Musei chiusi, gallerie chiuse? Dal 16 aprile il cuore di Asti medievale sarà animato da una singolare installazione di Erk14, fruibile da tutti semplicemente passeggiando a occhi aperti.
Lockdown, smartworking, dad, parole nuove di un’apparente nuova normalità. La realtà è che siamo chiusi: scuole chiuse, negozi chiusi, musei chiusi, teatri chiusi, noi chiusi in casa, la testa piena di preoccupazioni e il cuore indurito tra ricordi e rimpianti. In un mondo che ha dovuto improvvisamente modificare un parametro prossemico (la distanza sociale) all’artista spetta il compito di aprire e di riprogettare il mondo… E così capita che Erk14 ripercorra con la levità di un linguaggio dolente e colorato la storia di questi lunghi mesi chiusi. Lo fa in maniera imprevista e irrituale, assolutamente fisica, lontana dalle derive di una virtualità cui vorrebbero abituarci. Lo fa ad Asti, a Palazzo Zoya, rendendo le sue finestre aperte veri tableau vivant. Ci invita a non rinunciare alla bellezza, a non perdere mai il coraggio di guardare a occhi aperti.
Chi si troverà dunque a passare per via Carducci 63 davanti a Palazzo Zoya (uno dei palazzi più antichi di Asti, nel cuore della città medievale) potrà visitare una mostra in assoluta sicurezza, senza alcuna barriera fisica tra sé e l’opera se non l’aria di questa nuova strana primavera, senza alcun brusio se non quello dei propri pensieri e il tuffo al cuore delle proprie emozioni. Qui in un pop object che mischia oggetti di archeologia quotidiana (tazze e caffettiere, sedie e finestre aperte sul niente, sole e lampadine, tavoli e specchi, forbici e fiori, pattern eleganti da tappezzerie british decor) c’è tutta la storia di un anno vissuto davanti agli schermi di tv, pc, smartphone e videogiochi, in un ansia bulimica di notizie e di cibo, nascondendo tra le tende e le coperte improvvisi tzunami emotivi che non sapevamo di possedere. E poi c’è l’armadio dei ricordi, durissimo da aprire senza la possibilità delle lacrime davanti a chi non abbiamo salutato, senza abbracci. Le spine di giorni e di giochi sbagliati e le fiamme di un dolore in gabbia. Uno story-board dal maturo sincretismo tra surrealismo, pop e metafisica, sempre sorretto però dalla speranza di un colore assolutamente onirico e innaturale e aperto al volo finale degli aquiloni. Sta forse nascendo qualcosa di nuovo a Palazzo Zoya?
I protagonisti
Palazzo Zoya è un palazzo medievale di Asti situato in via Carducci, nel rione Cattedrale. È stato considerato erroneamente dal Gabiani come probabile sede del Comune in epoca consolare. Il palazzo nasce dall'accorpamento in periodo duecentesco di alcuni edifici medievali preesistenti. Anteriormente due edifici a base quadrata erano divisi da un'entrata che immetteva nella "corte", delimitata posteriormente da altri due edifici medievali. Alla fine del Duecento il varco d'entrata fu chiuso e l'edificio venne sopraelevato di un piano, con la costruzione di sei grandi finestre monofore, di cui tre in cotto e laterizio alternati. Il piano nobile venne ristrutturato, con l'innalzamento delle volte e la dipintura dei soffitti lignei con profili di personaggi coronati d'alloro alla moda rinascimentale. Nel 1577 l'edificio passò alla famiglia Zoya, in particolare a Bonifacio, dottore in medicina. Bonifacio intervenne sul palazzo facendo costruire prospiciente la facciata interna una bellissima loggia, a doppio ordine di arcate, sostenute da colonne che recano sui capitelli le iniziali BO-ZO del committente. Anche la sala del piano nobile venne affrescata con grifoni e satiri in stile classico, tipico dell'epoca.
ERK14 nasce nel 1986 a Carmagnola (To), vive e lavora a Napoli. Artista, art director, designer, dopo 11 anni di lavoro presso agenzie di comunicazione tra Napoli, Roma e Milano, la creazione di un proprio brand di streetwear e le collaborazioni come designer con altri marchi moda, nel 2014 intraprende la ricerca artistica stimolato dalla necessità di raccontare le dinamiche del quotidiano, spesso frutto di disagi non dichiarati. Inizia così un’ intensa ricerca iconografica e iconologica sulle simbologie degli oggetti di uso comune associati a impulsi e dinamiche accidentali del quotidiano. Senza mai fornire una visione univoca delle sue opere, ma attraverso l’indicazione delle infinite possibilità insite in esse, Erk14 lascia al pubblico la scelta di sviluppare una propria visione. Partito dall’uso rigoroso del bianco e nero, dall'apparente semplificazione semantica e dalla resa grafica e stilistica “impersonale”, senza “sbavature” nel 2020 inizia a sperimentare il colore come medium di maggiore empatia con lo spettatore. Tra le ultime mostre ricordiamo nel 2015 Magna Contemporanea, collettiva a cura di Marco Capasso e Pietro Tatafiore, Complesso di San Domenico Maggiore, Napoli e le personali Paradossi, a cura di Franco Cipriano, Spazio 011, Torre Annunziata, e Inside, a cura di Pietro Tatafiore, 1 Opera Gallery, Napoli. Nel 2016 Black and White, personale a cura di Marco Sermoneta, Profilexpo, Roma e le collettive Network, Galleria Fidia, Roma, a cura di Serena Di Giovanni e Lo cunto del Mediterraneo, a cura di Pietro Tatafiore, Casa della Cultura, Atrani. Nel 2017 le due personali Erk14, a cura di Beppe Treccia allo spazio Killer Kiccen di Milano e CAOS experiment n.1, a cura di Bruna La Mura allo Spazio Intolab di Napoli. È del 2018 la grande mostra di Napoli a Palazzo Fondi, con il patrocinio del Comune di Napoli e la curatela di Federica di Lorenzo, sulle simbologie del quotidiano. Del 2019 NNNN Natura Naturans, Natura Naturata, collaterale istituzionale in seno a ExpoArte, Montichiari, Brescia e TRANSITI, collettiva a cura di Raffaella A. Caruso promossa dal Consiglio Regionale del Piemonte a Palazzo Lascaris, Torino. Nel 2020 viene inserito dal Museo Copelouzos di Atene nel 35x35 project-Italia, mostra istituzionale dedicata ad artisti italiani contemporanei. Nel 2021 è tra gli artisti selezionati dalla Onlus Pane Quotidiano per la creazione di un murales di m 3x11 per la sala refettorio della sede di Milano. Con la galleria Eidos Immagini Contemporanee partecipa alle principali fiere di settore (ARCHEO, Artefiera Bologna IN GALLERIA digital experience e Miart 2020 digital).
