Domani, mercoledì 26 maggio, tra i programmi Rai due appuntamento con la Musica: a “Passato e Presente” si parla di Giuseppe Verdi mentre per “Cantautori” il protagonista è Paolo Conte.
A “Passato e Presente” l’Italia di Giuseppe Verdi, la “colonna sonora” del Risorgimento Giuseppe Verdi è il più grande musicista italiano dell’Ottocento – un artista prolifico che, con i suoi melodrammi, rivoluziona il mondo della lirica. Ma è anche un protagonista del Risorgimento italiano. Di Giuseppe Verdi e degli ideali politici che hanno avvicinato le migliori menti del suo tempo, Paolo Mieli parla in studio con il professor Lucio Villari a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 26 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La sua musica diventa la colonna sonora di un’epoca e le arie delle sue opere vengono spesso cantate come inni dai popoli in rivolta. La politica entra nei suoi libretti e, nel 1861, anche nella sua vita. In quell’anno, infatti, Verdi accetta la proposta di Cavour e diventa deputato nel parlamento del nascente Regno d’Italia.
I “Cantautori”: Paolo Conte Il più “aristocratico” cantautore italiano attraverso la sua storia: “Cantautori”, il programma di Rai Cultura che propone un compendio delle migliori “perle” tratte dalle Teche Rai, in onda mercoledì 26 maggio alle 23.20 su Rai5, porta in scena Paolo Conte. In scaletta, una selezione dei suoi grandi successi da “Fisarmonica di Stradella” ai classici come “Via con me” e “Sudamerica”.
Un angolo di Food Valley che ha partorito Giuseppe Verdi e adottato Giovannino Guareschi.
Casa natale Giuseppe Verdi foto Lorenzo Moreni credit Busseto Terra di Verdi
È un luogo dell’anima, Busseto (PR). Uno di quei posti, per usare una terminologia familiare ai territori della Food Vally e nel cuore di Visit Emilia (http://www.visitemilia.com), che giustificano il detto secondo cui nella botte piccola c’è il vino buono. Una magia evocata dalla nebbia, un’aria sublime che emerge dalla partitura orchestrale, un dettaglio che è in grado di ispirare un’opera d’arte. Tutto, qui, parla di Giuseppe Verdi, illustre cittadino nato il 10 ottobre del 1813 in una casa rurale in frazione Roncole che oggi, affacciata sulla chiesa nella quale apprese i primi rudimenti d’organo, è il museo multimediale dal quale partire per andare alla scoperta di una marcia trionfale nel mondo della musica. Il busto bronzeo che accoglie i visitatori sembra suggerire che c’è di più, che bisogna spostarsi a Busseto, dove un’altra statua del compositore veglia sulla piazza centrale.
Casa Barezzi credit Busseto Terra di Verdi
L’impressione di essere avvolti nel suono prodotto da un’orchestra si fa più forte volgendo lo sguardo verso Casa Barezzi, trasformata nel 1979 in museo verdiano ma un tempo dimora dell’imprenditore che scoprì il talento di quello che sarebbe diventato suo genero, sposandone la figlia Margherita. Queste stanze, che espongono cimeli, lettere autografe, ritratti, documenti e memorabilia, sono il laboratorio in cui vennero studiate e composte le sinfonie giovanili di Verdi, che nel Salone ottocentesco – allora sede della Filarmonica Bussetana e in seguito affidato alla cura dell’Associazione Amici di Verdi – tenne la sua prima esibizione pubblica. Il più bel salotto cittadino è però il Teatro Giuseppe Verdi, ricavato all’interno della Rocca (già Castello dei Pallavicino) di fondazione duecentesca e inaugurato nel 1868 con una rappresentazione del Rigoletto disertata dal suo stesso autore che, per qualche motivo, mai mise piede nell’edificio a lui dedicato. Anche i più grandi possono sbagliare, perché il gioiello lirico di Busseto, con una capienza di 300 spettatori, è considerato un simbolo della melodrammatica verdiana, frequentato negli anni da leggende come Arturo Toscanini, Franco Zeffirelli e Riccardo Muti.
