Pigato: un vino elegante. Grande qualità e stoffa. Stoffa?

La Capra Enoica (Fabrizio Capra)
La scorsa settimana abbiamo terminato il secondo “Giro d’Italia Enoico” basato sui miei ricordi e, anche, sui miei non ricordi. Oggi diamo inizio a un nuovo corso collegato ai vini che ho degustato, anche a quelli che mi piacerebbe degustare, al territorio e alla storia… ma tutto in modo particolare che scoprirete leggendo questo articolo e spero che vi piaccia…

Fabrizio De André, il mitico Faber, cantava ne “La città vecchia
Loro cercan là la felicità
dentro a un bicchiere
per dimenticare d’esser stati presi
per il sedere
ci sarà allegria anche in agonia
col vino forte
porteran sul viso l’ombra di un sorriso
fra le braccia della morte…
Facciamo gli abbinamenti: se parliamo di vino e cito De Andrè, parliamo di Genova e quindi della Liguria e il vino di cui scrivo oggi è ligure: il Pigato.

PILLOLE DI STORIA
vigne pigatoIl Pigato, secondo tradizione, ha origine greca (pare dalla Tessaglia) e approdò sulle sponde liguri verso la fine del seicento perché gli zeneizi, gran navigatori e commercianti, allora detenevano una colonia nell’Egeo.
La prima traccia storica di un impianto del vitigno Pigato risale al XIX secolo, in particolare al 1830 quando l’arciprete Francesco Gagliolo (quando si parla di vini preti e frati appaiono sempre) ne impianto ad Ortovero in provincia di Savona.
Il vino Pigato, però, fu messo in vendita solo nel 1950: il vignaiolo era Rodolfo Gaggino e il prezzo era di 300 lire.

I RICORDI
Il Pigato qualche ricordo me lo ha lasciato dentro, collegato ad alcune ottime scorpacciate di pesce nella Riviera di Ponente con portate annaffiate da questo splendido vino che, forte del suo sapore e del suo profumo inebriava il nostro mangiare.
Il Pigato si accosta molto bene ai primi genovesi (primi intesi come portate e non ai genovesi della preistoria, meglio sottolinearlo) e, in particolare, penso alle classiche Trofie al pesto (fatto come si deve non con il frullatore verticale mi raccomando) a cui aggiungere patate e fagiolini oppure ai Pansotti al sugo di noci.
Pensandoci bene, come scrivevo tempo fa che anche i vini rossi si abbinano bene al pesce, i vini bianchi, e in questo caso il Pigato, si abbinano a secondi non di pesce e, pigato laura ascheroanche qui, se penso alla Liguria e in particolare alla Superba, l’accostamento alla Cima alla genovese è presto fatto.

DUE “PIGATO” CHE HO APPREZZZATO
Il primo Pigato che tra tutti mi ha particolarmente colpito l’ho degustato parecchi anni fa quando dirigevo un’altra testata on line ed è quello prodotto dall’azienda Laura Aschero in quel di Pontedassio in provincia di Imperia e lo assaporai in una serata nel Monferrato Casalese, in provincia di Alessandria, nel corso di una cena di contaminazione gastronomica tra Casalese e Imperiese, che avevo organizzato alla Cascina Smeralda di Pontestura.
Altrettanto valido il Pigato dell’azienda agricola Massimo Alessandri con sede in quel di Ranzo (Imperia) e degustato in un fantastico ristorante della Riviera di Ponente, Il Pernambucco ad Albenga nel corso di un tour per la stesura di un articolo che intitolai “Provincia di Imperia non solo mare”.

ORIGINE DEL NOME
uva pigatoParrebbe che il nome derivi da una termine dialettale: “Pigau” ovvero “macchiato” perché gli acini, giunti a maturazione, presentano della macchioline color ruggine sulla buccia.
Qualcuno però azzarda una origine di epoca Romana: “Picatum” e in questo caso il termine sta a significare vino aromatizzato che era decisamente in voga in quell’epoca tra gli antichi romani.
Pigau” o “Picatum” che dir si voglia il “Pigato” resta un gran vino la cui assunzione per via bocca è consigliata.