Artista/ ERK14 Titolo/ A OCCHI APERTI Sede/ Palazzo Zoya - Asti – Via Carducci 63 Date/ aprile - maggio 2021 Curatore/ Raffaella A. Caruso Biglietto no Info in loco con QR CODE In collaborazione con EIDOS IMMAGINI CONTEMPORANEE galleria.eidos@gmail.com www.galleriaeidos.com www.erk14.com
Domani, lunedì 1° febbraio, tra i programmi Rai “I demoni” di Fëdor Dostoevskij nell’adattamento del 1972 firmata da Sandro Bolchi; per la serie “Museo Italia” Antonio Paolucci ci accompagna agli Uffizi e per “Storia delle nostre città” c’è Asti.
Il teatro di Fëdor Dostoevskij: “I demoni” secondo Bolchi Nell’ambito dell’omaggio a uno dei maggiori interpreti della letteratura russa, Fëdor Dostoevskij, nell’anno in cui cade il bicentenario della nascita lo spazio pomeridiano dedicato al teatro, Rai5 – dal primo al 5 febbraio alle 16.00 – propone “I demoni”, nell’adattamento televisivo del 1972 diretto da Sandro Bolchi, che dopo I fratelli Karamazov porta nuovamente Dostoevskij sul piccolo schermo. Sceneggiatura di Diego Fabbri. Nel cast, Luigi Vannucchi, Glauco Mauri, Lilla Brignone, Gianni Santuccio, Paola Quattrini, Luigi La Monica, Angiola Baggi, Marisa Bartoli, Antonio Battistella, Warner Bentivegna, Mario Carotenuto, Luigi Diberti, Giulia Lazzarini, Loredana Savelli, Alberto Terrani. In una città russa, un gruppo di anarchici congiura per la rivoluzione. In realtà sono divisi e velleitari, ma le loro trame servono ottimamente agli scopi di un misterioso individuo che manovra per gettare la città nel caos e per perseguire sue vendette personali.
Il Museo Italia: agli Uffizi con Antonio Paolucci Capitale mondiale dell’arte, Firenze ospita un elevato numero di musei e gallerie che testimoniano la straordinaria ricchezza artistica di questa città unica al mondo. Lo storico dell’arte Antonio Paolucci, dopo aver raccontato il Museo del Bargello e la Galleria dell’Accademia, prosegue il suo viaggio tra i musei di Firenze nel nuovo appuntamento con la serie “Museo Italia“, in onda lunedì 1 febbraio alle 20.30 su Rai5. In questa puntata, Paolucci visita gli Uffizi partendo da piazza della Signoria, cuore simbolico della città. Di fronte alla copia del David di Michelangelo, simbolo della libertà fiorentina e del buongoverno, la Loggia dell’Orcagna o dei Lanzi è per i visitatori una sala degli Uffizi a cielo aperto: ricca di sculture in marmo e bronzo sia di epoca rinascimentale che dell’antichità classica, permette ad ogni passante quell’esperienza della Bellezza, che anticipa l’incontro coi tesori degli Uffizi, a pochi metri di distanza. Il palazzo degli Uffizi, il cui nome indicava appunto gli uffici del potere burocratico che accoglieva, fu realizzato per volere dei Medici in pochi anni dal Vasari che, come ricorda il professor Paolucci, scriveva di averlo costruito “sopra il fiume e quasi in aria”. Nelle sale degli Uffizi ogni opera è un capolavoro, come in un’ideale antologia ogni opera pittorica testimonia un momento specifico nella storia dell’arte, una tecnica, un modo di concepire il mondo. Dal “Polittico di Badia” di Giotto all’Annunciazione di Simone Martini, dall’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano alla “Madonna col bambino e S. Anna” di Masaccio e Masolino, al Paolo Uccello della Battaglia di San Romano vediamo prender forma, nelle sue esemplificazioni più alte, l’arte umanistica. Nella sala di Botticelli il professor Paolucci spiega come nel confronto tra le opere del pittore fiorentino con il Trittico Fortinari di Hugo van der Goes si possano capire i due Rinascimenti d’Europa: il naturalismo fiammingo e la visione prospettica, il classicismo italiano. E ancora capolavori del Cinquecento dal Tondo Doni di Michelangelo a Raffaello, pittore della bellezza italiana, avanti nella storia della pittura italiana fino alla drammaticità dello sguardo ipnotico della Medusa di Caravaggio. Nel segno del rapporto tra architettura e paesaggio il professor Paolucci conduce nel Corridoio Vasariano, la straordinaria strada aerea coperta di quasi 1 chilometro che collega gli Uffizi a Palazzo Pitti: il percorso privato dei Medici per raggiungere la reggia passando sopra l’Arno, sopra Ponte Vecchio come se ‘cavalcassero la città’.
Storia delle nostre città: Asti la città delle cento torri Un luogo da scoprire con calma, godendosi incredibili dettagli, come le torri che sorgono vicino ai palazzi medievali, individuabili per il colore rosso del mattone e il giallo del tufo che s’intrecciano in delicate cornici e decori. È Asti la meta di “Storia delle nostre città” in onda lunedì 1 febbraio alle 21.10 su Rai Storia. Una città circondata da un mare di colline coltivate a vigneti, che ha trasformato l’essere fuori dai grandi circuiti del turismo di massa nel suo maggior pregio e che vive oggi una forte propensione nei confronti dell’industria e del commercio mantenendo salda l’anima artistica che ha segnato la sua storia. Una storia intensa che parte più di duemila anni fa quando antiche popolazioni di origine ligure fondarono il primo centro abitato. Successivamente, sotto il dominio romano la città prese il nome di Hasta Pompeia e, grazie alla sua favorevole posizione, divenne un nodo stradale obbligato per il traffico delle merci tra la costa ligure e le Alpi. Dopo il periodo imperiale, Hasta subisce una brusca crisi economica. Divenne residenza episcopale e sede di un importante Ducato longobardo. In seguito, verso la fine del XI secolo si tramutò nel più importante libero comune piemontese, nonché uno dei più potenti e ricchi comuni d’Italia. Nel 1155 subì un violento assedio da parte delle truppe dell’imperatore Federico I detto il Barbarossa. Tra il XVII e il XVIII secolo fu ripetutamente occupata ed invasa ma ancora oggi mantiene la testimonianza di un passato nobile e influente tra torri medievali e portici ottocenteschi. Oggi la città è famosa in tutto il mondo non solo per il suo grande passato ma anche per i suoi magnifici vini, in particolare l’Asti spumante. Ogni anno infatti, a settembre, vi si tiene uno dei concorsi enologici più importanti d’ Italia, denominato la Douja d’Or. Celebre è anche il suo Palio storico, manifestazione tra le più antiche d’Italia, che si svolge alla fine dell’estate e culmina con una corsa di cavalli montati “a pelo”, ovvero senza sella.
“Aleramici in Sicilia” il docufilm il cui progetto ha preso il via tre anni fa torna nelle terra natia, il Monferrato. Un lavoro impegnativo e faticoso per rendere omaggio agli Aleramici, al Piemonte e alla Sicilia.
