I valori dietro a uno shooting: da una esperienza con Roberta e Giuseppe tanti spunti per evolversi

di Fabrizio Capra – direttore artistico RP Event
Oggi per la rubrica dedicata alle aspiranti modelle un qualcosa di differente, un esempio che scaturisce da uno shooting che poteva essere normale e invece non lo è stato e può diventare, per alcuni versi, un esempio per chi vuole muoversi in questo settore.

shooting Parco Borsalino 1Quando Roberta Pelizer mi chiama e mi annuncia l’idea di uno shooting mi si rallegra il cuore, mi si illumina il viso e davanti mi si apre un universo da scoprire, un qualcosa da imparare, un qualcosa, anche se piccolo da trasmettere.
Ogni shooting è uno scambio di idee e di energie… e il fotografo non può che sentirsi coinvolto, avvinghiato, preso tra i tentacoli di questa voglia di fare fotografia “ben fatta” che nel giro di poco si ritrova, in modo più o meno consapevole, all’interno di questo meccanismo non come una “particella” che vaga alla ricerca della sua collocazione ma come un ingranaggio essenziale alla riuscita di quanto ci si prefigge di ottenere.
shooting Parco Borsalino 3Questo è il sunto di un pomeriggio di scatti nato, ufficialmente, senza idee di fondo e sviluppatosi con tante idee che si sono concretizzate man mano che si procedeva con gli scatti.
Collaborare con Roberta è un “Do ut des” ovvero “io do affinché tu dia”, ma non da intendere come facevano i latini ma un qualcosa di molto più etereo, spontaneo, tacito perché, anche se a volte può sembrare impossibile (in particolare da parte di qualcuno che crede di essere nato “imparato”) c’è sempre da imparare e, a questo punto vi aspetterete che scriva di insegnare, ma voglio stupirvi nel dire che in questi casi il contraltare dell’imparare è sapersi confrontare, saper condividere un’idea per migliorarla, e, nel caso fotografico, trovare la giusta soluzione per ottenere il risultato auspicato.
Tutte queste parole per dire che nel vedere il risultato dello shooting organizzato da Roberta Pelizer con un mago dello scatto come Giuseppe Momentè (anche se lui dall’alto della sua modestia tende sempre a minimizzare) e pubblicato in Facebook mi ha aperto veramente il cuore.
shooting Parco Borsalino 2Ho rivissuto, attraverso quegli scatti, quelle ore trascorse con una rapidità inaspettata, perché quando un qualcosa si fa con passione si perde la cognizione del tempo e si pensa solo a realizzare quel qualcosa che possa rimanere e le lancette dell’orologio che corrono non si notano nemmeno.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, scatti bellissimi, ben interpretati, ben realizzati che trovano il riscontro in una solo concetto: complicità professionale, quella che è nata tra Roberta e il sottoscritto, quella che riusciamo a trasmettere a chi collabora con noi.
Questo è alla base per ottenere il risultato.
Ecco perché nell’articolo di oggi ho voluto parlare di un’esperienza, quella che si protrae da alcuni anni, un’esperienza che si basa su alcuni valori come, appunto, la professionalità, il rispetto, la correttezza, l’umiltà nel sapersi confrontare con chi si collabora: spunti da tenere in considerazione per crescere professionalmente, evolversi.
shooting Parco Borsalino 4Non bisogna mai dimenticarsene perché solo con questo spirito si va avanti, si superano gli ostacoli, ci si evolve e ci si avvicina sempre più al traguardo che ci siamo posti, traguardo che, come ho detto in uno dei primi articoli, non deve mai essere considerato un punto di arrivo ma, piuttosto un punto di ripartenza verso nuovi obiettivi.
E l’entusiasmo, la voglia di fare, di cimentarsi, di sfidare di Roberta Pelizer deve fungere da esempio per tutte le ragazze che vogliono iniziare (o proseguire) un percorso in questo mondo.

Crediti foto
Shooting Parco Borsalino – Alessandria
Model: Roberta Pelizer
Fotografo: Giuseppe Momentè
Art director: Fabrizio Capra
Hair stylist: Gerta Hyka by Très Chic 
Abiti:  Patrizia Ferretti ( Ferretti spose) & Fuego

Francesco Mastroeni: quando la fotografia è arte

di Fabrizio Capra
Oggi per la rubrica “La foto della settimana” pubblichiamo uno scatto di Francesco Mastroeni, una foto molto bella e artistica che porta a una riflessione sul nudo femminile non solo in ambito fotografico ma nell’arte più in generale.
foto di francesco mastroeni model desideria

