Caterina Bertini bags: borse moderne che sanno d’antico

di Cristina Vannuzzi
Caterina Bertini fautrice di una visione creativa secondo la quale le opere d’arte devono essere fruibili anche come oggettistica comune e diventare parte del vissuto quotidiano del  consumatore.

Oggi la nuova generazione, che vive nella velocità, che usa tablet, selfie, smarphone, web, internet, guarda contemporaneamente moda, arte, cinema, video, food, vino, viaggi, diciamo tutto, in estrema velocità, usa dunque praticare la moda per fare arte. È in definitiva un confine molto labile ma che fa capire come l’arte e la moda compongono un progetto visivo contemporaneo, anche per il fatto che “arte artigiana” vuole anche dire “pezzo unico”.
Il brand Caterina Bertini è fautore di una visione creativa secondo la quale le opere d’arte devono essere fruibili anche come oggettistica comune, in parole povere, diventare parte del vissuto quotidiano del  consumatore.

Caterina Bertini

Caterina ha alle spalle una famiglia di imprenditori,  in una zona limitrofa di Firenze a vocazione della lavorazione della paglia, azienda fondata nel 1925 da Michele Bertini e specializzata da subito nella produzione dei tipici cappelli in paglia fiorentini, una delle realtà più importanti in tutta la provincia di Firenze.Una radicale rimodernizzazione negli anni ’90, la terza generazione rappresentata da Caterina  con i suoi fratelli, che a metà degli anni Novanta ha preso le redini dell’azienda creando accessori per alcune delle firme più prestigiose sul mercato nazionale e internazionale.
Uncinetto, intreccio, macramè, paglia, lino, puro cotone, raffia, lurex abbinati a filati pregiati ed avvolgenti come lana e feltro incontrano la pelle e il suede delle rifiniture, fondendosi in una palette di colori brillanti che non tralascia alcuna tonalità, compreso il candore del bianco. Linee morbide, eleganti e senza tempo, si accompagnano al corpo femminile delineandosi in un sorriso, simbolo di una donna che reagisce alla vita con positività, contrapponendo alle difficoltà energia ed ottimismo.

la famiglia Bertini

Caterina Bertini, una delle voci di artista/designer più originali, fiorentina, presenta, ogni stagione, alle Fiere Internazionali più prestigiose, il suo progetto inedito sull’accessorio borsa, sospeso sul filo dell’arte nata da universi paralleli, reminiscenze d’antico, scoperta di un mondo immerso nella natura circostante. L’artista/designer,coerente su un percorso di ricerca fra unicità della forma e modernità del materiale, è mossa dalla curiosità che la stimola a cercare concetti nuovi, non banali, forme, una sofisticazione che porta alla manualità originale, infatti crea elementi – il cappello di paglia, la borsa da donna – che hanno, come elemento diversificatore la proposta all’utente finale di un prodotto unico, in quando fatto a mano, arte pura abbinata alle rifiniture del pellame, del bamboo, dei nastri, flash di emozioni d’arte per aprire una strada nuova, unica e originale, per una elevata qualità del prodotto, per concepire in maniera viva, originale, eclettica, un accessorio utile, che fa moda, che veste, glamour ma che è in sintesi un opera d’arte street style.

Una tecnica innovativa la sua, che entra nel suo immenso bagaglio di idee di designer, che genera l’emozione di una cosa unica, espressione senza limite che va dal disegno al glamour dell’arte concentrata in un accessorio femminile, una borsa, un abbinamento intrigante che ha come tema la curiosità che fa scaturire una creatività senza limite.
Borse senza tempo, cappelli come la “paglia di Firenze”, attuali ma antichi, per esprimere la personalità di chi li porta ed infine la borsa, l’opera d’arte,che ne diventa cifra di base, si potrebbero chiamare contaminazioni d’autore  oppure semplicemente il modo di vivere un opera d’arte, non solo appesa ad un chiodo in casa o in galleria, ma  direttamente on the street. Ogni collezione è un racconto, un viaggio tra i sentimenti, i paesaggi toscani, le immense distese di verde, di prati, filari di vite, cancelli ricoperti di glicine in fiore e gli elementi che la natura omaggia quotidianamente all’uomo.

Esaudire i sogni delle donne, da sempre muse ispiratrici degli artisti, creando accessori da indossare come vere e proprie opere d’arte, capaci di renderle oggetto di ammirazione a loro volta, diventa la mission creativa del brand Caterina Bertini.
…  A volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni… – Alessandro Baricco

Michele e Giovanni Bertini s.n.c.
Via Della Balduccia 30/32
50058 San Mauro a Signa
Firenze ITALY
info@caterinabertini.it

Zancobel: parlare la lingua del futuro

di Cristina Vannuzzi
Presentata la capsule collection sportswear della giovane designer Isabella Zanconato, un progetto che si basa su criteri di responsabilità sociale e ambientale.

Parlare la lingua del futuro significa tener conto della svolta epocale cui ci ha costretto la pandemia.
Isabella Zanconato, una giovane designer che vive a Milano lo fa presentando la sua capsule collection sportswear guardando alla salvaguardia del mare.
I suoi capi non sono solo prodotti, ma storie da raccontare e da cui prendere ispirazione.
Il brand Zancobel prende il nome dalla stilista e ha un proprio percorso di valori e progetti per salvaguardare il territorio e l’artigianalità del Made in Italy.
Ispirato al padel, uno sport popolare e sempre più in crescita negli ultimi anni, e altri sport di racchetta come tennis e ping-pong, Isabella ha innescato un processo di“democratizzazione” della moda, come fece Lea Pericoli negli anni ’50, mutando profondamente le dinamiche del brand e della palette.