Villa Pallavicino Museo nazionale Giuseppe Verdi credit Busseto Terra di Verdi
Alla mondanità delle esecuzioni in pompa magna, il Maestro avrebbe preferito probabilmente il silenzio del parco che circonda la cinquecentesca Villa Pallavicino, le sue sale affrescate da Evangelista Draghi, Ilario Spolverini e Pietro Rubini e decorate dagli stucchi di Carlo Bossi: anticamente denominata “Boffalora” e popolarmente Palazzo dei Marchesi, è tra le più splendide residenze nobiliari del Parmense, con pianta a cinque moduli a scacchiera che ricordano lo stemma dei Signori di Busseto. Attraverso le riproduzioni delle scenografie originali di Casa Ricordi, le luci teatrali, i costumi delle eroine verdiane, il salotto, la sala della musica, la sala della Messa da Requiem e le audioguide in 4 lingue con testi di Philippe Daverio, il Museo Nazionale Giuseppe Verdi che qui ha sede racconta la vita e l’arte del compositore lirico più rappresentato al mondo, mentre le scuderie accolgono il Museo Renata Tebaldi. Inaugurato nel 2014 e intitolato a una delle più famose interpreti delle opere del Maestro, lo spazio passa idealmente il testimone di una visita a Busseto, culla del melodramma ma anche incrocio di coordinate ricchissimo di spunti che non si fermano alla musica e alle sue straordinarie personalità.
I dintorni di Busseto credit Busseto Terra di Verdi
«Busseto è senza dubbio la terra di Verdi – commenta Marzia Marchesi, Assessore al Turismo del Comune di Busseto – ma bisogna sottolineare come il legame tra il Maestro e la sua città natale non sia che un punto di partenza per scoprire un luogo incredibilmente ricco di attrattive. Non dimentichiamo, ad esempio, Guareschi». Giovannino Guareschi, appunto. Proprio a pochi passi dalla casa natale di Giuseppe Verdi, questo figlio adottivo di Busseto volle aprire nel 1964 un bar con annesso ristorante, che oggi è sede dell’esposizione permanente dedicata allo scrittore. Nell’ex sala da pranzo di Casa Guareschi a Roncole Verdi, Il Club dei Ventitré ha curato l’allestimento della Mostra antologica permanente “Giovannino nostro babbo”, che raccoglie libri, numeri del Candido e del Bertoldo, appunti, disegni, vignette, lettere e molto altro ancora sulla vita e le opere dello scrittore di Fontanelle, creatore, tra le altre cose, della saga di Don Camillo e Peppone. Al piccolo Centro Studi del primo piano si aggiunge l’ArchivioGuareschi, monumentale collezione di più di 200.000 documenti.
Teatro Giuseppe Verdi di Busseto foto di Lorenzo Moreni credit Busseto Terra di Verdi
Tornando a Busseto, è praticamente impossibile non rimanere conquistati dal Palazzo del Monte di Pietà, costruito intorno agli anni ’80 del 1600 su progetto di Domenico Valmagini, prestigiosa e fornitissima biblioteca con numerose cinquecentine e libri antichi di proprietà della Fondazione Cariparma. I grandi portici al piano terra, la facciata e le eleganti cornici delle finestre dai timpani alternati sono un significativo esempio di architettura farnesiana in epoca barocca. Se fosse finita qui sarebbe già moltissimo. E invece ci sono ancora le opere di straordinari artisti originari di o legati a Busseto – come Alberto Pasini, Vincenzo Campi e Gioacchino Levi – e la cultura enogastronomica, con i famosi insaccati, decantati peraltro dallo stesso Giuseppe Verdi, grande amante di quella cucina schietta e genuina tipica di queste terre. C’è la tradizionale spongata, torta dalla forma piatta e rotonda, la cui ricetta – a base di pane abbrustolito, amaretti, noci, miele, zucchero, pinoli, uva sultanina, chiodi di garofano, noce moscata, cannella, scorza d’arancia, vino bianco – è documentata fin dal ‘300.