Siamo giunti alle ultime battute delle riprese del docufilm “Aleramici in Sicilia”. Il progetto, partito tre anni fa per testimoniare questa storia di “immigrazione al contrario”, da nord a sud, che caratterizzò la fine dell’XI secolo italiano, è giunto alle riprese finali.
da sinistra Walter Siccardi, Samantha Panza e Fabrizio Di Salvo
Un progetto che vede oltre tre anni di lavoro alle spalle, più di venticinque interviste all’interno, viaggi e registrazioni audiovisive in moltissime località italiane ed europee. Riprese che necessitano ancora di uno sforzo da parte del regista e del suo staff perennemente al lavoro per rendere, con questo docufilm, non solo omaggio agli Aleramici, alle terre di Piemonte e Sicilia, ma a tutta l’Europa e, in parte, anche dare un messaggio di speranza alla società cercando di permettere a tutti di osservare i fatti storici con un’apertura maggiore e, soprattutto, dare l’opportunità di non dimenticare. Mantenere la memoria storica della razza umana, in quanto specie in costante migrazione e spostamento, e superare campanilismi, razzismi e pregiudizi. Dopo aver percorso un viaggio che ha portato il produttore e direttore del documentario Fabrizio Di Salvo dalla Sicilia alla Normandia, passando poi per la Svevia, per Parigi, per Istanbul e l’Ucraina, torna alla sua, e anche a quella degli Aleramici, terra d’origine, cioè il Piemonte e, in particolar modo per la dinastia, il Monferrato. Una terra oggi lontana parente del Monferrato storico, quella Marca Aleramica che vedeva tra i suoi territori anche zone oggi inserite in altre regioni quali la Liguria. Il passaggio in terra monferrina per Fabrizio, parte attiva del direttivo del Circolo Culturale Marchesi del Monferrato, non è solo doveroso, è qualcosa di più grande: un atto di amore per questa terra alla quale è legato in modo particolare.
Roberto Maestri
Lo è perché, a quasi due anni dalla scomparsa del suo amico e collaboratore Roberto Maestri, vuole cercare di tenerne viva la memoria, con l’attuale Presidente del Circolo Marchesi del Monferrato Emiliana Contie, soprattutto, rimarcare la forza del progetto che vide Fabrizio e Roberto uniti dall’intento comune di parlare di questa storica e misconosciuta “immigrazione al contrario”. Fabrizio ha proseguito permettendo ad Aleramici in Sicilia di divenire un progetto di portata nazionale e internazionale. Un progetto eseguito e cresciuto anche grazie al sostegno di altre associazioni con le quali collabora da anni e di cui, nel caso di alcune, è membro attivo. Parliamo dell’Officina Studi Medievali di Palermo, dell’Associazione Palladium di Corleone, del Club per l’UNESCO di Piazza Armerina e Sciacca, del Gran Palio di San Filadelfio di San Fratello (Messina), del Rione San Silvestro del Palio di Asti. Una ricerca, quella di Fabrizio, che si è estesa per avere la collaborazione e il supporto di vari accademici, nazionali ed internazionali, contattati di persona con viaggi in Europa e in varie regioni d’Italia. Senza dimenticare la comunicazione con diversi quotidiani e organi di stampa che fedelmente non hanno mai smesso di dare visibilità al progetto.
Castello di Pomaro
Riprese che potranno essere effettuate, per gentile concessione della Dott.ssa Barbara Rossignoli proprietaria del Castello di Pomaro Monferrato, in questa cornice suggestiva. Un luogo emblematico per la casata costruito in posizione strategica nel XII secolo dagli Aleramici e, passato ai diretti discendenti, i Paleologi nel XV secolo, trasformato in una sfarzosa dimora, dotata di uno splendido parco, che divenne meta dei soggiorni estivi aleramici. Lo staff che si è riunito ad Asti in occasione della Douja d’Or 2020, il prossimo ottobre si recherà nel Castello di Pomaro Monferrato. Il Regista sarà coadiuvato da un team di professionisti di alto livello, quali, Paolo Ignetti, Ottavio Zanotti, Antonello Renna e Roberto Prandi che si occuperanno della parte tecnica insieme a Gianni Gallo e Cinzia Pasquinelli.
Samantha Panza Principessa Valentina
La giornata sarà possibile soprattutto grazie al contributo di Samantha Panzadell’Antica Sartoria “Principessa Valentina” di Asti, nome dato in onore della principessa Valentina Visconti, figlia del Duca di MilanoGian Galeazzo Visconti, che pare aver soggiornato proprio nel palazzo sede della sartoria. Un centro di studi e ricerche che dal 1994 è diventato anche laboratorio sartoriale per restituire il fascino di epoche storiche grazie all’abbigliamento in costume. Una vera eccellenza italiana che vede collaborazioni con emittenti televisive nazionali quali RAI, Mediaset, LA7 e Sky ma anche internazionali come BBC e CNN. Si avvalgono, inoltre, dei capi anche numerose compagnie teatrali ed eventi quali il Palio di Asti e del Principato di Monaco, oltre ad essere fornitrice della Federazione Italiana dei Giochi Storici. Un ulteriore contributo renderà ancora più prestigiose le riprese. Infatti, oltre alle cinquanta comparse che riprodurranno le atmosfere del medioevo Monferrino-aleramico, sarà presente, nelle vesti di Aleramo stesso, il capostipite, il notissimo stuntman italiano Walter Siccardi. Si parla di un professionista del mondo del cinema presente in pellicole in costume di respiro internazionale quali I Cavalieri che fecero l’impresa, King Artur, Rome, La freccia nera, Il bene e il male, New Moon e il recente Robin Hood di Ridley Scott.
da sinistra Regista, Fabrizio Di Salvo; Filmmaker, Antonello Renna; FAI Sezzadio, Silvana Morbelli; Sindaco di Sezzadio, Enzo Daniele; Capo Gruppo FAI Annamaria Gobello; Attore e Stuntman, Walter Siccardi
Uno sword master, stunt performer e combat stunt che premierà, con la sua presenza, lo sforzo di tutto il lavoro fino ad ora compiuto e renderà ancora più professionali le riprese di questo documentario entrato ora nel cuore profondo del progetto, la fonte: il Monferrato. Sempre in questi giorni di inizio autunno sono state girate altre riprese con Aleramo-Walter Siccardi. La troupe e il regista si sono recati nella suggestiva e splendida cornice dell’Abbazia di Santa Giustina a Sezzadio (in provincia di Alessandria, ndr) proprio perché si tratta di un luogo molto importante per la dinastia Aleramica, uno spazio che ancora oggi riveste una certa importanza nel panorama storico-culturale del Monferrato. Un ringraziamento speciale per la collaborazione e la disponibilità dimostrata durante la giornata va al gruppo del FAI di Sezzadio Emilia Scauri, con capo gruppo AnnamariaGobello, e al Sindaco EnzoDaniele.
Domani, lunedì 5 ottobre, si parlerà dell’imperatore Augusto a “Passato e Presente” mentre per la serie “Storia delle nostre città” la protagonista sarà Asti.