Isabella Zanconato

La designer ha aggiunto un alto contenuto creativo dal design del prodotto ideato per il minimo scarto di tessuto, proponendo poi una collezione etica e unisex, dove i capi possono essere mixati tra loro e con requisiti produttivi a basso impatto per l’ambiente: i filati provengono dalle reti da pesca, quindi un materiale al 100% rigenerato e riciclati, infine capi tinti al vegetale realizzati rispettando l’ambiente.Il progetto si basa su criteri di responsabilità sociale e ambientale, ridisegnando una filiera in cui i rifiuti hanno un valore per creare una soluzione sostenibile e scalabile che riduca l’inquinamento da plastica marina – raccogliendo i rifiuti, trasformandoli in un filo riciclato e contribuendo a ripulire i mari.
I capi tecnici utilizzati in questi sport devono avere tessuti con caratteristiche particolari e prestazioni molto specifiche come traspirazione, elasticità e durevolezza.

Questi requisiti hanno spinto i produttori a usare tessuti sintetici che derivano da materiali termoplastici come poliestere e poliammide.
Zancobel sceglie invece un percorso di scoperta e consapevolezza creando capi con un tessuto tecnico resistente agli urti e agli sfregamenti che derivano da una filiera del Made in Italy completamente sostenibile e a basso impatto ambientale.
La designer collabora con HealthySeas per supportare un progetto ampio e ambizioso in cui i volontari ScubaDiver sono coinvolti nel recupero dei rifiuti di plastica negli oceani – comprese bottiglie e reti da pesca- e poi nella loro trasformazione in un capo ad alte prestazioni.
Uno sguardo al mare, dai gabbiani alle vele fragili come farfalle, il silenzio nelle notti d’estate, romanzi d’amore e d’avventura, per ripetere all’infinito la storia di un rapporto intenso dell’uomo con il mare, sempre in bilico tra attese e incontri, e proprio dal mare la designer Isabella Zanconato oggi guarda al futuro.
https://www.instagram.com/zancobel/

10 anni di Unesco de “I Longobardi in Italia”

di Cristina Vannuzzi
Bagnati con i grandi vini del Sannio dalla fiorentina Elisabetta Rogai –EnoArte.
Elisabetta Rogai con l’assessore
Rossella Del Prete

Su invito della dottoressa Rossella Del Prete, assessora alla cultura di Benevento, è arrivata a Benevento, da San Casciano dove risiede, l’artista Elisabetta Rogai portando dalla Toscana la sua EnoArte per brindare  e dipingere con i magnifici vini del Sannio i 10 anni di Unesco del sito “I Longobardi in Italia”.
Ne fanno parte l’area della Gastaldaga e il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria ForisPortas a Torba e a Castelseprio (VA), la Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG), il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).

Elisabetta Rogai davanti
alla Chiesa di Santa Sofia

Sono infatti trascorsi esattamente 10 anni da quel sabato 25 giugno 2011, quando da Parigi,  l’UNESCO dichiarò Patrimonio Mondiale dell’Umanità il sito seriale “I Longobardi in Italia”, che divenne il 46esimo sito Italiano iscritto e portando all’attenzione internazionale un popolo antico e spesso poco considerato. Da allora, per i sette Comuni coinvolti nel sito seriale, è iniziato un nuovo percorso che sarà celebrato nel corso di tutto quest’anno con una grande festa diffusa in tutto il territorio nazionale e celebrata nelle sette località accomunate dalla storia longobarda, attraverso un nutrito calendario di eventi organizzati a partire dal 25 giugno 2021.
Il Sito seriale comprende le più importanti testimonianze monumentali longobarde esistenti sul territorio italiano, che si situano dal nord al sud della Penisola, laddove si estendevano i domini dei più importanti Ducati Longobardi, che formarono quella che possiamo definire la prima «nazione» italiana. I beni compresi nel Sito, rigorosamente selezionati, sono, ognuno per la propria tipologia, il modello più significativo o meglio conservato tra le numerose testimonianze diffuse sul territorio nazionale e rispecchiano l’universalità della cultura longobarda nel momento del suo apice

Elisabetta Rogai intevistata dalla Rai

E sarà proprio la fiorentina Elisabetta Rogai che affascinerà il pubblico con una sua performance live con l’Aglianico della Cooperativa agricola del Consorzio La Guardiense, davanti ad un parterre di ospiti e autorità, dall’assessore alla cultura Rossella Del Prete, al Sindaco di Benevento Clemente Mastella, Carlo Torlontano, Prefetto di Benevento; Antonio Di Maria, Presidente della Provincia di Benevento; don Mario Iadanza, Direttore Beni Culturali Arcidiocesi di Benevento; Laura Castelletti, vice sindaco di Brescia e Presidente Comitato Decennale Longobardo; Ugo Picarelli, Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico Paestum; Felice Casucci, Assessore al Turismo Regione Campania.
Con la stessa emozione provata per il Drappellone del Palio di Siena, per l’affresco alla Scuola di Guerra Aerea, per aver dipinto il ritratto di Giacomo Tachis, per le varie performace live in giro per il mondo in Grecia, a Los Angeles, a Hong Kong, all’ Interwine China, aGuangzhou,l’Artista omaggia una importante pagina culturale Italiana, riconosciuta dall’Unesco, e lo fa con la sua tecnica unica – EnoArte – e con un grande vino del Sannio.