Chiesa di San Bartolomeo credit Busseto Terra di Verdi
E ancora non è tutto, perché Busseto è anche cibo per gli occhi e per lo spirito, come dimostrano la quattrocentesca Collegiata di San Bartolomeo – costruita tra il 1437 al 1450 per volere di Orlando Pallavicino il Magnifico – l’adiacente piccola Chiesa della Santissima Trinità, dove il Maestro si sposò con Margherita Barezzi, e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, con la famosa rappresentazione scultorea del Compianto. «Forse chi la vive ogni giorno non si rende nemmeno conto di quanto Busseto abbia da offrire – riflette ancora l’Assessore Marzia Marchesi – Ma passeggiando per le strade si ha l’impressione di immergersi in un universo imprevedibile, che a ogni angolo può colpirti al cuore con una sorpresa, che sia essa un sapore, uno scorcio o il ricordo improvviso di un motivo immortale». Busseto Terra di Verdi Piazza Verdi, 10 – Busseto Tel. 052492487 E-mail: info@bussetolive.com Sito web: www.bussetolive.com
Domani, mercoledì 2 dicembre, a “Passato e Presente” si parla di Abramo Lincoln e l’abolizione della schiavitù mentre dal Teatro Bellini di Catania andrà in onda l’opera di Giuseppe Verdi “La battaglia di Legnano”.
“Passato e Presente”: Lincoln e l’abolizione della schiavitù Quando Lincoln viene eletto alla presidenza degli Stati Uniti d’America, nel novembre del 1860, la questione della schiavitù – del suo possibile rafforzamento o della sua graduale estinzione – divide il paese da anni e il neo-presidente è a capo dello schieramento che si oppone all’estensione territoriale della schiavitù. A “Passato e Presente”, in onda mercoledì 2 dicembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia la professoressa Raffaella Baritono e Paolo Mieli ripercorrono i passi che portarono all’abolizione della schiavitù. Sebbene quella di Lincoln sia una posizione moderata, che non mette in discussione l’esistenza costituzionalmente garantita dello schiavismo negli stati che già lo praticano, larga parte del Sud del paese respinge la sua vittoria come una minaccia esistenziale e sceglie la secessione. La guerra è inevitabile ma, tanto per Lincoln quanto per la maggioranza del Nord, si tratta di una guerra da combattere per ripristinare l’unione, non per abolire la schiavitù. Sarà la logica interna al conflitto a imporre una radicalizzazione degli obiettivi bellici che, nel gennaio del 1863, porterà al proclama di emancipazione e, tre anni più tardi, alla ratifica del XIII emendamento della Costituzione americana, quello che vieta la schiavitù nell’intera giurisdizione degli Stati Uniti.
“La battaglia di Legnano” dal Bellini di Catania: Nello Santi dirige l’opera patriottica di Verdi Racconta la lotta tra i comuni riuniti nella Lega lombarda e Federico Barbarossa “La battaglia di Legnano” di Giuseppe Verdi, che Rai Cultura propone in prima serata mercoledì 2 dicembre alle 21.15 su Rai5. Lo spettacolo è stato registrato nel 2001 al Teatro Bellini di Catania, uno dei gioielli più preziosi tra i teatri italiani, costruito in stile neobarocco tra il 1870 e il 1890 su progetto degli architetti Andrea Scala e Carlo Spada. L’opera invece, dalle inconfondibili tinte patriottiche, fu ultimata da Verdi nel 1849, ed è diretta da Nello Santi, “grande vecchio” della musica italiana, scomparso lo scorso febbraio all’età di ottantanove anni. L’allestimento è firmato da Walter Pagliaro. Protagonisti sul palco sono Manrico Signorini, Luciano Leoni, Angelo Nardinocchi, Ezio Maria Tisi, Giorgio Cebrian, Elisabete Matos, Cesar Hernandez, Francesco Palmieri, Pina Sofia, Paolo Zizich. Regia televisiva di George Blume.
