Due opere di Leonardo Bistolfi a Rovigo per la mostra “Vedere la Musica”

Riceviamo e pubblichiamo
Il ritratto di Ferraria e il busto di Beethoven in esposizione fino a luglio a Palazzo Roverella.

Ci saranno anche due opere della Gipsoteca Leonardo Bistolfi di Casale Monferrato ad arricchire la mostra Vedere la Musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie di Rovigo, in programma, Covid permettendo, dal 1° aprile al 4 luglio 2021.
«Il museo è chiuso al pubblico ma non si ferma! – ha ricordato l’assessore Gigliola FracchiaLe attività del nostro prezioso Museo Civico, infatti, proseguono senza sosta, per essere pronti alla riapertura e per accogliere nel migliore dei modi l’eredità del grande scultore Leonardo Bistolfi che, come dimostra anche quest’ultimo prestito, continua a trovare l’interesse delle grandi mostre nazionali e internazionali».
Le splendide opere che nei giorni scorsi sono state accuratamente imballate e trasportate a Rovigo sono il carboncino che raffigura Luigi Ernesto Ferraria (donato al Comune in memoria dell’antiquario Alberto Savio) e il busto in gesso di Beethoven, restaurato grazie al contributo dell’Associazione Ondasonora.

Entrambe le opere provengono dalla collezione personale dello stesso Ferraria, proprietario di una grande casa nel biellese, dove Bistolfi trascorreva i rari momenti in cui riusciva a staccarsi dai numerosi impegni professionali.
Parlando della mostra di Rovigo, invece, la presentazione spiega che «L’esposizione, curata da Paolo Bolpagni, accompagnerà le visitatrici e i visitatori in un viaggio tra due arti, che parte dalla fine del XX secolo. A dare il la al percorso, il filone pittorico ispirato alla musica di Wagner. Nel 1902 la Secessione di Vienna dedica una mostra a Ludwig van Beethoven. Mentre con l’arrivo delle avanguardie, negli anni Dieci del Novecento, le note di Johann Sebastian Bach ispirano pittori come Vasilij Kandinskij, Paul Klee, František Kupka, Félix Del Marle, Augusto Giacometti e molti altri. E via via, passando per il Cubismo, il Futurismo, il Neoplasticismo, fino al Dada e al Surrealismo, la musica si conferma un riferimento assoluto, divenendo centrale in Kandinskij e Klee, non meno che per altri protagonisti delle avanguardie europee. Esempi emblematici di questa “fusione delle arti” creano una mostra-spettacolo di assoluto fascino».
Per informazioni: http://www.palazzoroverella.com.

Alla Gipsoteca di Casale Monferrato l’eredità artistica del grande scultore Leonardo Bistolfi

Riceviamo e pubblichiamo

Finalizzato l’accordo tra la famiglia di Leonardo Bistolfi e Comune di Casale Monferrato. Il sindaco Federico Riboldi: «Grazie alla fiducia della famiglia, l’importante patrimonio artistico sarà a disposizione del grande pubblico» .

Leonardo Bistolfi

A 88 anni dalla morte, il percorso artistico del grande scultore Leonardo Bistolfi si riunisce e si ricompone nella sua città natale: Casale Monferrato. Dopo la scomparsa dell’ultimo erede, Andrea, nel giugno del 2019, la vedova Vanda Martelli Bistolfi aveva intrapreso un dialogo con il Comune per una nuova collocazione della collezione, individuata al Museo Civico, e in particolare alla Gipsoteca Bistolfi, che, con la firma dei giorni scorsi, diventa proprietario e custode dell’importante patrimonio artistico e documentale appartenuto al celebre scultore.
La firma ufficiale sull’atto di donazione è stata posta martedì 19 gennaio a Torino da parte del sindaco Federico Riboldi e della signora Vanda Martelli, sotto la supervisione del notaio Marina Aceto.
Al Comune di Casale Monferrato giungerà così il patrimonio artistico della famiglia Bistolfi, costituito da sculture, dipinti, disegni, opere grafiche, taccuini, materiali d’archivio e libri, tutti provenienti direttamente dallo studio dello scultore che morì nel 1933 e le cui spoglie sono tumulate nel famedio del cimitero monumentale della città.

