di Jacopo Scafaro
Un problema tecnico ha fatto slittare a oggi la rubrica The Tatler ma non cambiano i contenuti e Jacopo Scafaro ci racconta la puntata di ieri nel corso della quale ha, anche, intervistato Francesco Sarcina leader de Le Vibrazioni.

Trasandata commessa di libreria in bilico tra studi di filosofia e una carriera da modella che, grazie agli insegnamenti del suo fotografo -pigmalione, ispirato dalla figura di Richard Avedon e interpretato da Fred Astaire, diventerà una sofisticata mannequin in abiti Hubert de Givenchy.
Parliamo naturalmente di Funny Face (Cenerentola a Parigi, 1956) dove una smagliante Audrey Hepburn consolidava il suo rapporto con il couturier francese che aveva conosciuto al tempo di Sabrina (1954): da quel momento avrebbe vestito solo Givenchy dentro e fuori dai set.
La moda faceva nel cinema un salto. E senza ritorno.

Bentornati amici di The Tatler, per voi abbiamo preparato una puntata molto particolare dettata anche dalla presenza di Roberta Pelizer, venuta a farmi compagnia causa l’assenza – per lavoro – di Picci.
La prima parte, come già scritto nell’introduzione, è dedicata al connubio fantastico e imprescindibile che è quello tra il cinema e la moda.
Prima la moda entra nel plot dei film (il recente Il Diavolo veste Prada, è solo l’ultimo di una serie di cui Funny Face è una delle prime pietre miliari) e poi, come un esercito, gli stilisti invadono lo schermo: Armani, Brioni, Cerruti, Chanel, Fendi, Ferragamo, Gaultier, Gucci, Krizia, Prada, Valentino, Versace e molti ancora. Per alcuni è un vero sodalizio, un vero e proprio amore.
Oggi la moda, apprese le regole del gioco, fa cinema anche meglio del cinema; utilizza attori e registi per corti in cui si condensa la forza del marchio, con una capacità evocativa che li renda virali.
È poi recente l’affermazione del regista Baz Luhrmann: “per me la moda è sempre stata qualcosa che va oltre l’abbigliamento”.
Ma il programma come tendiamo sempre a ribadire, gira attorno alla musica; senza di Lei non possiamo stare.

Per questo il secondo slot è stato incentrato su come la musica, nei decenni è cambiata: con vari medley fatti in casa, abbiamo fatto un viaggio negli anni 60, 70, 80 della musica italiana.
Abbiamo scelto tre canzoni per ogni decennio (per le altre andate a scaricare il podcast sull’app di Radio Vertigo 1 – la prima web radio italiana certificata in Italia diretta da Simone Camussi): Mi ritorni in mente di Lucio Battisti (anni ’60), Triangolo di Renato Zero (anni ’70) e Almeno tu nell’universo di Mia Martini (anni ’80’).
Come promesso, stiamo cercando d’intervistare i Big della musica italiana durante il nostro programma.
Oggi abbiamo avuto l’onore di avere Francesco Sarcina de Le Vibrazioni.
Francesco si conferma essere quella splendida persona che si vede in televisione: gentile, spigliato, simpatico.

Ci ha raccontato di come è nato l’ultimo singolo “Per fare l’amore” (scritto da Francesco Sarcina durante il lockdown insieme a Roberto Casalino e Davide Simonetta).
Con lui abbiamo anche toccato un argomento molto spinoso, ovvero il totale abbandono da parte delle istituzioni nei confronti del mondo/comparto musica e spettacolo.
Francesco ha sottolineato come gli artisti, durante il lockdown abbiano contribuito a tenere compagnia agli italiani, facendo dirette instagram, concerti sui balconi; in pratica hanno aiutato le persone a sentirsi meno sole e più vicine.
A breve partirà il nuovo tour de Le Vibrazioni; c’è molto emozione da parte loro di poter tornare finalmente a cantare live con i propri fan; ovviamente suoneranno le loro migliori hit.

Come ultima domanda gli abbiamo domandato un episodio curioso successo alla band durante un tour: ci ha raccontato di quando presi dalla fretta, hanno dimenticato il chitarrista in autogrill.
E così con qualche risata si è conclusa l’intervista con una delle voci più importanti del panorama italiano.
Prima di lasciarci vi raccontiamo alcuni degli errori più assurdi commessi durante l’ultima esame di maturità: ‘I Malavoglia’ sono stati scritti da D’Annunzio e non da Verga, Leopardi era un Illuminista, il famoso ‘ideale dell’ostrica’ di Verga diventa ‘la storia della cozza’ e per finire “Dante è nato a Milano”.

Siamo anche oggi giunti a questo sunto della puntata andata in onda martedì 30 giugno 2020 su RadioVertigo1.
Vi lasciamo con una frase di Yves Saint Laurent: “Il più bell’abito che può abbigliare una donna sono le braccia dell’uomo che ama. Ma, per chi non ha la possibilità di trovare questa felicità, io sono qui.”
E ricordate non ascoltare e apprezzare la musica è da sfigati e porta sfiga.
Tenete botta, sempre.