Domani, lunedì 30 novembre, tra i programmi dei palinsesti Rai vi segnaliamo: a “Passato e Presente” si parla di Giuseppe Verdi; “Cronache dall’impero” dedica la puntata all’imperatore Adriano; Leonardo Da Vinci a Milano è il protagonista di “Cronache dal Rinascimento”.
A “Passato e Presente” un uomo tra musica e politica: Giuseppe Verdi Giuseppe Verdi è il più grande musicista italiano dell’Ottocento, un artista prolifico che, con i suoi melodrammi, rivoluziona il mondo della lirica. Ma è anche un protagonista del Risorgimento. Di Giuseppe Verdi e degli ideali politici che hanno avvicinato le migliori menti del suo tempo, Paolo Mieli parla in studio con il professor Lucio Villari a “Passato e Presente”, in onda lunedì 30 novembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La musica di Verdi diventa la colonna sonora di un’epoca e le arie delle sue opere vengono spesso cantate come inni dai popoli in rivolta. La politica entra nei suoi libretti e, nel 1861, anche nella sua vita. In quell’anno, infatti, Verdi accetta la proposta di Cavour e diventa deputato nel parlamento del nascente Regno d’Italia.
Le “Cronache dall’impero”. Adriano: i due volti dell’imperatore L’imperatore saggio, amante dell’arte e dell’amore raccontato da Marguerite Yourcenar in “Memorie di Adriano” sovrasta e si sostituisce all’Adriano storico. Perché per gli antichi Adriano era una figura ambigua, capace di slanci generosi e allo stesso tempo di gesti crudeli. Da Villa Adriana Cristoforo Gorno racconta i due volti dell’imperatore nel nuovo appuntamento con “Cronache dall’Impero”, in onda lunedì 30 novembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.
Cronache dal Rinascimento: Leonardo a Milano È il 1482 quando Leonardo da Vinci arriva a Milano. Fino a quel momento ha lavorato nella bottega di Andrea del Verrocchio a Firenze entrando in contatto con la famiglia de’ Medici. Ed è proprio Lorenzo il Magnifico a inviarlo in missione alla corte degli Sforza, a Milano. Leonardo è in cerca di gloria e di fama, e trova il suo mecenate in Ludovico Sforza, detto “il Moro”. Lo racconta il viaggio nella storia di Cristoforo Gorno con “Cronache dal Rinascimento”, in onda lunedì 30 novembre alle 21.40 su Rai Storia. Ludovico il Moro ha assunto la guida del Ducato di Milano, che spettava di diritto a suo nipote Gian Galeazzo, e ha estromesso la cognata Bona di Savoia, nominata reggente al posto del marito, ucciso in una congiura. Prima di ricevere le prime committenze dal duca, Leonardo dipinge “La vergine delle rocce” per una Confraternita. In seguito, per Ludovico il Moro progetta macchine militari e dipinge quadri come il “Ritratto di Musico”, il “Ritratto di Dama” e “La dama con l’ermellino”. A Leonardo, il duca commissiona anche l’affresco del “Cenacolo” nel refettorio di Santa Maria delle Grazie e l’imponente monumento equestre dedicato a suo padre, Francesco Sforza, che non sarà portato a termine. Memorabile è la sfarzosa “Festa del Paradiso” che Leonardo è incaricato di organizzare al Castello Sforzesco per le nozze di due nipoti di Ludovico il Moro: Gian Galeazzo e Isabella d’Aragona, nipote anche del re di Napoli. Una festa con danze, musiche e con una rappresentazione teatrale il cui allestimento scenico è curato da Leonardo su versi di Bernardo Bellincioni, poeta di corte, tesi a esaltare le virtù della sposa.
Il “Va’ Pensiero” di Giuseppe Verdi in una versione inedita firmata dall’Orchestra di Piazza Vittorio: un inno alla libertà e all’inclusione. Regia di Francesco Cabras. Annunciate le nuove date de “L’Orchestra di Piazza Vittorio all’Opera”.
