiche dedicate a cosplay, games, videogames e musica. Grazie alla collaborazione con l’associazione culturale Ora Pro Comics, nei due giorni di evento è possibile incontrare numerosi ospiti del mondo del fumetto – e non solo – per firmacopie, sketch e disegni personalizzati. Tra gli ospiti presenti entrambi i giorni, Paolo Bisi, disegnatore della serie bonelliana Zagor, lo scrittore e sceneggiatore Pietro Gandolfi e la cosplayer Silvia Trebbi. Domenica 28 maggio inoltre è possibile incontrare i fumettisti Michele Carminati, Anna Merli e Nicola Genzianella. 

Ora Pro Comics allestisce inoltre una mostra dedicata ad Ade Capone, personalità fondamentale della storia del fumetto italiano, originario proprio di Piacenza. Sceneggiatore, editore, scrittore, autore e creatore di soggetti e personaggi indimenticabili, Capone fu anche un grande talent scout: l’esposizione è una raccolta di oltre 60 opere originali di autori che hanno illustrato un personale ricordo di Capone, scomparso nel 2015, in segno di amicizia e riconoscenza. Tra gli autori in mostra, Claudio Castellini, Leo Ortolani, Emanuele Barison, Andrea Bianchi Carnevale, Sergio Gerasi, Matteo Mosca, Gigi Simeoni, Stefano Natali.

Le attività per i cosplayer: karaoke, karacosplay e sfilata competitiva

Numerose le attività dedicate ai cosplayer, organizzate in collaborazione con l’associazione Cospa Family, tra cui una sfilata competitiva, domenica 28 maggio, che premia l’abilità “artigiana” del concorrente, la sua capacità di immedesimarsi nel ruolo scelto e le sue doti interpretative e di simpatia, in una sfida all’ultimo abito per l’assegnazione dei premi. Diverse le categorie in concorso, dal miglior costume maschile e femminile al miglior gruppo, dalla migliore interpretazione al miglior accessorio. Possono partecipare cosplayer che interpretano qualsiasi personaggio tratto da anime, manga, videogiochi, film, cartoons, fumetti e libri. A giudicare i concorrenti, una giuria di esperti cosplayer, costituita da Enrico & Marco Callioni, alias Twins Cosplay, due gemelli bergamaschi già vincitori nel 2019 della tappa italiana di qualificazione alle finali mondiali dell’International Cosplay League, e Cinzia Zamboni, alias Terrible King, che da qualche tempo si è unita ai gemelli per formare un trio, con il quale hanno partecipato nel 2022 all’ECG – European Cosplay Gatering di Parigi durante il Japan Expo.

In programma inoltre numerose altre attività: sabato 27, oltre a una sfilata cosplay libera, si svolge il Karacosplay, contest di karaoke in costume, dove una giuria di qualità valuta i partecipanti per le doti vocali e per l’interpretazione del personaggio; domenica 28, oltre alla sfilata competitiva, è di scena il più classico karaoke contest.

La Zona Rossa, l’area vietata ai minori dedicata ai fumetti erotici

Dopo il grande successo di Torino Comics, presente anche al FunCon di Piacenza la Zona Rossa, solo per un pubblico maggiorenne, dedicata ai fumetti erotici.  All’interno dell’area sono allestite tre mostre: “I maestri dell’eros italiano“, che raccoglie le tavole di alcuni dei più grandi fumettisti italiani che si sono cimentati nel genere, come Manara, Jacovitti, Crepax, Giardino, Serpieri; “I maestri dell’eros giapponese“, una esposizione di 10 tavole di mangaka giapponesi a tema erotico, realizzata in collaborazione con Magic Press; e una mostra sui grandi maestri dell’eros contemporaneo.

Musica: Giorgio Vanni e Gem Boy protagonisti sul palco

Grandi concerti in programma al Funcon: sabato 27 maggio il protagonista è Giorgio Vanni, la voce più celebre delle sigle dei cartoni animati italiani degli anni ’90 e 2000, dai Pokemon a One Piece, da Dragon Ball ai Cavalieri dello Zodiaco. Domenica 28 maggio è in programma il concerto dei Gem Boy, gruppo rock demenziale bolognese celebre per le cover parodistiche delle sigle dei cartoni animati.  

Viene inoltre allestita un’Area rock che ospita la Battle of the bands, con una postazione del giocoGuitar hero con batteria, chitarra, basso e voce: i visitatori, in singolo o in gruppo, possono cimentarsi nella battaglia musicale. Un tabellone tiene il conto dei punteggi totalizzati da ciascun partecipante, e a fine giornata viene stilata la classifica finale e vengono decretati i vincitori: in palio biglietti per l’evento Xmas Comics di Torino. 

Ancora musica con l’area K-pop, dedicata alla cultura coreana. Grazie alla collaborazione con l’associazione TKC – Turin Korea Connection, il pubblico del Funcon può avvicinarsi al k-pop (Korean Pop), genere musicale esportato dalla Corea del Sud che affonda le sue radici nel pop, ma che trae ispirazione da altri generi come rap, rock, soul, l’R&B e funk. Sabato 27 maggio Funcon ospita la seconda tappa del contest K-Stage Battle League, gara di danza K-pop rivolta solisti, duetti e crew. Il contest nazionale ha debuttato ad aprile a Torino Comics e toccherà nel corso dell’anno varie tappe in Italia.  Oltre al contest, l’associazione Turin Korea Connection propone durante l’evento numerose attività: K-pop Random Dance, Quiz a tema e K-pop Relay Game, gioco a squadre dove vince chi conosce più coreografie k-pop. Domenica 28 è in programma uno showcase, con esibizioni di canto e ballo k-pop aperte a tutti.

Area Creator: i talent in arrivo a Piacenza

Youtuber, tiktoker, gamer, streamer: l’area talent del Funcon ospita alcuni dei personaggi del web più amati dai giovanissimi. Ogni giorno sono in programma sessioni di meet&greet e incontri a tema: un’occasione unica per incontrare da vicino i propri beniamini e scoprire segreti, curiosità e retroscena dell’attività dei creator. Tra gli ospiti presenti a Piacenza, gli Amiketty, Bertra e Totta;Cydonia, creatore del canale youtube Pokemon Millenium 2015 e partner ufficiale di Nintendo; Poldo, creator specializzato nell’ambito comedy, gaming e lifestyle, appassionatissimo di musica e campione di Guitar Hero, e il trio Xiao, The Mark e Marcy.

Area family, giochi e videogiochi

Per rendere la manifestazione accessibile e piacevole per tutte le età, al Funcon è allestita l’area family, uno spazio di gioco, attività per la creatività e relax protetto ma stimolante. Si può accedere allo spazio dedicato alle famiglie e ai piccolissimi liberamente durante tutte le giornate di evento. Giochi, costruzioni e colori per disegnare sono a disposizione dei piccoli visitatori accompagnati, per prendere pausa prima, dopo o durante la visita alla manifestazione. 

L’area games è dedicata a giochi di ruolo, di carte e in scatola, giochi giganti, dimostrazioni dal vivo, tornei e molto altro, mentre l’area videogames, realizzata in collaborazione con Lega Esport, è ricca di attività aperte a tutti gli appassionati, con gioco libero su diverse console. Cinque gli spazi tematici dell’area: Nintendo, Microsoft, Sony, Pc e realtà virtuale. In ognuno degli spazi sono ospitate sia le storiche console del passato, con i retrogame più celebri, sia le console più all’avanguardia, con i titoli del momento. 

Area entertainment con animazioni, intrattenimento e il grande spettacolo del wrestling
Giochi, attività, animazioni e intrattenimento per grandi e piccini, in collaborazione con numerose associazioni che riproducono fedelmente scenari e costumi di film e telefilm di culto, dai Ghostbusters a Star Wars, da Star Trek al mondo Marvel. Presente inoltre la nuovissima associazione Raptor, che propone un’area dedicata a Jurassic Park, con giochi, attività educative, la possibilità di interagire con un dinosauro e la mitica automobile del film, che nel 2023 festeggia il suo trentennale. Non mancano dimostrazioni dal vivo di combattimenti sportivi con spade laser e prove gratuite per imparare le tecniche acrobatiche e a sfidarsi a colpi di fucili infrarossi nella laser arena.

Presenti a Piacenza anche i campioni della Italian Wrestling Superstar, che si daranno battaglia sul ring del Funcon per un weekend all’insegna dello spettacolo. Oltre alle esibizioni e agli stage per allenarsi sul ring, sono due gli appuntamenti giornalieri, alle 14 e alle 16, con i Wrestling show & Meet and greet, durante i quali le stelle del Wrestling nazionale ed internazionale IWS danno vita a match entusiasmanti ed elettrizzanti, davanti agli occhi di appassionati e curiosi.

Un’area della fiera è dedicata al mondo dei tatuaggi, con la presenza di alcuni importanti tatuatori, che mettono la loro arte a disposizione del pubblico maggiorenne.

Funcon per il Pride

Funcon in quanto manifestazione comics vuole essere luogo sicuro e di festa nel quale qualsiasi persona può sentirsi sè stessa, senza etichette. A consolidamento di questa posizione la manifestazione ha stretto una partnership con Piacenza Pride, con cui condividerà la giornata di sabato 27, e Arcigay Piacenza, che domenica proporrà al pubblico un intervento di sensibilizzazione.

