In sella, dal Grande Fiume all’Alta Via delle Sorgenti

Riceviamo e pubblichiamo
Tre itinerari tra pianura, collina e montagna per scoprire l’area di Visit Emilia su due ruote.

È inutile dire che, per esplorare la ricchezza e la varietà paesaggistica e culturale di un territorio di borghi e parchi naturali come quello compreso tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia, che passa dalla pianura alla collina, fino alla montagna – con conseguente e radicale cambiamento di panorami e orizzonti – il mezzo più consigliato è la bicicletta.

Che si muovano grazie alla spinta dei muscoli, come nel caso della mountain bike, o facendo affidamento sull’aiutino garantito dall’E-bike, le due ruote sembrano immaginate allo scopo di andare alla scoperta di Visit Emilia (http://www.visitemilia.com) sfilando lungo il Po, tra le opere d’arte o in mezzo ai boschi alla volta dei passi appenninici. Scese dal sellino delle bici, le gambe meglio metterle sotto alla tavola. E che tavola, in Emilia siamo nel cuore della Food Valley italiana, con prodotti gastronomici di eccellenza, conosciuti in tutto il mondo. Qualche nome sol per farsi venire l’acquolina in bocca? Coppa Piacentina, Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano e Aceto balsamico di Reggio Emilia, ma l’elenco è ancora lungo…e ghiotto. 

Isola Giarola
Villanova sull’Arda (Piacenza)

In pianura
La Via Po è un percorso ciclo-turistico di 110 Km che, nel Piacentino, segue l’argine maestro di destra del Grande Fiume, lambendo la città dei Farnese e regalando uno sguardo differente sulla realtà della Bassa. Tappa da non perdere è il Parco di Isola Giarola (PC), dove il lago artificiale, circondato dai pioppi, ospita la fauna e la flora tipiche del territorio. Lungo il fiume, merita una sosta Isola Serafini (PC), l’unica abitata del Po, dove la conca consente alle imbarcazioni di proseguire la navigazione fino al delta.

Isola Giarola
Villanova sull’Arda (Piacenza)

Oltre che in bicicletta, è possibile immergersi nel paesaggio fluviale anche tramite escursioni a piedi o in barca e grazie ad attività organizzate in collaborazione con il Parco Adda Sud. L’itinerario favorisce poi l’incontro con sapori tipici, come quelli del cacio del Po e dei formaggi DOP Piacentini, e con gioielli come il Castello di San Pietro in Cerro, che al suo interno conserva tesori antichi e moderni, custoditi nella Sala delle Armi e nel MIM, Museum in Motion, collezione in costante evoluzione di oltre 1500 opere di maestri contemporanei.

Torrechiara (PR)
ph Roberto Martini

In collina
Tra Langhirano e Torrechiara
(PR) – dove chi volesse ha la possibilità di investire sul relax totale noleggiando una E-Bike – il Sentiero d’Arte è una boccata d’aria e di cultura che consente di tuffarsi su due ruote in un percorso abbracciato da colline e vigneti che segue il Canale di San Michele, dalla Badia di Santa Maria della Neve al Castello di Torrechiara. Montati in sella, si parte proprio dalla Badia benedettina, perla d’architettura voluta da Pier Maria Rossi che ha attraversato indenne i secoli con i suoi affreschi barocchi, il refettorio, il belvedere e il chiostro.

Torrechiara (PR)

Avventurarsi nell’itinerario significa sfilare in uno scenario naturale arricchito negli anni con un’implementazione della presenza di varietà autoctone, tra le quali si susseguono opere di artisti contemporanei che ridefiniscono il significato del paesaggio che incornicia il Canale. Le vigne, i campi e tutti quei simboli del lavoro in un territorio che è davvero la terra del fare sono segnalibri in una storia che ha, in questo caso, il gran finale a Langhirano, sede del Museo del Prosciutto. Un’applicazione permette di approfondire vari aspetti dei luoghi attraversati, grazie a strumenti tecnologici e di realtà aumentata disseminati lungo l’itinerario.

Appennino Reggiano

In montagna
Anello composto da strade forestali e sentieri all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano per un totale di circa 60 km di pedalate, l’Alta Via delle Sorgenti unisce otto passi appenninici al di sopra dei 1200 metri e può essere considerato il regalo della provincia di Reggio Emilia agli appassionati di mountain bike. La precisione di una segnaletica leggibile, la cartina e l’applicazione Sentieri Appennino mettono chiunque in condizione di muoversi agilmente o di programmare un’escursione a tappe adatta alla propria preparazione.