PENSIERO… MEDITATIVO
Alcuni esperti che tracciano contorte descrizioni dei vini che degustano (credo a seconda del quantitativo bevuto prima di emettere il proprio parere) affermano che il Pigato è un vino di grande eleganza.
pigato massimo alessandriSarà ma quando l’ho bevuto l’unica cosa elegante che, a volte, ho trovato era l’etichetta del resto non ho mai visto un Pigato in “tight” o in “smoking”.
Ho dato sfogo, quindi, alla mia curiosità e ho consultato il “vocabolario del vino” e ho trovato al termine elegante questa descrizione: “vino di grande qualità e stoffa”.
Ora sul primo ok, se si afferma che si tratta di un vino di grande qualità basta dirlo e risulta più comprensibile da tutti ma di stoffa? Boh!
Penso a qualche vecchio contadino che mi avrebbe risposto: “di stoffa? A me sembra vino!”.

AFORISMA DELLA SETTIMANA
Presto, portami un bicchiere di vino, in modo che io possa bagnare la mia mente e dire qualcosa di intelligente. (Aristofane)

Casale Monferrato (Al): le Donne di De Andrè. Il Collettivo Teatrale conclude il Caffè Letterario

Riceviamo e pubblichiamo
Gli incontri del “Caffè Letterario” a Casale Monferrato si concludono con una appendice mercoledì 5 giugno quando, per salutare il Maggio dei Libri, il Collettivo Teatrale, alle ore 21, nella Biblioteca Civica “Giovanni Canna”, presenterà “Le Donne di De Andrè”.

collettivoteatraleIl ciclo di incontri con autrici casalesi e monferrine organizzato dal Comune e dalla Consulta delle Donne di Casale Monferrato in collaborazione con la Biblioteca Civica “Giovanni Canna” nelle scorse settimane ha ottenuto un notevole successo. Sette incontri con la partecipazione di nove autrici (e cinque musicisti) seguiti da un pubblico numeroso e attento e ricchi di spunti di riflessione interessanti: si è parlato del “bisogno” di scrivere, dell’editoria e dei suoi problemi, della scrittura di genere, del rapporto con i lettori, delle modalità con cui ciascuna autrice “crea” il proprio lavoro.
Gli organizzatori e il pubblico si sono lasciati con un impegno: riproporre la rassegna anche il prossimo anno, con nuovi contenuti e nuove proposte.
Tuttavia già ora il Caffè Letterario avrà una gustosa appendice per salutare il “Maggio dei Libri”, la rassegna nazionale di promozione della lettura alla quale la Biblioteca di Casale partecipa da diversi anni, e per dare il benvenuto (finalmente, si spera) all’estate.
L’appuntamento è per mercoledì 5 giugno alle ore 21, alla Biblioteca “Giovanni Canna”, via Corte d’Appello, 12, con una serata a ingresso gratuito suddivisa in due parti.
La prima  sarà dedicata ai lettori e alla lettura. Le bibliotecarie proporranno brani tratti da romanzi celeberrimi scritti da autrici altrettanto famose: agli spettatori il compito di indovinarli. In premio per chi indovina, ci saranno naturalmente alcuni romanzi, per congedare in bellezza il “maggio dei Libri“ e fare scorta di letture per l’estate.
caffé-letterario-5giugnoA seguire il Collettivo Teatrale proporrà lo spettacolo Le Donne Di De André, dedicato a figure di donne che ci hanno accompagnato e ci accompagnano con il loro coraggio, la loro dignità, il loro spirito, la loro poesia. Filo conduttore saranno naturalmente le canzoni del cantautore genovese, inframmezzate dai versi di poetesse del Novecento: Wislawa Szymborska, Sylvia Plath, Alda Merini, Nina Cassian, Ada Negri, Alessandra Racca.
Le voci recitanti saranno di Ramona Bruno, Melisia Deagostino, Linda Chiola, Silvia Guala, Licia Sesia, Sabrina Surbona accompagnate alla fisarmonica da Mario Saldì e alla chitarra da Adriano Politano. Audio-luci curate da Andrea Coppa.
Il Caffè Letterario si svolgerà nel suggestivo cortile interno della Biblioteca, il cui utilizzo è reso possibile dai lavori di risistemazione dei locali attigui dove sino a dieci anni fa aveva sede la Biblioteca delle ragazze e dei ragazzi ora sistemata nei nuovi e funzionali locali al castello del Monferrato. Il recupero di questi spaziosi locali di Palazzo Langosco è dovuto al contributo della Compagnia San Paolo e ad altri contributi della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, a cui si aggiungono risorse dirette del Comune.

 

Nando Rizzo e Gianni Alba: quando due artisti si incontrano e generano emozioni

di Fabrizio Capra - foto di Erica Testa
Quello di Nando Rizzo e Gianni Alba, musica e pittura, è risultato un recital al di fuori dai classici spettacoli. Un vero (e sempre più raro) esempio di coinvolgimento del pubblico, cape di incollare alla sedia lo spettatore. 

