Alessandria: Sandi Renko, secondo evento collaterale della “Biennale d’Arte OMNIA”

a cura della Redazione
Sabato 11 gennaio 2020, alle ore 17, a Palazzo Monferrato in Alessandria verrà inaugurato il secondo evento collaterale della terza edizione della “Biennale d’Arte di Alessandria OMNIA”: Sandi Renko “Fuori dalle righe -1969-2019. 50 anni di percezione visiva”. Organizzazione Associazione Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee in collaborazione con la Camera di Commercio di Alessandria.

La mostra di Sandi RenkoFuori dalle righe 1969-2019. 50 anni di percezione visiva” è il secondo evento collaterale della “Biennale d’Arte di Alessandria OMNIA”, giunta Invitoalla sua terza edizione, che verrà inaugurato a Palazzo Monferrato in Alessandria (via San Lorenzo 21) sabato 11 gennaio 2020 alle ore 17.
L’evento è organizzato dall’Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee in collaborazione con la Camera di Commercio di Alessandria e curato da Matteo Galbiati.
L’organizzazione si avvale di Ferrarin Arte, Legnago (Verona) e Kromya Art Gallery, Lugano (Svizzera) e del patrocinio di Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria.
La mostra sarà visitabile fino al 2 febbraio 2020.
«Dopo il grande successo di critica e di pubblico, sabato 11 gennaio verrà inaugurata la seconda mostra inserita tra gli eventi collaterali alla Biennale d’Arte di Alessandria, dedicata ad un altro grande Maestro: Sandi RENKO,Artista Triestino, inizia a disegnare Retroall’Istituto d’Arte Nordio dove si formano giovani protagonisti dell’arte d’avanguardia, dagli anni Settanta si trasferisce a Padova ed entra in un contesto artistico e intellettuale influenzato dall’arte  cinetica e programmata del gruppo N, ed in particolare da Alberto Biasi ed ecco il fil rouge che lega idealmente la prima mostra di apertura della Biennale “In the matter of color”  Addamiano, Biasi, Pinelli, Simeti con “Fuori dalle Righe”, la mostra di Renko che prosegue il percorso della Biennale con un’altra mostra di sapore internazionale. Siamo molto contenti di poter proseguire ad offrire alla Città di Alessandria un’altra mostra di un grande maestro e di permetterne la fruizione gratuitamente in un percorso che durerà più di quattro mesi con appuntamenti di altissimo livello culturale ed artistico» questo il commento di Fabrizio Priano, presidente dell’Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee e della Biennale d’Arte di Alessandria OMNIA.

Dopo il successo della grande mostra In the matter of color. Addamiano, Biasi, Pinelli, Simeti, primo evento collaterale della Biennale d'Arte di Alessandria OMNIA III Edizione 2020, il programma di appuntamenti della manifestazione alessandrina prosegue con un nuovo progetto che porta ad Alessandria un'ampia selezione di opere di un altro maestro di fama internazionale: Sandi Renko (Trieste, 1949).
Sottolineando ancora il sodalizio proficuo e culturalmente propositivo che si è instaurato tra l'Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee, promotrice della Biennale, e la Camera di Commercio di Alessandria, che apre le sale della grande sede espositiva di Palazzo del Monferrato peraccogliere queste mostre a favorire una conoscenza dell'arte contemporanea e dei suoi linguaggi, questa seconda esposizione, che si avvale del supporto di Ferrarin Arte di Legnago (Verona) e della Kromya Art Gallery di Lugano (Svizzera), accompagna lo spettatore alla scoperta dei diversi cicli di lavori che hanno costellato la ricerca di Renko sin dalla fine degli anni Sessanta. Fuori dalle righe. 1969-2019. 50 anni di percezione visiva è, quindi, un vero e proprio viaggio nella logica e nel rigore della visione dell'artista, il quale ha pensato un allestimento appositamente studiato per la sede alessandrina, dove le opere si succedono in una selezione molto attenta ad identificare le varie fasi e gli sviluppi del suo pensiero.
La creativià di Renko ha generato, in una trama molto articolata di serie e di tipologie distinte di opere, quel peculiare processo formale che deve il suo tributo fondante all'eredità avuta dalle sperimentazioni dell'arte programmata, cinetica e optical nella Padova del Gruppo N, con Edoardo Landi e Alberto Biasi come maestri di riferimento per il suo fare.
La superficie del quadro o la sua estensione tridimensionale in forma di scultura, infatti, diventano un luogo capace di attivare processi visivi che rendono ambigua e metamorfica la struttura stessa dell'immagine; sono un continuo esercizio percettivo che sa legare l'essenza costitutiva di ogni singola opera all'istante circostanziato della visione. Il reticolo associativo e visivo, che si tesse nei diversi istanti dello sguardo, sa generare, come esito mai conclusivo, il rinnovamento delle forme e delle cromie del suo costrutto, poiché il tutto in-finito dell'opera pone sempre in uno stato di rinnovamento la certezza della visione.
Questo meccanismo si definisce attraverso l'uso di un supporto, tanto semplice quanto particolare nell'esito finale, come il cartone ondulato, canneté, cui Renko fa sempre ricorso neo suoi "quadri": l'oggetto-opera, colorato con acrilici senza il ricorso di sfumature e seguendo geometrie modulate nel e dal colore stesso, non rimane inerte, ma si catalizza in infinite modulazioni che abbandonano l'estetica rigida e di assoluta regolarità con cui poteva apparire in principio l'opera stessa. La piegatura si pone come atto base per identificare la struttura minima della scultura che, espandendosi modularmente, eleva alla tridimensionalità i principi espressi con le opere pittoriche.
Oltre una quarantina di lavori aiuteranno ad alimentare quell'innata curiosità che scaturisce dall'osservazione e dal confronto con l'esperienza che alimentano le ricerche di Renko: non si resta immuni perché si viene colti dal ritmo pulsante di una vitalità celata nella logica di un pensiero che sembra solo distante dai suoi lavori, ma che accompagna al rilevamento di una transitorietà dell'immagine artistica.
La mostra fa seguito alle importanti personali che lo hanno visto protagonista lo scorso anno: da l'Ambiguità della percezione al Centro per l’Arte Contemporanea presso la Rocca di Umbertide (PG) curata da Giorgio Bonomi e riproposta a Lugano da Kromya Art Gallery con la cura di Matteo Galbiati, e l'omonimo progetto, creando un unico e mutevole percorso espositivo che assume un tono specifico nelle due diverse sedi, intitolato Sandi Renko. Fuori dalle righe. 1969-2019. 50 anni di percezione visiva che, sempre curato da Matteo Galbiati, è iniziato presso la sede della Ferrarin Arte a Legnago (VI) e ora approda al Palazzo del Monferrato di Alessandria.
BIOGRAFIA
Di origini italo-slovene, Sandi Renko nasce a Trieste nel 1949. Inizia a disegnare all’Istituto d’Arte Nordio, dove impara da maestri come lo scultore Ugo Carà e il designer Marcello Siard, da Miela Reina ed Enzo Cogno, giovani protagonisti dell’arte d’avanguardia triestina. All’inizio degli anni Settanta si trasferisce a Padova dove apre uno studio di design, comunicazione visiva e art direction, collaborando con aziende leader nel settore del mobile e dei complementi d’arredo.
A Padova conosce Edoardo Landi e, stimolato dal contesto artistico e intellettuale che risente ancora delle esperienze dell’arte cinetica e programmata del Gruppo N, partecipa a collettive, happenings ed eventi estemporanei. Va consolidando l’affinità con l’arte programmata e l’optical art, e definisce così il suo linguaggio artistico e la sua personale tecnica. Negli anni continua a progettare in parallelo design e arte con uguale rigore e metodo, con creazioni di grande pulizia ed equilibrio in entrambi i campi. Incoraggiato da Alberto Biasi intensifica la produzione artistica ed espone con regolarità, in collettive assieme a Sara Campesan, Franco Costalonga, Jorrit Tornquist e altri e in numerose personali in Italia, Slovenia, Austria. Vive e lavora fra Padova e Trieste; amante degli spazi silenziosi e degli orizzonti aperti li ricerca salendo in montagna o traversando i mari in barca a vela.
La mostra rientra negli eventi collaterali della Biennale d'Arte di Alessandria OMNIA III Edizione 2020 organizzata da Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee
Calendario prossimi eventi:
11 gennaio – 2 febbraio 2020 SANDI RENKO
8 febbraio – 2 marzo 2020 PAOLO MASI
7 marzo – 5 aprile 2020 BIENNALE D'ARTE DI ALESSANDRIA OMNIA III Edizione 2020
SCHEDA TECNICA
Titolo: Sandi Renko. Fuori dalle righe
Periodo: 11 gennaio – 2 febbraio 2020
Inaugurazione sabato 11 gennaio 2020 ore 17.00
Artista: Sandi Renko
A cura di: Matteo Galbiati
Organizzazione: Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee, Alessandria - Camera di Commercio di Alessandria - Ferrarin Arte, Legnago (Verona) - Kromya Art Gallery, Lugano (Svizzera)
Coordinamento: Fabrizio Priano (presidente Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee) - Francesca Parrilla (coordinatore generale Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee) - Giorgio Ferrarin (Ferrarin Arte) - Tecla Riva (Kromya Art Gallery)
Con il patrocinio di: Regione Piemonte - Provincia di Alessandria - Comune di Alessandria - Camera di Commercio di Alessandria
Sede: Palazzo Monferrato - via S. Lorenzo 21, Alessandria
Orari: venerdì ore 16.00-19.00; sabato e domenica ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00; chiuso da lunedì a giovedì
Ingresso libero
Info: Palazzo del Monferrato - +390131313400 - info@palazzomonferrato.it  www.palazzomonferrato.it