foto di Francesco Mastroeni

Ho conosciuto Francesco Mastroeni alcuni anni fa durante un “pic nic fotografico” in quel di Leri Cavour, nel vercellese, un momento, raro, di aggregazione tra fotoamatori e fotomodelle a cui avevo presenziato sia come giornalista sia come accompagnatore di una fotomodella con cui collaboro.
Francesco mi ha subito colpito perché rispetto ai più si è concentrato da subito su pochi scatti, ben costruiti e ben studiati, analizzando in modo attento e profondo quanto poteva offrire la location.
La seconda e ultima volta che ho incontrato Francesco Mastroeni è stato in occasione di un modelsharing organizzato negli spazi della Cascina Smeralda a Pontestura.
Anche in quella situazione Francesco si è concentrato sugli scatti giusti confermandomi la prima impressione, ovvero di trovarmi al cospetto di un fotografo che punta alla qualità piuttosto che alla quantità, come del resto dovrebbe sempre essere.
Questo un motivo per cui ho da subito apprezzato il suo modus operandi e mi ha portato a scegliere una sua foto per questa rubrica, “La foto della settimana”.
La scelta è caduta su questo magnifico scatto che è anche la foto copertina della sua pagina facebook, inoltre si tratta della prima foto di nudo che pubblichiamo in questa rubrica.
Più che una riflessione mi ha spinto a scegliere questo scatto il fatto che le foto di nudo, sovente, sono troppo bistrattate, attaccate, criticate.
Ma non dovrebbe essere sempre così: dipende da come la si propone, dipende da come la si realizza.
Quanti si soffermano ad ammirare la “Maya desnuda” di Goya o “La venere di Urbino” del  Tiziano, “La Grande Odalisque” di Ingres o “La nascita di Venere” del Botticelli, “Venere e Cupido” di Velázquez o “Susanna e i vecchioni” di Artemisia Gentileschi e ci vedono solo arte e non corpi nudi.
L’elenco potrebbe proseguire all’infinito dalla Maddalena del Gianpietrino agli inizi del cinquecento per arrivare ai giorni nostri.
Come mai, però, appena vediamo una foto bella e artistica di nudo femminile (e sottolineo bella e artistica e non qualcosa di squallido e volgare) scoppia lo scandalo, l’indignazione, l’attacco contro la mercificazione del corpo femminile, il disappunto, la stizza e quant’altro si può aggiungere di negativo.
Non è cambiato molto: credete forse che i pittori e scultori di qualsiasi epoca si immaginassero i corpi nudi che andavano a dipingere o scolpire?
C’erano modelle che si prestavano a posare senza veli come oggi ci sono modelle che posano senza veli per i fotografi (continuando a farlo ancora anche per pittori e scultori oltre che per le scuole d’arte).
Non è che, ancora una volta, ci lasciamo permeare di finto moralismo? Un finto moralismo che è un qualcosa che risiede nel nostro Dna perché conta l’apparenza e non, poi, quello che realmente facciamo?
Quando vedo una foto bella e artistica mi fermo ad ammirarla, nudo o non nudo, modella e paesaggio, proprio come trovarsi di fronte a un quadro di nudo del Goya o di paesaggio del Canaletto, perché per me la fotografia (non tutta naturalmente) è e resta una forma d’arte come la pittura e la scultura.
E ringrazio Francesco Mastroeni per questo splendido scatto perché rappresenta in toto la sintesi del mio pensiero.

foto di francesco mastroeni model desideria

foto di Francesco Mastroeni

Moda – Disabilità una sfida da vincere. Un segnale di rottura nei confronti di un tabù

di Fabrizio Capra – direttore artistico RP Event
Che rapporto c’è tra modelle e disabilità. Sicuramente un rapporto difficile dovuto a ostacoli soprattutto mentali. Essere una donna disabile non significa precludersi il desiderare di essere belle, di curare il proprio aspetto, di farsi ammirare. Qualcosa sta cambiando ma Moda – Disabilità rimane una sfida ancora da vincere.