A “Passato e Presente” Augusto, princeps dell’impero: con Paolo Mieli e il professor Umberto Roberto “A diciannove anni, a mie spese, ho arruolato un esercito con il quale ho liberato la Repubblica oppressa dal dominio dei faziosi”, così inizia il testo delle “Res Gestae Divi Augusti”, l’opera scritta da Ottaviano Augusto durante la sua lunga vita: un testamento politico, ma anche l’arma della sua propaganda. Augusto, princeps dell’impero, è al centro dell’approfondimento del professor Umberto Roberto e di Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda lunedì 5 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Il giovane Gaio Ottavio è pronipote di Giulio Cesare e, dopo il brutale assassinio dello zio, è designato dal testamento del medesimo come figlio adottivo e principale erede del suo patrimonio. Prende il nome di Ottaviano e, dopo una lunga serie di sanguinose lotte politiche, che si conclude con la vittoria ad Azio contro Antonio e Cleopatra, riesce a porre fine ai conflitti interni che da oltre un secolo assillano Roma. Augusto stesso esalterà la pace la prosperità del suo governo con un grande monumento: l’ara pacis augustae.
Storia delle nostre città: Asti, la città delle cento torri Un luogo da scoprire con calma, godendosi incredibili dettagli, come le torri che sorgono vicino ai palazzi medievali, individuabili per il colore rosso del mattone e il giallo del tufo che s’intrecciano in delicate cornici e decori. È Asti la meta del nuovo appuntamento con “Storia delle nostre città” in onda in prima visione lunedì 5 ottobre alle 21.10 su Rai Storia. Una città circondata da un mare di colline coltivate a vigneti, che ha trasformato l’essere fuori dai grandi circuiti del turismo di massa nel suo maggior pregio e che vive oggi una forte propensione nei confronti dell’industria e del commercio mantenendo salda l’anima artistica che ha segnato la sua storia. Una storia intensa che parte più di duemila anni fa quando antiche popolazioni di origine ligure fondarono il primo centro abitato. Successivamente, sotto il dominio romano la città prese il nome di Hasta Pompeia e, grazie alla sua favorevole posizione, divenne un nodo stradale obbligato per il traffico delle merci tra la costa ligure e le Alpi. Dopo il periodo imperiale, Hasta subisce una brusca crisi economica. Divenne residenza episcopale e sede di un importante Ducato longobardo. In seguito, verso la fine del XI secolo si tramutò nel più importante libero comune piemontese, nonché uno dei più potenti e ricchi comuni d’Italia. Nel 1155 subì un violento assedio da parte delle truppe dell’imperatore Federico I detto il Barbarossa. Tra il XVII e il XVIII secolo fu ripetutamente occupata ed invasa ma ancora oggi mantiene la testimonianza di un passato nobile e influente tra torri medievali e portici ottocenteschi. Oggi la città è famosa in tutto il mondo non solo per il suo grande passato ma anche per i suoi magnifici vini, in particolare l’Asti spumante. Ogni anno infatti, a settembre, vi si tiene uno dei concorsi enologici più importanti d’ Italia, denominato la Douja d’Or. Celebre è anche il suo Palio storico, manifestazione tra le più antiche d’Italia, che si svolge alla fine dell’estate e culmina con una corsa di cavalli montati “a pelo”, ovvero senza sella.
Palazzo Mazzetti di Asti ospiterà dal 19 settembre 2020 al 17 gennaio 2021 la mostra “Asti, città degli Arazzi”, mostra esclusiva interamente dedicata al territorio e alla manifattura locale.
Dopo il grandissimo successo ottenuto con la grande mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia” conclusasi il 16 febbraio e che ha raggiunto il suo record di visitatori con 58798 presenze e dopo la chiusura dovuta all’emergenza sanitaria Covid-19, dal 19 settembre la Fondazione Asti Musei organizza a Palazzo Mazzetti una mostra esclusiva interamente dedicata al territorio e alla grande manifattura locale: Asti, Città degli arazzi.
Apollo E Dafne, 1967 da Corrado Cagli Tessitura: Arazzeria Scassa 290×530 cm Asti, Collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Asti
Asti riprende il via e lo fa partendo proprio dalla sua storia, da alcuni grandi personaggi che ne hanno segnato le tappe e che, tramite l’arte del telaio, l’hanno resa nota in tutto il mondo per maestranze e prodotti di eccellenza. Attraverso l’esposizione di 21 arazzi, la città vuole rendere omaggio all’attività di Ugo Scassa e di Vittoria Montalbano, due delle più prestigiose manifatture astigiane protagoniste di un capitolo importante e unico nell’ambito del rapporto tra la città e l’ambiente artistico e culturale a partire dagli anni Sessanta del Novecento. In mostra grandissimi esempi realizzati da questi laboratori che hanno sia interpretato capolavori del Novecento che avviato collaborazioni con noti artisti italiani: gli arazzi Apollo e Dafne (1967) di Corrado Cagli;Composizione astratta (1968) e Pittura Murale (1980) da Luigi Spazzapan; Teatro delle Marionetteda Paul Klee e Tiro al bersaglio (1986) da Felice Casorati e sempre dall’arazzeria Scassa proviene Composizione astratta (2005) di Paolo Conte.
Pittura murale, 1980-1987 da Luigi Spazzapan Tessitura: Arazzeria Scassa 193×260 cm Asti, Collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Asti
Di Valerio Miroglio sono Omaggio a Rubens e Doppio sole (1989),Flora (1991) e F. Bomb (1986) e sempre realizzate al telaio da Vittoria Montalbano sono le opere esposte di Francesco Preverino, Sandro de Alexandris ed Eve Donovan.
La mostra Asti, Città degli arazzi è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte, dal Comune di Asti e dalla Camera di Commercio di Asti, sponsor Gruppo Cassa di Risparmio di Asti e con la collaborazione di Arthemisia per la comunicazione e la promozione.
Asti, Città degli arazzi
Palazzo Mazzetti
Corso Vittorio Alfieri, 357 – Asti
Fondazione Asti Musei
www.fondazioneastimusei.itinfo@fondazioneastimusei.it
T. +390141530403
orari: Martedì – domenica 10.00 - 19.00 (la biglietteria chiude un’ora prima) - Lunedì chiuso
Ad Asti dal 28 agosto al 6 settembre torna AstiTeatro, lostorico festival di teatro nazionale e internazionale, con la direzione artistica di Emiliano Bronzino, giunto alla quarantaduesima edizione e organizzato dal Comune di Asti nell’ambito del progetto di rete Patric (Polo astigiano per il teatro di ricerca e di innovazione contemporaneo), sostenuto dal 2018 dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando triennale per le Performing Arts 2018-2020, grazie al prezioso sostegno di Regione Piemonte, Fondazione CrAsti, Fondazione CRT, MIBACT, Fondazione Piemonte dal Vivo e ASP.