Alessandria: “Futurismo”. Mostra di Giovanna Chiaramonte al Caffè Alessandrino

a cura della Redazione
L’Associazione Culturale Libera Mente-Laboratorio di Idee , nell’ambito del progetto Arte Diffusa, propone da giovedì 2 gennaio 2020 la mostra di Giovanna Chiaramonte “Futurismo” in onore di Giacomo Balla.

Giovedì 2 gennaio 2020, alle ore 18, in Alessandria al Caffè Alessandrino (Piazza image1Garibaldi 39) verrà inaugurata la mostra in onore di Giacomo Bala “Futurismo”, opere di Giovanna Chiaramonte.
La mostra rientra nel progetto promosso dall’Associazione Culturale Libera Mente-Laboratorio di IdeeArte Diffusa” che si propone di portare l’arte in luoghi non deputati ad esposizioni per arrivare in modo più diretto ai cittadini.
A fare gli onori di casa ci sarà il presidente dell’Associazione, Fabrizio Priano, che introdurrà l’artista.
Giovanna Chiaramonte presenta una raccolta di opere che vuole essere un omaggio ad un grande artista del ‘900, Giacomo Balla. Siciliana di origine, ha conservato tutto il calore e l’autenticità della sua terra che ripropone sapientemente nei suoi lavori.

Giovanna Chiaramonte nasce a Caltagirone (CT) e vive a Spinetta Marengo, sobborgo di Alessandria. I sapori, i profumi e l’arte siciliana non l’abbandonano mai e forse proprio l’influenza della sua città natale detta “la città della ceramica” la sprona a scegliere il corso di pittura su ceramica all’Unitre di Alessandria ed in seguito (2015) passare alla pittura ad olio che ancora adesso rimane la sua passione.
Il suo percorso artistico l’ha condotta all’esplorazione di diversi generi pittorici dal realismo al Futurismo.
Ama ispirarsi, tra gli altri, a Klimt ma anche all’alessandrino Pietro  Morando.
Ha esposto presso la Promotrice di Torino dal 2011 al 2014. Espone per il Centenario di Borsalino presso la sala Fidicom e presso la libreria Mondadori di Alessandria in una mostra collettiva Bela Lisondria.
“Mi auguro che le mie opere possano suscitare emozioni in chi le osserva. La  pittura mi ha regalato, mi sta regalando e spero mi regalerà in futuro grande pace e magico senso di benessere”.

Alessandria: le “Emozionigelate” di Sara Zavattaro per il progetto Arte Diffusa

a cura della Redazione
“Emozionigelate” è il titolo della mostra di Sara Zavattaro che verrà ospitata al Bio Cafè di Alessandria nell’ambito di Arte Diffusa, progetto dell’Associazione Culturale Libera Mente – Laboratorio di idee. L’inaugurazione sabato 28 dicembre alle ore 18.

image1Sabato 28 dicembre 2019, alle ore 18, ad Alessandria al Bio Cafè (Via dell’Erba, 12), verrà inaugurata la mostra dal titolo “Emozionigelate” di Sara Zavattaro.
La mostra rientra nell’ambito di “Arte Diffusa”, progetto ideato e organizzato dall’Associazione Culturale Libera Mente-Laboratorio di Idee.
Sara Zavattaro verrà introdotta da Fabrizio Priano, presidente dell’associazione.
L’artista, studentessa dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, presenta una serie di opere eseguite con grande bravura.
Alcuni lavori esposti sono il risultato di uno studio singolare che unisce  la tecnica pittorica all’emozione che possono suscitare nell’animo sensibile di un’artista le statue monumentali di un cimitero.