Modelli disabili sfilano in passerella alla New York Fashion WeekProseguono i nostri articoli dedicati alle aspiranti modelle: oggi tratteremo un argomento particolare ovvero il rapporto tra modelle e disabilità.
Essere una donna disabile non significa precludersi il desiderare di essere belle, di curare il proprio aspetto, di farsi ammirare. Moda – Disabilità purtroppo è un rapporto ancora poco frequente e difficile, anche se qualcosa sta cambiando nella mentalità sia degli addetti del settore sia dell’opinione pubblica sempre più sensibilizzata su queste tematiche.
Le caratteristiche per queste donne devono rispondere ai seguenti requisiti: coraggio, essere pronte a sfilare sulla passerella, uscire fuori dagli schemi e saper dimostrare di essere belle e attraenti anche in presenza di un handicap.
Lo sfilare o il posare per queste donne deve portare inevitabilmente al superamento dello stereotipo della modella con corpo mozzafiato e sorrisi smaglianti.
Sfilare con la sedia a rotelle o realizzare uno shooting fotografico è un segnale di rottura nei confronti di un tabù: anche una donna disabile può essere attraente, e su questo bisogna arrivare a creare un alto livello di consapevolezza.
La grande forza deve essere quella di saper superare le discriminazioni e i pregiudizi  ancora presenti nonostante che l’interesse per le modelle disabili sta crescendo sempre più scoprendo anche in queste donne bellezza e sensualità.
È già da qualche tempo che da entrambe la parti c’è l’impegno nel sensibilizzare su questi argomenti  affinché anche una donna disabile possa avere le sue occasioni sia fotografiche sia sulle passerelle: l’obiettivo principale da perseguire è quello di integrare le persone con disabilità in questo mondo difficile e, a volte, settario.
modella sedie rotelle shootingAll’estero i pregiudizi sulla disabilità stanno pian piano cadendo e sono stati fatti grandi passi avanti; auspichiamo che anche in Italia ci si possa muovere in questa direzione, non lasciando a poche e sporadiche occasioni il coinvolgimento di modelle disabili.
Se una ragazza disabile vuole iniziare a posare o a sfilare la prima cosa a cui non deve assolutamente pensare è di non essere all’altezza, realizzando nella propria mente inutili paragoni che possono solo frenare entusiasmo e opportunità.
Purtroppo è anche vero che molti colgono l’occasione di inserire nei propri lavori (servizi fotografici, campagne pubblicitarie, sfilate, ecc.) modelle disabili per una pura opportunità legata alla visibilità e all’opinione pubblica.
Così si corre il rischio che quella che è la possibilità di rappresentare un mondo, far diventare “normale la diversità”, si trasforma, invece, in un fatto di puro opportunismo, dove si pensa esclusivamente a un ritorno d’immagine, a far parlare di loro.
Diventa pertanto importante, accettando di fare servizi fotografici o sfilate, di capire se è solo un interesse di facciata oppure se veramente c’è un progetto serio dietro e in questo può essere utile affidarsi a una persona fidata del settore.
Quindi, se per una ragazza che vuole fare la modella è un requisito essenziale, la determinazione lo è ancora di più per una ragazza disabile: il posare o lo sfilare può essere molto più faticoso, l’accessibilità a set o a passerelle può risultare difficoltosa, certi movimenti e pose possono essere preclusi… ma tutto ciò non deve abbattere perché, se da un lato ci deve essere la giusta forza di volontà, dall’altro la persona che è di fronte, fotografo o regista o coreografo, deve avere la capacità di capire e adattare, saper trasmettere fiducia con il proprio incoraggiamento e la propria professionalità.
modella disabile shootingRispettando tutto ciò i problemi e le difficoltà diventano tutte risolvibili e si possono raggiungere risultati e traguardi a volte insperati.
Una volta che si decide di fare questo passo vuol dire che ci si sente pronte per affrontare questo mondo da un punto di vista differente rispetto alle altre modelle, di voler accettare la sfida per dimostrare che certe caratteristiche possono coesistere con l’essere disabile.
Poi ognuna deve scegliere il genere, proprio come devono fare tutte le modelle. Il genere è un qualcosa che ognuna sente proprio.
Il consiglio è quello di non fare quello che non vi convince: c’è sempre tempo a provare nuove situazioni.
Una affermata modella disabile, Jillian Mercado, ha affermato: “Non ci si dovrebbe vergognare del proprio corpo, spero che nella mia vita avrò l’occasione di vedere una modella disabile sfilare per Victoria’s Secret, perché è questo il tipo di cosa che la gente considera sexy”.
migliaccioConsiglio alle ragazze disabili che vogliono lanciarsi in questo mondo di andare a cercare su internet la Mercado, perché incoraggia chi vuole seguire il suo esempio, un qualcosa che dovrebbero, però, vedere tutti per comprendere che la vera diversità è nella testa delle persone e non nei fatti.
Essere disabili e modelle significa fare delle proprie debolezze il proprio punto di forza, un qualcosa che capita a pochi, un qualcosa che deve essere affrontato senza pietismi, senza ipocrisia, senza falsi moralismi ma con la volontà di trasmettere emozioni, belle emozioni.

Le “modelle d’arte”: i consigli per posare per pittori e scultori. Terza parte

a cura di Fabrizio Capra – direttore artistico RP Event

Terza parte

In questa terza e ultima parte dei consigli alle modelle che intendono posare per pittori e scultori andremo ad analizzare alcuni aspetti di questa branca d’attività.