Consorzio La Guardiense
60 anni di cooperazione e di storia enologica,1.000 soci1.500 ettari di vigna200.000 quintali di uve5 linee di prodotto: janare, aicon, fremondo, classica e spumanti2 vitigni principe: falanghina ed aglianico1 enologo consulente d’eccezione - Riccardo Cotarella- egregiamente supportato dall’enologo aziendale Marco Giulioli.
La cooperativa agricola, una delle più grandi in Italia, è stata fondata nel 1960 da 33 soci lungimiranti e coraggiosi, oggi ne conta circa mille. Agricoltori che coltivano a conduzione diretta più di 1.500 ettari di vigneto situati in collina a un’altitudine di circa 350 metri sul livello del mare, dando vita mediamente ad una produzione annua di circa 200.000 quintali di uve.
Presta grande attenzione alla sostenibilità ambientale facendo uso per i suoi processi produttivi, di energia rinnovabile proveniente da un proprio innovativo impianto fotovoltaico.
Possiede uno tra i più importanti impianti di spumantizzazione del Mezzogiorno.
Ma non sono i numeri a dare senso alla Guardiense. La Cantina, guidata da soli tre presidenti in cinquant’anni, ha saputo adeguarsi ai tempi e al cambiare dei mercati, diventando simbolo del progresso tecnologico per l’intera provincia e riuscendo a coniugare esperienza e modernità.

Finalmente… Primavera!

di Cristina Vannuzzi
È arrivata la primavera che ci porta il risveglio completo della natura e il ritorno delle rondini. La naturopata Patrizia Pellegrini ci racconterà del carciofo.

Sembrava che non volesse arrivare, forse era spaventata dalla pandemia, dai mille problemi che sono derivati ma poi… improvvisamente, è arrivata la Primavera e con lei abbiamo riscoperto le rondini che non vedevamo da tanto tempo, i giardini, gli spazi segreti, raccolti e profumati, luminosi e fioriti, piante ordinate che narrano di una primavera che si arricchirà d’estate in tempi dolci di luce intensa.
Siamo fortunati, stanno tornando le rondini, che hanno percorso più di 5000 km in volo, piccole, sembrano fragili perché pesano 20 grammi, hanno superato il Sahara, il Mediterraneo, volato contro il vento di tempeste, ma, straordinarie, vengono a fare il nido proprio sotto i nostri tetti…

La Primavera sembra arrivare apposta per apprezzare la dolcezza dello zucchero e quei sapori morbidi che si fondono sul croccante e il profumato, tra la tenerezza e l’intensità, una coccola attraverso le sensazioni generate dall’inventiva di mani sapienti di Cristina Todaro chef che ci propone una sua ricetta sul “fiore” primaverile – il carciofo (che sarà pubblicata domenica nella rubrica “Arte Culinaria”, ndr).
Chiediamo inoltre a Patrizia Pellegrini, di parlarci, da naturopata, di un ortaggio primaverile, un “fiore” come il carciofo, per avere il senso del fascino del giardino per vivere le atmosfere dolci che dal tramonto conducono alla sera, l’ospitalità e lo stare insieme in un universo di armonie di gusto per immergersi in un piccolo mondo fatto di colori che riposano lo spirito, come un magico piatto che si racconta, una sorpresa suntuosa come la stagione e i suoi ritmi in un equilibrio fra colori spudorati e ospitalità, fascino e buongusto, sedersi davanti a un piatto che rappresenta il ritrovare le persone con le quali si intende condividere un esperienza… come dire che il benessere viene mangiando.

L’ORTAGGIO DEL BENESSERE, dolce o salato in cucina è prelibato
I carciofi sono particolarmente indicati nelle diete dimagranti per il loro basso contenuto calorico  oltre che molto ricchi di fibre e di minerali, mentre relativamente basso il contenuto di sodio. Hanno effetti diuretici e migliorano i disturbi della digestione e del fegato grazie alla cinarina che stimola la secrezione di bile e aumenta l’eliminazione di colesterolo, hanno effetti antiossidanti e protettivi del fegato. Vengono utilizzati nella medicina naturale per combattere nausea, intossicazioni, stitichezza e flatulenza. La loro attività depurativa, derivata dall’azione sul fegato, sul sistema biliare e sul processo della digestione, fa sì che estratti di carciofo vengano usati per dermatiti legate ad intossicazioni, artriti e reumatismi. Il carciofo crudo, tagliato a fettine sottili e condito con olio extravergine di oliva e con succo di limone, esprimerà la sua massima proprietà nutrizionale svolgendo un’azione protettiva sul fegato. Non dimentichiamoci di buttar un occhio al passato e farci raccontare dalle nostre mamme ciò che preparavano per il cambio di stagione per la salute della famiglia: acqua di foglia di carciofo, depurativo eccellente! Avete presente il famoso CYNAR? Bene è il liquore che nasce dal carciofo, più esattamente, dalla cinarina che è una sostanza depurativa presente in buona quantità.
Perché non pensare quindi di preparare un dolce al carciofo che abbia in se la succitata sostanza depurante e proporlo in un pasto.

PATRIZIA PELLEGRINI
Naturopata docente ed esperta di  Bioterapeuta NUTRIZIONALE®
Iscritta al registro F.A.C. (Federazione delle Associazioni Certificate) pos.N 96
Professionista certificato ACCREDIA
Conforme alla normativa tecnica UNI, Legge 14 gennaio 2013, n. 4
Patrizia Pellegrini è esperta in Riflessologia Plantare, Iridologia e Floriterapia. La sua formazione Naturopatica è stata acquisita presso la New Port UniversityItalianBranch di Roma.
Master in bioterapia Nutrizionale ®️ Applicata.
Master in Nutrigenomica e DNA degli alimenti.
Docente di Antropologia presso l'Ateneo Salesiano di Roma nel corso di studi di Naturopata - VixSanatrixNaturae Roma.
Iscritta alla F.A.C. e Past Presidente dell'Associazione Tone, "Tree of Natural Energy", con la quale organizza seminari informativi "Prevenire è meglio che Curare" su tutto il territorio nazionale.
Socia della FidapaSez di Roma e della Casa Internazionale Delle Donne in Roma.
Nata ad Ancona e vissuta a Manziana, professionalmente presente nelle principali città italiane collabora con studi medici e centri benessere.
È co-autrice di un libro sulla Costituzione Iridologica, collabora e scrive con diversi giornali nazionali, con la testata online Napoliflash24 , presenza costante in tv calabresi con rubriche naturopatiche bioterapeutiche nutrizionali.
Svolge la sua professione a Milano, Roma, Manziana, Firenze, Roccella Jonica, Napoli, Ottaviano(Na), Amantea, Campora San Giovanni, Reggio Calabria.
Patrizia Pellegrini, Naturopata - Bioterapeuta Nutrizionale ® - www.patriziapellegrini.com