Appennino Reggiano

La prospettiva di attraversare faggeti e castagneti senza staccarsi dal sellino e vedendo le sorgenti svilupparsi in corsi d’acqua che sfociano in laghetti o formano torbiere è la splendida realtà di una terra che offre agli occhi meravigliosi paesaggi e borghi antichi e al palato sapori immortali. A Cerreto Laghi, è disponibile un noleggio attrezzato E-bike ed è possibile prenotare escursioni al seguito di guide diplomate e certificate.

Autunno in e-bike da Parma al Castello di Torrechiara

Riceviamo e pubblichiamo
Con INC Hotels Group escursioni guidate tra le colline parmensi costellate di vigneti di Malvasia, per arrivare al borgo medievale e al romantico maniero.

Pedalare tra i colori dell’autunno dal cuore di Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020+2021, fino al romantico Castello di Torrechiara con il suo borgo medievale di raro valore artistico.

foto Carla Soffritti

La partenza in e-bike è con INC Hotels Group, leader alberghiero della Food Valley, che invita a partecipare all’escursione tra le meraviglie del territorio parmense. La pedalata di 36 km comincia dal Best Western Plus Hotel Farnese di Parma. Si passa per Vigatto, per fare tappa alla Chiesa di San Pietro con i dipinti dei secoli XVII, XVIII e XIX, e alla Villa Meli Lupi circondata da un bellissimo parco. Proseguendo lungo il tragitto, si notano altre ville interessanti come Palazzo Mutti, Villa Ghia, che risale alla fine del XVI secolo, e a Pannocchia, Villa Rognoni, per arrivare al borgo medievale e Castello di Torrechiara.

foto Carla Soffritti

Torrechiara adagiata sui dolci colli ricchi di vigneti, tra cui si produce la famosa Malvasia, è la “porta” che introduce alla suggestiva bellezza del territorio di Langhirano e dell’Appennino parmense orientale, accarezzato dalla dolce brezza  che arriva dal mare, l’ingrediente che regala il sapore inconfondibile al Prosciutto di Parma che in quest’area ha la sua storica origine. A Langhirano, infatti, ha sede nella struttura dell’ex Foro Boario, il Museo del Prosciutto e dei salumi parmensi.
Il Castello di Torrechiara di epoca tardo medioevale, si erge maestosamente su un’altura da cui si gode un panorama spettacolare. È uno dei castelli meglio conservati in Italia, ricco di storia e luogo del grande amore tra il nobile Pier Maria Rossi e Bianca Pellegrino. Particolare attenzione merita la Camera D’Oro, il cui nome deriva dalle foglie di oro zecchino che un tempo rivestivano le formelle alle pareti. Ancora oggi qui sono conservati gli affreschi attribuiti a Benedetto Bembo che raffigurano scene del rituale dell’amore cavalleresco e la celebrazione del legame tra i due innamorati.

INC Hotels Group, pet & family friendly, in collaborazione con Itinera Emilia, propone una visita guidata dalla durata di 4 ore al borgo e al Castello di Torrechiara con tour tra i vigneti alla scoperta della Malvasia di Candia e dei vini tipici di Casatico, e alla fine del percorso una degustazione dei vini e prodotti tipici in cantina. Il prezzo dell’escursione con degustazione e guida è di 86 euro a persona. Per il soggiorno con INC Hotels Group, la camera doppia al Best Western Plus Hotel Farnese – che aderisce al programma soggiorno sicuro Special Protection di Best Western Italia – con colazione a base di prodotti biologici è a partire da 40 euro a persona a notte, più 20 euro per il noleggio dell’e-bike. All’Holiday Inn Express – che aderisce al programma comfort in sicurezza con Stay Safe by Inc Hotels – è a partire da 30 euro a persona.
INC Hotels Group
Via Reggio 51/a, 43126 Parma
info@inchotels.comwww.inchotels.com

Il segreto del Prosciutto di Parma, tra le aziende, finestre aperte e i “nasi dolci” della Food Valley

Riceviamo e pubblichiamo
Viaggio alla scoperta di ciò che rende unico questo prodotto: si passa da Langhirano alla ricerca delle piccole aziende artigianali, si partecipa al Festival del Prosciutto, si degustano ottime fette stagionate, si respira l’aria degli Appennini durante Finestre Aperte e si prova a risolvere il mistero tuffandosi nel passato, tra le sale del Museo del Prosciutto di Parma.