modelle per arte 1POSE – Alle modelle di nudo artistico solitamente viene richiesto di assumere quattro pose di base durante una seduta: in piedi, seduta, stesa in posizione prona o supina.
Quando stai in piedi o seduta, devi assumere diverse posizioni con le braccia, le gambe, le mani e i piedi. Potrebbero darti degli oggetti da tenere in mano o possono richiederti di comunicare determinate espressioni con lo sguardo.
Quando ti chiedono di assumere una posizione supina, solitamente devi stenderti comodamente su un divano poggiandovi la schiena.
Quando ti chiedono di stenderti in posizione prona, devi appoggiarti sulla pancia e sollevare il torace; immagina di leggere una rivista stesa sulla spiaggia.
Queste sono le quattro pose classiche, ma esiste una gran varietà di movimenti e gesti.
ESPRESSIONE – Pensa a pose interessanti o stimolanti. Qualunque tipo di attività fisica può essere fonte di ispirazione per una buona posa.
Una brava modella deve riuscire a essere espressiva dalle dita dei piedi a quelle delle mani. L’arte è dinamica, e anche le pose dovrebbero esserlo.
Molte modelle si ispirano alle pose raffigurate da opere d’arte classiche.
Le posizioni dello yoga spesso vengono usate perché coinvolgono i muscoli in modi interessanti e dinamici.
TEMPI –  I diversi tipi di posizioni possono essere assunti per periodi brevi o lunghi. È meglio essere pronta a rimanere immobile per il maggior tempo possibile.
I tempi, di solito, sono regolati da tre fattori: gesti, pose brevi e pose lunghe.
I gesti sono pose che durano meno di tre minuti.
Le pose brevi durano dai  tre ai venti minuti, mentre quelle lunghe vengono mantenute in molteplici intervalli da venti minuti con brevi pause intermedie.
Le pose lunghe generalmente sono la norma per la pittura e la scultura. I corsi di disegno richiedono numerose pose più brevi.
In genere, una lezione inizia con qualche gesto di “riscaldamento”.
Se nel bel mezzo di una posa lunga senti la necessità di muoverti, qualcuno dovrà usare del nastro adesivo per segnare la posizione del corpo. Ti basta chiedere all’istruttore o a uno studente di farlo.
il-pittore-e-la-modella-copiaCOSA PORTARE – Bisogna arrivare sempre preparati dimostrando alti standard di professionalità senza infastidire l’artista con troppe richieste.
L’accappatoio è l’articolo più importante da avere a disposizione, da indossare tra una posa e l’altra o per andare in bagno.
È bene portarsi anche un asciugamano o una coperta per sederti. Ti tornerà utile per questioni d’igiene.
Da non dimenticare ciabatte o infradito da mettere e togliere velocemente durante le pause.
Nella borsa devono trovare posto anche acqua e snack., una agenda e una penna (per segnare gli appuntamenti futuri).
CORPO – Bisogna sempre essere puliti e dall’aspetto naturale.
Prima di recarti sul posto, fai la doccia e applica una crema per idratare la pelle secca che potrebbe causare fastidi mentre si posa.
Indossa pochi accessori, a meno che non ti venga richiesto diversamente.
Se non ti viene richiesto, non dovresti esagerare con la lacca o truccarti. Meglio avere un look acqua e sapone.
QUANDO SPOGLIARTI –  Arrivata si saluta l’artista e ci si acclima prima di togliersi i vestiti: con tutta probabilità ci sarà una stanza tranquilla o un paravento.
Questo momento serve anche per concentrarsi e prepararsi alla sessione: una volta spogliata completamente indossa accappatoio e infradito.
Quindi ci si trasferisce nell’area dove si posa (è utile avere dietro un cronometro per calcolare il tempo da una posa all’altra).
Tolti accappatoio e infradito ti dovrai sistemare come richiesto, meglio farlo su un asciugamano o un lenzuolo o una coperta (l’artista potrebbe fornirtene uno, oppure puoi portarlo da casa).
matisse e la modellaISTRUZIONI – Per una sessione di successo è bene ascoltare quello che dice l’artista.
Fissare un punto specifico con lo sguardo è utile. Non guardare negli occhi gli artisti, a meno che non ti venga detto specificamente di farlo.
Rilassati mentre assumi la posa, ma non tanto da modificare la posizione originale.
Potrebbero richiederti di cronometrare le pose, oppure l’artista stesso ti dirà quando avrete finito.
Se non sei sicura di aver capito un’istruzione, non aver paura di chiedere chiarimenti. È decisamente meglio togliersi ogni dubbio che rischiare di assumere la posizione sbagliata.
Se ti viene detto di mantenere una posa che trovi troppo difficile, è meglio dire quello che pensi che provare ad assumerla sbagliando.
L’artista preferirebbe di gran lunga vederti assumere una posa che puoi effettivamente mantenere per tutto il tempo necessario che dover ricominciare il lavoro dal principio.
TERMINE LAVORO –  Dopo aver completato la sessione, metti l’accappatoio e torna nell’area privata in cui ti sei spogliata per rivestirti. Assicurati di non lasciare niente nello studio.
Riponi accappatoio e asciugamano in una busta per poi lavarli una volta tornata a casa.
Prima di andare via saluta l’artista e magari cerca di discutere per eventuali sessioni future.
Sempre utile avere un biglietto da visita.
das-maedchen-und-der-kuenstler-03-jpgCONSIGLIO – Non perdere mai di vista l’artista, per essere nuovamente contattata è bene dimostrare iniziativa ed entusiasmo: mantieni i contatti per confermare date e orari o anche per riproporti per altre sedute.
Ricordati sempre: quando rispondi a un annuncio, che sia su internet o altrove, informati il più possibile prima di accettare il lavoro.
Le sessioni private ti fanno guadagnare di più, però c’è sempre il rischio (seppur minimo) di essere vittima di molestie sessuali o di situazioni sgradevoli e imbarazzanti. Informati bene e procedi con cautela. Meglio abbondare con le precauzioni che pentirti di un lavoro accettato alla leggera.