Biglietti

I biglietti sono in vendita e disponibili online sul circuito Vivaticket.

Intero: €13 online, €15 in biglietteria; ridotto €10; ridotto cosplay €11; gratuito per bambini 0-6 anni e per gli accompagnatori di persone con disabilità.  Abbonamento 2 giorni €19 online, €20 in biglietteria.

Grazie alla preziosa collaborazione con Trenitalia Tper e per incentivare una mobilità più sostenibile, tutti i visitatori che arrivano alla fiera in treno (con titolo di viaggio verificabile) hanno diritto al biglietto ridotto.

Funcon è un evento organizzato da Just for fun in joint venture con GL events Italia in collaborazione con Piacenza Expo. Sono partner di Funcon Arci gay Piacenza, Gay Pride Piacenza, Ora Pro Comics, Lega Esport, Cospa Family, Radio Sound Piacenza 24, Trenitalia Tper.

Il tempo dei Chiostri tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia

Riceviamo e pubblichiamo
Un tour alla scoperta dei luoghi di meditazione e d’arte  nel cuore spirituale di Visit Emilia.
Chiostro piccolo
Chiostri di San Pietro
Reggio Emilia credit Visit Emilia

A volte, si può andare oltre l’evidenza di una facciata strabiliante per scoprire i gioielli più intimi e da quelli partire per poi tornare in superficie e lasciarsi incantare dalla meraviglia che investe lo sguardo. Adottando questa filosofia, è possibile approcciarsi ad abbazie, chiese, complessi monastici e borghi di cui il territorio compreso tra le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia è ricchissimo, iniziando dai chiostri. Cuore di strutture dall’ingegnosa progettazione che offrono allo stesso tempo nutrimento per occhi distratti dagli infiniti tic del paesaggio urbano, sono spazi segreti ma aperti a chiunque intenda la spiritualità in senso neutro, come momento intimo e personale, e a quanti, molto semplicemente, vogliano passeggiare con lo sguardo e con i piedi in gioielli architettonici che hanno ospitato nei secoli autentiche maratone dialettiche e meditative. Visit Emilia (www.visitemilia.com) propone di seguito una ristretta ma essenziale selezione dei più affascinanti chiostri in campionario (in attesa che l’emergenza sanitaria ci consenta nuovamente di viaggiare lungo la nostra affascinante penisola, n.d.r.).

Monastero di San Giovanni Evangelista
Parma primo chiostro
credit Visit Emilia

Parma 
Assieme alla Cattedrale di Parma, il Monastero di San Giovanni Evangelista è uno scrigno di arte e di storia che non conserva solamente la splendida cupola affrescata dal Correggio e la Storica Spezieria. Tra i segreti meglio custoditi dalle possenti mura del complesso benedettino risalente al X secolo, ci sono ben tre chiostri, un’autentica oasi di pace nel centro storico della città, accessibili sulla destra dell’uscita della chiesa. Appena entrati, ciò che colpisce è il silenzio. La regola benedettina accoglie i visitatori: “Ora et labora” leggiamo lungo la parete del primo chiostro, detto di San Giovanni o della Porta, che è in realtà il più recente. Edificato tra il 1537 e il 1538, presenta un porticato a colonne ioniche, una fontana centrale inaugurata nel 1589 e resti di affreschi del tardo ‘500, come quelli di Leonardo da Monchio ed Ercole Pio, datati 1579. Una porta sulla destra ci fa accedere alla Biblioteca Monumentale, divisa in tre navate, con due file di cinque colonne ioniche che reggono, coi muri perimetrali, il soffitto composto di diciotto volte a tutto sesto. Strabiliante il programma pittorico dall’Abate Stefano Cattaneo da Novara, che comprende 5 carte geografiche, la genealogia di Cristo e 3 cronologie, 4 spazi con illustrazioni delle costruzioni archetipiche dell’Antico Testamento, la celebrazione della vittoria di Lepanto, la decorazione delle volte a grottesche e quella delle lunette sopra le due porte. Sotto la loggia del chiostro successivo, il più antico e non a caso detto del Capitolo, si apre la sala capitolare. Il più grande dei tre è però il Chiostro di San Benedetto, costruito tra il 1508 e il 1512 e caratterizzato da un’elegantissima linea che dà un senso di leggerezza al portico di 36 colonne, ognuna delle quali separata dalla successiva da 26 tondini con figure di santi realizzate Giovanni Battista Merano e Tommaso Aldovrandini a fine ‘600. 

Chiostro di Santa Maria delle Neve
Torrechiara (PR)
foto di Guido Barbi – credit Visit Emilia

Per una gita fuori porta, sempre alla ricerca dei chiostri più suggestivi, si può raggiungere, la Badia di Santa Maria della Neve, fondata da Pier Maria Rossi a Torrechiara nel 1471 attorno alla preesistente chiesa dedicata alla Madonna della Neve. I capitelli del chiostro quattrocentesco richiamano quelli presenti nel cortile d’onore del vicino castello, mentre la campana originaria di “magister Antonius” e una formella in cotto con la Flagellazione, tratta da un marmo dell’Amedeo (1481-84), offrono piacevoli inquadrature tra le armoniose arcate del perimetro quadrangolare.  Qui, un passo dopo l’altro, si può sbirciare negli ambienti che le pareti lasciano intuire: tra essi, un piccolo oratorio impreziosito con affresco raffigurante la Madonna col Bambino in Mandorla.

Abbazia di Chiaravalle della Colomba
foto Perazzoli – credit Visit Emilia

Piacenza 
I 700 anni dalla morte di Dante forniscono lo spunto per una visita all’Abbazia di Chiaravalle della Colomba, inserita nei due Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa “Via Francigena” e  “Route  Européenne des Abbayes Cicterciennes” e fondata all’incirca nel 1136 nei pressi di Alseno dallo stesso San Bernardo, che del Sommo Poeta fu l’ultima guida in Paradiso. L’integrità  mantenuta dal trecentesco chiostro quadrato che costituisce il cuore della struttura – il cui nome deriva dalla leggenda secondo la quale fu una bianca colomba a delineare con delle pagliuzze depositate davanti ai monaci il perimetro della futura costruzione – permette di apprezzarne la qualità architettonica, decorativa e mistico-simbolica tipica del medioevo e soprattutto l’affascinante armonia delle parti. Magistrali sono i raccordi e i ritmi contrappuntati di elementi che si moltiplicano per combinarsi in un tutt’uno di sublime coerenza: le simbologie cifrate si insinuano nelle 24 partizioni a quadrifora, così come nelle 96 arcatelle ogivali, nelle 130 colonnine binate in marmo rosa di Verona, nei 20 speroni a contrafforte avanzati e nella cornice ad archetti e tortiglione. Specie alla luce di alcune precise ore del giorno, una passeggiata lungo i 40 metri dell’anello claustrale evoca un passato di meditazione monastica favorita dal contrasto tra rigore esistenziale e splendore artistico, qui sintetizzato in dettagli come le colonne ofitiche, i capitelli figurati o le figure telamoniche agli angoli interni del portico. 

Chiesa di San Sisto a Piacenza
foto di Dassoni – credit Visit Emilia

In questo itinerario alla ricerca dei luoghi del raccoglimento, una menzione meritano poi i chiostri della Chiesa di San Sisto a Piacenza – carissima ai Farnese e custode tra l’altro del monumento funebre a Margherita d’Austria e di una copia della celeberrima Madonna Sistina di Raffaello, il cui originale venne venduto nel 1754 ad Augusto III re di Polonia. Insigne tempio rinascimentale e opera prima di Alessio Tramello, il chiostro  si  presenta allo sguardo dei visitatori che attraversano  il portone di ingresso  come un ampio triportico con ventuno arcate a pieno centro sostenute da colonne in granito; sopra le arcate sono ancora visibili antichi medaglioni affrescati, che raffigurano diciotto immagini di imperatori e abati. 

Abbazia di San Colombano a
Bobbio – Piacenza
credit Visit Emilia

Addentrandosi in Val Trebbia merita poi una visita il complesso dell’Abbazia di San Colombano a Bobbio, nota soprattutto come fonte d’ispirazione – con il suo Scriptorium, oggi purtroppo in gran parte disperso – per “Il nome della Rosa” di Umberto Eco. Fu uno dei più importanti centri monastici d’Europa  durante il Medioevo, l’ultimo fondato in Italia da San Colombano nel 614 e  ancora oggi cuore pulsante, dal punto di vista culturale, del borgo.  