IMG_3661Se Elisa Garipoli, presidente del Real Music Institute di Asti, quando mi ha invitato alla performance di Nando Rizzo e Gianni Alba mi avesse avvertito dell’immensa genialità dell’evento organizzato domenica scorsa ad Asti (12 maggio) mi sarei approcciato con maggior rispetto riverenziale.
IMG_3557Credevo che ad attendermi, in una enorme e suggestiva cantina di un palazzo dell’Ottocento situata nel centro storico della città del Palio, ci fosse un classico recital che abbinava due arti, musica e pittura,ed allora mi sono lasciato andare a immediata confidenza con l’artista, qualche battuta ma…
… ma quello a cui ho assistito mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta.
Credo che solo poche altre situazioni mi hanno coinvolto come questo evento, un qualcosa che ben pochi altri artisti, ma molto pochi, sono ancora in grado di fare senza usare effetti speciali.
IMG_3706Nando Rizzo ha saputo trasmettermi le emozioni di ascoltare musica e parole che arrivano al cuore e possono arrivare solo se si canta con sentimento e trasporto, capace di coinvolgermi anche quando ha cantato alcuni mostri sacri internazionali che apprezzo ma che non rappresentano la mia passione musicale.
E cosa dire dei quadri di Gianni Alba che raffigurano gli artisti protagonisti delle canzoni cantate da Nando erano presenze reali, così vere, che dalla tela in cui sono stati raffigurati parevano osservarti mentre lo spettacolo andava avanti, personaggi ritratti con espressioni cosi reali che parevano essere loro stessi pubblico.
IMG_3666I quadri esposti dietro (e anche un po’ anche ai lati) si presentavano alla spettatore coperti e numerati al fine di coinvolgere il pubblico, spettatori che indicando il numero dell’opera da scoprire andava a determinare la scaletta.
Così si è passati da Fabrizio De Andrè a Paolo Conte, dai Beatles a Freddy Mercury, da Renato Zero a Gianmaria Testa e Giorgio Conte, da Jimi Hendrix (eseguito con la partecipazione straordinaria di Steve Lallo) a Luis Armstrong, dai Pink Floyd a David Bowie e Bruce Springsteen, e molti altri per arrivare all’ultimo brano dell’esibizione, quello di Bob Dylan passando per un brano di un bravo cantautore contemporaneo vivente, Nando Rizzo, brano che nulla ha da invidiare ai quelli dei nomi che ho enunciato prima.
IMG_3687Poi, a stupirmi, anche la passione e il coinvolgimento con cui Nando Rizzo è in grado di far “parlare” le chitarre, com’è un tutt’uno con loro, capace di trasmettere al pubblico forti vibrazioni e emozioni ma non sono mancati simpatici siparietti tra i due artisti nel momento in cui veniva si doveva scoprire un nuovo quadro e ci si accingeva a vivere un’altra canzone.
E così il tempo è volato e le vecchie mura della cantina astigiana sono tornate silenziose ma intrise d’arte.

PFM Premiata Forneria Marconi – Cristiano De André cantano Fabrizio: il 29 luglio all’Arena di Verona

rubrica a cura di Fabrizio Capra

AdobeStock_78825813_Preview (2)La PFM – Premiata Forneria Marconi salì sul palco insieme a Fabrizio de André nel 1978; Cristiano De André nel 1996 per il tour di “Anime Salve”.
Entrambi più volte hanno riarrangiato la poesia di Faber, dandole nuova veste musicale e sottolineando come i suoi versi continuino ad essere attuali.

Franz Di Cioccio e Fabrizio De André_foto di Guido Harari_b

foto Guido Harari

Il 29 luglio nella straordinaria cornice dell’Arena di Verona la prog band italiana più famosa al mondo, PFM – Premiata Forneria Marconi, e il polistrumentista e cantautore Cristiano De André si alterneranno sul palco con le loro rispettive performance e condivideranno il gran finale di un concerto imperdibile dedicato a Fabrizio de André: “PFM Premiata Forneria Marconi – Cristiano De André cantano Fabrizio”!
Le prevendite sono già disponibili su Ticketone.