 

Servizio fotografico: i consigli per truccarsi nel modo giusto. Terza parte

di Fabrizio Capra – direttore artistico RP Event

terza parte

Terza e ultima parte di consigli alle aspiranti fotomodelle su come truccarsi per uno shooting fotografico. Oggi andiamo ad analizzare alcune regolette e un consiglio finale.

 ALCUNE REGOLETTE

Benedetta - foto Francesco Barilaro

model: Benedetta – foto Francesco Barilaro

1 – curare la pelle: sarà la cosa più banale al mondo ma una pelle sana ci assicura una
resa fotografica dieci volte superiore rispetto a una pelle trascurata, anche se ben
truccata. Per avere quindi una bella pelle radiosa, che poi ci aiuterà nella realizzazione del make-up, è importante bere molta acqua, detergere e idratare il viso quotidianamente ed esfoliare una o due volte a settimana.
2 – attenzione al fondotinta: una base perfetta è importantissima per avere un bel viso
luminoso e levigato in fotografia ma occhio a non esagerare con le quantità. Spesso,
infatti, può succedere che con il flash della macchina fotografica un viso con molto
fondotinta risulterà sbiancato, anche se dal vivo il colorito appare perfetto. Applicatene
quindi un velo sottilissimo e aiutatevi con un correttore per coprire le discromie più evidenti come brufoletti e occhiaie.
3 – opacizzare alla perfezione: non c’è niente di peggio in foto che vedere sul nostro viso quell’antiestetico effetto lucido sulla zona T per cui utilizzate sempre una buona cipria opacizzante e, se avete la pelle a tendenza un po’ grassa, portatela sempre con voi in modo da poter ritoccare il trucco in un secondo.

Giulia - Francesco Barilaro

model: Giulia – foto Francesco Barilaro

4 – vietati blush e terre troppo scuri: in foto ci fanno apparire il viso spento e oltretutto, se non sfumati alla perfezione, i volumi del viso potrebbero risentirne. Meglio quindi utilizzare tonalità fresche e naturali che ci doneranno sicuramente di più.
5 – no ai glitter: che siano ombretti o illuminanti per guance e zigomi evitate  assolutamente brillantini e pagliuzze iridescenti che con i flash creeranno dei puntini
luminosi sul viso davvero antiestetici. Meglio optare per texture opache o satinate.
6 – sguardo in primo piano: gli occhi sono sicuramente la parte che dona maggior intensità alle nostre foto per cui è importante sottolinearli al meglio. I colori migliori sono il nero, il grigio e il marrone, applicati sul bordo ciliare superiore e inferiore e sfumati bene fanno apparire l’occhio più grande e lo fanno risaltare senza stravolgerlo. In alternativa anche una linea di eyeliner può regalarci uno sguardo magnetico ma attenzione ad essere perfette nell’applicazione. Immancabile inoltre il mascara da applicare con cura partendo dalla radice delle ciglia.

Roberta - foto Francesco Barilaro

model: Roberta – foto Francesco Barilaro

7 – labbra naturali: le labbra vanno valorizzate ma con naturalezza. Evitate di assumere la classica posizione “a bacio” per aumentare il volume delle labbra in fotografia, piuttosto utilizzate un gloss molto lucido e a effetto volume che darà luce e freschezza a tutto il viso oppure un rossetto cremoso e idratante. Niente colori troppo scuri che renderanno la bocca più piccola.

CONSIGLIO FINALE
Nel caso di un trucco fai da te. fate almeno una prova trucco qualche giorno prima del servizio e poi fatevi fotografare (col flash naturalmente):
– se il trucco risulterà ben visibile allora avete fatto un buon lavoro;
– se sembrate bianche allora avete sbagliato prodotti oppure avete esagerato con la cipria;
– se sembrate slavate dovete mettere più prodotto (ma attenzione a non sembrare innaturali nella realtà).

Prima parte
Seconda parte

I consigli per sfilare: portamento, eleganza e tanta voglia di imparare. Nulla è scontato