La multietnica Orchestra di Piazza Vittorio, l’ensemble di musicisti che racchiude tutto il mondo, torna ad esplorare in chiave ultra-contemporanea i territori della lirica con uno dei più celebri cori del repertorio operistico, il Va’ pensiero del terzo atto del Nabucco di Giuseppe Verdi. Il video diretto da Francesco Cabras e online da oggi, gioca sui piani ravvicinati che inquadrano i vari componenti dell’Orchestra, come a voler ribadire che da qualunque parte del mondo si provenga, siamo tutti esseri umani, individui, ognuno con la propria storia, il proprio vissuto, la propria vita. Alle spalle, una tenda mossa dal vento, un richiamo simbolico al drappo di una bandiera, un’esortazione a prendere coscienza che è arrivato il momento di far cambiare aria a chi la sta infettando.
L’OPV si riappropria così di una composizione musicale – nell’opera verdiana riferita agli ebrei prigionieri in Babilonia – che è un inno malinconico alla patria perduta per dargli una nuova sfumatura di senso: in questo caso la patria perduta non è un passato idealizzato di purezza cui guardare con nostalgia, non è quel sentimento di rivalsa contro la modernità e la globalizzazione che sta animando i sovranismi di mezzo mondo.
Pap Samb
È al contrario un canto di speranza, un invito a ritrovare quel senso di comunità, quella civiltà fondata – dopo i traumi del nazismo, dell’olocausto e della seconda guerra mondiale – sui valori di rispetto della dignità umana, della solidarietà e della convivenza civile, quei valori della nostra Costituzione che soltanto in questi ultimi anni sono stati messi in discussione da narrazioni che hanno trovato terreno fertile nelle contraddizioni della globalizzazione. L’OPV si riappropria così di un patrimonio culturale storico e musicale per restituirlo a noi tutti. Perché l’Orchestra è sì multietnica ma di fatto è italianissima. Una realtà unica al mondo che è per sua natura stessa realtà politica. Come è un atto politico la scelta, oggi, di reinterpretare il Va’ Pensiero, per strapparlo a chi indebitamente in questi anni voleva farlo diventare un inno secessionista.
Questa versione inedita del Va’ pensiero, è inclusa nel repertorio de “L’Orchestra di Piazza Vittorio all’Opera”, concerto che propone le arie tratte dalle opere che negli ultimi dieci anni di attività l’Orchestra ha reinterpretato (Il Flauto Magico e il Don Giovanni di Mozart, la Carmen di Bizet), traendo ispirazione dai musicisti dell’Ottocento che nei vicoli di Napoli rappresentavano le partiture di maggiore ispirazione popolare per coinvolgere le classi meno abbienti. Prossime date dell’OPV all’Opera: 21 febbraio a Pesaro, 6 e 7 marzo a Modena, 8 marzo a Cesena, 9 marzo a Gonzaga (MN) e il 10 marzo a Cremona.
Raul Scebba
Nata nel 2002 sulla spinta di artisti, intellettuali e operatori culturali con la volontà di valorizzare l’omonima Piazza dell’Esquilino di Roma, per antonomasia il rione multietnico della città, l’OPV ideata e creata da Agostino Ferrente e Mario Tronco, ha accolto dalla sua nascita oltre 100 musicisti provenienti da ogni parte del mondo e da ambiti musicali differenti, la maggior parte dei quali ha trovato proprio nell’Orchestra un’occasione di riscatto e ha acquisito la cittadinanza italiana. Il video è stato realizzato grazie al contributo della “Fondazione Cultura e Arte”, ente strumentale della “Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale”, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele.