Chiostro grande
Chiostri di San Pietro
Reggio Emilia – credit Visit Emilia

Reggio Emilia 
C’è la mano inconfondibile di Giulio Romano in quel meraviglioso esempio di complesso monumentale del Rinascimento che sono i Chiostri di San Pietro, nel centro storico di Reggio Emilia. Nel cuore dell’antico monastero, colpiscono per la complessità progettuale e l’eterogeneità del disegno. Dei due chiostri, recentemente  magistralmente restaurati, attorno ai quali si articola la struttura, il più piccolo – forse ideato da Alessio Tramello – è un trionfo di volte a botte e cupolette angolari, bifore, timpani e lesene scanalate. Le colonnine binate in marmo rosso e bianco del Clemente e le decorazioni murarie del Moresino completano il colpo d’occhio di questa oasi di pace che favorisce un senso di estrema lontananza dall’incombente caos cittadino. Alla sua raffinatezza da miniatura emiliana, si contrappone armoniosamente l’imponenza scultorea tardo manierista del chiostro grande. La cifra stilistica di Giulio Romano permea un ambiente perimetrato popolato da colonne ioniche alternate da aperture  archivoltate a bugnato, finestre timpanate e nicchie con statue secentesche di santi dell’ordine benedettino. Oggi un percorso poliedrico, uno spazio espositivo, un centro culturale di rilievo internazionale e luogo di partecipazione e confronto, di socialità e innovazione aperta; luogo anche di co-Work con comode postazioni progettate per fornire spazio e servizi informatici, tecnologici e momenti di pause con uno spazio food e caffetteria. 

Chiostri di San Domenico
Reggio Emilia
foto di Riccardo Varini – credit Visit Emilia

Tra i più antichi luoghi di devozione della città, il convento di San Domenico venne  costruito tra il 1233 e il 1236 sull’onda dell’entusiasmo suscitato nella popolazione dalla predicazione di fra Giacomino da Reggio.  Adibito già nel tempo a caserma, poi a  Deposito  Stalloni,  e a  istituto per l’incremento ippico dell’esercito, il complesso cela nel proprio ventre due chiostri che conservano nel loro aspetto l’aura di una storia originalissima. Sul più grande, edificato nel corso del XVI secolo, si affacciavano le celle dei frati, mentre nel chiostro piccolo, dominato dalla fiancata dell’antica chiesa dominicana, il passato si incontra col contemporaneo della scultura “Less Than” di Robert Morris. Nel passaggio fra il primo e il secondo cortile, due lunette lasciano intuire la presenza di dipinti a fresco seicenteschi raffiguranti  “Cristo e una santa Domenicana” e “la Madonna con alcune Domenicane”. L’ala sud dei chiostri è oggi adibita a spazio espositivo, mentre il primo piano è sede dell’Istituto Musicale A. Peri, le cui note rendono ancora più suggestiva l’atmosfera che accoglie chi entra nel chiostro.  

Visit Emilia
E-mail: info@visitemilia.com
Sito web: www.visitemilia.com

Statue en plein air: l’Emilia è una galleria d’arte a cielo aperto

Riceviamo e pubblichiamo
Dai cavalli di Piacenza ai monumenti parlanti di Parma, fino a Don Camillo e Peppone a Brescello (RE), le sculture sotto il cielo di Visit Emilia.
Statue Parlanti a Parma, Giuseppe Verdi, foto di Edoardo Fornaciari

Come se non bastassero la natura, i castelli, i teatri e l’arte della cucina che invade ogni angolo della sua superficie una e trina, a identificare Visit Emilia come un autentico museo a cielo aperto partecipano anche statue e sculture di svariato genere, collocate in sontuosi spazi pubblici e in luoghi insospettabili, uniti dall’assenza di pareti e da quel soffitto intangibile eppure imponente che è il cielo. Parma, Piacenza e Reggio Emilia danno vita allora a un’eclettica esposizione della creatività e dell’ingegno che può essere serenamente ammirata in tempi che rendono quantomeno imprevedibile o incerta la possibilità di accedere a mostre e musei. Se vederle per la prima volta è un’esperienza unica, perfino chi è abituato alla loro presenza può cogliere l’occasione per scoprirne nuovi dettagli o ritrovarle inserite in un contesto inedito.

Statue Parlanti a Parma
Correggio – credit Visit Emilia

Le Statue Parlanti e il Sentiero d’Arte
Nel maggio del 2019, a Parma, le statue hanno cominciato a parlare. Dal Gruppo del Sileno situato a Parco Ducale, fino al Verdi seduto che presidia la Casa della Musica in Piazzale San Francesco, sono 16 le sculture alle quali il progetto TalkingTeens ha dato voce. Realizzata con il coinvolgimento di 350 studenti delle scuole superiori, l’iniziativa permette alle opere di comunicare direttamente con turisti e passanti grazie a QR Code, app e smartphone: le istruzioni collocate nei pressi del monumento spiegano come ricevere dal personaggio raffigurato una telefonata esplicativa rispetto alla sua realizzazione, con tanto di dettagli storici, aneddoti e vicende biografiche. Le indicazioni sono presenti anche in braille per non vedenti o ipovedenti, mentre le chiamate possono essere ascoltate in italiano, inglese o, a volte, in dialetto parmigiano.

Sentiero dell’Arte, Giovanni Sala Presenze, 2020 – foto
Michele Riccomini e Alessandro Violi

Uscendo da Parma, il Sentiero d’Arte è pensato per valorizzare il territorio di Langhirano.
Partendo dalla Badia Benedettina verso il rinascimentale Castello di Torrechiara di Pier Maria Rossi, fino a raggiungere il paese di Langhirano, il museo diffuso si integra in un paesaggio intatto e segnato dal corso ondeggiante dell’antico Canale di San Michele. Gli artisti contemporanei selezionati per il progetto hanno realizzato opere di forte valenza intellettuale e poetica che, nel rispetto della specifica situazione ambientale, ne interpretano luci e atmosfere.

Paladino Piacenza, veduta dell’installazione, Piazza Cavalli (Piacenza) ©️Lorenzo Palmieri 2020

I cavalli del Mochi e Mimmo Paladino
Tra i simboli più noti della città di Piacenza, i due monumenti equestri in bronzo realizzati nel ‘600 dallo scultore Francesco Mochi da Montevarchi sono talmente considerati da aver determinato il nome di Piazza dei Cavalli. Poggiate su basamenti in marmo bianco di Carrara, le statue di Alessandro e Ranuccio I Farnese sono capolavori assoluti dell’arte barocca, impreziositi da elementi come le targhe, i 16 armoniosi putti, le decorazioni, gli stemmi e, soprattutto, i bassorilievi raffiguranti le Allegorie della pace e del Buon Governo o le scene tratte dalla guerra combattuta da Alessandro stesso nelle Fiandre.

Installazione Mimmo Paladino, foto Comune di Piacenza, Credit Visit Emilia

Fino al 28 febbraio 2021, le due opere residenti dialogheranno con l’installazione monumentale realizzata da Mimmo Paladino, composta da 18 cavalli in vetroresina, ispirati a modelli funerari di origine etrusca. Contenute da e in una base quadrangolare di dodici metri per lato, le sculture contemporanee dell’artista campano sembrano emergere da una dimensione effimera per illuminare con la loro apparizione temporanea due strabilianti esempi della creatività umana.

Statua di Don Camillo a Brescello (RE), foto
di Mario Rebeschini

Dall’arte funeraria romana alle danze contemporanee
Sarebbero monumenti anche se non fossero statue ma rimane comunque il fatto che Don Camillo e Peppone, o meglio le loro versioni in bronzo, sono protagonisti dell’ennesimo e infinito incontro in Piazza Matteotti a Brescello, paese in cui Giovannino Guareschi ha ambientato tutte le vicende della strana coppia. Dalla parte del municipio il sindaco, dalla parte della chiesa il parroco, le due sculture realizzate da Andrea Zangani hanno fatto la loro comparsa nel 2001, a ricordo dei 50 anni dal primo film della saga.
Tra le più interessanti espressioni del rilievo funerario romano di tutta l’Italia settentrionale, il Monumento ai Concordi è un recinto rettangolare rinvenuto a Boretto del 1929 e riposizionato nei Giardini di Reggio Emilia l’anno successivo, per volere dell’allora soprintendente: realizzata in marmo di botticino, l’opera è presumibilmente un reperto del I secolo d.C. e intendeva sottolineare il prestigio di alcuni illustri cittadini della comunità di Brescello. Sempre a Reggio Emilia, sono imperdibili l’Araba Fenice di Luciano Fabro e la Danza di Astri e di stelle di Eliseo Mattiacci, entrambe – rispettivamente collocate nel cortile dell’Università e nella distesa verde della Fondazione Aterballetto – inserite nel progetto “Invito a…”, che ha portato quattro artisti contemporanei di fama internazionale a dialogare con gli spazi della città.

Monumento a Ferrante Gonzaga a Guastalla (RE)
foto di Mario Rebeschini

Dal Palazzo Ducale di Rivalta, dove era parte del complesso ornamentale della Villa, arriva invece la Statua del Crostolo, che dal 1802 fa bella mostra di sé nella centralissima Piazza Prampolini.
Risale infine al 12 novembre del 1888 l’inaugurazione della statua in marmo di Carrara di Lazzaro Spallanzani a Scandiano, nella piazza che, da quel momento, prese il nome dell’illustre scienziato.
Opera di Guglielmo Fornaciari, la scultura mostra lo studioso intento a osservare con la lente d’ingrandimento una rana, realizzata da Vasco Montecchi. Nato nel 1729, il naturalista è il più celebre cittadino del comune ed è considerato anche un precursore della virologia. Fatto che, oggi come oggi, rende quantomeno di buon auspicio una visita al monumento.
Visit Emilia
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Visit Emilia a due passi dal cielo: cupole e affreschi delle chiese di Piacenza

Riceviamo e pubblichiamo

Oggi iniziamo un viaggio tra le cupole e gli affreschi delle più straordinarie chiese

di Parma, Piacenza e Reggio Emilia: nella seconda parte andiamo a Piacenza.