di Fabrizio Capra – direttore artistico RP Event

prima parte

Marina Rossi con Monica Orsini - foto Sergio DiNelle ultime tre settimane vi abbiamo elargito consigli sul come posare in modo corretto: da oggi inizieremo, invece, a fornire consigli su come sfilare.
Come abbiamo già anticipato mesi fa il poter sfilare in passerella è il sogno di molte ragazze e ragazzi e, se capita, bisogna essere preparate per poterlo fare bene.
Sfilare non è un qualcosa di semplice e scontato: come avevamo già visto alcuni mesi fa, sempre per questa rubrica,  calcare la passerella significa dimostrare di avere un carattere forte, di essere predisposte ai sacrifici, di saper superare imbarazzo e vergogna, ma, soprattutto, bisogna dimostrare di essere disponibili a imparare velocemente altrimenti le prospettive hanno un’unica direzione e portano, esclusivamente, a  sfilate da sagra paesana dove tutto va bene perché tutto è improvvisato.
Sfilare significa, soprattutto, rispettare alcune regole basilari che sono d’aiuto per potersi affermare in questo campo e noi cercheremo di trasmetterle, regole che si possono riassumere in tre parole: studio, portamento, eleganza.
DSC_0478Se lo sfilare non è supportato da classe e raffinatezza la bellezza femminile (e maschile) perde parecchi punti.
Sicuramente sarà capitato di guardare in televisione o su qualche canale internet una sfilata di grandi stilisti (ce ne sono parecchie in tutto il mondo).
Un qualcosa che accomuna le “grandi sfilate”, tranne qualche rara eccezione, è che le modelle in passerella non sorridono mai: questa è una delle primissime regole, una di quelle essenziali.
In una sfilata l’obiettivo da perseguire non è quello di apparire simpatici ma quello di sfilare bene per attirare lo spettatore affinché si concentri sull’abito che si sta indossando in quel frangente.
Pertanto la regola numero uno è sempre quella di mantenere un’aria seria ma al tempo stessa espressiva.
Poi ci possono essere casi dove il sorridere viene espressamente richiesto da chi gestisce la sfilata (stilista, regista, coreografo) ma sono scelte della produzione o dell’organizzazione, non potrà mai essere una scelta a discrezione della modella.
Pertanto, iniziamo, oggi, a riassumere alcune di queste regole per poi approfondirle nelle prossime settimane perché importante è iniziare a sfilare bene: poi, con il tempo, la sicurezza in se stesse e l’affermarsi come modella potrebbero portare la modella a proporre un suo modo proprio di sfilare, quasi come fosse un marchio di fabbrica.
DSC_8249Parlavamo di regole.
La prima in assoluto è la postura, senza quella diventa difficile applicare tutte le altre: i muscoli, in particolar modo quelli del collo e della schiena, devo essere stimolati correttamente e la vecchia maniera per imparare, quella del libro appoggiato sulla testa da non far cadere mentre si prova a sfilare, è basilare per correggere il portamento.
Testa alta, spalle dritte, pancia in dentro, gambe ben distese (ricordiamo che piegare troppo le ginocchia viene considerato un gravissimo errore) sono le caratteristiche per raggiungere il portamento ottimale.
Al portamento bisogna poi saper abbinare: prendere il giusto tempo, valorizzare gli abiti che si indossano, porre attenzione a come si gestiscono le braccia, l’utilizzo degli occhi e, infine, fare tanto, tanto allenamento.
Ma tutto questo lo tratteremo nelle prossime settimane.
Nel frattempo se aspiri a diventare una indossatrice, se già lo fai ma vuoi fare un passo in avanti, se vuoi dare un giusto coronamento alla tue ambizioni, inizia a pensare a queste prime piccole cose che abbiamo trattato in questo articolo perché quanto vi spiegheremo e consiglieremo, da mercoledì prossimo, sarà un qualcosa di decisamente impegnativo da non prendere alla leggera come se fosse un gioco, perchè sfilare, alla fine, può anche essere un qualcosa di divertente ma non è un gioco.
Alla prossima settimana.

 

Dario Broch Ciaros: quando fotografare significa sempre cogliere l’attimo giusto

di Fabrizio Capra
Dario Broch Ciaros ritratto

foto Dario Broch Ciaros

Definirlo geniale è forse ancora poco: Dario Broch Ciaros è sicuramente uno dei fotografi più bravi che ho avuto modo di conoscere.
Dario ho avuto modo di apprezzarlo durante i suoi workshop: la sua capacità di trasmettere nozioni basilari è veramente un qualcosa di unico che alberga in lui e se persone partono da svariate provincie d’Italia seguire questi suoi incontri ci sarà un motivo così come viene chiamato in varie zone della nostra penisola per trasmettere la sua conoscenza, il suo sapere.
Non ho, però, mai avuto modo di vederlo all’opera su set dei suoi ma  quando ci siamo incontrati nel suo studio torinese solo sentirlo raccontare qualche suo scatto mi ha reso partecipe del suo modo di lavorare, di ricercare la foto voluta, di dimostrare la sua professionalità.
In tutti questi mesi che pubblichiamo al lunedì “La foto della settimana” mi mancava la sua e oggi proviamo a recuperare pubblicandone una che mi ha particolarmente colpito.
Dario è un vero maestro del glamour, uno che di questo genere trova sempre il modo di effettuare lo scatto giusto, quello che intriga ma non cade nel volgare.
Sicuramente vi aspettavate uno di questi scatti però mi piace sempre viaggiare un po’ controcorrente e di Dario ho scelto un bellissimo primo piano che “mi dice molto”.
Questa foto mi porta direttamente a una delle mie elucubrazioni mentali.
Gli occhi non ci nascondono mai la verità, gli occhi ci consentono di guardarci dentro.
Allora bisogna cercare di essere sempre più veri e onesti con noi stessi.
Purtroppo non sempre è così, se non ci riusciamo questo modo negativo di vivere la nostra vita la riversiamo sugli altri facendo regnare in noi la cattiveria.
E gli occhi questo ce lo dicono.
Pensiamoci e proviamo una volta  tanto a non essere cattivi ma capaci di vivere meglio con noi stessi per riservare agli altri la stessa gioia condividendola.
Forse è un qualcosa di difficile però mi piacerebbe uscire al mattino, guardare le persone e vederle sorridere con gli occhi.
Utopia forse! Ci troviamo come in una partita di calcio: il tempo è scaduto ma ci sono i pochi minuti di recupero, e in quel breve lasso di tempo si può ancora recuperare.
Non perdiamo questa occasione.
In ogni caso… bravo Dario!