Enoarte: il Dante infernale di Elisabetta Rogai per celebrare il “Dantedì”

di Cristina Vannuzzi
Elisabetta Rogai, artista fiorentina nel 2020 ha festeggiato il cinquantenario di attività e in questo 2021 i dieci anni di Enoarte, celebrati con un lavoro dedicato a Dante Alighieri protagonista indiscusso di quest’anno.
Elisabetta Rogai
Dante infernale
Vino rosso e colori a olio

su tela 100×70 cm

Lo scorso anno ha festeggiato 50 anni di attività artistica. Quest’anno brinderà – è proprio il caso di scriverlo – ai suoi “primi” dieci anni di Enoarte, la tecnica di pittura esclusivamente con il vino rosso al posto del colore.
Elisabetta Rogai, artista fiorentina ormai nota a livello internazionale anche per questa sua particolarità, ha appena portato a termine la sua ultima impresa: realizzare un quadro ispirato alla Divina Commedia, e in particolare a Dante Alighieri che oggi sarà omaggiato in tutta Italia in occasione del “Dantedì”. L’opera, dal titolo Dante infernale, infatti è tratta dai versi 34-36 del XXI Canto dell’Inferno del poema dantesco: L’omero suo, ch’era aguto e superbo/carcava un peccator con ambo l’anche/e quei tenea de’ piè ghermito ’l nerbo.

Elisabetta Rogai con Guglielmo Pongelli

Spiega l’Artista: «Alla fine della prossima estate, ovviamente Covid permettendo, parteciperò a una mostra temporanea. Mi hanno chiesto di dipingere un’opera ispirata a tre terzine del XXI Canto della Divina Commedia, ovvero quando Dante vede il demone che scaraventa i dannati nella pece. Però, anziché nel momento in cui il peccatore era sulle spalle della creatura maligna, io ho dipinto questa mentre indietreggia un attimo dopo aver gettato il dannato nella pece. Così è nata Dante infernale – aggiunge  Elisabetta Rogai -. La creatura maligna non ha le ali, queste per me sono una prerogativa degli angeli, portatori del bene. Il peccatore, gettato dalle spalle del demone, una volta nella pece ardente risale a galla e si dispera con le mani alla testa. Nel dipinto – conclude – i colori caldi del vino (e a tale scopo ho usato diverse annate di Brunello di Montalcino) cercano  di rendere meno atroce la scena diabolica, sulla quale tuttavia campeggia il profilo del Sommo Poeta, che invece ho tracciato con un Rosso Pozzuoli, estremamente più brillante delle altre nuances».
L’opera è realizzata su tela (100×70 centimetri) e, non appena possibile, la si potrà vedere nello studio d’artista di Elisabetta Rogai, in via Tartini 13/b (zona piazza Puccini) a Firenze.
www.elisabettarogai.it

Dieci anni di Enoarte
A dieci anni esatti dalla prima volta, Elisabetta Rogai quindi continua il suo viaggio pittorico con la Enoarte. Era il 2011 quando l’artista ebbe un’intuizione rivoluzionaria: sulla tavolozza, infatti, il vino diventa arte grazie alla tecnica di fissaggio naturale adottata dall’artista, cioè i colori non sbiadiscono oltre una certa soglia. Dunque il vino invecchia sulla tela passando dalle cromie tipicamente giovanili a quelle caratteristiche della maturità. Di norma, in cantina questo processo richiede diversi anni, mentre sulla tela la trasformazione della tonalità di colore si avvia già dopo un mese e si completa nei mesi successivi. E lo stesso vale per l’aceto balsamico, di cui in mostra si potrà ammirare un’opera.
L’Artista
Elisabetta Rogai
è una degli artisti contemporanei toscani di maggior successo a livello nazionale e internazionale. Ha rappresentato tante volte l’arte toscana negli USA, in Cina, Giappone e Grecia, in tutto il mondo, in occasione di celebrazioni che esaltano l’Italia come il suo Astrid dipinto nel 2006 con il Chianti Classico e diventata l’etichetta della bottiglia del vino ufficiale del semestre della Presidenza dell’Unione Europea. In 50 anni di attività pittorica Elisabetta Rogai ha all’attivo una serie infinita di mostre: Washington, Cannes, Venezia , Assisi, Franciacorta, Lituania, Hong Kong, Forte dei Marmi, in Palazzo Medici Riccardi a Firenze (dicembre 2014) e nominata “Artista dell’anno” della sudamericana Friends of Arts Foundation. Autrice il ritratto di Oriana Fallaci per il Consiglio Regionale della Toscana, Elisabetta Rogai è l’unica artista donna che ha eseguito l’affresco celebrativo per i 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze e una “sintesi”, olio su tela, donata dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per gli 85 anni della Forza Armata. Inoltre il Corriere della Sera ha scelto un suo dipinto per la prima pagina del giorno inaugurale di Vinitaly 2015. Sempre nel 2015 – anno dell’Expo - ha dipinto il Drappellone del Palio di Siena (Palio dell’Assunta del 16 agosto) vivendo un’emozione “mai così forte in tutta la mia vita” ha rivelato l’Artista, rappresentando la Madonna Assunta in cielo con un'aureola di spighe di grano, con esplicito riferimento al contenuto dell’Expo “Nutrire il pianeta”. Dal 2011 la pittrice fiorentina “comunica anche il vino”, cioè diffonde l’amore per l’arte e per il vino nel mondo in maniera singolare, anche perché con la sua EnoArte è riuscita ad incentivare l’incontro tra pittura e enologia. Infatti la Rogai dipinge usando esclusivamente vino rosso e poi bianco per le velature, al posto del colore, una tecnica unica che apre un nuovo rapporto con la materia e la natura. Il vino si fissa sulla tela e poi invecchia esattamente come farebbe nelle bottiglie passando da tonalità rosso porpora a rosso ambrato, infine il processo si arresta mantenendo la luminosità delle tinte. I suoi dipinti hanno insomma qualcosa di vivo che conferisce nuovo fascino alle immagini, i suoi soggetti preferiti sono femminili, donne dai lunghi capelli, in momenti di riflessione e sogno, ma anche cavalli dalle criniere al vento, aquile, falchi. I riferimenti artistici sono contemporanei, con una grande attenzione all’equilibrio compositivo e a un’espressività sussurrata, a volte triste, ma sempre coerente, quasi una riflessione sul destino femminile, il parallelismo fra vino e donne. E a tale scopo, la scorsa estate nel Foyer del Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago (Viareggio, LU), nella mostra “Alba rosa. Pitture al femminile di Elisabetta Rogai”, l’Artista ha mostrato una serie di dipinti ottenuti con la tecnica della enoarte e altri con colori a olio, donando alla Fondazione Festival Pucciniano il ritratto di CioCio San, cioè di Madama Butterfly, anch’esso dipinto con il vino rosso.