Sara Zavattaro si presenta…
Sono Sara Zavattaro, studentessa di anni 21. 
Frequento il terzo anno dell'accademia di Belle Arti di Brera a Milano, iscritta al dipartimento di arti visive nel corso di grafica. 
Presento una serie di lavori dal titolo "Emozioni gelate". 
Avendo eseguito uno studio sulle statue del cimitero monumentale di Milano, son rimasta colpita da quelle che sono le emozioni e le sensazioni che mi hanno trasmesso. 
Ho scelto come titolo "Emozioni gelate" per rendere l'idea di un "frame", un istante nel quale ogni emozione è stata gelata in una scultura. 
Protagonista dell'esposizione é un trittico rappresentante l'abbandono, tema caratteristico del luogo.
Quest'ultimo è stato, da me, elaborato tramite tre stampe a mano eseguite con la tecnica della punta secca, tecnica di incisione calcografica diretta.            
Sono stampe in 50x70 su carta Rosaspina da 285 grammi, incise in punta secca su lastre di plexiglass. 
Le altre opere sono studi introspettivi eseguiti durante l'elaborazione del trittico stesso. 
La stampa che ho scelto per la foto principale é stata esposta durante una mostra tenutasi a Napoli nel periodo di settembre/ottobre 2019 nella quale ho partecipato con l'accademia. 
Le altre stampe sono tutte opere inedite se non per l'utilizzo di alcune di esse per esami universitari.

Alessandria: al Saltallocchio Cafè “Disegni e dipinti” di Simone Fontana

a cura della Redazione
Il Saltallocchio Cafè ospita da domani, martedì 17 dicembre 2019, nell’ambito del progetto Arte Diffusa, la mostra “Disegni e dipinti” di Simone Fontana. L’evento è organizzato dall’Associazione Culturale  Libera Mente-Laboratorio di idee.

image1Domani, martedì 17 dicembre 2019, alle 18, al Saltollocchio Cafè in Alessandria (Corso Acqui, 123), nell’ambito del progetto “Arte Diffusa”, ideato e organizzato dall’Associazione Culturale  Libera Mente-Laboratorio di idee, verrà inaugurata la mostra “Disegni e dipinti” di Simone Fontana.
Alla presenza dell’artista introdurrà l’inaugurazione Fabrizio Priano, presidente dell’associazione.
Simone Fontana è un artista conosciuto e apprezzato che ha partecipato a diversi progetti con l’Associazione Libera Mente. La sua grande tecnica pittorica riesce a comunicare la sua estrema sensibilità.

Simone Fontana nasce a Voghera nel 1985. Fin dall’infanzia si appassiona al disegno ed alla pittura stimolato in particolare dall’osservazione di dipinti storici e con soggetti militari. Dopo aver conseguito la maturità artistica presso l’Istituto Statale d’Arte B. Cellini di Valenza entra in contatto con Giovanni Saldì, proprietario di un laboratorio di arte e restauro di Casale Monferrato dove affina la conoscenza della pittura ad olio ed acrilica. Dal 2010 entra in contatto con l’artista Carlo Cane ampliando la conoscenza dell’espressione pittorica. Dopo un periodo iniziale dove la ricerca pittorica era incentrata su soggetti riguardanti il rapporto uomo-natura, l’interesse del pittore valenzano viene catturato dal fascino senza tempo della raffigurazione del volto, riproposto coniugando la ricerca della tradizione pittorica del ritratto con un una poetica funzionale alla contemporaneità. nasce a Voghera nel 1985. Fin dall’infanzia si appassiona al disegno ed alla pittura stimolato in particolare dall’osservazione di dipinti storici e con soggetti militari. Dopo aver conseguito la maturità artistica presso l’Istituto Statale d’Arte B. Cellini di Valenza entra in contatto con Giovanni Saldì, proprietario di un laboratorio di arte e restauro di Casale Monferrato dove affina la conoscenza della pittura ad olio ed acrilica. Dal 2010 entra in contatto con l’artista Carlo Cane ampliando la conoscenza dell’espressione pittorica. Dopo un periodo iniziale dove la ricerca pittorica era incentrata su soggetti riguardanti il rapporto uomo-natura, l’interesse del pittore valenzano viene catturato dal fascino senza tempo della raffigurazione del volto, riproposto coniugando la ricerca della tradizione pittorica del ritratto con un una poetica funzionale alla contemporaneità.

Alessandria: mercoledì “Serate di Fotografia” nello studio di Daniele Robotti

a cura della Redazione
Proseguono gli incontri del progetto “Storie di Fotografia” organizzati da Daniele Robotti con l’associazione culturale Libera Mente – Laboratorio di idee. Mercoledì 11 dicembre nello studio del fotografo alessandrino sei donne fotografe a confronto.

image0Nuovo incontro mercoledì 11 dicembre 2019, dalle ore 20.30 alle 22.00, nello Studio di Daniele Robotti al secondo piano di Via San Lorenzo 107, in Alessandria, con “Storie di Fotografia”, il progetto ideato dallo stesso Daniele Robotti e organizzato in collaborazione con l’associazione culturale Libera Mente – Laboratorio di idee.
Tema dell’incontro “5 Fotografe e 5 fotografie”… anzi le fotografe sono 6.
La fotografia è donna? Probabile, vista la sua imprevedibilità e quindi quale migliore occasione per una completa panoramica su come 5 fotografe interpretano la loro personalissima “visione fotografica”.
Quindi per le “Serate di Fotografia” i partecipanti saranno in compagnia di cinque (a dire il vero sono sei) fotografe alessandrine, tutte con un approccio originale nel fare una fotografia mai scontata.
Le sei autrici presenteranno cinque immagini dai loro progetti, che verranno amichevolmente commentate da Daniele Robotti e condivise con il pubblico.
All’incontro sarà presente il presidente dell’associazione Libera Mente, Fabrizio Priano.