Le chiese sono da sempre custodi di eccezionali opere d’arte. E spesso è proprio guardando in alto, nell’immensità delle loro cupole che si svelano capolavori meravigliosi, affreschi realizzati da grandi artisti del passato. Questo è il periodo ideale per scoprire tali espressioni del genio umano racchiuse nelle più belle chiese di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, avvicinandosi all’anima creativa e spirituale di Visit Emilia. Oggi andiamo alla scoperta delle chiese di Piacenza.

Cattedrale di Piacenza – foto di Relazioni Pubbliche – credit Visit Emilia

L’opera di Guercino nella cupola della Cattedrale di Piacenza
Lo sguardo resta totalmente affascinato dalla grande cupola ottagonale affrescata dal Guercino (Giovanni Francesco Barbieri, 1591 – 1666) e dal Morazzone (Pier Francesco Mazzucchelli, 1573 – 1626) nella Cattedrale di Piacenza. Qui si delineano le figure dei profeti, sospesi tra le nuvole portando cartigli e con il volto rivolto verso l’alto, verso la divinità. Sono Davide, Isaia, Aggeo, Osea, Zaccaria, Ezechiele, Michea e Geremia, ognuno racchiuso nella propria vela. Inizialmente l’opera fu commissionata nel 1625 al Morazzone, ma l’artista lombardo morì dopo aver terminato le vele di Davide e di Isaia. L’anno successivo il lavoro fu affidato al Guercino, che realizzò tra il 1626 e il 1627 le altre sei vele e affrescò anche le lunette, in cui si possono osservare quattro episodi dell’infanzia di Gesù – l’annuncio ai pastori, l’adorazione dei pastori, la presentazione al tempio e la fuga in Egitto – e quattro rappresentazioni di sibille, in ideale dialogo con i profeti per il compito simile di predire il futuro.

Chiesa di San Francesco
a Piacenza
credit Visit Emilia

La cupola affrescata della Chiesa di San Francesco di Piacenza
In Piazza Cavalli di Piacenza spicca la Chiesa di San Francesco. Costruita tra il 1278 e il 1363 per volontà del ghibellino Umbertino Landi, è in stile gotico lombardo con facciata in cotto. Presenta in facciata due contrafforti, rosone, cuspide e guglie, nonché un portale mediano quattrocentesco (più tardi i laterali), e sui fianchi poderosi archi rampanti. Sul lato destro si trova il chiostro, di cui è rimasto solo un porticato. La chiesa conserva all’interno sepolture di uomini illustri, dipinti, sculture e resti di affreschi del XIV e XV secolo. Da notare la scultura posta nella lunetta del portale, con le Stigmate di San Francesco (1480 circa). La cupola della cappella dell’Immacolata, con la grandiosa pala, è affrescata da Giovanni Battista Trotti detto “Il Malosso” (1597), per la cui commissione i francescani elaborarono una iconografia originale e curiosa. L’artista qui raffigura l’Assunzione al cielo della Vergine.

Basilica di Santa Maria
in Campagna (PC)
credit Visit Emilia

Il complesso ciclo pittorico della Basilica di Santa Maria in Campagna di Piacenza
Stupiscono anche gli interni della Basilica di Santa Maria in Campagna impreziosita dal complesso ciclo pittorico della cupola realizzato da Antonio Sacchi detto “Il Pordenone”. A lui si deve sulla parete d’ingresso la raffigurazione di Sant’Agostino e le opere della cappella dei Re Magi interamente affrescata dall’artista, come anche la successiva cappella di Santa Caterina. La bellissima cupola, i cui affreschi sono stati realizzati dal Pordenone e da Bernardino Gatti detto il Soiaro in un periodo compreso tra il 1530 ed il 1543, si erge nel mezzo della croce greca e domina tutta la struttura. Nella lanterna è raffigurato Dio padre sostenuto da una gloria di angeli da cui discendono personaggi e storie della cristianità. Appena sotto, infatti, si aprono gli otto spicchi e altrettanti costoloni della cupola popolati di profeti e sibille, putti, personaggi dell’Antico Testamento e simboli vari. Subito dopo si può notare il fregio, dove ci sono gli eroi e gli dei dell’antichità classica, poi gli apostoli, come colonne portanti della struttura ed infine il tamburo che illustra alcune scene della vita di Maria.

Chiesa di San Cristoforo
Piacenza

La cupola della Chiesa di San Cristoforo di Piacenza affrescata da Bibbiena
Capolavoro di arte barocca, la Chiesa di San Cristoforo di Piacenza stupisce per la sua cupola, affrescata da Ferdinando Galli Bibbiena (1657-1743). L’artista seppe trasferire la prospettiva, patrimonio della speculazione matematica e filosofica, nel campo della prassi della quadratura, disegnando nella cupola finte colonne che la sostengono, dando così una sensazione di spazi più ampi di quello che sono in realtà, una caratteristica peculiare del barocco locale. Considerata una meraviglia del quadraturismo e della pittura illusionistica, la cupola ha una copertura ad ombrello con lanternino superiore con lesene e aperture rettangolari. La decorazione fa emergere un effetto di grandiosità e di artificio scenografico molto particolare, donando una visione celebrativa e teatrale di grande effetto. Oggi l’edificio ospita anche il Piccolo Museo della Poesia, il primo in Europa.
Destinazione Turistica Emilia
Parma – Piacenza – Reggio Emilia
E-mail: info@visitemilia.com
Sito web: www.visitemilia.com 

I Castelli del Ducato on line: quattro esperienze interattive da fare stando (ancora) a casa.

Riceviamo e pubblichiamo
Cucinare: lezioni di cucina storica, cooking class live dal Castello di Gropparello. Fare insieme Archeo Backstage, protagonisti dell'allestimento del Museo Archeologico della Cittadella Viscontea a Piacenza. Giocare: cena con delitto per bimbi on line dal Castello di Gropparello. Tutorial per lavoretti creativi dal Castello del Piagnaro di Pontremoli. info@castellidelducato.it - www.castellidelducato.it

Cosa fare on line nei Castelli del Ducato a inizio 2021 in attesa che manieri e musei possano tornare a riaprire al pubblico, in piena sicurezza? Sono quattro le esperienze che si possono seguire stando al computer, al tablet o allo smartphone collegati da casa propria, proposte nella rete turistica culturale dei Castelli del Ducato. Si spazia dalla possibilità di cucinare insieme ad una vera castellana, esperta di cucina storica, che vi darà lezioni speciali di cooking class live dal Castello di Gropparello, al fare insieme Archeo Backstage, protagonisti dell’allestimento inedito del Museo Archeologico della Cittadella Viscontea a Piacenza, che vedrete per primi, passo dopo passo, seguendo periodiche dirette on line su Facebook. E per i più piccoli si può giocare in gruppi di 15 persone alla cena con delitto per bimbi on line, ancora dal Castello di Gropparello che sta sperimentando nuove forme di coinvolgimento in attesa di poter riaprire il Parco delle Fiabe. Mentre la pagina Facebook del Castello del Piagnaro e del Museo delle Statue Stele a Pontremoli in Lunigiana propongono con la cooperativa Solidarietà e Lavoro periodici tutorial per fare lavoretti creativi con i bambini.
Così tra una lezione sulla zuppa di cipolle all’antica ad un mini corso per disegnare e costruire con un cartoncino la propria Statua Stele, dalla lente d’ingrandimento dell’investigatore per scoprire quale mistero custodisce un castello allo sbirciare in anteprima come si allestisce un museo, la parola chiave è partecipazione. Ecco le proposte disponibili sulla rete, con la promessa e la speranza di tornare presto a visitare i Castelli del Ducato di persona. www.castellidelducato.it