Numerosi sono stati i contatti intercorsi nei mesi scorsi tra l’Amministrazione Comunale, il Museo e la signora Martelli al fine di giungere a questo importante obiettivo. Fondamentale è stata anche l’inventariazione analitica dei beni affidata a Sandra Berresford, professoressa, studiosa ed esperta del settore, nonché apprezzata e indiscussa conoscitrice del percorso artistico di Leonardo Bistolfi.
Quella di martedì è comunque solo la formalizzazione di un percorso che ha sempre legato la città di Casale Monferrato, in particolare il Museo, e la famiglia Bistolfi: risale infatti al 1984 la primissima mostra dedicata allo scultore, iniziativa che aveva dato l’avvio allo studio delle opere, alla pubblicazione di un catalogo e a una campagna di restauri. A seguire, nel 1995 la prima donazione di opere d’arte per volontà di Andrea, in occasione dell’apertura del Museo Civico, per poi consolidarsi nel 2001 con l’aggiunta di nuove opere destinate alla quinta sala della Gipsoteca. I coniugi Bistolfi, inoltre, non mancavano di essere presenti a Casale Monferrato nelle varie occasioni ufficiali: inaugurazioni di mostre, convegni, presentazioni.

La collezione
La collezione che giungerà a Casale Monferrato consiste in opere di diretta produzione di Leonardo Bistolfi: 20 terrecotte e terrecrude, 9 opere in metallo, 20 in plastilina, 170 sculture in gesso, una in marmo, una cinquantina di medaglie in gesso e una quarantina di monete in metallo, una vastissima collezione di disegni di vario formato racchiusi in album e cartelle, 50 dipinti di formato medio e piccolo, 35 taccuini, miscellanea e memorabilia, corrispondenza da e a Bistolfi e l’archivio famigliare. A questo notevole corpus di opere si aggiungono altri materiali di artisti a lui contemporanei: sculture, dipinti, opere grafiche, una vasta biblioteca e una raccolta di riviste d’epoca.

La Gipsoteca oggi
La Gipsoteca di Leonardo Bistolfi, ospita, al pian terreno del Museo Civico, oltre centosettanta opere tra terrecotte, disegni, plastiline, bozzetti e modelli in gesso, alcuni marmi e bronzi provenienti dalla donazione del banchiere casalese Camillo Venesio del 1958 e integrati, in seguito, con donazioni e opere in deposito dalla famiglia Bistolfi. Tali materiali permettono di comprendere le diverse fasi del procedimento artistico di Bistolfi, uno dei maggiori interpreti, a livello internazionale, del Simbolismo: dal bozzetto in terracotta in cui lo scultore fissava con immediatezza la prima intuizione, al successivo bozzetto in gesso, al modello definitivo che concretizzava l’idea finale e costituiva l’effettiva realizzazione dell’opera, prima della sua trasposizione in marmo e bronzo.

Le opere esposte documentano l’articolato percorso artistico di Bistolfi: dagli esordi che lo legano alle esperienze lombarde coeve della Scapigliatura – Gli amanti (1883) – intervallate da piccoli gruppi di gusto verista – Il boaro (1885) – fino all’elaborazione di un linguaggio proprio, in cui figura e simbolo daranno vita a una personalissima poetica che troverà riscontro in numerose committenze private e pubbliche, molte di queste legate alla scultura funeraria e celebrativa.

Sarà La sfinge (1890) per il Monumento funerario Pansa di Cuneo a consacrarlo scultore simbolista, a cui seguiranno opere memorabili come Il dolore confortato dalle memorie (1898) o Il funerale di una vergine (1899) o ancora Resurrezione (1902) e La Croce (1899). Ma di Bistolfi sono altrettanto noti i monumenti celebrativi, realizzati per Giovanni Segantini (1899), Giuseppe Zanardelli (1908), Cesare Lombroso (1921), Giosuè Carducci (1908-1928) e quelli per Giuseppe Garibaldi (1908 e 1928), a cui si aggiungono numerosi ritratti e targhe commemorative.

La Gipsoteca domani
La ricezione dei materiali a Casale Monferrato, che avverrà a lotti con ditte specializzate nel settore del trasporto di opere d’arte e sotto la supervisione del personale museale, prevede la collocazione iniziale in locali di deposito. Si verificherà lo stato conservativo e le modalità idonee per la corretta conservazione, oltre agli interventi di manutenzione, attraverso la collaborazione della competente Soprintendenza. Si procederà quindi all’esecuzione di una campagna fotografica ad alta risoluzione e alla digitalizzazione dei materiali cartacei che verrà utilizzata non solo a uso interno del Museo, ma resa disponibile anche attraverso la consultazione online, con modalità di accesso controllate.