Daniele Robotti è un fotografo professionista specializzato nelle immagini di natura, in particolare la documentazione del comportamento degli animali e il loro rapporto con l’uomo, con trent’anni di esperienza in campo fotografico: dalla fotografia di cronaca ai daniele robottiviaggi, dal reportage sociale alla fotografia naturalistica, in agenzia di cronaca e di natura. Ha partecipato alla realizzazione di opere editoriali per i seguenti Editori: DeAgostini, Calderini - Il Sole 24 Ore, Kosmos, Mondadori, Edagricole. Nel 2016 ha fondato Dogs and More srl una realtà specializzata nella formazione professionale nei campi del comportamento animale e fotografico, al di fuori di queste produzioni trovano spazio altri progetti su argomenti, storie e soggetti legati alle aree del reportage sociale, del ritratto e della fotografia fine-art. Inoltre ama sperimentare la fotografia astratta e concettuale, e condividere la sua visione fotografica con tutti, senza distinzioni di marca fotocamera, budget, ed esperienze.

Informazioni: Daniele Robotti – Tel. 3402292770 – info@robotti.itwww.robotti.itwww.liberamentelab.it

Alessandria: Valter Cotti Cometti presenta il libro “Sulle cime dell’Adamello. La guerra 1915-1918”

a cura della Redazione
Valter Cotti Cometti presenterà venerdì 29 novembre per l’associazione culturale Libera Mente – Laboratorio d’idee il libro “Sulle cime dell’Adamello. La guerra 1915-1918”. Appuntamento al Salone di Rappresentanza della Basile in Alessandria.

image0Venerdì 29 novembre 2019, alle ore 18, nel Salone di Rappresentanza della Basile, in via Tortona n. 71, Alessandria, l’associazione culturale Libera Mente – Laboratorio d’idee, avrà luogo la presentazione del libro a cura di Valter Cotti ComettiSulle cime dell’Adamello La guerra 1915-1918”.
Modera Fabrizio Priano, presidente dell’Associazione.
Con il  libro di  Valter Cotti Cometti, medico cardiologo, alpino e scrittore, dal titolo “Sulle cime dell’Adamello. La guerra 1915-1918”, si torna a parlare dell’Adamello. Un nuovo appuntamento sul “secolo breve” raccontando una pagina dolorosa della prima guerra mondiale che ha visto morire centinaia di soldati tra il ghiaccio dell’Adamello. Una ricerca storica e umana,un ricordo affranto e solidale in memoria di tutti quei soldati affinché il loro sacrificio serve da monito alle generazioni future.

“SULLE CIME DELL’ADAMELLO. LA GUERRA 1915-1918”
Non per aggiungere pagine alle tante già scritte sull’epopea tragica e valorosa della Grande Guerra che cent’anni fa sconvolse il mondo, ma perché anche all’ultimo dei comuni mortali non è permesso di chiamarsi fuori dalla storia, perché chiunque deve offrire a figli e nipoti, amici e lettori «briciole di sapere con cui alimentare la memoria storica della nostra Patria e fare in modo che ciascuno diventi portatore dei valori irrinunciabili di pace e libertà». Valter Cotti Cometti, cardiologo stimato, responsabile dell’Unità cardiologica dell’ospedale di Valle Camonica, è un alpino convinto e generoso, appassionato cultore e sostenitore del tanto di buono che il passato ha consegnato al presente. CON LA PAZIENZA del certosino e la precisione del chirurgo, ha raccolto pensieri, foto, memorie, manifesti, cartoline, ritagli di giornale, copertine della mitica «Domenica del Corriere», volti di persone e visioni di paesaggi che il tempo ha sbiadito ma non ancora cancellato e li ha fatti diventare un libro - «Sulle cime dell’Adamello: la guerra 1915-1918», edizione a cura del Rotary Club Lovere Iseo Breno - buono per il vecchio che cerca le sue radici, ma soprattutto per il giovane che affacciandosi alla vita ha il diritto di sapere che cosa è avvenuto in quegli anni di «guerra cruenta» e di conoscere coloro che per garantire dignità alla Patria hanno scarificato la loro gioventù. «Ha fatto bene l’autore a elaborare una sintesi storica, geografica, umana e militare di tutto quello che è successo alle proibitive quote delle principali cime del gruppo Adamello» scrive Gian Mario Martinazzoli nella prefazione. Nella premessa, l’autore fa memoria di chi è andato avanti avendo il cruccio di non vedere «la sua Italia Unita e libera» e dice che «in mezzo alla neve che risucchiava i passi affaticati dei soldati si aprì un capitolo nuovo della storia», quello che dall’orrore trovava la forza per ribadire «il ripudio della guerra», perché proprio in quel «mai più la guerra» vi è racchiuso «il principio fondante di ogni società civile: la  promozione della pace». Questo anelito, ha aggiunto Valter Cotti Cometti, attuale presidente di questo Rotary, «è la missione da compiere per tutti i rotariani, un impegno da onorare ogni giorno, perché nessuno dei morti, in Adamello come ovunque la guerra abbia fatto sentire il suo lugubre rombo, è morto invano. Ognuno di loro, infatti, ha dato generosamente la sua vita alla Patria, non per timore di pena o speranza di ricompensa, ma perché l’Italia fosse unita e libera». Per Alberto Rizzi, past president del Club Sebino Camuno, il libro vuole essere un ulteriore incentivo a «conservare la memoria per vivere meglio il presente e progettare in modo più consapevole il futuro». L’agile volume – 142 pagine ricche fotografie storiche – mentre si chiude l’anno centenario, dice che «Sulle cime dell’Adamello» ci sono brandelli di storia che appartengono a chiunque.”
Luciano Costa
Valter Cotti Cometti
È nato il 3 maggio del 1963 in val Camonica, a Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia. Nel 1989 si laurea con lode in medicina e chirurgia presso l'Università degli Studi di Brescia. Nel 1991 consegue il Perfezionamento Professionale in Neurologia  presso la Clinica Neurologica dell'Università di Brescia. Dal 1992 presta servizio presso l'Unità Operativa di Cardiologia dell'Ospedale di Valle Camonica. Dal 2008 è Vice Direttore dell'Unità Operativa e l'anno dopo diventa Dirigente responsabile dell'Unità di Terapia Intensiva Cardiologica. Nel 1995 si specializza in Medicina Interna presso l'Università degli Studi di Milano. Dal 1991 al 1996 è docente presso la Scuola per Infermieri Professionali "Paola di Rosa" di Brescia. Dal 1998 al 2007 è docente del corso Malattie dell'Apparato Cardiovascolare nel corso di Laurea in Infermieristica dell'Università degli Studi di Brescia. È autore/coautore di dieci pubblicazioni scientifiche a valenza nazionale ed internazionale. Dall'aprile 1994 all'aprile 2004, per due mandati, presiede il Consiglio d'Amministrazione dell'Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza "Giovannina Rizzieri" di Piamborno. Dal 1996 al 2003 è Direttore Sanitario della Residenza Sanitario Assistenziale per Anziani di Pisogne. Dal 1997 al 2000 è Direttore Sanitario della Residenza Sanitario Assistenziale per Anziani di Bienno. Dal 1999 al 2004 è Vice Presidente dell'Unione Provinciale Istituti Autonomi della provincia di Brescia. Dal 2009 è socio del Rotary Club Lovere-Iseo-Breno insignito del titolo Paul Harris Fellow,è l’attuale Presidente del Club. Dall'ottobre 2012 è Delegato bresciano dell'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon; dal 2014 è Guardia d'Onore Scelta. È membro della Consulta dei Senatori del Regno.  È Cavaliere dell'Ordine Militare e Religioso dei Santi Maurizio e Lazzaro. È Cavaliere del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. È insignito delle medaglie di bronzo e d'argento di benemerenza del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. Nel 2013 è stato insignito della medaglia di benemerenza SachsischenFluthelfer-Orden (Ordine Sassone del Soccorso nell'Alluvione). È socio perpetuo della Società Solferino e San Martino. Alpino, vice capogruppo dell'Ana di Fiume in esilio e socio dell'Unione monarchica italiana. È un appassionato cultore della storia della sua terra.