Palazzo Farnese Piacenza Assessore Papamarenghi
Castelli-Ducato

PALAZZO FARNESE A PIACENZA VA ON LINE CON ARCHEO BACKSTAGE
In mostra il “dietro le quinte” della nuova collezione archeologica inedita: 700 anni di storia di Piacenza dalla fondazione nel 218 a.C. all’Alto Medioevo. Ogni mercoledì e sabato alle 20.30, a partire dall’8 gennaio e fino alla riapertura del Museo sulla pagina Facebook dei Musei Civici di Palazzo Farnese. È come assistere in diretta ai lavori di allestimento della Sezione Archeologica di Palazzo Farnese – Cittadella Viscontea, uno dei 35 Castelli del Ducato inserito nella rete turistica culturale interregionale. Lo annuncia l’assessore alla Cultura del Comune di Piacenza Jonathan Papamarenghi, membro del Direttivo dei Castelli del Ducato, che aggiunge: “La nuova collezione archeologica è il risultato di un lavoro di quattro anni di selezione, restauro e studio di materiali archeologici, per lo più inediti e mai esposti, e racconterà più di settecento anni di storia della città di Piacenza, dalla sua fondazione nel 218 a.C. all’Alto Medioevo”. “Il cuore del percorso sarà l’Urbe – ha spiegato la direttrice dei Musei Civici Antonella Gigli – e attorno a questa saranno sviluppati vari temi: la domus, il commercio, il culto. La sezione  sarà suddivisa tra preesistenze – ovvero ciò che c’era prima dell’insediamento romano – e persistenze romane, con manufatti, mosaici e reperti di elevato valore artistico”. info@castellidelducato.itwww.castellidelducato.it

lezioni TAVERNA MEDIEVALE cucina storica
castelli ducato

LEZIONI DI CUCINA STORICA: IL 2021 INIZIA NEL SEGNO DELLE COOKING CLASS AL CASTELLO DI GROPPARELLO
Sabato 16 gennaio
dalle 10 alle 12 si impara, on line, a cucinare una zuppa di cipolle alla maniera antica, una carbonata all’arancia e soprattutto il filetto lardellato in guisa di quaglia. Lezione di cucina storica “su misura” tutto l’anno live prenotabile per gruppi di persone. Prima si cucina tutti insieme, collegati da casa propria, seguendo le indicazioni della chef, esperta di cucina storica, Maria Rita Trecci Gibelli, proprietaria del Castello di Gropparello. Nelle sue lezioni di cucina storica consiglia, propone e spiega piatti molto sfiziosi fantastici anche per invitare a pranzo o a cena amici e offrire un menu intrigante, inatteso e molto saporito. L’iniziativa è adatta ad adulti e ai ragazzi e ragazze dai 14 anni in su in modo autonomo. Possono partecipare anche ragazzi più piccoli, purché inseriti in un gruppo di adulti. Durata 2 ore circa. Piattaforma utilizzata: ZOOM. L’incontro inizierà puntuale rispetto all’orario prefissato, quindi consigliamo di collegarsi alla piattaforma 10 minuti prima. Dopo il pagamento riceverete una mail di conferma con anche un questionario al quale rispondere: il questionario è inerente a gusti, eventuali allergie e attrezzature presenti in casa; seguirà la lista delle proposte culinarie tra le quali scegliere e successivamente la lista della spesa e degli utensili da usare, e il giorno prima riceverete il link per accedere alla diretta nel giorno e orari concordati. info@castellidelducato.itwww.castellidelducato.it

Castello di Gropparello

CENA CON DELITTO ON LINE PER FAMIGLIE PER GRUPPI
Una esperienza coinvolgente da sperimentare! Cerca gli indizi! Trova il colpevole! Cena con delitto on line per bambine e bambini dal Castello di Gropparello. Un 2021 ricco di date e avvincenti giochi nel circuito dei Castelli del Ducato. Si gioca, si ride, si impara, si cucina e si mangia per davvero, tutti insieme, ciascuno davanti al proprio computer: la cena con delitto on line per gruppi di minimo 15 bambine e bambini da 8 a 12 anni, proposta dal Castello di Gropparello sempre con trame diverse, in date periodiche tutto l’anno o su prenotazione per gruppi, compleanni, regali e sorprese nel 2021, è una esperienza coinvolgente da sperimentare. Piattaforma utilizzata: ZOOM. L’incontro inizierà puntuale rispetto all’orario prefissato, quindi consigliamo di collegarsi alla piattaforma 10 minuti prima. Nel giro di quasi tre ore un delitto si rievoca, una misteriosa contessa vaga (per davvero) nelle magnifiche sale del Castello di Gropparello incontrando spettri che la tengono insonne, un assassinio compiuto tempo addietro da chissà quale dei fantasmi che si agitano nelle notti sospese nel maniero. I bambini e le bambine giocano, fanno domande, possono parlare tra loro e con gli animatori, il tutto orchestrato dal Mago Zoom che tra battute e indovinelli tiene il filo del gomitolo. Dopo il pagamento riceverete una mail di conferma e successivamente la lista della spesa e degli utensili da usare, e il giorno prima riceverete il link per accedere alla diretta nel giorno e orari concordati. info@castellidelducato.itwww.castellidelducato.it

Statue Stele Castelli Ducato Pontremoli
foto Francesca Maffini

TUTORIAL ON LINE PER PICCOLE CREAZIONI DAL CASTELLO DEL PIAGNARO DI PONTREMOLI
Si spazia da come creare una Statua Stele a come fare un biglietto originale. In collaborazione con la cooperativa Solidarietà e Lavoro la pagina Facebook del Castello del Piagnaro propone periodici tutorial – alcuni a cura del Centro Giovanile Mons. G. Sismondo – interessanti proposte didattiche dedicate sia al Castello del Piagnaro – Pontremoli che al Museo delle Statue Stele Lunigianesi – Pontremoli. I bambini possono poi inviare i video o le foto delle loro creazioni – fatte seguendo i tutorial on line – alla pagina del Castello del Piagnaro che ne cura la pubblicazione on line. info@castellidelducato.itwww.castellidelducato.it
Appena potrete tornare a viaggiare serenamente, mettete nel cuore un tour tra i Castelli del Ducato!Castelli del Ducato è la rete turistica-culturale interregionale di 35 Castelli, 16 Alloggi tra Antiche Mura dove pernottare, 50 luoghi d’arte (ville, dimore storiche, musei, chiese ed abbazie, un labirinto, una academy, borghi storici, palazzi) a corollario dei manieri, una decina di ristoranti, locande e bistrot dove mangiare nelle roccaforti tra Emilia-Romagna, Lunigiana in Toscana e cremonese in Lombardia.
Castelli del Ducato con  Comune di Monchio delle Corti, capofila, e Parchi del Ducato è impegnato, come da Ptpl Dte 2021, su progetti di outdoor e turismo culturale-enogastronomico lungo le vie d’acqua tra borghi, parchi, castelli per la promozione e diffusione dell’ecoturismo, dando un nuovo valore esperienziale ai beni materiali e immateriali che caratterizzano il patrimonio dei territori. Come da Ptpl 2020 continua l’impegno con gli Ambasciatori del Territorio, anche on line, e Fondazione Cariparma nell’ambito di Destinazione Turistica Emilia.
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In sella, dal Grande Fiume all’Alta Via delle Sorgenti

Riceviamo e pubblichiamo
Tre itinerari tra pianura, collina e montagna per scoprire l’area di Visit Emilia su due ruote.

È inutile dire che, per esplorare la ricchezza e la varietà paesaggistica e culturale di un territorio di borghi e parchi naturali come quello compreso tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia, che passa dalla pianura alla collina, fino alla montagna – con conseguente e radicale cambiamento di panorami e orizzonti – il mezzo più consigliato è la bicicletta.

Che si muovano grazie alla spinta dei muscoli, come nel caso della mountain bike, o facendo affidamento sull’aiutino garantito dall’E-bike, le due ruote sembrano immaginate allo scopo di andare alla scoperta di Visit Emilia (http://www.visitemilia.com) sfilando lungo il Po, tra le opere d’arte o in mezzo ai boschi alla volta dei passi appenninici. Scese dal sellino delle bici, le gambe meglio metterle sotto alla tavola. E che tavola, in Emilia siamo nel cuore della Food Valley italiana, con prodotti gastronomici di eccellenza, conosciuti in tutto il mondo. Qualche nome sol per farsi venire l’acquolina in bocca? Coppa Piacentina, Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano e Aceto balsamico di Reggio Emilia, ma l’elenco è ancora lungo…e ghiotto. 

Isola Giarola
Villanova sull’Arda (Piacenza)

In pianura
La Via Po è un percorso ciclo-turistico di 110 Km che, nel Piacentino, segue l’argine maestro di destra del Grande Fiume, lambendo la città dei Farnese e regalando uno sguardo differente sulla realtà della Bassa. Tappa da non perdere è il Parco di Isola Giarola (PC), dove il lago artificiale, circondato dai pioppi, ospita la fauna e la flora tipiche del territorio. Lungo il fiume, merita una sosta Isola Serafini (PC), l’unica abitata del Po, dove la conca consente alle imbarcazioni di proseguire la navigazione fino al delta.

Isola Giarola
Villanova sull’Arda (Piacenza)

Oltre che in bicicletta, è possibile immergersi nel paesaggio fluviale anche tramite escursioni a piedi o in barca e grazie ad attività organizzate in collaborazione con il Parco Adda Sud. L’itinerario favorisce poi l’incontro con sapori tipici, come quelli del cacio del Po e dei formaggi DOP Piacentini, e con gioielli come il Castello di San Pietro in Cerro, che al suo interno conserva tesori antichi e moderni, custoditi nella Sala delle Armi e nel MIM, Museum in Motion, collezione in costante evoluzione di oltre 1500 opere di maestri contemporanei.

Torrechiara (PR)
ph Roberto Martini

In collina
Tra Langhirano e Torrechiara
(PR) – dove chi volesse ha la possibilità di investire sul relax totale noleggiando una E-Bike – il Sentiero d’Arte è una boccata d’aria e di cultura che consente di tuffarsi su due ruote in un percorso abbracciato da colline e vigneti che segue il Canale di San Michele, dalla Badia di Santa Maria della Neve al Castello di Torrechiara. Montati in sella, si parte proprio dalla Badia benedettina, perla d’architettura voluta da Pier Maria Rossi che ha attraversato indenne i secoli con i suoi affreschi barocchi, il refettorio, il belvedere e il chiostro.