Il futuro della Gipsoteca, quindi, sarà quello non solo di sala espositiva, ma di luogo di riferimento per gli studi su Leonardo Bistolfi, a cui ci si potrà rivolgere per la consultazione degli archivi dello scultore. È inoltre in cantiere un progetto digitale di geolocalizzazione delle opere dell’artista collocate sul territorio italiano: tale operazione interessa musei, cimiteri, palazzi storici, enti pubblici e privati a cui il Museo ha chiesto la collaborazione al fine di creare una mappatura elettronica, che verrà resa disponibile sul sito web. Uno strumento turistico, ma anche di approfondimento, che permetterà di mettere in dialogo il monumento realizzato e il modello in gesso o il bozzetto preparatorio o il disegno conservato in Museo.

In attesa di dare attuazione ai progetti di effettiva valorizzazione della Gipsoteca, che oltre a prevedere un intervento di parziale ristrutturazione dei locali attuali non escludono la creazione di un vero e proprio museo dedicato, si stanno valutando le modalità per rendere immediatamente fruibili al pubblico le opere donate: si potranno predisporre esposizioni parziali o a rotazione, la creazione di eventi di valorizzazione, l’inserimento di alcune opere nel percorso espositivo della Gipsoteca o l’istituzione di un “deposito aperto”, oltre alla completa messa a disposizione della collezione ai visitatori tramite strumenti multimediali.

Leonardo Bistolfi
Leonardo Bistolfi nasce a Casale Monferrato il 15 marzo del 1859 da Giovanni, di professione intagliatore e scultore ligneo, e da Angela Amisano. Ottiene nel 1874 una borsa di studio dal Comune di Casale Monferrato per frequentare l'Accademia di Brera a Milano. Condivide con i compagni di studi Segantini, Previati, Sottocornola il clima scapigliato della città lombarda. Desiderando studiare con lo scultore Odoardo Tabacchi si trasferisce a Torino, e da subito partecipa alle annuali Esposizioni della Società Promotrice di Belle Arti presentando piccoli gruppi di ispirazione verista (Boaro, Piove, Terzetto). La sua originale interpretazione della poetica del simbolismo (di cui Bistolfi è considerato il maggior scultore europeo) trova espressione nei grandi monumenti funerari. Sono dell'ultimo decennio degli anni Novanta La sfinge a Cuneo, La bellezza della morte a Borgo San Dalmazzo, Il dolore confortato dalle memorie a Torino e il grande monumento commemorativo per Giovanni Segantini, La bellezza liberata dalla materia, che verrà eretto a Saint-Moritz nel 1906. In questo periodo entra a far parte di numerosi circoli culturali torinesi condividendo le idee socialiste di Giovanni Cena e l'approccio alla scienza positivista di Cesare Lombroso. È promotore, e in seguito vicepresidente, dell'importantissima Esposizione d'Arte Decorativa Moderna tenutasi a Torino nel 1902, per la quale fornirà anche il disegno del manifesto. Alla VI Esposizione Internazionale della Città di Venezia del 1905 gli viene dedicata una sala personale in cui espone oltre venti opere, tra cui il gesso del grandioso portale per la cappella Hierschel De Minerbi, Il funerale di una vergine. In quell'occasione ottiene la medaglia d'oro per la scultura. Giunge nel 1908 l'incarico, affidatogli "per chiara fama", dal Comune di Bologna per commemorare, con un imponente gruppo marmoreo, il poeta Carducci. L'opera terrà lo scultore impegnato per circa vent'anni. Segue il gruppo de Il sacrificio per il Monumento a Vittorio Emanuele II di Roma. Precedentemente Bistolfi era stato nominato nella commissione per il progetto del monumento ma si era subito dimesso per contrasti sull'impostazione complessiva dell'opera. Sono degli anni Venti lo straordinario Monumento a Garibaldi a Savona, il Monumento ai Caduti di Casale Monferrato e quello per i Caduti di Torino. Di quest'ultima opera esegue i bozzetti e parte dei modelli ma il sopraggiungere della morte, nel settembre del 1933, gli impedirà di portarla a termine.
Le dichiarazioni
Il sindaco Federico Riboldi: «L'amministrazione è grata e riconoscente alla signora Bistolfi della fiducia riposta nei confronti della città di Casale Monferrato, e in particolare al Museo Civico, e per aver aperto le porte della sua abitazione che hanno conservato finora con tanta cura e devozione ogni minima testimonianza proveniente dallo studio dello scultore».
Il vicesindaco Emanuele Capra: «Riteniamo questa donazione, che implementa e completa la collezione del Museo, di enorme importanza per la nostra Amministrazione, che ha tra i suoi obbiettivi quello di dare a Bistolfi la giusta valorizzazione affinché diventi uno dei principali motivi di richiamo del turismo culturale».
L’Assessore alla Cultura, Gigliola Fracchia: «Con questa donazione la nostra Gipsoteca e la nostra città potranno diventare il polo per gli studi e gli approfondimenti sulla vita artistica di uno dei più importanti scultori simbolisti d’Italia, capace con le sue opere di abbellire e arricchire piazze, teatri, palazzi e cimiteri in tutto il Mondo».
La conservatrice del Museo Civico – Gipsoteca Leonardo Bistolfi, Alessandra Montanera: «È questa un’occasione straordinaria. I materiali che verranno conferiti al Museo di Casale Monferrato rappresentano un’eredità culturale unica, che permetterà di riunire in un solo luogo oggetti preziosi che consentiranno di approfondire il percorso artistico e umano di questo grande artista, concorrendo alla valorizzazione della sua figura. L’acquisizione, il trasferimento e le prime operazioni volte alla tutela e alla conservazione di questo prezioso giacimento culturale, saranno programmate per renderlo il prima possibile accessibile e fruibile a tutti».