Un giorno, uno shooting… il talento di un fotografo. Checco De Tullio allo Spazio Art d’Or a Bari

di Cristina Vannuzzi
Il racconto dello shooting che ha visto protagonisti gli abiti della collezione di Arianna Laterza Haute Couture, attraverso la voce del fotografo.

Checco De Tullio, di professione fotografo… la moda, le cose, gli abiti, la cucina, le ricette, gli accessori, l’arte, i quadri, i gioielli… li “usa” e non solo per gustare un variopinto gelato o una morbida crema oppure un lembo di un abito mosso dal vento ma li fotografa su raffinate mise en place oppure in riva al mare o in uno showroom pieno di colori e di cultura e poi li usa, in maniera complice, ne fa il suo sfondo, si diverte a giocare con le nostre sensazioni, cambiando le carte in tavola e spingendoci a guardare la realtà da un altro punto di vista, magari attraverso una lente di ingrandimento.
Complice il ticchettio della macchina fotografica, sullo sfondo una musica viene interrotta dai suoi comandi secchi, presente la ragazza del ritocco al trucco, ai capelli, gli rubiamo le sue emozioni…

«Noi siamo quello che facciamo, e, nel  mio caso sono  come Alice, letteralmente immerso in uno shooting della collezione di abiti di Arianna Laterza Haute Couture, in un paese incantato come lo Spazio Art d’Or di Marina Corazziari, dove gli abiti di questa giovane e talentuosa stilista sembrano farfalle in volo, lievi, sognanti, in un mood che mi sa di casa, profuma di terra, l’odore di casa mia, dove rinasco mille volte ogni volta che torno a casa, odori e ricordi che fanno parte della mia vita, che mi accompagnano in ogni evento cadenzando i momenti, fanno ridere la mia anima, mi accompagnano fra la gente.
Fotografando io rubo l’attimo, devo trasmettere la passione e la qualità che c’è dietro  ogni cosa, dietro un piatto, una ricetta ma anche dietro ad un abito, la ricerca di un tessuto secondo lo stilista…  svelare l’arte artigiana, il “fatto con le mani” dietro le creazioni, il talento, l’arte,  in un attimo devo fermare e mostrare l’abilità, il tessuto, il designer e il suo talento, la sua storia, esalto il primo attore che sono le sue mani, le faccio parlare, fisso il candore delle stoffe, le pieghe, la luce, i chiaroscuri della materia, i colori, esalto la sua fantasia, l’estro, mille pensieri condensati nell’attimo, prove su prove,  accostamenti,  io devo tramettere la cultura visiva, ma ad ampio respiro, far riflettere chi osserva, farlo immedesimare in una condivisione creativa, ribaltare la forma in un riflesso per gli occhi.

Come si dice…..
io “racconto”storie con la mia macchina fotograficae la mia è una bella storia perché faccio parlare i miei  giochi fantastici, che raccontano  incredibili  parole e pensieri, viaggi mai intrapresi ma solo immaginati, visioni diverse, talenti e storie di uomini e donne, immagini non banali di monumenti e chiese, piazze, il mare, la vita, per parlare di una cultura ad ampio respiro, sperimentazione e contaminazione fra linguaggi ed esperienze diverse».
Crediti
Designer: Arianna Laterza Haute Couture
Crediti Photo: Checco De Tullio
MUA: Angela Noemi Scamarcio – Background Model Management
Model: Beatrice Rollo e Ance Šķērstena
Location: Spazio Art d’Ora Bari
Gioielli: Marina Corazziari Jewels

Press: Cristina Vannuzzi

Fashion Bridal Luxury Designer: Academy Make Up Artist by Rosaria Ottaiano

di Cristina Vannuzzi
Stilista e wedding designer, Rosaria Ottaiano narra le sue spose ponendo attenzione alla sostenibilità dei prodotti tutti made in Italy.