Torrechiara (PR)

Avventurarsi nell’itinerario significa sfilare in uno scenario naturale arricchito negli anni con un’implementazione della presenza di varietà autoctone, tra le quali si susseguono opere di artisti contemporanei che ridefiniscono il significato del paesaggio che incornicia il Canale. Le vigne, i campi e tutti quei simboli del lavoro in un territorio che è davvero la terra del fare sono segnalibri in una storia che ha, in questo caso, il gran finale a Langhirano, sede del Museo del Prosciutto. Un’applicazione permette di approfondire vari aspetti dei luoghi attraversati, grazie a strumenti tecnologici e di realtà aumentata disseminati lungo l’itinerario.

Appennino Reggiano

In montagna
Anello composto da strade forestali e sentieri all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano per un totale di circa 60 km di pedalate, l’Alta Via delle Sorgenti unisce otto passi appenninici al di sopra dei 1200 metri e può essere considerato il regalo della provincia di Reggio Emilia agli appassionati di mountain bike. La precisione di una segnaletica leggibile, la cartina e l’applicazione Sentieri Appennino mettono chiunque in condizione di muoversi agilmente o di programmare un’escursione a tappe adatta alla propria preparazione.

Appennino Reggiano

La prospettiva di attraversare faggeti e castagneti senza staccarsi dal sellino e vedendo le sorgenti svilupparsi in corsi d’acqua che sfociano in laghetti o formano torbiere è la splendida realtà di una terra che offre agli occhi meravigliosi paesaggi e borghi antichi e al palato sapori immortali. A Cerreto Laghi, è disponibile un noleggio attrezzato E-bike ed è possibile prenotare escursioni al seguito di guide diplomate e certificate.

Teatri Aperti tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia

Riceviamo e pubblichiamo
Tra il 24 e il 25 ottobre e dal 5 all’8 dicembre 2020, Visit Emilia apre il sipario sulle visite guidate a sale e teatri storici dell’area compresa tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia.

Con quello spirito agguerrito che si respira proprio nelle grandi imprese descritte ed esaltate da drammaturghi e commediografi, Visit Emilia lancia un’iniziativa culturale volta a promuovere i luoghi sacri dell’arte e dello spettacolo nell’area compresa tra le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Grazie a Teatri Aperti, ideato da Natalia Maramotti, presidente di Destinazione Turistica Emilia, il concetto di stagione teatrale per l’autunno/inverno 2020 cambia allora forma, diventando innanzitutto un’occasione per invogliare turisti e viaggiatori all’esperienza inconsueta di addentrarsi nel cuore dei teatri storici nei due periodi compresi tra il 24 e il 25 ottobre e dal 5 all’8 dicembre. Quelli che si spalancheranno ai partecipanti saranno universi segreti e normalmente accessibili solo al pubblico delle rappresentazioni e che ora diventano essi stessi protagonisti nel desiderio di affermare l’esistenza di un patrimonio unico e generoso. Gratuite o a pagamento a seconda dei casi, le visite al seguito di una guida saranno effettuabili solo su prenotazione. Per info: Visit Emilia www.visitemiliia.com

Teatro Regio Parma
foto Luca Fregoso

Parma
A Parma, il Teatro Regio apre molto più del sipario il 24 e il 25 ottobre, con ingresso ogni ora. Poi il 6, 7 e 8 dicembre. Considerato uno dei templi italiani della lirica, è un vero monumento dell’opera costruito in stile neoclassico a partire dal 1821 per volere della duchessa Maria Luigia d’Asburgo Lorena, moglie di Napoleone. Dal foyer alla platea decorata da Magnani e sovrastata dal lampadario in bronzo dorato forgiato dalle officine Lacarrière di Parigi, fino all’eccezionale sipario dipinto e alla Sala del Ridotto, ogni angolo è parte di una storia che merita di essere illustrata e conosciuta da appassionati di musica e amanti del bello. I visitatori potranno inoltre accedere a luoghi normalmente non aperti al pubblico, come i laboratori di sartoria, la sala di scenografia, la sala prove dell’orchestra, i camerini e il palcoscenico. È inoltre possibile richiedere la partecipazione a una visita guidata della città, gestita autonomamente dall’Ufficio Turistico del Comune di Parma.

Teatro Farnese Parma
foto Cosimo Filippini

Anche il “Farnese”, all’interno del Complesso della Pilotta,  si aggiunge al prestigioso elenco di “Teatri Aperti” (24, 25 ottobre e 5, 6 e 8 dicembre). Si sa il Teatro Farnese, costruito interamente in legno (1618), regala un’inconfondibile armonia.  Sino al 14 febbraio 2021 si può poi godere anche di un tocco di sofisticata eleganza, quella delle opere di Fornasetti, che vanno in scena con la mostra “Theatrum Mundi”. 

Teatro Giuseppe Verdi Busseto

Nella rocca di Busseto, il Teatro Giuseppe Verdi può vantare alcune esibizioni giovanili del Maestro, al quale è ora intitolato ma che curiosamente col teatro stesso ebbe sempre un rapporto complicato. Attraversando il portico e salendo lo scalone, si viene accolti da decorazioni di Giuseppe Baisi e Alessandro Malpeli e dai medaglioni di Gioacchino Levi raffiguranti la Commedia, la Tragedia, il Melodramma e il Dramma romantico. La visita è prevista il 24 e 25 ottobre.

Teatro Magnani Fidenza

L’elegante sala degli spettacoli, a tre ordini di palchi, con un boccascena arricchito da oro e stucchi bianchi, è uno dei fiori all’occhiello del Teatro Magnani di Fidenza, tra i 77 storici dell’Emilia Romagna ancora in attività. La struttura porta il nome dell’artista fidentino autore di decine di scenografie verdiane, che ne curò tutta la decorazione, compresa quella della Sala del Ridotto. La visita, gratuita, è in programma nei pomeriggi del 24 ottobre, del 5 e del 6 dicembre.<

Anche se molto più recente rispetto ai gioielli storici finora descritti, l’Arena del Sole di Roccabianca, inaugurata solo nel 1946, ha una caratteristica unica nella presenza, all’interno, delle nove statue un tempo parte del monumento di Ettore Ximenes eretto in onore di Giuseppe Verdi nel piazzale della stazione di Parma. Danneggiate durante la Seconda Guerra Mondiale, le raffigurazioni delle opere del Maestro sono state ricollocate in sala. È possibile ammirarle nel corso delle visite guidate gratuite previste tra il 5 e l’8 dicembre 2020. Esiste inoltre l’opportunità di arricchire la giornata con un tour guidato al Castello di Roccabianca.
Piccola sala all’italiana nel cuore della bassa parmense, il Teatro Pallavicino di Polesine Zibello è l’evoluzione della spartana sala voluta originariamente dal Marchese Antonio Pallavicino nel 1804. Nelle mattinate del 6 e dell’8 dicembre, sarà possibile ammirare gratuitamente nel corso di una visita guidata questa miniatura spettacolare, dotata di 12 palchetti e decorata da Pietro Piazza e Giovanni Azzi (del quale si conserva ancora il sipario a tendone con fantasie floreali).

Teatro Municipale Piacenza
foto Roberto Ricci

Piacenza
Fu Stendhal a definire il Teatro Municipale di Piacenza, inaugurato nel 1804, il più bel teatro d’Italia. La forma a tre quarti d’ellisse della sala è l’innovazione di Lotario Tomba che rivoluzionò i principi della canonica architettura teatrale europea, dando alla città una struttura all’avanguardia e di grande eleganza, impreziosita nel tempo dalle opere di Alessandro Sanquirico e dei suoi allievi. Nel 1895 divenne il primo teatro del Paese a essere interamente illuminato da lampade a energia elettrica. Straordinario il Secondino di scena di Domenico Menozzi, restituito alla vista nel 2007, dopo un attento restauro.

Teatro San Matteo Piacenza

In un vicolo tra via Castello e via Taverna, il Teatro San Matteo rivela nella propria architettura le origini sacre di tempietto protoromanico. Divenuto sala cinematografica tra le due guerre e caduto in rovina, venne restaurato negli anni ’80 del secolo scorso e presenta oggi una platea di 200 posti.

Teatro dei Filodrammatici
Piacenza

Costruito nel ‘500, il Teatro dei Filodrammatici nasce come chiesa a pianta basilicale costruita per ospitare le spoglie della patrona delle monache cistercensi di Santa Franca. Destinato a usi militari dopo la soppressione del convento, l’edificio divenne sede di una scuola di musica e di una tipografia, fino a quando nei primi anni del ‘900 fu convertito in teatro con l’aggiunta di una platea con loggiato e di un ampio palcoscenico. La facciata, in stile Liberty, è opera dell’ingegner Gazzola.

Teatro Gioia Piacenza

Simile la vicenda del Teatro Gioia, anticamente chiesa intitolata al Sacro Cuore e sede dell’Ordine dei Gesuiti, col tempo convertito nel teatro Romagnosi, smantellato e finalmente destinato all’attuale funzione intorno al 1990.
I quattro teatri piacentini saranno visitabili a pagamento con guida nella mattinata e nel pomeriggio del 24 e del 25 ottobre e nei giorni compresi tra il 5 e l’8 dicembre.