Contatti e riferimenti
Museo Civico e Gipsoteca Leonardo Bistolfi - Via Cavour, 5 – Casale Monferrato
www.comune.casale-monferrato.al.it/museo
www.comune.casale-monferrato.al.it/gipsoteca-bistolfi
museo@comune.casale-monferrato.al.it

Casale Monferrato (AL). Museo Civico: una nuova opera di Leonardo Bistolfi per la gipsoteca

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Riboldi e Fracchia: «Grazie al deposito temporaneo della Banca Patrimoni Sella & C. l’offerta del nostro museo si arricchisce di un’importante opera» .

La Gipsoteca di Leonardo Bistolfi a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, si è arricchita nei giorni scorsi di una nuova, inedita, opera. Si tratta di un piccolo bronzo che riproduce il particolare della testa del Cristo del Crocifisso che lo scultore casalese ideò per la tomba della famiglia Brayda nel Cimitero di Villarbasse nel 1901.
L’opera è arrivata al Museo Civico di Casale Monferrato grazie a un deposito quinquennale offerto da Banca Patrimoni Sella & C. che lo ha acquisito da una eredità proveniente dalla famiglia Bricherasio, che fu legata allo scultore da un profondo rapporto di stima e amicizia.

E proprio a Bistolfi fu affidata la realizzazione del monumento funebre a Emanuele di Bricherasio: il risultato è lo straordinario sepolcro di grande impatto emotivo, ancora oggi ben conservato a Fubine.
«Grazie a questo deposito – hanno sottolineato il sindaco Federico Riboldi e l’assessore Gigliola Fracchia – la nostra gipsoteca di arricchisce di un’importante e suggestiva opera che sarà una delle molte sorprese che il Museo Civico offrirà ai visitatori alla, speriamo prossima, riapertura. Un ringraziamento, quindi, alla Banca Patrimoni Sella & C. e, in particolare, alla direttrice artistica Daniela Magnetti, che hanno scelto Casale Monferrato per questo prezioso deposito».
La Direzione Artistica di Banca Patrimoni Sella & C., che ha consegnato e allestito insieme ai responsabili del Museo l’opera, ha dichiarato nella persona di Daniela Magnetti: «Come tutti auspichiamo, si spera che la riapertura del Museo non tardi oltre la data annunciata del 15 gennaio, in modo che l’opera possa essere presto ammirata da tutti e che se ne apprezzi l’alta qualità artistica, ancor più nel suo confronto con il gesso che riproduce l’intera Croce Brayda già di proprietà del Museo Civico di Casale Monferrato».