Alessandria: da giovedì al Bio Cafè la mostra “Percorsi e soste” di ITATI

a cura della Redazione
“Percorsi e soste”di ITATI è la mostra che verrà inaugurata giovedì 28 novembre 2019 in Alessandria nell’ambito del progetto “Arte Diffusa” dell’associazione culturale Libera Mente – Laboratorio di idee.

image0Giovedì 28  novembre 2019, alle ore 18, al Bio Cafè di Alessandria (via dell’Erba 12), nell’ambito del progetto Arte Diffusa,  verrà inaugurata la mostra “Percorsi e soste” di ITATI, organizzata dall’associazione culturale Libera Mente-Laboratorio di Idee.
Saranno presenti l’autore e il presidente dell’associazione, Fabrizio Priano.
La Sculto Pittrice ITATI presenta una preziosa collezione di opere di piccole dimensioni ma di grande raffinatezza che invitano l’osservatore ad una attenta riflessione intimista.

ITATI Sculto Pittrice
Nasce a Novi Ligure (AL) nel 1973.
Con il padre, Guido SELMI, eclettico scultore ed instancabile organizzatore di eventi culturali, frequenta sin dai primissimi anni di vita in modo molto assiduo ambienti e personaggi di grande spessore artistico e culturale (Maurizio Corgnati, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, Piero Vignoli, Arnaldo Graglia, Andreani, Coscia, Brescianini, Reggiori, Bellini…).
Si diploma Maestro d’Arte e consegue la maturità artistica. Frequenta corsi di modellato, decorazione pittorica e tecniche di ingobbio presso la Scuola di Ceramica di Albissola (Savona) e corsi di restauro architettonico intervenendo con importanti Maestri d’arte nei lavori di fabbrica nel Museo Napoleonico, al Fonte Battesimale della Chiesa Natività di Santa Maria Vergine di Spinetta Marengo e di vari monumenti storici nella zona di Genova e Novi Ligure.
Nonostante un periodo dedicato a studi scientifici di biologia e attività lavorativa presso laboratori  di ricerca cosmetica, ritorna e frequenta prevalentemente gli ambienti dove da bambina ha respirato la magica atmosfera che l’arte trasmette, rafforzando la consapevolezza che l’arte procura momenti di profonda quiete, riflessioni, voglia ed esigenza di comunicare il valore  ed il messaggio che essa esprime a tutti coloro che le si rivolgono con animo aperto.
Nel 2000 si dedica allo studio, ricerca e sperimentazione di vari materiali e crea sculture in legno, metallo, creta, cemento, vinilici ed epossidici.
2001 Anagni (FR) : partecipa  con Alda Merini alla Manifestazione Internazionale ANAGNI-ARTE. L’opera è permanente presso lo stabilimento Dob far, Centro Internazionale di ricerca chimico-farmaceutica. 
2001 Roma: partecipa alla manifestazione Internazionale presso il gruppo “BUILDING- GROUP-ART “ POST POST SCRIPTUM” ARTE NEGLI SPAZI PUBBLICITARI. 
2002 Alessandria: realizza un Manifesto , iniziativa progetto A. FIRPO, il cui tema è “L’ALBERO”. 
Dal 2003 ad oggi partecipa a Biennali, Simposi di Scultura (Valdapozzo), collettive, progetti e rassegne  (da ricordare a Castel Boglione “CECI N’EST PAS UNE BARRIQUE?”  presso l’azienda vinicola Noceto Michelotti di Graham Kresfelder). 
Porta a termine e presenta l’opera “IL FILO”, un volume scritto a mano con la collaborazione del grafico Stefano LEARDI. Il libro, attraversato in ogni pagina da un filo rosso, sottolinea momenti vissuti, raccontati e confessarti, si trova nella Biblioteca Civica di Alessandria ed è consultabile dal pubblico.
2005 Noto (SR): personale presso la Loggia della Baronessa. 
2012 Radda in Chianti (SI) : personale presso il Palazzo del Podestà. 
Sue opere si trovano in esposizione permanente presso il “FOYER DES GUIDES” a Valtournenche, presso la Galleria “ORTARTE “ sul Lago d’Orta, presso lo studio ZEITER a Martigny in Svizzera e presso il SHARJAH-ART-MUSEUM negli Emirati Arabi.

Alessandria: “Oli e Sabbie” di Gigi Coppo per il progetto Arte Diffusa

a cura della Redazione

Giovedì prossimo, 21 novembre, si inaugura al Caffè Alessandrino la mostra “Oli e Sabbie” di Gigi Coppo, esposizione che rientra nell’ambito del progetto Arte Diffusa, ideato dall’associazione culturale Libera Mente – Laboratorio di idee.

image1L’Associazione Culturale Libera Mente-Laboratorio di Idee organizza, nell’ambito del Progetto Arte Diffusa, la mostra “Oli e Sabbie” di Gigi Coppo.
La mostra verrà inaugurata giovedì 21 novembre 2019 alle ore 18 nei locali del Caffè Alessandrino (Piazza Garibaldi, 39) ad  Alessandria, alla presenza dell’artista e del presidente dell’Associazione, Fabrizio Priano.
Gigi Coppo è un pittore originale che utilizza un materiale inusuale, la sabbia, per creare immagini della propria poetica visiva realizzando opere dai colori suggestivi.