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foto di Adolfo Ranise

Le storie d’amore, degli ultimi, dei soldati e dei carcerati cantate da Fabrizio De André saranno interpretate, da una parte, da PFM Premiata Forneria Marconi, con gli arrangiamenti del fortunato tour “Fabrizio De André e PFM in concerto” e le complesse armonizzazioni tipiche del gruppo e, dall’altra, da Cristiano De André, con la sua dinamica inaspettata dal tocco rock. Sopra a tutto questo, le parole cariche di poesia di Faber.
Il concerto è prodotto da D&D Concerti e da BMU, in collaborazione con Duemila Grandi Eventi, EventiDieci e Verona Eventi, con il patrocinio morale della Fondazione Fabrizio De André.

PFM canta De André Anniversary- foto di Orazio Truglio_b

foto di Orazio Truglio

PFM – Premiata Forneria Marconi è attualmente protagonista sui palchi di tutta Italia con “PFM canta De André – Anniversary” che ha fatto registrare 45 sold out in prevendita e, visto l’enorme successo, saranno previste diverse repliche in autunno. Questo tour arriva a 40 anni dai live “Fabrizio De André e PFM in concerto” per celebrare il fortunato sodalizio con il cantautore genovese e riproporre una serie di concerti dedicati a quell’evento. “PFM canta De André – Anniversary” segue l’intenso tour mondiale (che ha riscosso un travolgente successo dal Giappone alle Americhe passando per il Regno Unito), la premiazione ai Prog Music Awards UK 2018 come “Band internazionale dell’anno” e la partecipazione alla “CRUISE TO THE EDGE” come unico artista italiano in questa e nelle passate edizioni.

Fabrizio e CristianoCRISTIANO DE ANDRÉ è attualmente in tour nei teatri d’Italia con “Storia di un impiegato”, storico disco di Faber arrangiato come una vera e propria opera rock, affiancato da altri celebri brani di repertorio come “Fiume Sand Creek” e “Don Raffaè”, che hanno affrontato il tema della lotta per i diritti, e altre perle, contenute nei progetti discografici di grande successo “De André canta De André – Vol. 1” (2009), “De André canta De André – Vol. 2” (2010) e “De André canta De André – Vol. 3” (2017). La regia dello spettacolo, curata da Roberta Lena, è piena di soprese, dai visual, alle luci. Dopo i numerosi sold out, continuano ad aggiungersi nuove date e, a grande richiesta, il tour proseguirà anche in estate.

 

I Trilli: una storia genovese. Sabato 16 marzo al Teatro Sipario Strappato ad Arenzano