Teatro Serra Pontenure

A Pontenure si entra gratuitamente nel Teatro Serra di Parco Raggio, accanto alla dimora,  denominata “Villa Fortunata”, che fu fatta edificare da Armando Raggio, tra il 1882 e il 1885. In questo teatrino “bomboniera” c’è un palcoscenico in muratura, il cui arcoscenico conserva tracce di decorazioni floreali. Spettacolare è la modanatura curvilinea che separa le due aree di copertura: in ferro la platea, in tegole il palcoscenico, suggerendo col suo andamento curvilineo il periodo di edificazione che va collocato tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Si visita il 24 e il 25 ottobre e il 5, 7 e 8 dicembre.
Inaugurato nel 1823, il Teatro Verdi di Castel San Giovanni vide nel 1841 il debutto Anna Maria “Marietta” Baderna, perla della danza famosa in tutto il mondo, e venne ampliato nel 1919. Il foyer consente oggi di ammirare le antiche volte a crociera, mentre per la sala è stato recuperato, per quanto possibile, l’aspetto della chiesa originaria. La visita guidata gratuita è prevista nel pomeriggio del 5 dicembre e nella mattina e nel pomeriggio dell’8 dicembre.
Intitolato nei primi del Novecento alla leggendaria attrice che ne aveva calcato il palco a soli 10 anni, il Teatro Eleonora Duse di Cortemaggiore affonda le proprie radici nel 1826, quando Maria Luigia d’Austria consente i lavori per la trasformazione del convento. Due ordini di palchi dominano una piccola platea a ferro di cavallo in una sala decorata in stile rinascimentale a fiori e ghirlande. La visita gratuita alla platea è in programma per il 25 ottobre e il 6 dicembre.

Teatro Verdi Fiorenzuola d’Arda
foto Leonardo Arrisi

Ancora Maria Luigia d’Austria e ancora un edificio religioso si legano alla storia del Teatro Verdi di Fiorenzuola d’Arda, inaugurato nella forma contenuta progettata da Giannantonio Perreau – platea con pianta a ferro di cavallo, tre ordini di palchi e un loggione – nel 1853. La visita guidata gratuita è prevista in 4 turni del 25 ottobre.
Probabilmente tra i più piccoli al mondo, il Teatrino del Castello di Vigoleno si trova in una sala rettangolare del complesso fortificato medievale e prevede posti a sedere per 12 spettatori. Realizzata intorno agli anni ’20 del Novecento dal pittore russo Alexandre Jacovleff con curioso gusto esotico e ricco di simbolismi, la sala è un trionfo di suggestioni e dettagli raccordati da una fitta vegetazione che presenta anche rimandi al realismo magico di Severini.
Le visite guidate a pagamento sono in programma per il pomeriggio del 24 ottobre, il mattino e il pomeriggio del 25 ottobre, il pomeriggio del 5 dicembre, il mattino del 6 e il pomeriggio del 7 e in entrambi i momento della giornata l’8 dicembre. Su richiesta, è possibile anche estendere la visita al borgo.

Teatro Romolo Valli
Reggio Emilia

Reggio Emilia
Specchio della passione per il palcoscenico di una città che già dalla seconda metà del Seicento non poteva concepire un palazzo nobiliare senza uno spazio adibito alle recite, il Teatro Municipale Romolo Valli venne inaugurato nella sua forma attuale nel 1857. Edificato nell’area occupata anticamente dalla piazza d’armi della Cittadella, il Municipale accoglie il pubblico con un trionfale porticato dominato da un cornicione decorato con 14 statue. La grandiosità di palco – sul quale è installato un organo del 1815 – e l’ampiezza del retropalco rendono l’idea dell’importanza attribuita da Reggio Emilia all’arte della rappresentazione.

Teatro Asioli Correggio

Costruito nel punto in cui Niccolò Postumo fece erigere il proprio palazzo sul finire del XV secolo, il Teatro Comunale Bonifazio Asioli di Correggio è il frutto di una vivacissima storia di rappresentazioni, incendi e ricostruzioni. Nonostante questo, si riconosce ancora il disegno originario dell’architetto Forti con pianta a ferro di cavallo, 60 palchi ordinati su tre ordini, un loggione e un palco reale: la forma in cui la sala venne inaugurata nel 1852. La visita guidata gratuita è prevista per la mattina e il pomeriggio del 24 e del 25 ottobre e dei giorni tra il 5 e l’8 dicembre.

Teatro Ruggero Ruggeri Guastalla

Tra i dieci più antichi d’Italia, il Teatro Ruggero Ruggeri venne costruito nel 1671 su progetto di Antonio Vasconi per ordine di Ferrante III, duca di Guastalla. Nonostante gli interventi di restauro subiti nel corso dei secoli, la veste attuale mantiene la pianta a ferro di cavallo e l’originale assetto della facciata. È possibile tuffarsi nella sua storia con le visite guidate gratuite in programma nei pomeriggi del 25 ottobre, del 6 e dell’8 dicembre. È inoltre previsto anche un tour della città.

Teatro Taglivini
Novellara

Erede della sala per spettacoli esistente fin dal Cinquecento nella rocca dei Gonzaga, il Teatro Franco Tagliavini di Novellara ripropone in miniatura la struttura del Municipale di Reggio Emilia con pianta a ferro di cavallo, tre ordini di palchi con loggione e ampia scena sormontata da orologio. Progettato da Antonio Tegani – che non a caso aveva collaborato alla realizzazione del ‘fratello maggiore’ – e finemente decorato da Cesare Cervi, il teatro venne inaugurato nel 1868 e solo nel 2012 intitolato al grande tenore novellarese. Le visite guidate gratuite avranno luogo nella mattinata del 5 e nel pomeriggio del 6 dicembre.

Teatro Herberia Rubiera

Con un nome che richiama l’antico toponimo di Rubiera, il Teatro Herberia aprì il sipario nel 1926, mostrandosi in una struttura tardo Liberty ideata da Antonio Panizzi e Italo Costa. Molto attivo anche come cinema, venne chiuso e poi riattivato, previo restauro, a fine anni ’80. È possibile visitarlo gratuitamente con guida nei pomeriggi del 24 e del 25 ottobre e del 5 e 6 dicembre.

Ricostruzione in grande scala del piccolo teatro barocco in legno realizzato da Giovan Battista Fattori nel 1775 all’interno della cinquecentesca fortezza-palazzo voluta dai Bentivoglio, il Teatro Sociale di Gualtieri nasce nel 1907 con platea a ferro di cavallo sul quale si elevano due ordini di palchi e una galleria sostenuti da colonnine in ghisa. Inondato dalla piena del Po nel 1951, resiste ma cade in disuso fino alla riapertura nel 2009. Visitabile con guida su offerta libera il pomeriggio del 25 ottobre e anche la mattina il 6 dicembre.
Il 24 ottobre e il 5 dicembre, sia nel corso della mattinata che durante il pomeriggio, sarà infine possibile visitare gratuitamente al seguito di una guida il Teatro Comunale di Rio Saliceto, originale esempio di convivenza tra edilizia privata ed edilizia pubblica, inaugurato nel 1911 per volere, pare, di Clina Sacchetti, che in esso decise di investire il denaro inviatole per acquistare terreni dal marito Pietro Montanari, allora effettivo proprietario della struttura.
Visit Emilia
E-mail: info@visitemilia.com
Sito web: www.visitemilia.com

Piacenza: Gola Gola Food and People Festival il gusto di essere

Riceviamo e pubblichiamo
Il 5 e il 6 settembre 2020, la rassegna di cultura enogastronomica torna per la seconda volta nella città emiliana.

Immaginato più che mai come un evento in grado di valorizzare un intero territorio puntando sulle sue eccellenze enogastronomiche, Gola Gola Food and People torna a Piacenza per la seconda edizione.

Il 5 e il 6 settembre 2020, la rassegna intende declinare il tema del cibo in molteplici dimensioni e allo stesso tempo offrire ai visitatori l’opportunità di tornare a vivere la Città con serenità, ma nel pieno rispetto delle norme di sicurezza.
Ristoranti, bar, negozi, produttori e aziende agricole diventano protagonisti di un’iniziativa diffusa, che si dirama tra talk show, degustazioni e mercato delle specialità alimentari selezionate accuratamente nel segno della qualità.

A essere coinvolte in quello che per due giorni diventa il cuore dell’area di Visit Emilia (http://www.visitemilia.com), saranno personalità della cultura a 360 gradi, chiamate a discutere di temi di grande attualità come la sostenibilità e l’impatto dei comportamenti alimentari sull’ambiente, di storia della tradizione culinaria e di libri inerenti all’argomento centrale del festival.  