Quarantadue edizioni che sin dal 1979 hanno visto passare ad Asti infinite espressioni drammaturgiche e teatrali, co-produzioni internazionali con festival come Avignone, Santarcangelo di Romagna, Spoleto, e innumerevoli prime nazionali e debutti assoluti. Asti da 42 anni è una città che respira teatro e che ha modificato il suo assetto architettonico anche in quest’ottica.
Emiliano Bronzino
E anche in questo momento di diffusa difficoltà ad Asti il teatro torna protagonista e si riprende il suo spazio. AstiTeatro è un festival con la vocazione di luogo di scambio e di ritrovo. Dal 2017 il direttore artistico del festival è Emiliano Bronzino, regista diplomato al Teatro Stabile di Torino, sotto la direzione artistica di Luca Ronconi, per il quale ha lavorato come suo assistente alla regia per anni. È regista per il Piccolo Teatro di Milano, direttore artistico della Fondazione TGR Onlus e dello Spazio Kor e ha collaborato a lungo con la Fondazione TPE e per l’INDA al Teatro Greco di Siracusa. Due le missioni che Bronzino ha deciso di affrontare nella direzione artistica di AstiTeatro: generare un bene al servizio della Città di Asti e del suo territorio, in collaborazione con il sindaco Maurizio Rasero e l’assessore alla Cultura Gianfranco Imerito, e consolidare l’identità del festival e il suo ruolo nel panorama nazionale.
AstiTeatro 42, nei dieci giorni di festival con i suoi 23 spettacoli in programma consolida la sua vocazione per la drammaturgia contemporanea, con 5 prime nazionali e 7 prime regionali, ospitando ben 6 vincitori di Premi Ubu degli ultimi anni. Tra le location principali, alle quali si aggiungono piazze e cortili come in una grande costellazione, alcune delle quali vengono svelate e aperte per poche occasioni all’anno, tra cui proprio AstiTeatro, ci sono le chiese sconsacrate del centro storico di Asti, affascinanti spazi riconvertiti in sale teatrali. L’ex Chiesa del Gesù al Michelerio, in corso Alfieri 381,palazzo al quale era annesso l’antico monastero delle Clarisse, era un luogo di culto progettato a metà del XVI secolo da Vincenzo Seregno, lo stesso ingegnere della Fabbrica del Duomo di Milano, che ancora oggi costudisce al suo interno l’affresco “La Gloria del Paradiso” del noto pittore astigiano Gian Carlo Aliberti.
Lo Spazio Kor in piazza San Giuseppe, è un’architettura barocca che dialoga con la creatività contemporanea, all’esterno con l’opera “Lens Flare” di Valsania e Poletti, e all’interno con “La Macchina delle Illusioni”, un piccolo museo interattivo, ideato dallo scenografo Francesco Fassone, primo e unico spazio in Italia dedicato alla scenotecnica. Un’altra ex chiesa, il Diavolo Rosso di piazza San Martino, dal 2000 spazio multiculturale e ristorante dedicato al grande ciclista astigiano, Giovanni Gerbi, fungerà anche da ufficio informazioni e “quartier generale” del festival, oltre che punto di ristoro per il pubblico a fine serata. Saranno luogo di spettacoli anche il cortile del Michelerio, piazza San Secondo, il cortile dell’Archivio Storico e il Teatro Alfieri. Importanti per AstiTeatro anche le collaborazioni, come quella con il Festival delle Colline Torinesi, Fringe Festival di Torino, Kilowatt Festival e per la prima volta con Attraverso, il festival diffuso che, inseguendo le bellezze dell’UNESCO, si svolge su tre province e quattro territori del basso Piemonte. Ormai consolidata da anni quella con la Fondazione Piemonte dal Vivo, con cui si condivide una visione strategica sui temi dell’offerta culturale e della mobilità del pubblico. Prezioso anche il sostegno di Nova Coop, supermercato Coop appena inaugurato in via Monti 2, Asti, che darà man forte a molti eventi culturali della città.
Il festival si apre venerdì 28 agosto alle 21,45 in piazza San Secondo con “On the road”, spettacolo di circo contemporaneo e arti performative curato da ArteMakìa, compagnia guidata dall’artista e regista Milo Scotton. La “festa di apertura” si sposta alle 23.15 al Cortile del Michelerio per la proiezione del film “Guida galattica per autostoppisti” di Garth Jennings, in collaborazione con il Circolo Cinematografico Vertigo. Entrambi gli eventi sono a ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.
Sabato 29 agosto alle 19,30 allo Spazio Kor Eleonora Danco è autrice e protagonista di “dEVERSIVO”, atto unico dissacrante sul teatro e sulla vita ispirato all’opera di Robert Rauschenberg, fotografo e pittore americano vicino alla pop art. Alle 18 e alle 23 alla Chiesa del Gesù va in scena “Quando diventi piccolo”, di e con Massimiliano Loizzi, attore de ilTerzoSegretoDiSatira, capocomico e autore dei MercantidiStorie: tratto dall’omonimo romanzo, èla storia di un uomo, e di come la sua ragazza e i suoi figli gli abbiano salvato la vita. Alle 21,30 al cortile del Michelerio, in collaborazione con Attraverso festival, il nuovo spettacolo di Claudio Bisio e Gigio Alberti “Ma tu sei felice?”, nato durante il lockdown e tratto dall’omonimo libro di Federico Baccomo, una chiacchierata tra amici al bar apparentemente normale che si rivelerà essere qualcosa di più. Lo spettacolo sostituisce in cartellone "L'origine del mondo" di Sergio Rubini, annullato per sopraggiunti impegni professionali dell'attore.
Domenica 30 agosto alle 18 nel cortile dell’Archivio Storico Lorenza Zambon presenta il suo nuovo spettacolo in prima nazionale “La montagna vivente”, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Nan Shepherd, con musica dal vivo di Marco Remondini. Alle 20 al Teatro Alfieri Lino Musella presenta “The Night Writer. Giornale notturno” di Jan Fabre, per il quale ha vinto il Premio Ubu 2019 come migliore attore, un flusso di coscienza tratto dai diari personali dell’autore. Alle 22 nel cortile del Michelerio “In nome del padre”, che segna il ritorno di Mario Perrotta al festival, uno sguardo sul presente per indagare quanto profonda e duratura è la mutazione delle famiglie millennial e quanto di universale resta ancora.
Lunedì 31 agosto alle 18 al cortile dell’Archivio Storico si replica lo spettacolo di Lorenza Zambon, e alle 21,30 alla Chiesa del Gesù va in scena “La donna pesce”, spettacolo di Rosario Sparno, protagonista insieme ad Antonella Romano, tratto da un racconto di Andrea Camilleri e presentato con successo a New York lo scorso anno nella rassegna “In scena! Italian Theater Festival NY”. Alle 20 e alle 23 allo Spazio Kor Paolo Mazzarelli è autore e protagonista di “Soffiavento”, in anteprima nazionale, doveun noto attore immaginario – Pippo Soffiavento – è in scena con la sua ultima interpretazione: il Macbeth di Shakespeare. Ma qualcosa va storto, lo spettacolo si interrompe, e l’attore è costretto a calare la maschera.