Academy Make Up Artist by Rosaria Ottaiano, stilista e wedding designer, che  inscena la narrazione della bellezza delle “sue” spose attraverso il make up e la preparazione della sposa attraverso studi ed emozioni che arrivano dai fasti del passato, studi fatti sulle immagini delle madonne rinascimentali, ornate da sete nobili ed eleganti che aprono uno sguardo metafisico che guarda alla modernità e come tale ha nel suo DNA il sentire creativo della sua terra, la Campania, ma anche contaminazioni dal Surrealismo, Metafisica, Rinascimento, De Chirico e Piero della Francesca,. il suo è un progetto professionale, un rivoluzionamento della preparazione della sposa, studiato, concepito e preparato come progetto di un opera pittorica.
Ma è la Campania, il mare, il Mediterraneo, tutto contribuisce alla contaminazione dall’ambiente che la circonda, un tutto che è sicuramente l’ispirazione che la stilista ha sempre avuto, una sorta di sensuale sirena che partendo  dal mare  ritorna al mare…..è come se volesse perdersi tra le onde, dove il  mare della Campania bacia il cielo, tra gli stridi rauchi dei gabbiani, il lento dondolio delle onde del mare, inesorabile ed eterno.

Ed è cercando materia e sogni, trovando colori e alghe, incontrando sirene e fantasia, la stilista  usa la sua creatività per vivere in un sogno dove il mare è il suo elemento, da cui prende ispirazioni fino a vivere  il suo  romanzo d’amore con la natura,  l’elemento che diventa la sua ispirazione, che diventa arte superando il concetto di opera fatta manualmente, il suo prezioso “fatto a mano” per lo scenario ideale per opere che dalla natura, e in questo caso dal mare, traggono ispirazione e al mare ritornano, per evocazione e suggestioni,  ma anche il suo mare,  il Mediterraneo, crocevia di culture e lingue diverse.
Una attenzione particolare è rivolta ai materiali – assolutamente ecosostenibili, ogni prodotto ha la sua storia, le sue particolarità, il suo stile, le sue emozioni, date e ricevute,  come flash di petali di una calla per incorniciare il viso, il capo di moda diventa oggetto di design.
La sua sposa è come una pagina bianca dove la stilista gioca con la luce, esaltandola, con i chiaroscuri, con le pieghe, ne esprime le forme. La sposa di Rosaria ritrova l’anima che abita dentro le sue creazioni e contemplando le “sue spose” viene in mente un capolavoro unico come “La camera degli sposi” del Mantegna.

Rosaria Ottaiano

«Direi che buona parte del mio iter creativo si spiega alla luce del mio background e della mia formazionecome ci spiega la stilista designer.- Natura e tessuto abitano le mie creazioni, diventando protagoniste ambedue, per me la moda è poesia, intuito, fantasia, ma è anche metodo e atteggiamento progettuale che si fonda sulla concezione dell’abito – e da questo mi ispiro per passare al make up e alla creazione dell’acconciatura dei capelli –  come risultato di un intervento programmato e consapevole sulle forme».
Rosaria Ottaiano, un artista a 360° ma rigorosamente attenta anche alla sostenibilità dei prodotti che usa, infatti si affida ad una linea tutta italiana come l’azienda internazionale HM make-up Italy affermata nel mondo del Cinema TV e moda e con la quale collabora sia per i numerosi eventi di grande importanza internazionale come formatrice d’eccezione Non a caso nella sua Academy, in collaborazione con HM make-up Italy, organizza stage di formazione riguardante trucco base avanzato, trucco sposa, trucco fashion, trucco cinema ed effetti speciali.
La stilista prosegue l’intervista: «Per le mie “spose” mi ispiro al mondo fiabesco che ciascuna donna sogna, e di cui spesso fa inconsapevolmente parte. Preferisco le tonalità tenui, del bianco, come colore predominante perché fin dalla notte dei tempi ha sempre rappresentato l’essenza della femminilità, arma di seduzione incosciente, ma anche le sue molteplici sfumature di tonalità che il volto e le sue espressioni offrono, dall’acconciatura della testa e che  sono pronte a svelarci la personalità di noi donne, femminili e coraggiose allo stesso tempo».

Così Rosaria “racconta” la sua sposa, unica e candida, un insieme, quindi, di valori, tradizioni e processi che ben esprimono l’identità di uno stile e di un brand italiano, che contribuiscono a rendere l’Italia un eccellenza mondiale.
«Come dico sempre, ciò che ci rende diversi e riconoscibili, è il Made in Italy, concepito non come un connotato geografico, ma identitario. Pur cercando di adeguarmi ai tempi che corrono, rimango una fan della sposa tradizionale e dei bozzetti fatti a mano che preparo al primo incontro con la futura sposa che non perdono mai il loro autentico fascino e ci ricordano l’importanza della nostra storia artigianale, di maestri d’arte».

San Valentino: Bottega lancia Pink Gold Prosecco Rosé

La Capra Enoica (Fabrizio Capra)
Oggi la rubrica curata da La Capra Enoica ospita il comunicato stampa – segnalto da Cristina Vannuzzi Landini - relativo al Pink Gold Bottega Prosecco Doc Rosé Brut, il nuovo vino spumante, fresco, complesso e fruttato, è un regalo perfetto per celebrare il giorno più romantico dell'anno.

Pink Gold è un Prosecco Doc Rosé Brut, creato da Bottega per offrire ai consumatori una versione premium del nuovo Prosecco rosato.
Si tratta di uno spumante intrigante che incontra pienamente il gusto femminile. Nasce da un blend di uve Glera e Pinot Nero della zona del Prosecco DOC, che vengono coltivate secondo tecniche classiche e tradizionali e che hanno mantenuto inalterate negli anni la loro qualità e la loro tipicità.