di Fabrizio Capra

49669424_2272391379752573_2485765507140026368_nQuando si parla di canzone genovese ci passano per la mente nomi che hanno fatto la storia della canzone italiana, indistintamente dal genere, una storia che da decenni ha attraversato e attraversa la nostra vita.
E in questa storia uno spazio importante è ricoperto da I Trilli, che ieri come oggi tengono alto il vessillo della canzone tradizionale genovese con un occhio di riguarda alla contemporaneità.
E un pezzettino di quella storia l’ho vissuto anch’io nel, purtroppo, breve periodo che ho indossato i panni di addetto stampa di Pippo.
Ecco che allora “I Trilli: una storia genovese”, lo spettacolo che andrà in scena sabato prossimo, 16 marzo, alle 21, al Teatro Sipario Strappato di Arenzano (Ge), ci racconterà una storia dei Trilli e di Fabrizio De Andrè come non si è mai sentita.
Lo spettacolo è stato scritto da Vladimiro Zullo e Lazzaro Calcagno, quest’ultimo ne è anche il regista.
Sul palco Vladimiro Zullo (voce e racconti), Davide De Muro e Alessandro De Muro (chitarra e voce), Fabrizio Salvini (percussioni, fiati e voce).
49899185_557373401444227_3603698906778566656_nÈ proprio tra le mura del teatro Sipario Strappato che Vladi dei Trilli e Lazzaro Calcagno hanno dato vita a questa “Storia genovese” una storia che appartiene a tutti e che finalmente verrà proposta proprio nel luogo dove è stata scritta a quattro mani.
Vladi, figlio di Giuseppe Zullo in arte Pippo, porta sul palco i suoi ricordi e le sue emozioni di figlio, partendo da un fatto che ha segnato indelebilmente la sua storia e quella della sua famiglia, l’affondamento del Club-Ristorante “Il Peschereccio di Pippo dei Trilli”, avvenuto qualche mese dopo la sua prematura scomparsa.
Aneddoti sulla nascita dello storico duo, il rapporto tra un padre e un figlio, ricordi trascinati per sempre in fondo al mare ma che restano nel cuore di chi ama, sfidando ogni legge spazio/temporale, spaccati di una Genova che sembra non esistere più, profumi assopiti ma che riaffiorano da un caruggio.
“I Trilli: una storia genovese” è un viaggio che porta fino ad oggi, nel tempo presente, dove la musica dei Trilli continua, tra tradizione e modernità, strizzando l’occhi al passato e guardando al futuro. In scena come nella realtà la presenza di Pippo (Giuseppe Zullo ) e Pucci (Giuseppe Deliperi) è fortissima e determinante. Immancabile la musica che scandirà la narrazione, rendendo il tutto ancora più suggestivo ed sorprendente.
Quest’anno lo spettacolo si è arricchito di una parte inedita interamente dedicata a Fabrizio De Andrè con alcuni omaggi musicali e racconti personali e di vita quotidiana che legano Vladi e suo padre a Faber.
49582318_363047567575933_8713621597061120000_nLa forza di questo spettacolo è la capacità di emozionare rievocando immagini, ricordi e sensazioni che appartengono al sentire comune e di raccontare una storia già nota a tutti regalandone però un ritratto inedito, nascosto e decisamente affascinante.
Siamo al secondo anno di questo tour che devo dire sta andando molto bene anche oltre ogni nostra rosea aspettativa. Abbiamo avuto la conferma di come lo spettacolo riesca a trascinare il pubblico in un viaggio attraverso le emozioni, coinvolgendo non solo gli estimatori ma anche chi prima non conosceva la storia del duo. Il valore aggiunto è senz’altro il fatto che questa storia, venga raccontata proprio dalla voce del figlio di Pippo, Vladi che porta in scena quel sentimento capace di toccare le corde più profonde di chi ascolta questi aneddoti e queste canzoni, che parlano del rapporto padre-figlio, della storia di un duo che ha scritto un pezzo di storia della canzone genovese, di Genova, delle tradizioni, insomma di tutti noi. Motivo di grande orgoglio è stata la presenza, nella data sestrese, del padre artistico dei Trilli, il grande Michele che ha riconosciuto il valore e l’importanza di questo spettacolo. Sarà un grande piacere poter proporre I Trilli una storia genovese, proprio nel mio teatro, al Sipario Strappato dove in qualche modo è nata l’idea con Vladi di realizzare questo spettacolo”. Queste le parole del regista Lazzaro Calcagno.
Prendendo spunto proprio da questo spettacolo, Vladi si  sta apprestando a scrivere un libro che racconterà non solo il percorso artistico del duo ma soprattutto il percorso umano di Pippo e Pucci e poi di Vladi che nonostante le grandi difficoltà che si è trovato ad affrontare dopo la  prematura scomparsa del padre e il tragico affondamento del ristorante peschereccio di famiglia è riuscito a rialzarsi e a portare avanti con grande determinazione il nome dei Trilli, un messaggio quindi di speranza e un invito a non mollare mai.
Info e prenotazioni al  3396539121 oppure online sul circuito happy ticket.

Faber Nostrum: dal 26 aprile il tributo a Fabrizio De Andrè

rubrica a cura di Fabrizio Capra

fabrizio de andreIl 26 aprile esce FABER NOSTRUM (Sony Music / Legacy Recordings), un disco tributo a FABRIZIO DE ANDRÉ, che vede la partecipazione di alcuni dei nomi più influenti della nuova scena musicale italiana!
ARTÙ, CANOVA, CIMINI feat. LO STATO SOCIALE, COLAPESCE, EX-OTAGO, FADI, GAZZELLE, LA MUNICIPAL, THE LEADING GUY, MINISTRI,MOTTA, PINGUINI TATTICI NUCLEARI, VASCO BRONDI, WILLIE PEYOTE, THE ZEN CIRCUS sono tutti gli artisti che hanno supportato il progetto interpretando i brani a loro più vicini del grande Faber.
Venerdì 15 marzo arriva il nuovo singolo, INVERNO, nella versione speciale dei MINISTRI.
Landing Page FABER NOSTRUMDal crescente interesse per la figura di Fabrizio De André anche tra i più giovani, come i grandi numeri dello streaming dimostrano, è nata l’idea di questo progetto Tributo coordinato da Massimo Bonelli di iCompany e condiviso da Fondazione Fabrizio De André Onlus. I temi trattati nei brani di Fabrizio sono davvero attuali e, grazie a questa iniziativa, possono raccontare il mondo di oggi attraverso la voce di interpreti contemporanei.
Disponibile in streaming e digitale, “Canzone dell’amore perduto” di Colapesce è stato il brano che ha anticipato il disco, uscito in occasione dei 20 anni dalla scomparsa di Fabrizio De André, l’11 gennaio. Il video del brano, diretto da Giacomo Triglia, è visibile al link: https://SMI.lnk.to/ColapesceFaberNostrum
Da oggi al giorno di uscita del progetto verranno rilasciati diversi contenuti speciali che saranno raccolti nella seguente landing page:https://fabernostrum.sonymusic.com/. Per scoprirli basterà trovare l’artista di rifermento e/o i simboli legati alla figura di De André.