Prossime date de “L’Orchestra di Piazza Vittorio all’Opera”21 febbraio, Pesaro
6 e 7 marzo, Modena
8 marzo, Cesena
9 marzo, Gonzaga (MN)
10 marzo, Cremona
ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
Voce - Mama Marjas
Voce - Hersi Matmuja
Voce - Houcine Ataa
Voce - Carlos Paz Duque
Pianoforte, sintetizzatore - Leandro Piccioni
Oud, Voce - Ziad Trabelsi
Chitarre - Emanuele Bultrini
Tastiere - Duilio Galioto
Percussioni, Voce - Pap Yeri Samb
Percussioni, Voce - Raul Scebba
Basso, contrabbasso - Pino Pecorelli
Batteria, Voce - Ernesto Lopez Maturell
Parma, dal 14 settembre 2019 apertura straordinaria della chiesa di San Francesco del Prato con eventi, visite guidate al rosone e concerti in collaborazione col Teatro Regio.
Con un intervento che interessa circa 600 mq di facciata, il progetto di restauro di San Francesco del Prato si configura come un’impresa capace di coinvolgere non solamente gli addetti ai lavori ma anche Parma e le sue istituzioni culturali. Se il 14 settembre 2019 segna l’inizio della possibilità di effettuare visite guidate in quota per arrivare a due passi dal cielo e soprattutto dal rosone e dalle decorazioni normalmente intuibili solo da grande distanza, sono numerose le iniziative riunite sotto il cappello del messaggio “Liberiamo San Francesco del Prato” e organizzate per sostenere in svariati modi un’operazione che mira a rendere l’edificio uno dei simboli della città eletta “Capitale Italiana della Cultura” per il 2020.
Visite in quota Nei weekend dal 14 settembre fino al 3 novembre – oltre all’eccezione dell’1 novembre e a occasionali appuntamenti su richiesta – sarà possibile partecipare a una serie di visite guidate, che si terranno tra le 9:45 e le 12:45 e tra le 14:00 e le 17:45, con una prima parte propedeutica di circa 15 minuti nel temporary, dedicata all’illustrazione della storia della chiesa, e una seconda di mezz’ora, a circa 20 metri di quota. La visita in quota – si salirà con un ascensore – offrirà l’occasione di ammirare da vicino il grande rosone a 16 raggi e il raffinato decoro delle formelle policrome, ma anche di godere di uno straordinario panorama sul centro storico, con un’inedita vista della cattedrale, a pochi metri in linea d’aria rispetto alla chiesa di San Francesco. Con una donazione di 10 euro – che, erogabile dal sito www.sanfrancescodelprato.it, rappresenta anche un concreto contributo individuale al sostegno dell’intervento – si potrà prenotare, a slot fino a 10 persone alla volta, la propria visita. L’apertura del servizio di prenotazione online sarà comunicata dall’organizzazione agli interessati, in modo che possano scegliere la data.
Il Suono nella Bellezza Un progetto tanto ambizioso merita una ”adeguata” colonna sonora. San Francesco del Prato, in collaborazione col Teatro Regio di Parma, ospiterà la prima di Luisa Miller, nell’ambito del Festival Verdi 2019, con la regia di Lev Dodin, il cui debutto è fissato per il 28 settembre 2019 (recite 5, 12 e 19 ottobre): lo spettacolo sarà allestito durante i lavori di restauro, trasformando la chiesa-cantiere in teatro e offrendo un’occasione irripetibile di assistere alla rappresentazione in una scenografia e in un allestimento inediti, dei quali anche i ponteggi saranno parte integrante. Ma la rassegna che è ormai diventata un festival lirico internazionale, capace di richiamare ogni anno un pubblico internazionale, è solo una delle numerose iniziative culturali che circondano un cantiere dall’anima spettacolare. Il Suono nella Bellezza è un ciclo di tre straordinari concerti tenuti in questa splendida cornice, pensati per sostenere con l’intero ricavato i lavori di restauro. Tutti previsti alle 20.30. Si comincerà lunedì 7 ottobre 2019, quando lo Spiritual Trio di Fabrizio Bosso proporrà un personale omaggio alla musica nera, nella variante Gospel e Spiritual. Saranno invece le musiche di Paganini, Verdi, Rossini e Bellini il cuore dell’esecuzione del 14 ottobre, che avrà come protagonista il famoso violinista Massimo Quarta e l’Orchestra I Musici di Parma. L’ultimo dei tre appuntamenti in programma è infine affidato ai famosi musicisti che compongono il Trio di Parma – con Alberto Miodini al pianoforte, Ivan Rabaglia al violino, Enrico Bronzi al violoncello – impegnati in un concerto sulle note di Robert Schumann, Antonín Dvorák e Johannes Brahms. Sarà possibile acquistare i biglietti dal 12 di settembre presso la Biglietteria Teatro Regio di Parma: tel. 0521203999 – e-mail: biglietteria@teatroregioparma.it