Pink Gold Bottega è racchiuso in una bottiglia bassa e larga dalla forma insolita. Il suggestivo packaging è arricchito dall’inconfondibile livrea, realizzata con un esclusivo processo di metallizzazione, grazie al quale il colore rosa diventa parte integrante della superficie esterna del vetro.
Lo spumante, fresco, complesso e fruttato, è impreziosito dall’elegante bottiglia, che ne fa il regalo ideale per celebrare San Valentino.
Pink Gold Prosecco Doc Rosé va servito in calici flute a una temperatura di 5/6° C.
Ottimo come aperitivo, da accompagnare a finger food e a piccole fritture della tradizione italiana, è anche un vino da tutto pasto. Si abbina egregiamente a pesce crudo (tartare e carpaccio), risotti al radicchio e salsiccia, secondi di carne e pesce non troppo elaborati, come filetto di maiale con verdure o scorfano al forno con patate.

Pink Gold Prosecco Doc Rosé
La coltivazione delle uve Glera e Pinot Nero, utilizzate per la produzione di Pink Gold Prosecco Doc Rosé Brut, si estende nella zona del Prosecco DOC. Questo territorio è caratterizzato da un clima mite e da suoli argillosi di origine alluvionale ricchi di minerali, condizioni ideali per esprimere al meglio le proprietà dei vitigni Glera e Pinot Nero.
Le uve vengono raccolte quando le analisi sensoriali effettuate in vigna sugli acini evidenziano una naturale acidità e una buona mineralità (indotta dal terreno). Poiché le due varietà hanno tempi di maturazione differenti, vengono vinificate separatamente.
Le uve Glera, raccolte di massima a metà settembre, vengono diraspate e pressate delicatamente. La prima fermentazione avviene in vasche d'acciaio dopo l'aggiunta di lieviti selezionati. Le uve Pinot Nero, invece, vengono raccolte a fine agosto e quindi diraspate e pressate delicatamente. A contatto con le bucce si attiva la macerazione prefermentativa che si protrae per circa 12-16 ore e che consente di estrarne il colore. Il mosto viene quindi separato dalle bucce e fatto fermentare a temperatura controllata.
I due vini ottenuti, insieme ad una percentuale di mosto di Glera, vengono successivamente assemblati e rifermentati secondo il metodo Martinotti, noto anche come Charmat, a temperatura controllata di 15-16 °C. Il periodo di rifermentazione ha una durata media, che si protrae peroltre 2 mesi.
Il vino è caratterizzato da un colore rosa madreperla brillante e da un perlage fine e persistente. Il bouquet presenta note olfattive complesse con spiccati sentori floreali (gelsomino, fiori di sambuco e bocciolo di rosa) e sentori fruttati di pera e pesca bianca. Si arricchisce di note speziate e di sottobosco nel finale. Fresco e leggermente sapido, riproduce al palato una complessità simile a quella olfattiva.

L’amore nel 2021? Lo raccontano i protagonisti di “Alla ricerca di A”

di  Cristina Vannuzzi Landini
Il romanzo di San Valentino (anche in audiolibro) è tra i preferiti della community di Instagram: una storia d’amore attraverso la quale intraprendere un viaggio nelle emozioni.

San Valentino è alle porte, e niente meglio di una storia d’amore può rappresentare il mondo dei sentimenti dell’uomo contemporaneo. Come nel caso di “Alla ricerca di A”: non un semplice romanzo, ma una storia che era lì ad aspettare la penna del suo autore.
Il romanzo è firmato dal celebre ed eclettico Creative Consultant Vinicio Mascarello, disponibile su Amazon Ebook e in libreria e nella versione audiolibro con la voce di Andrea Tagliabue.
Alla ricerca di A” è un viaggio che il lettore intraprende attraverso gli occhi del protagonista e che lo conduce ad abbandonarsi ad un sentimento, l’amore, che prende il volo verso la sua vera identità.
Il romanzo ha riscosso il favore di critica e pubblico, con interviste e recensioni su influenti testate e magazine online, nonché nel mondo social grazie ad una fitta rete di influencer che l’hanno letto e amato, condividendolo tra i followers al grido dell’hashtag #allaricercadiA.
Edito da Berica editrice, il libro racconta le vicende di Matteo e Francesca, due innamorati contemporanei, i cui destini si incontreranno: compagni di avventure da bambini, si ritroveranno anni dopo per caso.
Tra loro nascerà un grande amore – racconta Mascarello destinato a lasciare un segno indelebile nelle loro vite e a cambiarle profondamente”. Ricordi e speranze, progetti e desideri si intrecciano nel racconto di Matteo, “allo stesso tempo attore, spettatore, critico e protagonista autentico della sua storia”.
Il romanzo appassiona e coinvolge, guardando con sincerità alle domande e alle risposte che cerchiamo sull’amore e sul coraggio di accettarle fino alla fine.
Il protagonista, l’affascinante Matteo, rappresenta l’uomo di oggi: “È appassionato e ironico e la sua storia è quella di tutti. La sua è la passione tipica di chi sa guardarsi dentro con sincerità per poter vivere davvero”.
Il libro, scritto in lockdown nella primavera 2020, è nato con spontaneità e dedizione: “All’inizio non ne ho fatto parola con nessuno. In estate, sistemando dalle scartoffie dell’ufficio, mi è capitato per le mani il malloppo che avevo stampato e mi sono soffermato a rileggerlo. Il ritmo è quello del tempo di questo ultimo anno, che cambiato il mondo, ma non ha intaccato i miei sogni”.
E così è partito il progetto editoriale Alla ricerca di A: una grande storia d’amore che ricorda chi siamo e dove stiamo andando.