Aldo Ascolese: le sue foto come una canzone capace di lasciarti qualcosa nell’anima

di Fabrizio Capra

Aldo Ascolese ritrattiQualche giorno fa nel presentare un suo concerto in Alessandria ho ricordato che Aldo Ascolese, grandissimo cantautore e interprete di De André, si cimenta con ottimi risultati nell’arte fotografica per la quale ha ottenuto un “Premio Newton” come miglior ritrattista.
Il giorno in cui usciva il mio articolo un post di Aldo “lancia”, dopo un periodo di letargo, la sua volontà nel ritornare a impugnare la macchina fotografica, affermando che i tempi sono propizi.
Su chi è Aldo Ascolese ne ho già parlato abbondantemente nell’articolo pubblicato mercoledì scorso e non saprei cosa altro aggiungere senza dovermi ripetere, se non ricordare la grande sensibilità nel raccontare ciò che vede con le sue foto e il suo ritorno nello scattare mi riempie di gioia perché i suoi risultati non sono mai banali, sono come una bella canzone capace di lasciarti qualcosa dentro, nell’anima.
Non mi restava che scegliere una foto e tra tante che ho guardato (e ammirato) e il ritratto che pubblico mi ha colpito in modo particolare.
Lo scatto è di qualche anno fa e in me ha generato una personalissima chiave di lettura.
Innanzitutto ricordare quanto è importante, nel lavoro, la manualità, un qualcosa che si è perso con l’evolversi della tecnologia, una manualità artigiana da sempre vanto italiano, un patrimonio che rischia di divenire un ricordo.
Questa foto mi ha fatto riemergere ricordi della mia infanzia quando officine e laboratori come questo erano all’ordine del giorno anche in città.
Oggi, probabilmente, sull’onda del consumismo non si produce più per avere un qualcosa di duraturo nel tempo e, di conseguenza, non si aggiusta più, si butta via ciò che non funziona e questo ha portato ad un grande impoverimento della nostra società.
Persone e luoghi come quello ritratto da Aldo Ascolese rischiano di diventare qualcosa di raro.
Allo stesso tempo, però, questa foto ha avviato in me un’altra riflessione: ma fino a che età si deve lavorare prima di raggiungere l’agognata pensione e il giusto riposo lasciando spazio alle nuove generazioni?
Purtroppo non ho risposta ma una certezza: siamo a forte rischio di veder messa a rischio la dignità di una persona.
Una dignità che gli scatti di Aldo Ascolese riabilitano almeno nell’immagine e nella considerazione.
Aldo Ascolese ritratti

Franco Battiato: a vent’anni dalla pubblicazione “Fleurs” esce in vinile

rubrica a cura di Fabrizio Capra

Esploso_FleursIn occasione del 20° anniversario dalla pubblicazione (1999) ed alla vigilia del 74° compleanno di Franco Battiato (nato il 23 marzo 1945), Universal Music Italia pubblica per la prima volta in vinile “Fleurs – Esempi Affini di Scritture e Simili”.
Registrato in soli due giorni nella sua casa di Milo alle pendici dell’Etna, “Fleurs” è un’ammaliante concept album, in cui i brani sono collegati da un filo comune, quell’affinità di scrittura richiamata nel sottotitolo, unita a una sottile malinconia in sottofondo.
Battiato New FleursIl disco si rivela un’emozionante e personale rilettura di brani scelti da Battiato: un tributo ad autori italiani (Fabrizio de André, Sergio Endrigo) e francesi (Charles Aznavour, Jacques Brel, Charles Trenet…), alla romanza napoletana con “Era De Maggio” e ai Rolling Stones con “Ruby Tuesday”, singolo scelto per il lancio del disco nell’ottobre 1999 e presente nella colonna sonora del film “I Figli Degli Uomini” di Alfonso Cuaròn.
A chiudere l’album due brani inediti: la splendida “Medievale” che rimanda al gusto dell’artista per la musica d’Oriente e “Invito al Viaggio”, in cui il compianto amico filosofo, saggista e cantautore Manlio Sgalambro recita versi liberamente ispirati ad un’omonima poesia di Baudelaire.
battiato_resized“Fleurs” è un album perfetto, che ha guadagnato un successo senza tempo. È un disco che affascina per grazia e morigeratezza, con arrangiamenti essenziali e delicate atmosfere, quasi mistiche: soffici melodie create da Michele Fedrigotti (pianoforte e co-arrangiamenti) e dagli archi del Nuovo Quartetto Italiano, accompagnati dal virtuosismo canoro di Simone Bartoli (sopranista).
La copertina inedita per questo ventennale anniversario (1999-2019), realizzata dall’art director e storico amico Francesco Messina,riprende un particolare del dipinto di Battiato “Donna con rosa” (1999); l’artista è infatti notoriamente riconosciuto non solo come musicista, compositore e cantautore, ma anche come regista e pittore. Una riproduzione dell’opera è presente anche all’interno dell’edizione speciale per il 20° anniversario.