Visite istituzionali, transiti tradizionali e installazioni Green La visita del Cardinal Ravasi il 29 settembre, con talk show del pomeriggio, e il Transito di San Francesco del 3 ottobre si aggiungono per comporre un calendario di eventi che rende conto della partecipazione e dell’interesse intorno alle operazioni di restauro. Tra queste, dal 27 settembre al 27 ottobre, una tappa del tour di Biosphera Project servirà a porre l’accento sul versante delle innovazioni e delle tematiche green nel campo dell’architettura: in Piazzale San Francesco sarà installata un’unità abitativa itinerante ed energeticamente autonoma, progettata secondo i principi della biofilia, con l’obiettivo di portare benessere (tanto del vivere, quanto del Pianeta) e rigenerare corpo e mente degli abitanti.
Modalità di donazione Attorno al progetto, sono state lanciate un’articolata attività di promozione social e una campagna popolare di raccolta fondi – identificata con il restauro della facciata simbolicamente destinata proprio ai donatori – che tocca diversi mezzi di comunicazione. Senza trascurare l’importanza di elementi estremamente tangibili, come l’installazione in piazza Garibaldi, dove hanno trovato posto una delle inferriate rimosse dalla facciata e uno scrigno contenente il cofanetto con il troncone dell’inferriata stessa, simbolo dell’operazione di sostegno collettivo strutturata in due fasi, da aprile a settembre e da ottobre fino alla riapertura prevista nel 2020. Per ricordare la vicenda travagliata che ha visto gli spazi della chiesa e del convento diventare un carcere, è stata infatti ricavata una serie limitatissima di copie numerate di una raffinata confezione di cartone contenente un frammento certificato del punto di intersezione delle sbarre della vecchia prigione, provenienti quasi interamente dalla facciata e rimosse per scelta architettonica di ripristino.
foto di Giuseppe Bigliardi
Le sezioni saranno consegnate ai donatori più generosi, come testimonianza del loro contributo. È possibile sostenere il progetto attraverso un’erogazione liberale, beneficiando dell’Art Bonus, che consente il recupero fiscale del 65% dell’importo donato sia da liberi cittadini che da imprese. BENEFICIARIO Diocesi di Parma IBAN IT02N0623012700000038406827 c/o Crédit Agricole Italia CAUSALE Art Bonus – Diocesi di Parma – San Francesco del Prato – Parma – Tuo Codice Fiscale o P. Iva
Il sostenitore versa una cifra a piacere sul sito www.sanfrancescodelprato.it tramite carta di credito o bonifico. In base all’importo dell’offerta, oltre alla presenza nel registro dei donors, saranno proposti un oggetto o un’attività come segno di ringraziamento:
– a partire da 10 euro: visita al rosone
– a partire da 30 euro: un gadget eco-friendly
– a partire da 200 euro: un cofanetto contenente un troncone di inferriato certificato e numerato
Il secondo appuntamento del 2019 della Royal Opera House al cinema sarà previsto per il prossimo 30 gennaio alle 19.45, quando La traviata di GiuseppeVerdi, una delle opere più popolari al mondo qui nella splendida produzione di Richard Eyre, verrà trasmessa nei cinema italiani in diretta via satellite dalla Royal Opera House di Covent Garden, a Londra (elenco delle sale su www.nexodigital). La proiezione sarà presentata da Clemency Burton-Hill. La traviata propone un cast d’eccellenza che include uno dei volti più amati della Royal Opera, Plácido Domingo. L’opera racconta la storia della cortigiana parigina Violetta (Ermonela Jaho) e del suo tragico amore proibito con Alfredo Germont (Charles Castronovo). Il loro romantico idillio in campagna termina improvvisamente quando Giorgio (Domingo), il padre di Alfredo, scioccato dalla loro relazione scandalosa, convince Violetta a lasciare Alfredo per il bene della sua famiglia, pur sapendo che Violetta è seriamente malata. Alfredo, sconvolto, viene a conoscenza della verità solo quando Violetta è ormai sul letto di morte.