Frutto dunque di un rapporto di fiducia che si è instaurato nel tempo tra pubblico e privato, questa acquisizione giunge non solo ad arricchire la collezione casalese ma diviene un tassello importante per comprendere le vicende e i rapporti personali che Leonardo Bistolfi instaurò con i propri contemporanei.
Inoltre il cosiddetto Crocifisso Brayda riveste particolare importanza perché fu una delle rare occasioni in cui Bistolfi si è dedicato alla raffigurazione di iconografie di tradizione cristiana. Anche il dettaglio della testa bene ci restituisce la sua personale visione consolatrice del Crocifisso. Per Bistolfi, infatti – e sono parole sue – «esso non è il Cristo in Croce ma piuttosto il segno della Croce: è Gesù che apre le braccia nel divino gesto della Carità […]. La testa è eretta, non chinata nell’agonia […] la corona di spine è trasformata in aureola di vittoria».

Il Crocifisso Brayda venne replicato negli anni successivi e utilizzato per altre tombe, così come del solo dettaglio della Testa sono noti oggi di diversi esemplari, di diversi materiali e dimensioni.
Nella foto di gruppo da sinistra: Daniela Magnetti (Direttrice Artistica Banca Patrimoni Sella & C.), Filippo Timo (Direzione Artistica Banca Patrimoni Sella & C.), Ottavia Sella (Direzione Artistica Banca Patrimoni Sella & C.), Alessandra Montanera (Conservatrice Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi) e Elena Varvelli (coordinatrice Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi).

Casale Monferrato (AL): al Museo Civico un Pellizza da Volpedo

Casale Monferrato (AL): al Museo Civico un Pellizza da Volpedo

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Riboldi e Fracchia: «Un grazie a chi ha concesso in comodato un’opera che va ad arricchire la proposta culturale e artistica della città». L’opera sarà esposta dal mese di settembre nella Galleria dell’Ottocento.

È giunto a Casale Monferrato un interessante dipinto di Pellizza da Volpedo. Proveniente da un collezionista privato, che lo ha generosamente concesso in comodato triennale al Museo Civico, l’opera, intitolata Studio di testa, è stata accolta in Pinacoteca dal vicesindaco, con delega al Turismo, Emanuele Capra e dall’assessore alla Cultura Gigliola Fracchia.

Pellizza da Volpedo
Studio di testa

«È con grande gioia e orgoglio che ho voluto ricevere il dipinto direttamente nella Galleria dell’Ottocento – hanno spiegato Capra e Fracchia -: qui, a fianco delle opere del Morbelli e del Bistolfi, andrà ad arricchire il patrimonio non solo del Museo Civico, ma dell’intera città. Un grazie al collezionista, che ha voluto scegliere le nostre sale per dare la giusta valorizzazione a questa interessante opera».
L’olio su tela, firmato e datato Pellizza 1889, è già pubblicato nella monografia dell’artista curata da Aurora Scotti, che scrive: «Sul fondo neutro stacca la massa della giacca e delle spalle della figura in tonalità sorde di marrone , che permettono di far meglio spiccare l’elemento qualificante della figura, la testa modellata con colori chiari e caldi con sfumature rosate. Il colpo di luce che colpisce la figura diventa così l’elemento costruttivo della forma e Pellizza con sapienza costruisce il volume nella sua convessità quasi emisferica».
La nuova acquisizione dell’opera di Pellizza (1868-1907), che verrà momentaneamente collocata nei depositi del Museo, troverà nel mese di settembre l’occasione per essere, allestita, valorizzata e presentata pubblicamente nell’ambito di un più articolato calendario di eventi che avrà come protagonista Leonardo Bistolfi.
Il dipinto, come detto, verrà collocato nella Galleria dell’Ottocento, recentemente rinnovata, dove si troverà accostato ad altri grandi interpreti dell’arte italiana di fine Ottocento, tra cui Angelo Morbelli e Leonardo Bistolfi che con Pellizza da Volpedo hanno condiviso non solo ricerche e sperimentazioni artistiche, ma anche rapporti di amicizia coltivati alla Colma di Rosignano a casa Morbelli.

Angelo Morbelli
Bottega del pizzicagnolo

Di Morbelli, in particolare, si ricorda che il Museo ospita un consistente nucleo di dipinti, anch’essi di provenienza privata, di cui recentemente è stato riconfermato il deposito triennale della Bottega del pizzicagnolo, interessantissima tela che raffigura un interno di bottega.
«Uno degli obiettivi che questa Amministrazione si è posta – ha voluto sottolineare il sindaco Federico Riboldi è l’incremento dell’offerta espositiva del Museo, in particolare rivolta verso quegli artisti attivi tra Otto e Novecento che, come Pellizza, hanno segnato la storia dell’arte e con cui è stato forte il legame artistico e personale con il casalese Leonardo Bistolfi».