TRACKLIST
LATO A
  1. La canzone dell’amor perduto
  2. Ruby Tuesday
  3. J’entends siffler le train
  4. Aria di neve
  5. Ed io tra di voi
  6. Te lo leggo negli occhi
LATO B
  1. La canzone dei vecchi amanti
  2. Era de maggio
  3. Che cosa resta
  4. Amore che vieni, amor che vai
  5. Medievale
  6. Invito al viaggio

Aldo Ascolese: domani al Caffè Melchionni in Alessandria

rubrica a cura di Fabrizio Capra

Aldo Ascolese e Domenico BertaAldo Ascolese, sicuramente è uno dei migliori interpreti (se non il migliore) delle canzoni di Fabrizio De Andrè,  capace di far emozionare il pubblico durante le sue esibizioni e al tempo stesso di coinvolgerlo.
Aldo si esibirà, con Domenico Berta, domani, giovedì 28 febbraio, in Alessandria al Caffè Melchionni (via Chenna 18) con il spettacolo dal titolo “Da Faber al cielo”.
Aldo Ascolese oltre a portare avanti la poesia di De Andrè, fresco vincitore per la sesta volta del premio come migliore interprete delle canzoni di Faber, è un cantautore fortemente legato ai temi sociali, memore delle sue origini, capace di condire le sue canzoni con un sapiente pizzico di ironia (vedi il capolavoro intitolato “La Nonna”) ed è, inoltre, un bravissimo fotografo capace di immortalare nei suoi scatti vere emozioni, tra l’altro ha ottenuto anche un Premio Newton come miglior ritrattista.
aldo ascoleseAldo Ascolese, genovese classe 1964, all’età di 14 anni abbandona gli studi e inizia a lavorare nel porto di Genova, vera fucina di umanità e luogo ricco di spunti capaci di stimolare la creatività. Passano un paio d’anni, siamo a inizio anni ’80, Aldo Ascolese entra in possesso di una prima chitarra (usata) e inizia a suonare insieme a Bambi Fossati perché la musica è la sua passione e la sua vita, un qualcosa che ha dentro senza la necessità di dover studiare o prendere lezioni (anche se lui stesso si rammarica del fatto di non aver potuto studiare musica), un vero talento di quelli che ormai ce ne siamo dimenticati
Probabilmente l’aver imparato da autodidatta, però, l’ha preservato dalla omologazione che troppo spesso le scuole e gli insegnanti di musica impongono ai propri allievi (ma non succede solo nella musica) e l’ha salvato dalla castrazione della genialità creativa artistica.
Un piacere ascoltarlo, entrare in sintonia con lui quando con la sua voce particolare riesce a trascinarti nel vortice dell’estasi musicale e non conta quale canzone di Fabrizio propone o di altri cantautori o le sue, perché è lui che ti attira e ti seduce.