L’opera contiene alcune delle arie più memorabili di Verdi come ‘Sempre libera’ e ‘Addio del passato’, esempi eccellenti del lirismo accattivante dell’opera italiana. La produzione di Richard Eyre per la Royal Opera mette in evidenza tutti i colori emozionali: dall’esaltante scoperta dell’amore, attraverso il doloroso confronto con la realtà, fino all’inevitabile conclusione. Lo sfarzo delle scene e dei costumi d’epoca accentua il realismo di una narrazione commovente basata su una storia vera. Antonello Manacorda è al suo primo debutto alla Royal Opera come direttore musicale. Gli appuntamenti con la Royal Opera House al cinema offrono al pubblico di tutto il mondo i migliori posti in sala e includono materiale esclusivo capace di raccontare quel che accade dietro le quinte con interviste e dettagliati ritratti dei performer. Nella stagione 2017/18 più di un milione di persone a livello internazionale hanno assistito a una produzione di un’opera di punta o di un balletto della Royal Opera House in uno degli oltre 1.500 cinema che partecipano all’iniziativa in 51 nazioni.
In Italia la stagione 2018-2019 della Royal Opera House è distribuita nei cinema italiani da Nexo Digital in collaborazione con Classica HD, MYmovies.it, Amadeus, Danza&Danza e Danzadove, Sipario-La Rivista dello Spettacolo, British Council e il progetto UK Italy Partners for Culture.
La traviata verrà cantata in italiano con sottotitoli in italiano. La traviata della Royal Opera House dura circa 3 ore e 20 minuti, compresi due intervalli e verrà trasmessa nei cinema mercoledì 30 gennaio alle ore 19.45
La Stagione della Royal Opera House al Cinema La Royal Opera House celebra quest’anno 10 anni di trasmissione in diretta al cinema, avendo fatto da apripista nella diffusione via satellite di opere di punta e balletti in tutto il mondo. La stagione 2017/18 della Royal Opera House al Cinema è stata quella di maggior successo fino ad ora, con più di un milione di biglietti venduti nel mondo. La Royal Opera House ha assistito a un’enorme crescita nel circuito dei cinema indipendenti che partecipano alle dirette. A livello internazionale, una partnership con Trafalgar Releasing vede un incremento della trasmissione della Royal Opera House in 1.000 cinema in più in 50 nazioni. Il pubblico ha inoltre la possibilità di accedere a una varietà di contenuti live stream e on demand sul canale You Tube della Royal Opera House, tra i più seguiti del settore.
CALENDARIO DEI PROSSIMI APPUNTAMENTI DELLA STAGIONE 2018/2019 DELLA ROYAL OPERA HOUSE IN DIRETTA VIA SATELLITE AL CINEMA
The Royal Opera – Verdi LA TRAVIATA – Mercoledì, 30 gennaio 2019 ore 19.45
The Royal Ballet – Acosta/Petipa DON CHISCIOTTE – Martedì, 19 febbraio 2019 ore 20.15
The Royal Opera – Verdi LA FORZA DEL DESTINO – Martedì, 2 aprile 2019 ore 19.15
The Royal Opera – Gounod FAUST – Martedì, 30 aprile 2019 ore 19.45
The Royal Ballet – PROGRAMMA TRIPLO – Pite FLIGHT PATTERN / Wheeldon: WITHIN THE GOLDEN HOUR/ Cherkaoui: NEW WORK – Giovedì, 16 maggio 2019 ore 20.15
The Royal Ballet – MacMillan ROMEO E GIULIETTA – Martedì, 11 giugno 2019 ore 20.15