IMG_4749 copiaCome mai è così buono?” Quando assaggiò il Prosciutto di Parma, Napoleone si incuriosì moltissimo. Volle sapere come veniva preparato e si affrettò a concedere ai parmigiani il diritto di esportarlo, aprendo al futuro DOP le porte del successo internazionale. Più di 200 anni dopo, una visita alle terre del Prosciutto di Parma è l’occasione per una golosa scoperta, visitando le aziende, parlando con i norcini e degustando fette su fette.
Festival del Prosciutto e Finestre Aperte
In particolare nel mese di settembre. Nel weekend dal 6 all’8 fioriscono tutte le iniziative del Festival del Prosciutto di Parma a Langhirano: dalla Cittadella del Prosciutto, con 18 produttori DOP e degustazioni di varie stagionature (da 12 a 36 mesi), alle celebrazioni per i 20 anni di ONAS, l’associazione degli assaggiatori di salumi, dalle esibizioni di taglio a mano – sottile, mi raccomando – ai convegni su packaging e DOP Economy, fino all’atteso concerto di Edoardo Bennato.
E poi c’è “Finestre aperte”: a partire dal 7-8 settembre e poi per tutti i fine settimana del mese, i prosciuttifici possono essere visitati per soddisfare ogni curiosità sul ciclo di lavorazione. Il nome? Deriva dall’antica arte di lasciare respirare ai prosciutti appesi nelle sale di stagionatura il vento degli Appennini, dei colli e la brezza che spira dal mare. Sapendo esattamente quando e per quanto tempo tenere aperte, appunto, le finestre. Condizioni climatiche particolari, stagionatura lenta, esperienza. Eppure non è tutto qui. Il suo aroma inconfondibile è legato alla capacità dei prosciuttifici artigianali di tramandare questa tradizione di generazione in generazione.
Curiosando tra le piccole aziende.
Il viaggio alla ricerca del segreto del Prosciutto di Parma passa per Langhirano e i comuni vicini.
Siamo a sud della via Emilia, tra il fiume Enza e il torrente Stirone, dove si trovano, tra i circa 150 prosciuttifici facenti parte del consorzio del DOP, i membri del Club di prodotto Parma City of Gastronomy.
IMG_5019A Castrignano c’è Conti, azienda a conduzione familiare classe ’68, che sta realizzando un piccolo museo per raccontare i suoi primi 50 anni di attività. L’occasione per osservare come la tecnologia abbia fatto enormi passi in avanti, e come tuttavia il cuore della produzione sia ancora affidato a gesti antichi, passione e profonda conoscenza della materia prima.
In una piccola frazione di Tizzano Val Parma ecco Casa Graziano, che prende il nome dal fondatore. La gestisce una famiglia in cui si coltiva il senso dell’attesa paziente, della manualità sapiente, del piacere delle buone cose. Il risultato è una selezione di prodotti che rispecchiano appieno questi valori.
A Riano di Langhirano c’è Ruliano, la casa del Crudo Perex Suctum, il prodotto più importante dell’azienda, ma non l’unico. Nella loro sede storica recentemente ristrutturata si possono fare degustazioni e laboratori a tema, legati all’enogastronomia, anche in lingua inglese.
Vale la pena di conoscere anche La Perla, salumificio di Langhirano che produce e stagiona il crudo, ma anche tanti altri prodotti: visite guidate, tour su prenotazione e degustazioni sono interessanti modalità attraverso cui l’azienda entra in contatto con gli appassionati.
Sempre a Langhirano troviamo la ditta a conduzione familiare Cav. Ilari Alberto, che oltre al Prosciutto di Parma produce varie altre specialità. Una visita è l’occasione perfetta per imparare e capire i segreti della produzione, dalla selezione delle cosce alla lavorazione, osservando i lavoratori all’opera. All’interno si trovano perfino delle opere di pig-art a tema.
Ma il prosciutto è la migliore delle scuse per esplorare, magari con una navetta Tasty Bus, oppure approfittando di un tour organizzato come l’Highlander di Food Valley Travel & Leisure, un territorio unico per storia, cultura, paesaggi. Imprescindibile è una tappa al Castello di Torrechiara, a Langhirano, che si staglia come un’apparizione fiabesca tra colline e vigneti, che custodisce al suo interno la Camera d’Oro, completamente affrescata. Affascinante anche la Badia di Santa Maria della Neve, con i suoi tratti rinascimentali.
Il segreto del “nès dóls”
IMG_4796Prosegue la scoperta: mancano ancora alcuni elementi per svelare il segreto del Prosciutto di Parma. Gli ultimi indizi sono sempre a Langhirano, al Museo del prosciutto di Parma, una miniera di informazioni curiose. Torniamo a Napoleone: con la mano infilata nel panciotto – la sua posa classica – il condottiero francese cercava sollievo da una gastrite cronica, e la delicatezza del Prosciutto di Parma, senza effetti collaterali fastidiosi, lo conquistò immediatamente.
E fu così che l’imperatore incontrò il contadino Medardo dal nès dóls, Medardo dal naso dolce in parmigiano, che gli mostrò il gesto rapido ed esperto con cui, grazie ad uno strano ago, pungeva la coscia per valutare maturazione e qualità del prodotto, senza bisogno di affettare. È questo lo strumento utilizzato ancora oggi per sondare ogni prosciutto: la fibula, metacarpo accessorio del cavallo “sopravvissuto” all’evoluzione della specie e al conseguente sviluppo dello zoccolo. L’unico materiale al mondo che funziona. L’osso di cavallo ha la proprietà del tutto eccezionale di trattenere l’aroma del prosciutto appena alcuni secondi, per poi tornare come nuovo, ed essere utilizzabile immediatamente sul prosciutto successivo. Solo chi supera questa prova può sfoggiare il simbolo della corona ducale.
Per informazioni: www.parmacityofgastronomy.it