Un estratto di Alla ricerca di A
Camminavo per la strada, sotto la pioggia fitta, gocce come punte acuminate a colpire l’asfalto, e me. La mano mi faceva male, le nocche sbucciate per i pugni dati contro il muro, eppure quasi non me ne rendevo conto. Stordito e confuso, mettevo un piede davanti all’altro senza quasi accorgermene, sopraffatto dall’impressione di aver appena finito di giocare il match della vita: il cuore che ancora sussultava, singhiozzando, la testa brulicante di pensieri confusi e, insieme, completamente svuotata di senso e direzione. Camminavo e basta, senza sapere se e quando mi sarei fermato.
L’AUTORE
Vinicio Mascarello
è nato a Montecchio Maggiore (Vicenza) nel 1976. È un sognatore e consulente creativo per aziende ed eventi. Firma la rubrica Moda e Tendenze per L’Arena, Il Giornale di Vicenza, BresciaOggi e ha fondato Vi. il blog di Vinicio (www.ilblogdivinicio.it). “Alla ricerca di A” è il suo esordio nella narrativa. www.viniciomascarello.com
LA VOCE NARRANTE
(versione audiolibro)
Classe 1987, Andrea Tagliabue è speaker e doppiatore pubblicitario, voce per spot, video aziendali e audiolibri, documentari, doppiaggi, corsi di formazione ed e-learning. Ha cominciato la sua attività prestando la sua voce per contenuti divulgativi di carattere storico-scientifico e ha pubblicato il Dizionatore, sistema che aiuta a leggere un testo italiano con la corretta dizione.

Alla ricerca di A
di Vinicio Mascarello
Berica Editrice, 161 pagine
Prefazione di Luca Ancetti (Direttore de il Giornale di Vicenza)
- in esclusiva su Amazon Ebook (LINK) e nelle migliori librerie
- audiolibro: www.ilnarratore.com/it/vinicio-mascarello-alla-ricerca-di-a-download/
Codice ISBN: 9788885539365
Copertina: ph Andrea Marcato, directed by Aldy Gdowska Przylipiak
Progetto Grafico Berica Editrice
Finito di stampare nel mese di dicembre 2020
Tipografia Centroofset Master S.r.l.
FEEDBACKTemporale e macerie. La luce gelida del neon e la pioggia che batte, sopra quel tunnel. C'è un’atmosfera sospesa eppure elettrica, malinconica eppure romantica, nel primo book trailer che annuncia l'uscita del romanzo d'esordio di Vinicio MascarelloGiulia Armeni – il Giornale di VicenzaIl più celebre event planner del Veneto esordisce in letteratura con un romanzo che parla d’amoreMargherita Grotto – Radio VicenzaLa storia di Matteo e Francesca non ha una narrazione che costruisce per nascondere, ma per mostrarci e affondare nelle emozioni. Questa storia d’amore ci mostra il modo in cui si conosce la persona per quella che è e non per quella che vorremmo che fosseTamara Malleo – TeleLombardiaAlla ricerca di A è una lettera d’amore a tutte le storie d’amore, fugaci, decennali, terminate, eterneIlaria Falcone – Non Solo Cinema

Il Lungomare di Napoli si trasforma in set cinematografico per le riprese di Gomorra 5

di Cristina Vannuzzi Landini
Sono in corso le riprese di Gomorra 5. Dietro la realizzazione di film o serie televisive girano moltissime persone. Cristina Vannuzzi Landini ci scrive del make up utilizzato firmato HM Make Up Italy di Luciano Carino.

In questi giorni il Lungomare di Napoli si è trasformato in set cinematografico per le riprese di Gomorra 5.
In queste settimane si sta girando in diversi luoghi del capoluogo campano: dal Centro Direzionale al lungomare, da Rotonda Diaz ad alcune zone come la Vela gialla di Scampia e Ponticelli.
Le prime scene sono state girate all’inizio di settembre a Riga, in Lettonia e adesso la troupe si è spostata a Napoli.
Le riprese si sarebbero dovute fare la scorsa primavera, ma sono slittate per Covid.

Luciano Carino e la figlia Miriam

Gli attori sono tornati a girare sui luoghi simbolo della serie che tornerà prossimamente con la quinta stagione.
Da anni l’industria culturale e creativa ci offre tantissimi contenuti e ruoli professionali particolarmente nel mondo del cinema e delle serie televisive che ci fanno conoscere tanti film e prodotti seriali che ormai hanno acquistato un ruolo quasi dominante nella nostra vita per quanto riguarda il concetto di entertainment.
Dietro la realizzazione di un film o di una serie televisiva, ci sono tanti ruoli professionali, abbiamo figure importantissime, che lavorano dietro le quinte.

Gente che studia attentamente i contenuti e i testi, le figure dei racconti, gli interpreti,  si occupano degli abiti, dei costumi, del trucco, dei prodotti, un racconto delle tante creatività e talenti che ruotano intorno alla moda, ai servizi fotografici, agli studi televisivi, tra gli altri è importantissimo il trucco, la qualità dei prodotti.
Fornitore ufficiale per la serie Gomorra 5 dei prodotti del make up è HM Make Up Italy di Luciano Carino, un nome storico nel mondo della moda, prodotti che supportano la creatività e la fantasia degli interpreti del film.

Una collezione di prodotti cosmetici “ipoallergenici” soggetti a scrupolosi controlli, comprensivi di un gran numero di test dermatologici.
Gli innumerevoli studi fatti su ogni prodotto servono a verificare che il prodotto sia ben tollerato da un largo campione di individui.
Mascara, matita, eyeliner, i tre arnesi del mestiere indispensabili del make up, una collezione formulata interamente con ingredienti naturali.
Luciano Carino è un mago del make up, un creativo, la sua postazione è il backstage, coadiuvato dalla bella figlia Miriam, capace di usare la duttilità delle sue mani per costruire, su una tela bianca di un volto, un mondo diverso, ricco di fascino e di fantasia con evidenti e dichiarati richiami alla leggerezza che usa per costruire strutture articolate e complesse come pensieri, composizioni ardite come sogni.
 HM Make Up Italy – Via Giosuè Carducci, 61 – 80121 Napoli NA