Dario Broch Ciaros ritratto

foto Dario Broch Ciaros

 

I consigli per posare in modo corretto – seconda parte

a cura di Fabrizio Capra – direttore artistico RP Event

seconda parte

Torso

Lorena e Massimo

model: Lorena Rossini – fotografo: Massimo Pitorri – art director: Fabrizio Capra

La postura e la rotazione del torso influiscono sul tono complessivo della posa e sulle qualità estetiche del soggetto:
– ruotando il torace lievemente la figura diventa più snella;
– anche se il soggetto non ha bisogno di sembrare più magro, in generale meglio non avere il torace perfettamente perpendicolare all’obiettivo;
– evidenziare la linea del seno inarcando lievemente le spalle all’indietro;
– meglio avere una spalla più alta dell’altra, ruotando il busto o piegando le braccia;
– spalle esattamente allineate esprimono forza, ma non sono particolarmente indicate per una ragazza;
– è assolutamente necessario avere sempre la schiena dritta, non rigida, ma con una postura corretta.

Gambe

Eleonora e Antonio

model: Eleonora Iannè – fotografo: Antonio Petocchi – art director: Fabrizio Capra

La posizione delle gambe aiuta molto a controllare l’intera postura e anche a sembrare più snelle e slanciate:
– mettendo un piede avanti, si riduce la circonferenza apparente delle cosce;
– piedi larghi come le spalle danno impressione di forza;
– generalmente, meglio avere una gamba piegata;
– spostare il peso sul piede posteriore aiuta ad avere una postura più bella.

Note generali

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model: Roberta Pelizer – fotografo: Erica Testa – art director: Fabrizio Capra

Ecco alcune considerazioni per la posa:
– in generale, le articolazioni vanno piegate, non devono rimanere dritte e rigide;
– il soggetto seduto è più a suo agio e informale, anche una superficie verticale (muro o albero) a cui appoggiarsi aiuta in tal senso;
– piegandosi lievemente verso la fotocamera il soggetto suggerisce interesse e coinvolgimento;
– in un ritratto testa e spalle, meglio coprire le braccia per non togliere attenzione al viso;
– ogni parte del corpo doppia deve avere una posa diversa (piedi, mani, braccia, gambe, magari non gli occhi…).

prima parte

la terza e ultima parte mercoledì prossimo

I consigli per posare in modo corretto – prima parte

a cura di Fabrizio Capra – direttore artistico RP Event

prima parte

roberta pelizer - massimo pitorri

model: Roberta Pelizer – fotografo: Massimo Pitorri – art director: Fabrizio Capra

La rubrica dedicata alle “Aspiranti Modelle” da oggi inizia a fornire una serie di consigli sia per posare sia per sfilare in modo corretto. Iniziamo con una serie di articoli attraverso i quali forniremo utili indicazioni per evitare errori in fase quando si è sul set, davanti alla macchina fotografica.
Il primo consiglio, generale, è quello di provare queste indicazioni davanti a uno specchio in modo di vedere la posa che si prende e capire come poi riprodurla una volta che si è davanti alla macchina fotografica.

Testa e Viso

roberta pelizer - sergio di

model: Roberta Pelizer – fotografo: Sergio Di – art director: Fabrizio Capra

Testa e viso sono sicuramente gli elementi più importanti in un ritratto, indipendentemente da quanta parte dell’inquadratura occupino:
– la testa reclinata lievemente all’indietro suggerisce un senso di sfida;
– la testa piegata verso la spalla alta crea un senso di divertimento e ammiccamento ;
– la testa piegata verso il basso e verso la spalla più bassa esprime potere;
– volgere lo sguardo lontano dall’obiettivo fa spostare l’attenzione su un altro oggetto o creare un -senso di mistero e tensione quando questo oggetto non è inquadrato;
– guardare in camera crea un contatto, ma anche intrigo e sfida;
– ombre migliori si hanno con il viso diretto alla fonte di luce principale;
– per avere il “luccichio” negli occhi, non abbassare troppo il mento (a seconda della  direzione della luce);
– il viso non deve essere ruotato tanto da far sporgere il naso dalla linea della guancia;
– se un occhio viene nascosto a causa della rotazione del viso, è meglio che sia nascosto completamente piuttosto che visibile a metà;
– quando è presente più di una persona, non allineare le teste alla stessa altezza;
– per evitare il doppio mento, meglio spingere il mento in avanti.