Le opere di Gigi Coppo hanno colpito l’attenzione con i loro scorci notturni, illuminati dagli ultimi raggi del tramonto che l’artista, in questa fase sembra prediligere. Si tratta di olii, come particolarissimi fiori dipinti su sabbia. Coppo è forse l’unico piemontese che dipinge sulla sabbia incollata alla tela, con colori che ottengono sfumature e contrasti inusitati. La critica più attenta fa notare che i paesaggi che esistono sulle tonalità vivaci ove predominano i rossi e i gialli, sono opere capaci di trasmettere grande energia, dovuta alla tavolozza di tinte che vibrano oltre lo spunto scenico. Altri dipinti ritraggono scenografie di borghi antichi reinventati attraverso lo slancio cromatico di tramonti surreali”. (Amelia Boccassi)

La pittura di Gigi Coppo si è sviluppata nell’ambito di quelle tematiche post impressionistiche che hanno avuto nel Piemonte largo sviluppo nell’ultimo decennio, creando un certo gusto della visione, pur senza operare stravolgimenti delle forme espressive. In altre parole l’opera di questo
autentico pittore è indirizzata più verso la poesia che verso la risoluzione, con l’esito di raggiungerla anche sotto il profilo innovativo, poiché, pur senza far paradossi ha dimostrato di continuare a credere nei valori eterni della liricità dell’immagine, in un mondo come quello attuale”. (Mike Yacin)

Gigi COPPO nasce a Torino il 19 settembre 1946. Vive e lavora in Alessandria.
Ha frequentato la scuola d'arte Donatello di Alessandria.
Alcuni suoi quadri sono dipinti sulla sabbia, con pagliuzze di quarzo, raccolta sulle sponde del torrente Lys della Valle d'Aosta.
Ha esposto in numerose mostre, sia collettive che personali, in molte regioni italiane.
Ha partecipato a numerose gare di pittura in estemporanea dove ha ricevuto numerosi premi.
Nel 1977 e nel 1982: medaglie d'oro in un concorso in Alessandria
Nel 1983 a La Spezia: premio Lunigiana
Nel 1984 a Torino: premio "Il Centenario". Gli conferiscono una targa
Nel 1990 a Vieste: segnalato nel XII Concorso nazionale in estemporanea
Nel 1991 a Calagonone (Sardegna) vince al XIII Concorso Nazionale in estemporanea
Nel 1994 all'isola 'Elba è segnalato al XIV concorso Nazionale in Estemporanea
Nel 1999 a Battipaglia vince il 1° concorso nazionale e internazionale
Nel 2002 a Tivoli è segnalato al 2° concorso nazionale e internazionale
Hanno scritto di lui: Stefano d'Amelio - Sirio Marcianò - Giuseppe Nasillo - Dario Solimena - Amelia Boccassi - Myke Yacin - Franco Moncalvo.

Alessandria: dal 16 novembre “In the matter of color”, primo evento della Biennale d’arte

Riceviamo e pubblichiamo
Dal 16 novembre 2019 al 5 gennaio 2020, in Alessandria, a Palazzo Monferrato, l’Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee, in collaborazione con la Camera di Commercio di Alessandria, si terrà la mostra “In the matter of color”, primo evento collaterale della Biennale d'Arte di Alessandria OMNIA. La mostra è a cura di Matteo Galbiati. Nell’organizzazione dell’evento anche la Dep Art Gallery di Milano. Partecipa la Whitestone Gallery, Hong Kong-Taipei-Tokyo-Karuizawa. Patrocinio del Comune di Alessandria e della Provincia di Alessandria.