Le intriganti vicende dei Castelli delle Donne tra Parma, Piacenza e Reggio

a cura della Redazione

Castelli delle DonneLa “storia” dei Castelli è fatta anche dalle storie delle donne che hanno vissuto.
Il territorio che si estende nelle provincie di Parma, Piacenza e Reggio Emilia conserva castelli e dimore storiche che hanno fatto da scenario a intriganti vicende di corte con protagonista una donna.
Si tratta di luoghi affascinanti, che svettano nei borghi antichi, su eleganti rocce o circondati da boschi ed eleganti giardini, e che narrano gli eventi di grandi donne, le quali dal Medioevo all’età moderna hanno segnato la storia.
Destinazione Turistica Emilia, ente pubblico di promo-commercializzazione turistica, vede in queste storie opportunità  per viaggi e visite coinvolgenti nei Castelli delle Donne.

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Destinazione Turistica Emilia – Castello di Carpineti – Foto Giuliano Bianchini

La storia di alcuni dei più affascinanti Castelli delle Donne del territorio di Reggio Emilia è legata ad una delle protagoniste più rilevanti del Medioevo italiano, Matilde di Canossa, potente feudataria vicina al Papato nel periodo della lotta per le investiture. Riuscì a dominare un ampio territorio che comprendeva la Lombardia, l’Emilia, la Romagna, la Toscana, in un tempo in cui le donne erano considerate di rango inferiore. Il cuore del suo dominio era Canossa, sull’Appennino di Reggio Emilia. Oggi in questo luogo si possono visitare i ruderi del Castello di Canossa, dove l’imperatore Enrico IV ottenne la revoca della scomunica dal pontefice Gregorio VII, una riconciliazione per la quale Matilde fu importante. Di qui il detto “andare a Canossa”.
Anche la Rocca di Reggiolo (RE), nel centro storico del paese, sorta intorno all’antica torre medievale e circondata da mura di cinta di 40 metri, fu abitata da Matilde. Un’altra dimora legata alla sua figura è il Castello di Bianello (RE),immerso nel bosco, casa di sua madre Beatrice di Lorena, principessa di stirpe reale, e luogo in cui Matilde fu incoronata vice regina d’Italia dall’imperatore Enrico V. Fu lei ad acquistarlo nel 1044, dominando con il secondo marito, il duca Goffredo di Lorena, un vasto territorio, divenendo una delle donne più potenti della sua epoca.