Braccia e mani

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model: Eleonora Iannè – fotografo: Pier Maria Mazza – art director: Fabrizio Capra

Le mani, dopo il viso, attraggono molto lo sguardo dell’osservatore; ecco i suggerimenti per posizionarle correttamente così come posizionare nel modo giusto le braccia:
– meglio dita distese: i pollici in tasca con le mani sui fianchi esprimono sicurezza e forza;
– le mani in tasca danno un aspetto casual;
– generalmente è meglio che le mani siano rilassate;
– le mani vanno posizionate in modo da essere inquadrate lateralmente (non dare  all’inquadratura direttamente il dorso);
-un oggetto da tenere in mano o una superficie su cui appoggiare le mani spesso aiutano a creare una posa più naturale;
-i gomiti piegati danno un senso di confortevole informalità;
-le braccia dritte al contrario sono molto formali e spesso evitabili;
-le braccia vanno distanziate dal corpo;
-mai piegare le braccia a 90 gradi;
-non dare mai all’obbiettivo un’ascella nuda.

Fine prima parte, la seconda e terza parte i prossimi due mercoledì.

Intimo, trasparenze e…: una scelta consapevole

di Fabrizio Capra – direttore artistico RP Event

prima parte

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model: Cristina – foto: Luca Schillaci – art director: Fabrizio Capra

Tema delicato quello che iniziamo ad affrontare oggi: come avvicinarsi ai generi “intimo”, “trasparenze” e “nudo” tenendo presente che questi generi non li dobbiamo pensare limitati a una riserva frequentata solo da fotografi ma interessano sia il campo delle sfilate sia quello della pubblicità, quindi aree di interesse professionale per le modelle.
Si assiste sempre più a sfilate dove la nudità è componente dell’abito che si porta in passerella o pubblicità dove il corpo della modella si interseca con l’oggetto pubblicizzato.
Iniziamo però con l’identificare questi generi.
Intimo: lo dice la parola stessa, dobbiamo però intenderlo in tutte le sue variabili: il livello  di trasparenza del capo indossato e al tipo di “mutandina” utilizzata: slip, culotte, brasiliana, tanga, perizoma, ecc., al contesto in cui viene indossato.
Trasparenze: anche in questo caso il significato è lampante, poi si possono fare indossando sotto l’intimo o parte di esso o nulla.
Nudo: mentre se per le prime due tipologie tutto sembra molto ben delineato, per il genere nudo troviamo varie interpretazioni del genere.

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model: Elisa – foto: Massimo Stramesi – con la collaborazione di Fabrizio Capra

Una delle interpretazioni, molto semplicistica, e in parte condivisibile, suddivide il nudo in cinque generi: beauty, nudo d’arte, glamour, erotismo e pornografia.
Personalmente preferisco riunire il genere nudo in due grandi gruppi: nudo soft e nudo hard.
Nel “nudo soft” andiamo a ricomprendere tutto ciò che è riconducibile al nudo artistico,  dove non deve esserci esplicito, sicuramente genere molto più apprezzabile.
Nel “nudo hard” si parla di nudo esplicito in tutti i suoi stili e che sovente cade nel cattivo gusto.
Vi sono poi due ulteriori modi di interpretare tutte e tre questi generi: fashion e glamour.
Nel genere fashion lo stile è legato maggiormente alla foto di moda (più per intimo e trasparenze) mentre con il glamour si tenderebbe maggiormente a evidenziare il fascino e il lato sensuale della modella.
Introdotto, anche se rapidamente, l’argomento veniamo all’aspirante modella che intende, soprattutto posare (ma anche sfilare) per questi generi ponendoci un primo quesito e provando a dare una risposta.
Quando iniziare a posare o sfilare per questi generi?
La risposta è semplice.
Innanzitutto posare in intimo o con trasparenze o nuda non è una “moda” o un “gioco”.
Si può iniziare a valutare questa scelta quando, sicuramente, si è convinte di quello che realmente si va a fare.

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model: Erika – foto: Stefano Pollastro – art director: Fabrizio Capra

Il dire “proviamo” è la parola e il pensiero più errato che ci possa essere.
Bisogna avere la consapevolezza non solo di mettere in mostra il proprio corpo ma essere a conoscenza di tutto quello che gira intorno a questi generi.
L’avvento di internet ha permesso che le foto pubblicate possano girare sul web in modo  indiscriminato e restare visibili per molto tempo.
Analogo discorso vale per il fatto che se si sottoscrive una liberatoria per l’utilizzo delle  immagini poi non se ne può più chiedere la rimozione, al massimo di non pubblicarne più revocandola.
Pertanto quando si decide di posare in uno o più di questi generi bisogna farlo veramente quando si è consapevoli di tutto quello che è collegato.

La prossima settimana andremo ad analizzare meglio l’argomento fornendo alcuni consigli e altre riflessioni.