Aldo Ascolese - foto Olga Rybakova

foto di Olga Rybakova (da Facebook)

Quando canta, quando parla, quando si scherza insieme si sente in lui, anche se da qualche tempo si è trasferito tra vini e amaretti in terra di Mombaruzzo, in provincia di Asti, quella genovesità che solo loro hanno, quelli che, per dirla alla Paolo Conte, è gente “forse un po’ selvatica”.
Tempo fa Enzo Braschi mi diceva che a Genova o si è mugugnatori o si diventa comici… io aggiungerei anche cantautori perché la Superba è una fucina inesauribile di spunti per le più fervide teste creative ed Aldo lo annovero, personalmente, tra queste, tra i grandi della canzone genovese.
E dopo tutte queste parole bisogna solo andare ad ascoltarlo.
Poi se non potete domani Aldo si esibirà, sempre con Domenico Berta, sabato 2 marzo ad Albenga (chiesa sconsacrata di San Lorenzo in piazza Rossi), venerdì 8 marzo a Recco (al Farris Bar in Lungomare Bettolo 11) e lunedì 11 marzo a Genova (alla Pizzeria Del Ponte in via Pisa 3/R).

Alessandria: giovedì serata dedicata a Fabrizio De Andrè con Enzo Gentile e Le Quattro Chitarre di Genova

di Fabrizio Capra

acsal quattro chitarreSettantanove anni fa oggi nasceva Fabrizio De Andrè, una persona di cui serbo ancora piccoli ma intensi ricordi che rivivono in me ogni qualvolta (sovente) ascolto una sua canzone o, come è capitato di recente, rivederlo in qualche documentario trasmesso dalle tv nazionali, buon ultimo quello trasmesso dalla RAI alcune settimane fa in occasione dei vent’anni dalla sua prematura scomparsa (11 gennaio 1999) quando fu mandato in onda uno stralcio della sua partecipazione alla Rassegna della Canzone d’Autore – Club Tenco a Sanremo nel 1984 quando ricevette, insieme a Mauro Pagani, due targhe per Creuza De Mä… ebbene in sala, quella sera, posso fieramente affermare che c’ero anch’io e che poco prima con lui e Paolo Conte ci trovavamo (io in mezzo a loro) al bancone del bar del Teatro Ariston a chiacchierare di musica e canzoni.
Pertanto mi ha fatto particolarmente piacere, oggi, ricevere l’informazione che acsal 21 feb faberAlessandria dedicherà a Faber una serata, e che serata!
Giovedì 21 febbraio, dalle ore 19, l’Associazione Cultura e Sviluppo che ha sede nella piazza che porta il nome dell’indimenticabile artista genovese (e che la stessa associazione fu promotrice di questa intitolazione) presenta la “Serata De Andrè”.
Fabrizio De Andrè ha rispecchiato con le sue canzoni una parte importante della nostra società e della storia della nostra Italia, raccontando l’avventura umana dei più umili, ha fotografato il nostro tempo, ne ha espresso gli ideali e le sfumature della vita quotidiana con esemplare capacità di sintesi, spirito di denuncia e un’efficacia poetica tale da raccogliere i massimi riconoscimenti pubblici.
Nella prima parte dell’incontro (dalle 19 alle 20,30) verrà presentato il libro Amico Faber, nel quale l’autore Enzo Gentile coinvolge e chiama a testimonianza centotrenta amici di De André, collaboratori, partner di musica e non solo: figure note o del tutto sconosciute alle cronache che lo hanno accompagnato nella lunga parabola artistica o nei più significativi passaggi della sua esistenza.
fabrizio de andreIl lavoro lascia affiorare aneddoti, rivelazioni, momenti d’intimità che mettono a fuoco il messaggio e definiscono l’uomo: un viaggio che va dalla Genova degli esordi agli ultimi giorni, inseguendo la trama dei ricordi, dei pensieri, delle tracce più autentiche di un artista immenso.
Nella seconda parte (dalle ore 21) il gruppo musicale “Le Quattro Chitarre di Genova” offrirà al pubblico il concerto Come l’amore rosso, con le canzoni più significative del repertorio di Fabrizio De André, costruito in 35 anni di carriera, a partire dalle prime e celeberrime La canzone di Marinella, La città vecchia, Via Del Campo, passando alle note di Andrea, Fiume Sand Creek, per attivare nel finale a Creuza de mä.

GIOVEDI 21 FEBBRAIO 2019
ore 19.00- 22,30 (con pausa buffet alle 20,30)
SERATA DE ANDRÉ
interverranno
ENZO GENTILE - giornalista, conduttore radiofonico, consulente per dischi, cinema e teatro, curatore di mostre e manifestazioni, docente
LE QUATTRO CHITARRE DI GENOVA -Pasquale Dieni (chitarra ritmica, seconda voce, narratore), Aldo Ascolese (voce solista, chitarra, armonica a bocca), Gianluca Origone (chitarra solista e arrangiamenti), Gianni Amore (chitarra e arrangiamenti)