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Destinazione Turistica Emilia – Canossa Castello di Rossena – Foto Giuliano Bianchini

Accanto alla rupe di Canossa c’è, inoltre, la Roccaforte di Rossena con la torre di Rossenella, che si erge su uno sperone roccioso. Una leggenda lo lega alla storia di Everelina, figlia di un vassallo di Matilde, che per evitare le nozze con un uomo che non amava, si getto dal dirupo. Il maniero più amato da Matilde di Canossa, invece, è il Castello di Carpineti (RE), il più alto tra le fortezze appenniniche. Domina la valle del Secchia con il mastio e una triplice cinta di mura.
Nel comune di Casina (RE) svetta il Castello di Sarzano, dalle origini medievali, ma restaurato negli anni Novanta per riportarne in auge l’aspetto seicentesco. La sua storia è antichissima, ma particolarmente legata a Maria Bertolani Del Rio, scienziata e storica della fine dell’Ottocento, che per prima studiò il maniero. Fu lei, inoltre, a dare vita alla creazione di manufatti di pregio, che tuttora identificano l’Ars Canusiana, il raffinato artigianato artistico dell’Emilia, a cui è dedicata una sala al primo piano del mastio.

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Destinazione Turistica Emilia – Rocca di Sala Baganza

Sulle prime colline dell’Appennino parmense si può ammirare la Rocca Sanvitale di Sala Baganza (PR), maniero in cui rivivere le vicende di Maria Luigia, moglie di Napoleone, imperatrice dei francesi e duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, che vi abitò con i suoi due figli nell’Ottocento. Il castello fu molto importante per il sistema difensivo locale già tra il ‘400 e il ‘500. Nelle sue sale oggi si possono scoprire preziosi affreschi e decorazioni cinquecentesche e settecentesche; nelle cantine invece c’è il Museo del Vino ed intorno il Giardino farnesiano.
Il Castello di Torrechiararomantico maniero quattrocentesco dai tratti medievali e rinascimentali spicca sulla cima di un colle roccioso panoramico alle porte della Val Parma, nel territorio di Langhirano (PR). Fu costruito da Pier Maria Rossi per la sua amata Bianca Pellegrini, la cui storia d’amore è celebrata dalla“Camera d’Oro” attribuita a Benedetto Bembo, in cui sono raffigurati tutti i castelli del feudo.
Barbara Sanseverino, moglie di Giberto Sanvitale, signore di Sala Baganza, si deve il raffinato giardino all’italiana della Reggia di Colorno (PR), con i suoi giochi d’acqua, aiuole fiorite, statue e scenografiche fontane. Fu una donna colta e una collezionista d’arte: impreziosì il palazzo, infatti, di opere di Tiziano, Correggio, Parmigianino e di una particolare raccolta di cammei antichi.

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Destinazione Turistica Emilia – Castello di Gropparello

Nel piacentino, il Castello di San Pietro in Cerro (PC), dall’impianto rettangolare, 30 sale decorate ed arredate, l’elegante corte quadrata interna e il grande giardino, deve la sua bellezza al contributo di 3 contesseMaddalena Dolzani fu la donna che sposando Bartolomeo Barattieri nel 1421 portò in dote i terreni con sopra la torre di guardia, che poi furono inglobati nel maniero. Nel Cinquecento fu Bianca Maria Scotti ad abitare il castello: l’unione della sua famiglia con quella dei Barattieri è sugellata nel fregio del salone rosa. Nel XIX secolo, invece, fu la contessa Maria Teresa Zangrandi a lasciare il segno a San Pietro in Cerro. A lei si deve probabilmente il ciclo pittorico del salone d’onore del castello, firmato con il possibile pseudonimo Leonardo Hernani Magu. La contessa ha lasciato diverse opere in raccolte private e alla Galleria d’arte moderna Ricci Oddi. Dall’importante sensibilità artistica era anche Maria Ruspoli Gramont, principessa del Castello di Vigoleno. Un maniero austero che si erge a Vernasca (PC) e domina le colline emiliane, conservando un borgo fortificato medievale di particolare bellezza, certificato tra i Borghi più Belli d’Italia. Maria Ruspoli Gramont trasformò il castellonel Novecento in un salotto d’arte e di mondanità, luogo di incontro per artisti come Max Ernst che qui dipinse “La foresta imbalsamata” e scrittori come Gabriele D’Annunzio.