image0_2La terza edizione della Biennale d’Arte di Alessandria OMNIA, che sta per iniziare – commenta Fabrizio Priano, presidente dell’associazione – vuole avere un carattere sempre più internazionale pur mantenendo il suo forte legame con il territorio, collegandosi peraltro con artisti provenienti da altre Regioni d’Italia, attraverso un ricco percorso di quattro mostre che terminerà in primavera. Siamo orgogliosi di introdurre Alessandria nel circuito internazionale dell’Arte e di permettere, soprattutto agli alessandrini, di usufruirne gratuitamente. I più sentiti ringraziamenti al curatore della manifestazione Matteo Galbiati per la sua grande competenza e professionalità e alla Camera di Commercio di Alessandria per la preziosa collaborazione”.
Come da prassi ormai consolidata, la Biennale d’Arte di Alessandria OMNIA – prima di svelare i contenuti della sua grande mostra – anticipa la sua terza edizione attraverso un fitto calendario di appuntamenti e di incontri che, quest’anno, si preannuncia fin da subito ricco di significativa rilevanza culturale e artistica.
Il primo di questi eventi collaterali è la mostra In the matter of color.Addamiano, Biasi, Pinelli, Simeti che ha per protagonisti quattro tra i più importanti artisti italiani contemporanei.
Rosso. Bianco. Giallo. Blu. Sono i quattro colori principali che attraversano le differenti esperienze artistiche di questi maestri, protagonisti dell’arte contemporanea italiana e internazionale, che dopo l’anteprima assoluta tenutasi lo scorso anno presso la Whitestone Gallery, nelle prestigiose sedi di Taipei ed Hong Kong, si ritrovano in un inedito nuovo capitolo della mostra intitolata In the matter of color.
image1L’allestimento, arricchito, rivisto ed ampliato per l’eccezionale occasione espositiva ad Alessandria presso le sale diPalazzo del Monferrato, con un progetto originale della Dep Art Gallery di Milano pensato e definito con Matteo Galbiati, unisce i capolavori di Natale Addamiano (1943), Alberto Biasi (1937), Pino Pinelli (1938), Turi Simeti (1929).
Il colore, infatti, inteso e dichiarato attraverso le sue consistenze, i suoi spessori, la sua malleabile duttilità espressiva, resta il tema cruciale che si sviluppa, sempre con una diversa attitudine, ispirazione e temperamento, nelle interpretazioni agite dalle rispettive ricerche, ormai consolidate e storicizzate, di Addamiano, Biasi, Pinelli e Simeti, artisti che non hanno mai rinunciato a ricorrere a questo elemento quale entità e soggetto identitario e primario del loro fare. Essere dentro e dietro la materia, lo spessore, il fatto determinato dalla concretezza del colore è il tracciato per rivendicare un ideale itinerario artistico nell’arte italiana dagli anni Sessanta a noi, di cui questi autori sono imprescindibili punti di riferimento.
La loro pratica, “diversamente” pittorica, ha conquistato nel tempo un’affermazione dettata dalla profonda attitudine all’analisi del colore che si interpreta e traduce, nelle loro opere, come agente attivo e dinamico di senso, instancabile motore di immagini, di idee, di tensioni e percezioni che movimentano, in modo fattivo e prorompente, lo spessore e la fisicità del supporto concreto su cui o da cui si origina.
Il colore si muove sulla tela, la scalfisce, la solca, la supera fino a frangerla e a determinarne un altro valore iconico che, senza tradire la consapevolezza di una storia trascorsa, abbandona ogni certo accademismo per proiettarsi in un’autonoma indipendenza che legge e rinnova la propria contemporaneità temporale.
Concreta e frantumata, monocroma o vibrante, ottica e suggestiva, ispessita e dispersa, la materia cromatica conduce a quattro considerazioni che, attraversando le loro storie personali e incrociando le vicende e gli accadimenti artistico-culturali della seconda metà del Novecento, proiettano la loro riflessione, e le conseguenti estetiche, nella piena attualità del nostro tempo, segno di un lavoro instancabile che ancora prosegue oggi e ancora molto ha da raccontare e da dire.
image0Le sale di Palazzo del Monferrato vivranno per aree cromatiche e zone tipologiche distinte  e, percorrendo una sequenza che isola colori e ricerche, vengono posti in relazione i capolavori in mostra, così da generare, grazie anche a questo allestimento appositamente studiato per questo luogo, nuovi confronti, promotori di possibili nuovi altri dialoghi e reciprocità, nonostante le differenze evidenti che intercorrono tra le loro opere.
Di Natale Addamiano I cieli stellati – serie di opere che rappresenta l’epicentro e l’orizzonte del suo immaginario – raccontano la sua passione per una pittura tradizionalmente intesa ed espressa, foriera di un romanticismo lirico e profondo, capace di oltrepassare i limiti stessi del paesaggio che provano a pronunciare. L’infinito del cielo notturno diventa pretesto per animare intensità e frequenze che vivificano il colore in innumerevoli possibilità di lettura. Luce e atmosfere, nuvole e galassie, superano la loro stessa rappresentazione e diventano uno schermo di suggestione vivace, non solo per l’occhio, ma anche per l’anima. La poesia ripetuta di Addamiano ripristina un patto di leggibilità con l’opera pittorica offerto allo sguardo dello spettatore che, disabituato dal clamore di certe proposte attuali dell’arte, in lui ritrova la forza immaginativa ed evocativa di una pittura che, senza essere accademica, rinnova la propria tradizionale attualità.
Il racconto artistico di Alberto Biasi inizia nel 1959 con la fondazione del Gruppo Enne (di cui fa parte fino al 1967), esperienza che lo porta ad essere uno dei protagonisti delle “Nuove Tendenze” dell’arte italiana nel novero di quel contesto definito come Arte Programmata. Le sue opere, in questo senso, si orientano ad una relazione stretta con lo spettatore che in essa rivela un processo di interazione attiva, dinamica e rinnovata nel tempo e nelle diverse circostanze della visione. Percezioni e movimenti, alterazioni o mutazioni, apparenti o virtuali, agiscono come elementi innovativi tesi ad agire sulla struttura stessa dell’opera che muta sempre la propria istanza fisica e intuitiva. Luce, colore, materiali innovativi, dimensione oggettuale, incidenza fisica, alterazione strutturale e visiva, meccanica costruttiva, tensioni e torsioni sono alcuni degli elementi che attraversano la prolifica e diversificata produzione creativa di questo autore capace di rivoluzionare sempre gli assunti e le categorie del proprio pensiero.
Ostinatamente pittore Pino Pinelli è certamente uno dei più coerenti ed autorevoli maestri di quelle istanze pittoriche che vengono identificate nell’ambito della Pittura Analitica. Le sue interrogazioni lo hanno portato a indagare lo status del colore quale strumento principale e concreto del fare pittura. Superata la dimensione canonica del dipinto e il rigore di una geometria strutturata, fin dalla fine degli anni Settanta, la sua materia cromatica ha saputo evolversi in atto concreto, disseminato e agito nell’ambiente, dove il gesto e il segno identificano le tensioni primarie dell’artista. Le sue pitture assumono forme, rugosità e tattilità di elementi che evidenziano macroscopicamente quella sensibilità che si manifesta nel derma del colore stesso. Nel micro della sua essenza nascosta, in lui deflagra all’estrema conseguenza l’atto, grandioso, eroico, perfino quasi disperato, di rompere e vincere l’unita del “quadro”. Quadro non più sussistente e necessario per identificare il dipingere dell’artista, la cui autonomia si evince attraverso l’esperienza sensibile di una moltiplicazione di segni primari (rinnovati nei diversi colori) che portano la pittura a vivere ed accertarsi nel legame con l’ambiente e lo spazio che la riceve.
Il valore della pittura di Turi Simeti– che esordisce nel 1965 nella collettiva Zero Avantgardenello studio milanese di Lucio Fontana – sta nell’aver eletto un elemento primario a segno moltiplicatore della sua azione artistica, salvaguardando l’identità della sua personale intuizione analitica. L’ovale si pone, infatti, come cellula identificativa del suo essere che, legata indissolubilmente alla riconoscibilità diretta dell’autore, si rende capace di rinnovare, in una ripetuta e differente prassi costante, la leggibilità assoluta della superficie quale luogo dell’accadere della forma-concetto del dipingere. Anche in lui si definisce l’azione pittorica come fatto concreto che porta l’assoluto silenzio di stesure monocrome ad incontrare il valore e il senso della fisicità oggettuale non solo intuita e lambita concettualmente, ma vissuta con ritmo sulla pelle stessa del dipinto. La tensione della tela si anima nell’estroflessione – che troviamo in altre, diverse, ricerche di artisti della sua generazione – secondo una pratica che traccia, nel rilievo della superficie, tutta la complessa struttura di relazioni, costruzioni e forze energetiche che agiscono sotto e dietro ad essa.
image0_1Nei quattro artisti si possono seguire percorsi autonomi che portano a definire un ideale riassunto di quella vivificante stagione che, nell’Italia del Secondo Dopoguerra, ha affermato l’eccellenza di ricerche, le quali non si sono limitate ad esprimere il valore di estetiche artistiche, ma hanno anche colto la testimonianza di artisti pensatori, veri poeti, rivoluzionari e attenti recettori dei sentori del proprio tempo. Sono quattro maestri, instancabili narratori, la cui visione prosegue ancor oggi e, in questa mostra, si ha modo di cogliere un importante momento di raffronto e dialogo attraverso un nucleo importante di capolavori attentamente selezionati.
La mostra è una preziosa occasione per poter osservare, dopo le precedenti due tappe in estremo Oriente della mostra, l’incisività dei loro racconti che, senza essersi ancora esauriti, sono la miglior attestazione di quell’esperienza dettata da una storia e da una tradizione che ha, in loro, le sue radici in un passato mai rinnegato e sempre tenuto come modello per determinare, nell’attualità del presente, il valore massimo di un’innovazione che guarda sempre al futuro. Dentro e dietro la materia del colore.
Questa esposizione è stata realizzata grazie al supporto logistico e di allestimento di Artbus.
La mostra rientra negli eventi collaterali della Biennale d’Arte di Alessandria OMNIA III Edizione 2019–2020 organizzata da Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee

Calendario:
16 novembre 2019 – 5 gennaio 2020 IN THE MATTER OF COLOR
11 gennaio – 2 febbraio 2020 SANDI RENKO
8 febbraio – 2 marzo 2020 PAOLO MASI
7 marzo – 5 aprile 2020 BIENNALE D'ARTE DI ALESSANDRIA OMNIA III Edizione 2019–2020

Alessandria: “Storie di fotografia”. Presentazione del libro di Carlo Ferrara “Confine”

a cura della Redazione
Venerdì 8  novembre 2019, in Alessandria, nello studio fotografico di Daniele Robotti, alle ore 20.30, presentazione del libro fotografico di Carlo Ferrara “Confine”, nell’ambito del progetto “Storie di fotografie”.

imagebisConfine” è il libro fotografico di Carlo Ferrara che verrà presentato venerdì prossimo, 8 novembre 2019, nello Studio di Daniele Robotti al 2° piano di Via San Lorenzo 107, in Alessandria, a partire dalle ore 20,30.
La presentazione è a cura di Daniele Robotti, fotografo professionista, nell’ambito del progetto “Storie di fotografia” realizzato in collaborazione con l’associazione culturale Libera Mente – Laboratorio di idee.
Si tratta  del terzo libro fotografico di Carlo Ferrara. L’Autore ci accompagnerà in un viaggio di emozioni alla scoperta  della sua visione del mondo attraverso immagini in bianco e nero tra il surreale e il poetico.
Informazioni: Daniele Robotti Tel. 3402292770 info@robotti.itwww.robotti.it – www.liberamentelab.it

CONFINE
Terzo volume fotografico di Carlo FERRARA pubblicato nella collana Portfolio, Confine imagesi interroga sul vero significato di questa parola attraverso 30 scatti fotografici (rigorosamente in bianco e nero), divisi in sei sezioni indissolubilmente legate al termine che rappresenta il fil rouge del progetto: Bi, Casa, Cornici, Crepe, Linea, Antifrasi.
Dalla prefazione di Marco Maroccolo:
In questo suo terzo libro, Carlo Ferrara ci conduce lungo un viaggio fra i confini: ciò che ci separa e nel contempo ciò che ci unisce, tutto quello che abbiamo in comune con l’altro e con l’oltre. Ci fa percorrere una strada sino ai confini delle nostre possibilità, chiedendoci poi di fare un passo oltre, di varcare i confini dell’ovvio, permettendoci così l’esplorazione del possibile. In questo suo cammino, il fotografo è stato accompagnato dalle mirabili visioni delle Città invisibili di Italo Calvino, quella grande opera scomponibile all’infinito che a distanza di quarantacinque anni continua a ispirare poeti, architetti, studiosi e artisti. È obbligo soffermarsi sul ruolo dell’ispirazione forni ta dalle parole di Calvino al nostro fotografo: esse non gli suggeriscono una interpretazione visuale delle cinquantacinque città – ruolo già espresso da decine di artisti attraverso diverse discipline – bensì il libro sembra un fedele compagno dell’esperienza urbana, un testo al quale Ferrara affida anche il compito di musa. Questo, come per Calvino, è l’inizio di una memoria nella quale perdersi e costruire mondi possibili e nuove connessioni. Come già il grande scrittore ci indica nelle sue Lezioni americane: «sono le immagini stesse che sviluppano le loro potenzialità implicite, il racconto che esse portano dentro di sé», così a dar vita al processo immaginativo di Ferrara è il partire dall’immagine visuale e da questa produrre un racconto, portando alla realizzazione di fotografie che dialogano con noi immergendoci in un sogno («tutto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura») 

Carlo Ferrara si presenta
Nasco a Novi Ligure nel 1975, e papà Ennio mi riempie di scatti, che poi trasforma in diapo! Crescendo inizio a “rubargli” le macchine fotografiche e cerco di carpire insegnamenti, ma aimè la sua passione è andata scemando (forse anche per colpa del carlo ferraramio arrivo) e io mi perdo nella “bella gioventù” dove i sacrifici fotografici non si addicono a serate in discoteca e sonni interminabili. Dopo 20 anni di buio fotografico, acquisto la mia prima reflex digitale (2007). Una Nikon D40X con la quale, stupidamente, penso di poter fare foto bellissime (come se fosse la macchina a fare le foto e non io). Inizio a postare le foto su internet senza gran riscontro, fino a quando, nel 2008 mi scrivono “non tutto ciò che imprime un sensore è fotografia”. Non vi dico quanto ci sono rimasto male, però poi ho pensato: “ma vuoi vedere che hanno ragione”. Mi iscrivo così a un corso di fotografia (prima base poi avanzato), da fotografi che mi trasmettono la tecnica e mi fanno fare il passo mentale necessario a capire la differenza tra “ricordo” e “fotografia”. Ci metto anche del mio, consumando la D40x con migliaia di scatti in un annetto e leggendo libri e riviste di settore. Oggi ho una Nikon D300, una Nikon D90 e un corredo completo, qualche riconoscimento nazionale e internazionale, sono Senior Critic del portale 1X, e ho fondato un circolo fotografico insieme a 4 amici chiamato Oltregiogofotografia. Ho un adorabile bimbo di 4 anni chiamato Francesco e una bellissima moglie di nome Gessica; a entrambi non posso che dire grazie per il loro aiuto e la loro comprensione.
Vincitore del premio nazionale di arte contemporanea Basilio Cascella
Mostra personale presso il Museo Nazionale della fotografia di Brescia
Senior Critic del portale fotografico internazionale.