In una città che apre le porte ai turisti del gusto, ai quali dedica anche una suggestiva Notte Bianca dei Golosi in Piazza Cavalli, il cibo si manifesta nella propria forma spettacolare, tra cooking show e laboratori, e si lascia scoprire grazie a degustazioni guidate offerte dal Consorzio di Tutela  dei Salumi Tipici Piacentini e nei numerosi banchi del Mercato delle Specialità tra vini, caffè, cioccolate, formaggi stagionati, focacce, farine, birre, insaccati tradizionali e oli extravergini.
Appuntamenti musicali e tour guidati completano il programma di un evento panoramico, realizzato per volere del Comune di Piacenza, grazie al supporto di Camera di Commercio, Fondazione Piacenza Vigevano, Iren, Confindustria Piacenza, Coldiretti Piacenza e Consorzio Piacenza Alimentare.
Gola Gola Food and People Festival
Tel. Visit Emilia (Iat di Piacenza): 0523 492001
info@golagola.areaitalia.comwww.golagolafestival.it

Uno, due, Trekking… tra i laghi emiliani

Riceviamo e pubblichiamo
Da Visit Emilia, un dedalo di itinerari per escursioni estive verso i deliziosi laghi dell’area di Parma, Piacenza e Reggio, tra i colli Piacentini e l’Appennino Tosco Emiliano.
foto Meridiana Immagini

Per chi, in quest’epoca di incertezza vacanziera, è alla ricerca di gioielli naturalistici lontani dal turismo convenzionale ma destinati a entrare di diritto nella segreta lista dei luoghi del cuore, l’area compresa tra le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia può rappresentare una piacevole sorpresa. Gambe in spalla e occhi fissi su panorami straordinari e inconsueti sono tutto ciò che serve per dedicarsi a un trekking a tema lacustre, che toglie il velo ad alcuni degli angoli più incantevoli di questo spicchio di Appennino contrassegnato dall’invisibile marchio di Visit Emilia.

Lago Verde – foto Marco Rossi

Laghi del Sillara (PR)
Immediatamente sotto la cima più alta dell’Appennino Parmense che presta loro il nome, i Laghi del Sillara sono la meta ideale per un’esperienza di trekking estivo di una giornata alla scoperta dei gioielli “glaciali” tra Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e Parco Regionale dei Cento Laghi. Come spesso accade, a rendere unica l’escursione è in realtà la camminata nel suo insieme che, partendo da Pratospilla, incontra in sequenza una serie di specchi d’acqua di origine glaciale, come il lago Ballano e il lago Verde (1500 m s.l.m), dove i faggi sono il preludio alla suggestiva alternanza cromatica di boschi e prati di mirtilli che accarezza gli occhi fino ai veri e propri Laghi gemelli del Sillara, a 1730 metri di altitudine. Da qui, è possibile salire fino alla vetta per godere di una vista che spazia dalla Lunigiana alle Alpi Apuane, fino al mare. Da non perdere le specialità a base di funghi porcini.

Lago Nero – foto Natacha Fiorani

Lago Bino e Moo, Lago Nero, Lago di Trebecco e Diga del Molato (PC)
I piedi sono il mezzo di locomozione tradizionale per percorrere il Sentiero del Tidone, nell’area dei Colli Piacentini. Quando il Po si allontana, a diventare protagonista è il torrente che dà il nome alla valle: risalendolo in direzione della sorgente, ci si imbatte nella Diga del Molato, imponente opera terminata nel 1928 che ha generato il Lago di Trebecco, bacino artificiale lungo 2,5 km. Tra le camminate da prendere in considerazione per una giornata di trekking targata Piacenza, meritano una menzione quelle in Val Nure verso il verdissimo Lago Nero – di origine glaciale – e alla volta del piccolo ma affascinante Lago Moo e del Lago Bino, straordinaria opera della natura, che lo ha diviso in due, decorando in estate la più grande delle porzioni con una meravigliosa pennellata di ninfee gialle. La camminata tra i meravigliosi specchi d’acqua aumenta l’appetito, che può essere soddisfatto assaporando i gustosi salumi DOP piacentini (coppa, pancetta e salame) e altre prelibatezze norcine come la mariola, presidio Slow Food.

Lago Calamone – foto Meridiana Immagini

Lago Calamone e Lago della Bargetana (RE)
Il trekking nel reggiano non può prescindere dalla gita al Lago di Calamone, autentica perla d’acqua in un’area oltre i 1300 metri di quota, punteggiata da gigli, orchidee e primule e dominata dal Monte Ventasso e dalla sua corte di faggi e conifere. Creato da esarazione glaciale e conosciuto fino al XIX secolo col nome della vetta che lo sovrasta, il lago fu per centinaia di anni al centro della leggenda – facilmente sfatata nel 1762 niente meno che dal biologo Lazzaro Spallanzani – che lo voleva comunicante con gli abissi marini. Nella conca del Monte Prado, vale invece la pena di dedicare un giorno al Lago della Bargetana, silenziosa attrazione principale di un luogo incontaminato e circondato da uno degli angoli panoramici più suggestivi del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, con vista sul Monte Cusna. Da non perdere i piatti a base di funghi porcini – cucinati dalla maggior parte dei ristoratori e rifugi della zona – di cui è possibile assaporare tutte le sfumature.
Visit Emilia
e-mail: info@visitemilia.com
sito web: www.visitemilia.com

Il cuore verde dell’Emilia: vivere il contatto con la natura

Riceviamo e pubblichiamo
Da Visit Emilia, tre itinerari naturali tra fiumi, boschi, rocce e rocche per respirare l’aria di Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
foto Angelo Battaglia

Lingue d’acqua che riflettono lo scorrere della storia e tagliano paesaggi compositi e variegati, dove l’uomo ha rivaleggiato – o meglio, cooperato – con la natura, lasciando testimonianze fortificate che ancora oggi ci parlano di un passato di gloriosa convivenza: queste e altre sono le suggestioni di parchi, riserve e sentieri della macchia verde compresa tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
Visit Emilia propone di godere di queste aree verdi, perché vivendole ci si sente bene. Anche più di quanto si possa pensare: è un forte stimolo per i sensi, potenzia il pensiero creativo, quello che ci aiuta a risolvere i problemi e ci infonde tranquillità. Il richiamo alla dimensione naturale è sempre latente in noi. I giapponesi lo considerano una terapia, lo shinrin-yoku, o bagno nella foresta. Per praticarlo non serve andare chissà dove. Ecco tre luoghi incantevoli dove provare i portentosi benefici del contatto con la natura.

Riserva Naturale dei Ghirardi (PR)
Dei 600 ettari dell’omonima Oasi del WWF, la Riserva Naturale dei Ghirardi ne occupa 370: uno spazio sufficiente per sfoderare un campionario di boschi, radure e corsi d’acqua che fa di quest’area della provincia di Parma, tra i comuni di Albareto e Borgo Val di Taro, un trionfo della diversità ecologica. Querce, castagni e faggi si alternano a prati fioriti, dai quali contemplare il volo dei rapaci e osservare a bocca aperta le corse di daini e caprioli.

La flora e gli habitat dell’Appennino settentrionale sono il cuore del Percorso Natura che parte dal Centro Visite di Predelle ma anche gli altri sentieri, liberamente accessibili e identificati da quattro colori, offrono l’opportunità unica di addentrarsi in un universo di giganti verdi e calanchi, tra roverelle e sorbi, cerri, salici e tigli selvatici, con una colonna sonora liquida gentilmente prodotta dal torrente Remolà.
All’Oasi dei Ghirardi sono anche possibili attività guidate con cavallo, da passeggiate a escursioni per i più esperti. Possibilità anche di semplici passeggiate emozionali a fianco al cavallo, esperienze con i pony per i bambini. Prenotazione obbligatoria 3315448896 

foto Perazzoli

Parco Fluviale del Trebbia (PC)
Col suo incessante fluire, è ancora l’acqua a scandire il tempo nel Parco Regionale Fluviale del Trebbia, esteso da Rivergaro alla confluenza nel Po e arrivando a ricomprendere circa 5 Km della riva piacentina del Grande Fiume. Il greto e i terrazzi sono luoghi amatissimi dagli appassionati di birdwatching, ai quali non sfugge l’occhione che il Parco ha scelto come simbolo. Il rarissimo volatile è però solo una delle meraviglie che si possono osservare in un’area colorata dalla fioritura di orchidee. Qui il castello di Rivalta, in particolare, ancora animato dall’antico spirito di conquista, sembra volersi appropriare del corso d’acqua del quale sorveglia il movimento. Dai pressi della rocca, si lanciano alcuni dei sentieri che permettono di toccare da vicino la golena, camminando per strade campestri o immergendosi in un ambiente selvaggio.

foto Simone Lugarini

Riserva naturale di Campotrera (RE)
La Riserva naturale Rupe di Campotrera tutela un imponente e alto affioramento ofiolitico che emerge sul versante settentrionale del rio Cerezzola, un affluente dell’Enza, nei pressi del castello di Rossena e non lontano dalle vestigia del famoso castello Canossa, sorti su rupi di analoga natura in epoca matildica, così come la vicina torre di Rossenella. Una dolce passeggiata tra la torre di Rossenella, il castello di Rossena permette di osservare l’aspetto rupestre e selvaggio, i rari minerali, le piante tipiche degli ambienti rupicoli e l’interessante avifauna che trova rifugio sulle pareti del rilievo sono gli elementi di maggiore attrazione dell’area protetta.

foto James Bragazzi

I castelli della donna più importante del suo tempo diventano lo spunto per scoprire paesaggi naturali aspri e incantevoli, tra orizzonti lunari di calanchi e affreschi boschivi che incorniciano mulattiere, borghi e affascinanti rocche incastonati nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
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