Martedì 1 settembre alle 17,30 (con replica alle 21,30) il ristorante Oeuf di via Guttuari 12 ospita la performance virtuale “Segnale d’allarme - La mia battaglia VR” diretta e interpretata da Elio Germano e inserita nella stagione Public di Spazio Kor. Un’esperienza limitata a 35 spettatori a replica. Alle 22 al cortile del Michelerio Enrica Tesio e Mauro “Mao” Gurlino presentano “Gli adulti non esistono”, in parte tratto dal libro della Tesio, “Filastorta d’amore”, in parte frutto di una scrittura originale ad hoc per lo spettacolo: un uomo e una donna alla soglia dei quarant’anni, si interrogano su una fase della vita che il mondo chiama maturità e che invece si è rivelata essere una nuova adolescenza, una “quarantolescenza”. Questo spettacolo è realizzato in collaborazione con Attraverso Festival.
Mercoledì 2 settembre alle 19 alla Chiesa del Gesù debutta lo spettacolo di Daniele Ronco “Il grande giorno”, in cui l’attore in scena e un manipolo di spettatori volontari alimenteranno impianto luci e audio con l’ausilio di speciali biciclette, una riflessione di stringente attualità sull’ecologia e sul bisogno di “rallentare”. Alle 20,30 allo Spazio Kor debutta il testo di Fabrizio Sinisi “La fine del mondo”, con Gabriele Cicirello, Alice Spisa, Anahi Traversi e Angelo Tronca, diretti da Claudio Autelli, anche esso sul tema del disastro ecologico visto con gli occhi di quattro giovani in una Venezia avveniristica. Alle 22 al Teatro Alfieri Cirko Vertigo presenta “Off ballad” di blucinQue / Qanat Arte e Spettacolo, dovesette performer si interrogano sulla ineludibile inclinazione al conflitto, tra musica live ed elettronica, teatrodanza e una “pittura” circense di voli aerei e coreografie in un’atmosfera onirica e “sospesa”, sui testi poetici di Pessoa e a partire dal testo di Hillman “Un terribile amore per la guerra”.
Giovedì 3 settembre alle 20 alla Chiesa del Gesù va in scena “L’uno”, con Stefano Accomo, Anna Canale, Elena Cascino, Christian Di Filippo, Alice Piano, Marcello Spinetta, regia di Paolo Carenzo. La sera dell’ultimo dell’anno durante una cena tra amici si innesca una commedia degli equivoci, ora divertente ora più drammatica, dove si consuma il progressivo disfacimento di relazioni, affettive e famigliari. Alle 22 al Cortile del Michelerio tornano gli attori di Generazione Disagio con “Art”, spettacolo in prima nazionale prodotto da Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse. Una commedia crudele e divertente sull’amicizia, scritta dalla drammaturga francese Yasmina Reza e tradotta in trenta lingue, con gli attori di Generazione Disagio Luca Mammoli, Enrico Pittaluga e Graziano Sirressi.
Venerdì 4 settembre alle 19 e alle 23 allo Spazio Kor Paolo Valerio è protagonista de “Il muro trasparente”, il delirio di un tennista separato dal pubblico da una parete di plexiglass, con lo sport come metafora della vita. Sempre alle 19 e alle 23 alla Chiesa del Gesù “Pierre e Mohamed”, di Francesco Agnello, con Lorenzo Bassotto, una storia vera di fede, dialogo e martirio. Alle 21 al Teatro Alfieri torna la compagnia Berardi Casolari con il nuovo spettacolo “I figli della frettolosa”, scritto e diretto da Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, che affronta il tema della cecità e del significato più ampio che ha oggi la parola “vedere”, realizzato con il contributo dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Sabato 5 settembre alle 20 allo Spazio Kor arriva Il Mulino di Amleto con “Senza famiglia”, di Madgalena Barile: finalista al Premio Scenario 2017, racconta di una famiglia composta da cinque personaggi, tra conflitti e impossibilità di esprimersi con affetto. Una creazione folle e imprevedibile in cui una nonna, che ha fatto gli anni '70, risorge per convincere la figlia a cambiare vita, un’educazione politica e sentimentale tra generazioni destinata a un grottesco fallimento. Alle 22 al Cortile del Michelerio Oscar De Summa presenta il suo ultimo lavoro “Da Prometeo. Indomabile è la notte”, che lo vede protagonista con Marina Occhionero (Premio Ubu 2019 come miglior attrice under 35), Luca Carbone e Rebecca Rossetti, rivisitazione del mito di Prometeo, il titano che ruba il fuoco agli dei per donarlo agli uomini.
Domenica 6 settembre il festival si chiude con due spettacoli: alle 19 allo Spazio Kor va in scena “Tutto quello che volevo. Storia di una sentenza” di e con Cinzia Spanò, basato su un fatto di cronaca legato alla “Roma bene” e allo sfruttamento che offre lo spunto per una riflessione sul femminile. Alle 21 al Teatro Alfieri Davide Enia è protagonista e autore de “L’abisso”, spettacolo pluripremiato (Premio Ubu 2019 come miglior nuovo testo italiano, Premio Le maschere del teatro e Premio Hystrio Twister) di grande attualità: da un viaggio nella Lampedusa degli sbarchi Enia ha tratto un romanzo prima e uno spettacolo poi, facendo emergere frammenti di storie dolorosissime eppure cariche di speranza.
Prevendita biglietti presso la biglietteria del Teatro Alfieri, in via L. Grandi 16, aperta martedì e mercoledì dalle 17 alle 19, giovedì e venerdì dalle 10 alle 13; dal 25 agosto fino al termine del Festival tutti i giorni dalle 10 alle 17 e nei giorni di spettacolo un’ora prima di ogni rappresentazione direttamente in location. Per informazioni e prenotazioni 0141.399057 - 0141.399040.Biglietti: 10 euro intero; 8 euro ridotto abbonati stagione Teatro Alfieri, over 65, possessori Kor Card e tessera Plus Biblioteca Astense; 5 euro ridotto operatori.Ingresso libero per l’apertura con On the road e per la visione del film Guida galattica per autostoppisti.Biglietto per la visione di Elio Germano “La mia battaglia” 25 euro cena inclusa (spettacolo fuori abbonamento, 35 posti disponibili a replica presso il Ristorante Oeuf, per prenotazioni: 3491781140). Abbonamenti: Abbonamento a 10 spettacoli: 80 euro. È inoltre disponibile la card “AstiTeatro under25”, riservata ai giovani sotto i 25 anni, che dà diritto a 5 ingressi gratuiti, fino ad esaurimento disponibilità. Novità della quarantaduesima edizione di AstiTeatro “Pensiero profondo - 4 chiacchiere con gli artisti sulla vita, l’universo e tutto quanto”, aperitivo tutti i giorni alle 18 al Diavolo Rosso con i protagonisti del festival. Come ogni anno sarà aperta durante il festival tutta la sera l’osteria il Gat Rustì, in via Bonzanigo.
