di Fabrizio Capra
Una foto del fotografo calabrese Maurizio Buccieri ci deve far riflettere sulla fragilità del genere umano.

Quando il mio sguardo ha incrociato questo scatto di Maurizio Buccieri, fotografo calabrese, di Cosenza, non ho potuto fare a meno di pensare alla situazione attuale, quella che stiamo vivendo da settimane con timore e apprensione.
Maurizio Buccieri è stato bravissimo a fissare un momento che nella nosta mente ci fa aprire mille scenari, proprio come quelli che attualmente ci fanno porre tanti dubbi e poche certezze.
Maurizio ha immortalato la fragilità.
Personalmente in quelle gocce ci ho visto il genere umano che, in questo periodo, non si è mai trovato tanto fragile, come non ci si credeva di poterlo essere.
La modernità, l’evoluzione, i sempre nuovi traguardi della scienza che il genere umano ha portato avanti poco sono serviti perché la storia ce lo insegna: quando arriva e ci coglie impreparati non possiamo che diventare passivi spettatori e non possiamo che assistere impotenti cercando di porre rimedio nel migliore dei modi.
Alla fine ci ritroviamo sempre come quelle gocce: basta un nonnulla per far si che quella goccia si disintegri, sparisca per sempre… che la vita venga spezzata.
In questo periodo noi siamo una goccia e siamo impotenti davanti a un qualcosa che ci è sconosciuto e che si nasconde in modo subdolo: dobbiamo stare attenti a far si che nulla possa disintegrarci.
Impegniamoci, pertanto, a non mettere a rischio la nostra vita e quella degli altri: ci basta poco, basta rispettare, rispettarci.
Grazie Maurizio Bucceri per questo scatto, fiducioso che presto di scatti belli o brutti (meglio belli) torneremo farne centinaia, migliaia, perché vorrà dire che l’incubo è finito.