Interessante iniziativa quella del progetto di educazione alimentare promosso dall’Assessorato all’Istruzione della città di Asti.
Il progetto di educazione alimentare “ImMENSAmente BUONA”, promosso dall’Assessorato all’Istruzione della Città di Asti, in collaborazione con Fab – Fondo Assistenza e Benessere e con Lions Club Asti Host sbarca sul web.
“ImMENSAmente BUONA”, progetto dedicato alle scuole riguardante la corretta alimentazione e il ben-essere a 360 gradi, nasce con l’obiettivo, fin dai primi incontri, di non lasciare fuori nessuno, coinvolgendo il maggior numero possibile di partecipanti per arrivare a parlare di benessere e alimentazione, con linguaggi diversi, al mondo della scuola.
Dopo due seminari dedicati ad insegnanti e genitori e svoltisi negli scorsi mesi di dicembre e di febbraio, e due incontri di focus specifici per i docenti, nel mese di marzo/aprile era giunta l’ora di arrivare agli studenti, con gli incontri delle psicologhe e delle nutrizioniste in classe.
Questo, a causa dell’emergenza sanitaria in atto, non è stato possibile, ma se il nostro progetto non può andare in classe, sbarca ora direttamente sul web, per continuare a dare spunti didattici, consigli e stimoli, entrando direttamente nelle case degli studenti.
L’Assessore all’Istruzione Elisa Pietragalla, che introduce il video, ha voluto fortemente che il progetto continuasse, se pur virtualmente, per non perdere tutto il lavoro costruito insieme ad insegnanti e genitori durante questo anno scolastico e per dare un ulteriore strumento e spunto per la didattica a distanza.
Le psicologhe Silvia Cussotto e Emiliana Amerio, attraverso il video forniscono nuovi spunti sull’educazione alimentare e gli stili di vita sani, per imparare a nutrire bene il corpo con una sana alimentazione ma anche la mente con i sensi e le esperienze che ogni giorno si fanno a tavola.
Questo nuovo video si può trovare nella sezione “Servizi Educativi scuola e famiglie” del Servizio Istruzione e Servizi Educativi della Città di Asti.
In allegato al video la tovaglietta del mangiar sano, con le proprietà di frutta e verdura, che ogni bambino potrà scaricare dal sito e colorare (clicca per scaricare la tovaglietta IMMENSAMENTE BUONA). Altre tovagliette, realizzate dagli studenti secondo la loro fantasia con consigli o domande, potranno essere inviate alla mail educazione@comune.asti.it
Il Sindaco Maurizio Rasero sostiene il progetto affermando come la scuola sia l’ambiente privilegiato per attivare con successo iniziative per la promozione del benessere della collettività, sottolineando che istruzione e salute sono tematiche strettamente collegate. Il video si pone come obiettivi principali ridare spazio alla creatività, all’innovazione e all’accoglienza del nuovo anche a tavola, sperimentare come uscire da modalità schematiche utilizzando un’attività così frequente e importante come l’alimentazione e armonizzare tutti i sensi, il corpo e tutti i cibi.
Da qualche tempo questa rubrica a volte un po’ fuori le righe riporta solo notizie. Questo perché in un periodo decisamente particolare non mi va di scherzare su un settore che sta attraversando momenti che possono risultare decisivi per il settore enoico italiano. La situazione non è tra le più rosee e, anche se non generalizzato, il calo delle vendite è a dir poco allarmante per un prodotto fiore all’occhiello sia sul mercato interno sia su quello europeo e, soprattutto, extraeuropeo. Allora questo spazio lo riservo a chi può accendere una luce e regalare un po’ di speranza e l’affidare l’immagine a un testimonial importante può servire, come per Asti e Moscato d’Asti che ha accostato il prodotto a uno chef rinomato come Alessandro Borghese, un accordo strategico che il presidente Romano Dogliotti commenta «È la nostra risposta a supporto di una filiera che deve guardare al futuro». Ecco a voi il comunicato stampa. La Capra Enoica!
Quello che esordirà domenica sulle principali reti nazionali TV sarà l’inizio non di una semplice campagna, ma il lancio di un’importante e articolata piattaforma di comunicazione che inaugura un nuovo e importante corso per la denominazione.
Uno chef affermato, eclettico, conduttore di programmi tv di successo, appassionato di musica e di social, tanto che è stato definito il primo chef “rock’n’social” d’Italia, Alessandro Borghese, è diventato l’ambassadorper tutte le attività di promozione e valorizzazione della denominazione.
Il Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg ha affidato lo studio della strategia, della creatività e della pianificazione di tutti gli elementi che contribuiranno al lancio e alla gestione della piattaforma delle attività all’agenzia HUB09 di Torino.
Il presidente Romano Dogliotti afferma: «Con questa operazione il Consorzio è ancora una volta, come sempre, al fianco della filiera, con la decisione di investire budget e risorse per una attività di medio e lungo periodo a cui dobbiamo guardare con fiducia, senza divisioni e con tutta l’unità di cui siamo capaci. Perché solo così, è garantito, si possono superare le difficoltà».
La partnership con Alessandro Borghese è stata seguita e coordinata dai vertici e dallo staff consortili, insieme all’agenzia.
“In un momento non facile come quello che il nostro Paese e tutto il mondo sta attraversando – spiegano dal Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg – è quanto mai imperativo ampliare e potenziare la comunicazione, la valorizzazione e la promozione. In una comunità ormai improntata alla condivisione social l’immobilità e il silenzio non pagano. Siamo, quindi, partiti da questo concetto e dall’idea che la denominazione dovesse avere quella leadership in campo enologico che gli compete e che gli è riconosciuta. In questo senso – proseguono dal Consorzio – la collaborazione con Alessandro Borghese, uno dei cuochi italiani più innovativi, apprezzati e popolari, sarà, a nostro avviso, lo strumento ideale per inviare segnali non solo a tutti gli attori della filiera, dai vignaioli ai produttori, dalle cooperative agli imbottigliatori alle Case spumanti ere, che tutti i giorni si impegnano per garantire la produttività di un comparto strategico per il mondo del vino e per l’economia italiani, ma anche ai consumatori finali ai quali sarà ricordato quanto l’Asti e il Moscato d’Asti docg siano stati e siano ancora loro vicini, come caratteristiche di prodotto, certo, ma anche esempio di socialità e di quella convivialità che dobbiamo tutelare quale beni preziosi per le comunità italiana e mondiale, insomma un must del Made in Italy nel mondo da valorizzare e promuovere». L’attività partirà domenica con lo spot TV e una campagna stampa sui quotidiani, ma proseguirà per tutto l’anno sui profili social del Consorzio e su quelli di Alessandro Borghese stesso, oltre che sul web in generale.
L’Asti e il Moscato d’Asti docg saranno anche protagonisti di una serie di puntate tematiche della trasmissione Kitchen Sound che Alessandro Borghese conduce sui canali Sky. Lo chef presenterà, per gli abbinamenti ai vini a base di uva moscato, segreti e ricette del territorio patria dell’Asti e del Moscato d’Asti docg, portando nelle case italiane il profumo di questa terra unica e patrimonio dell’UNESCO, all’insegna del “rural glam”, il posizionamento di marketing che l’agenzia ha ideato per la denominazione. Ma se i vini tutelati dal Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg fanno visita alla trasmissione dello Chef, lui farà visita ai territori della Denominazione, grazie alla produzione di un format social/digital che vedrà Alessandro Borghese impegnato in un viaggio a puntate nelle terre dell’Asti e Moscato d’Asti Docg, alla scoperta di tradizioni, gusti e personaggi che hanno fatto la storia di questo territorio dell’uva moscato e dei suoi vini unici.
Si andrà, insomma, a trovare i nostri consumatori laddove si muovono e informano; persino su Alexa con ricette e abbinamenti di vini raccontati dalla voce di Alessandro. Quindi si ritornerà in TV a fine anno, in vista delle festività.
Infine, l’Ambassador Borghese sarà protagonista anche negli eventi sul territorio organizzati dal Consorzio o a cui il Consorzio aderirà.
Confermata per sabato 7 marzo Notte Rossa barbera si svolgerà nelle 38 piole piemontesi ( tra Torino, Alba, Bra, Asti e Nizza Monferrato) che proporranno uno speciale "Menù Buscaglione" – in onore dello storico cantautore Fred Buscaglione– realizzato ad hoc per la serata, con i piatti e i vini più significativi della gastronomia sabauda. Rispetto alle precedenti comunicazioni, a seguito delle nuove disposizioni ministeriali relative al Covid -19, non è più previsto l'accompagnamento live dei giovani musicisti.
Per gli amanti delle tradizioni culinarie il prossimo sabato 7 marzo torna “Notte Rossa barbera“, per vivere, in chiave pop e moderna, l‘autentica piola piemontese e la tradizione della merenda sinoira, il classico e popolare momento di condivisione a tavola made in Piemonte di tradizione contadina e poi esteso alla città, antesignano dell’odierno “apericena”.
Durante la sera del 7 marzo, infatti, le 38 piole aderenti alla manifestazione (tra Torino, Alba, Bra, Asti e Nizza Monferrato) proporranno uno speciale “Menù Buscaglione” – in onore dello storico cantautore Fred Buscaglione – realizzato ad hoc per la serata, con i piatti e i vini più significativi della gastronomia sabauda.
Tra un vitello tonnato e un quartino di buon Barbera, un piatto di agnolotti al plin e uno di acciughe al bagnet verd, Notte Rossa barbera vuole essere una “sagra diffusa” per far riscoprire luoghi, sapori e tradizioni del Piemonte più autentico a un pubblico di ogni età, a cominciare dai più giovani.
“Notte Rossa barbera” è ideata e organizzata dall’Associazione Culturale F.E.A.Grazie alla collaborazione con Tanaro Libera Tutti,la Notte Rossa Barbera arriva anche quest’annonelle Langhe, mentre, grazie alla collaborazione con Fans Out, arriva per la prima volta nel Roero e Monferrato.
I NUMERI DELLA SERATA
La sesta edizione di "Notte Rossa barbera" coinvolgerà 38 piole in 5 città: Torino, Alba, Bra e per la prima volta quest’anno anche Asti e Nizza Monferrato.
7 tra i principali produttori di Barbera del territorio - il vitigno forse più rappresentativo della tradizione contadina - proporranno in degustazione le loro migliori etichette. Il menù, che prevede 4 antipasti, un primo, acqua e caffè, sarà a un costo - in pieno stile merenda sinoira - decisamente popolare di 15 euro.
Le piole aderenti a Notte Rossa Barbera 2020
Torino: Ostu, Vineria Rosso di Sera, Ciclocucina, Ristorante Ratatui (Borgo Campidoglio), Trattoria l’Oca Fola, Poormanger 2, La Cricca Bocciofila, Il Fortino, Via Baltea, Circolo Risorgimento, Acqua alta, Osteria Povr'Om, Bocciofila Vanchiglietta, Off Topic, Grande Asportazione Vini-Erminio Torino, La ButaStupa, La Locanda Del Sorriso, Enò, Il Camaleonte Piola 2.0, Barbagusto, Bagni Municipali.
Alba : Nostra manera – trattoria della pizza, Osteria la fermata, Circolo montebellina, Osteria sociale magna Neta, Trattoria bar roddi, Il bosco delle galline volanti.
Bra: Sumadai, Circolo la carbonaia, Società lavoranti conciapelli.
Asti: Caffetteria mazzetti, Diavolo rosso, Casa del popolo santa libera
Nizza Monferrato: Lateresina, Ristorante cannon d’oro, Centro bar lounge bistrò, Terzo tempo – osteria moderna, L’ambaradan.
I produttori di Barbera: Agricola Gian Piero Marrone, L’Autin S.S. Azienda Vitivinicola, Azienda Agricola Beltramo Marco, Cascina Galarin, Cristian Boffa Azienda Agricola, Azienda Agricola Carlo Chiesa, Enoteca regionale di Nizza Monferrato
Al Teatro Alfieri, ad Asti, domani, 23 gennaio 2020 (ore 9,00-13,00) mattinata di sensibilizzazione sulla tematica del contrasto alla violenza di genere dedicata agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado dal titolo “Il nostro nome… donne”.
Giovedì 23 gennaio 2020 (ore 9-13) nella prestigiosa cornice del Teatro Alfieri, ad Asti, verrà portata in scena la performance teatrale “Il nostro nome… donne” evento promosso dall’Assessoratoalle Pari Opportunità della Città di Asti e dalla Commissione Comunale Pari Opportunità, dedicato alle scuole secondarie di secondo grado della città.
Le protagoniste dello spettacolo saranno alcune componenti della Commissione Pari Opportunità che, dirette dal regista Alessio Bertoli, saliranno sul palco per mettersi in gioco in prima persona portando un messaggio di impegno e di cittadinanza attiva alle studentesse e agli studenti presenti.
Lo spettacolo era inserito in un calendario più ampio di iniziative dedicate al contrasto alla violenza di genere messe in campo dalla Città di Asti, in collaborazione con l’associazionismo del territorio, in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ed era stato rimandato a causa della chiusura delle scuole per maltempo.
Il programma della mattinata prevede, dopo la visione dello spettacolo teatrale, un dibattito con gli studenti sulle tematiche in oggetto con specialisti del settore.
Il Sindaco Maurizio Rasero e l’Assessore alle Pari Opportunità Elisa Pietragalla, appoggiano l’iniziativa sottolineando l’importanza di diffondere sempre più la tematica del contrasto alla violenza di genere al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere ad agire per il cambiamento.
La Presidente della Commissione Pari Opportunità Nadia Miletto sottolinea come educare al rispetto della persona e contrastare gli stereotipi di genere, aiuti nel percorso di costruzione di una società più inclusiva e attenta all’altro, più rispettosa e tutelante.